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dopo Marino ? … Marino.

Papa Francesco Totti

… forse mi sono distratto, ma ho sentito dire che Marino è stato dimesso ? … è vero ? … mica sarà stato il Pd a dimetterlo ? … forse saranno stati i tifosi dell’anti-politica spiccia o i media scandalistici a gettone a dimetterlo ? … o quelli che hanno cominciato a chiederlo il giorno dopo la sua elezione, tipo i Gramazio & C. per intenderci … o tipo quei boss del Pd ritrovatisi senza Assessorato, senza o con pochi poteri (con tutta la fatica fatta in campagna elettorale per raccogliere democraticamente i consensi …) … alcuni di loro poi chiamati in causa dai vari Buzzi e Carminati ?

Certo in una “democratica” visione anglo-sassone è sana e sacrosanta l’idea che un amministratore debba sempre essere trasparente, anche sulle piccole cose … e se sbaglia vuol dire che non è pienamente affidabile … quanto meno per amministrare l’interesse comune …

Solo che a Roma (e in Italia) a me me pare che i problemi siano ancora un tantino più grossi di questa bella visione idilliaca … insomma che le alternative nel migliore e più sano dei casi qui si misurano ancora non con i “migliori” … ma con “i meno peggio” …

A Roma (e in Italia) è pieno di “personaggi” – burocrati e politicanti di mestiere – che occupano le stanze dei bottoni da anni, da decenni, che al meglio si trasferiscono da un potere all’altro, da una lobby istituzionalizzata all’altra, relazionandosi e scambiandosi favori … quelli – fatto strano – non vengono quasi MAI di(s)messi (se non proprio alla frutta o quando presi con le mani nel sacco) … passano i Sindaci e questi ramificati e clientelari poteri intermedi restano lì e continuano ad aggiustarsi le cose e pure a pontificare sul rinnovamento (oggi in molti pure simpatizzanti “renziani” … si sa è di moda e conviene …) … insomma è pieno di “gente di potere” – quello delle stanze, quello poco visibile, a cui nessuno fa il pelo né il contropelo sui loro sistematici affari, sulle loro modalità di gestione del “bene comune” (… insomma , qualcosa di più e altro che scontrini di cene con moglie a spese del comune …)

Beh ? allora … mica sarà stato il Pd romano – si, quello commissariato – a dimettere Marino ? … sarebbe come suicidarsi quando si è in fin di vita … dopo aver scoperto improvvisamente che si è pieni di metastasi (ben 27 circoli “potere per il potere” su 108 !) … una sorta di auto-eutanasia … ma dai non ci credo …

beh vabbè … se si va al voto di nuovo toccherà rimboccarsi le maniche … trovare un nuovo candidato … e come ? … beh facendo stavolta delle belle primarie, veramente aperte e libere … nelle quali avremo file di persone “democratiche” … certamente già piene di voglia di scegliere un nuovo – questa volta affidabile e preparato – candidato per la poltrona di sindaco della Città eterna ….

Mica sarà più come agli ultimi congressi romani e regionali del Pd dove il voto quasi ovunque era un flusso omogeneo di truppe cammellate al servizio del proprio ras locale … fenomeno riprovevole del quale oggi tutti fanno a gara nella scena di scandalizzarsi … ma che allora al quale tutti – ma proprio quasi tutti – si adeguavano per cercare di rosicchiare qualche decimo di percentuale utile da far pesare altrove … (ah già, ma i Circoli “potere per il potere” erano solo 27 su 108 ? … +/- 1/4 ? … in effetti allora il problema quasi non c’era … perché tutto questo casino ?)

Non vedo proprio l’ora che arrivino le primarie di primavera, sono certo, finalmente il “partito democratico” aprirà alla società civile per accogliere nuove persone, nuove idee, nuove energie per cambiare e migliorare radicalmente questa Città !

Come ? Matteo ha detto che a Roma non si fanno Primarie ? … che decide Lui il candidato ? … caspita ! beh … – a parte che mi pare improbabile che il leader delle primarie censuri le primarie – … però potrebbe essere un vantaggio … così certi giochi di potere locale potrebbero rimanere effettivamente tagliati fuori … però, certo, sarebbe un atto di centralismo … insomma piuttosto contro natura rispetto all’idea bella e sana di “Partito Democratico” … diciamo che la cosa potrebbe avere pro e contro e varrebbe la pena valutarne il saldo in termini di benefit … così su due piedi mi verrebbe da pensare che – ad oggi – possa servire a perdere onorevolmente la Città … (insomma invece che 6 a 1, magari 4 a 3)

E quale potrebbe essere il candidato ideale da tirar fuori dal cilindro ? … innanzitutto direi un romano, poi un politico trendy credibile o un tecnico ? … ma quanti ce ne sono a Roma ? mmh … secondo me pochi, pochissimi, … uno tipo Bob Giachetti ? … o un magistrato alla Sabella ? … ma si presterebbero alla disfatta, sia pure onorevole ? … ne dubito.

Quindi ? una figura con esperienza amministrativa discretamente consolidata, una personalità verso fine carriera tale da poter poi onorevolmente lasciare il campo come eroe immolato al ruolo di salvatore della Patria (anzi della Capitale) dai brutti, sporchi e cattivi altri (fascisti, grillini, boh …)

Diciamocelo francamente che per come sta messo oggi il Pd, per vincere a Roma, bisognerebbe ingaggiare solo che una figura di sintesi popolare straordinaria … ad esempio un Papa Francesco o … un Francesco Totti … o meglio ! … un Papa Francesco Totti !

Fantasie a parte … e tornando ad oggi, quale è il senso di tutto ciò ? Marino è un ladro ? Marino ha fatto tutto male ? Qualcuno può dimostrare che un “altro” avrebbe potuto fare certamente di meglio ? … forse ? … è legittimo, ben venga, lo spero, lo speriamo in tanti.

Però penso che Marino sia stato eletto (sia pure con un consenso popolare in recessione generale) e che debba onorare il suo impegno e che debba essere messo nella condizione di poterlo portare a termine … e comunque tutto questo deve avvenire nelle sedi istituzionali, non via whatsapp o nelle solite stanze …

Come ? … dandogli pieni poteri e piena fiducia, a partire dal manipolo dei Consiglieri del Pd e di SEL (ma quanti di loro saranno mai rieletti, oltre una parte di loro esserlo stato grazie al premio di maggioranza conquistato proprio da Marino ! …) … consentendogli ed aiutandolo – sostenendolo con i fatti – a fare piazza pulita di quei poteri parassitari, di quei burocrati, di quei corpi intermedi istituzionalizzati che tirano giacche da tutte le parti pro domo propria in nome di un controllo del consenso che oggi deve essere drasticamente ridimensionato per riqualificarne le condizioni di costruzione in tutt’altra direzione e metodo …

Per me, ad oggi 11 ottobre, per Roma, ma soprattutto per il Pd – consentendo ai Commissari di Rottamare radicalmente ed effettivamente con i FATTI e non con le Aspirine il marcio che lo ha ridotto allo stato pietoso attuale – il dopo Marino può essere solo che … Marino.

Carlo d’Aloisio

Canone RAI ? ahi, ahi, ahi ….

canone RAI

… in effetti sulla storia infinita del Canone RAI … nei decenni il “potere” si è bello che involuto ed imbrigliato … pur di conservarne lo status quo del controllo clientelare e partitocratico:

– un canone per definizione è la remunerazione periodica di un servizio …

– ogni servizio deve essere misurabile e verificabile … ed in genere fruibile on demand

– un servizio pubblico per essere “obbligatorio” deve esserlo a maggior ragione … (altrimenti si configura il MinCulPop) … quindi deve avere regole e governance di garanzia per tutti …

– un canone (fino a poco tempo fa si parlava di “abbonamento RAI”) che diventa tassa non è più un canone …

– una tassa che ha bisogno di rincorrere forme diverse per mascherarsi ed insinuarsi (come in una bolletta della luce) evidentemente è una tassa poco credibile …

– ma cosa si intende per “servizio pubblico” ? fare informazione pluralistica ? mi pare che storicamente e documentalmente non ci siamo …

– oggi a fare informazione +/- pluralistica ci sono molti altri soggetti sul mercato … chi più bravo, chi meno … però rappresentano offerte alternative …

– offrire un servizio fruendo di una tassa e poi agire in competizione sul mercato pubblicitario determina certamente una condizione di grave slealtà concorrenziale …

insomma ci sarebbe prima da decidere COSA deve essere la RAI, CHI e COME la deve governare, definire un’offerta credibile … e poi andare a chiedere i soldi o ai cittadini o al mercato pubblicitario …. o magari ad entrambi ma in modalità on demand …

… altrimenti temo che sarà un boomerang.

Carlo d’Aloisio Mayo

Cambiamo verso al “building consensus”

Cambiamo verso al "building consensus"

Cambiamo verso al “building consensus”

di Renato Giallombardo, presidente Associazione Capitale Roma

Con la riforma del Senato stiamo provando ad aggiornare il nostro software istituzionale. Il bicameralismo perfetto ha avuto ragione di esistere nell’immediato dopoguerra consentendo la più ampia partecipazione nel dibatitto politico ai partiti della prima Repubblica. Nella c.d. seconda Repubblica ha creato gravi incertezza e, su di sè, ha tutta la responsabilità dell’instabilità dei governi degli ultimi 25 anni. Il c.d. Porcellum ha poi inferto l’ultimo colpo ad una istituzione che nei Paesi occidentali ha ovunque funzioni e composizioni diverse da quelle individuate nella nostra Carta Costituzionale. Il Senato.

Croce di tutti i governi, causa di sfiducie, oggetto di compravendita di seggi, luogo di spartizione di ministeri e strapuntini di sottogoverno. Insomma radice del caos e causa della palude. Il punto è che il lavoro, l’impresa e lo sviluppo si agganciano innanzitutto con la stabilità (non quella della legge ma quella di governo) con buona pace di tutti i governi che si sono succeduti. La percezione e forse la convinzione, è che i primi segnali di ripresa del Paese siano dovuti anche all’assenza di competizioni elettorali. Per riagganciare la crescita, abbiamo assoluta esigenza di chiarezza nei meccanismi di produzione delle leggi e di velocità di azione nei processi decisionali.

E il nuovo Senato prova ad andare proprio in questa direzione. Al di la di tutte le altre pur legittime considerazioni, questo è il dogma intoccabile della riforma costituzionale (unitamente a quella elettorale). Provare ad introdurre un nuovo metodo di “building consensus” più capace di stare al passo con l’impresa, il lavoro e le opportunità di crescita. Per il resto si ha invece la sgradevole convinzione che la battaglia della c.d. minoranza interna al Partito Democratico sia una delle ultime battaglie di retroguardia di una sinistra acquartierata che ha l’unico demerito di non aver compreso che l’onda anomala è ormai arrivata sulla battigia.

Renato Giallombardo

articolo ripreso dal sito AffariItaliani.it pubblicato il 18-09-2015

Capitale Legalità: Virtù vs. Vizi

Capitale Anti Mafia

… alias radicalmente testimoniare e premiare il coraggio di denunciare il SISTEMA delle mafie e delle mafiosità …

censurandole TUTTE !

… quelle criminali intrecciate con quelle dei diffusi e capillari poteri

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… sviluppando modelli di legalità e prassi condivise virtuose …

… per rigenerare – fuori e oltre la meschina e sterile logica delle appartenenze – una rinnovata identità sociale …

… che fertilmente si sposi, prolificando, con i valori positivi – umani, storici e culturali – che più di tutti Roma e l’Italia possono rivendicare nel Mondo …

Larry Lessig for U.S.A.’s President

Lessig for President

Sei un U.S. citizen che vive in Italia o che ha origini italiane? Sei italiano ma conosci dei cittadini USA?

Allora sei la persona giusta. Puoi dare il Tuo prezioso contributo Qui !

Il prof. Larry Lessig può davvero realizzare un cambiamento fondamentale di cui la nostra democrazia ha un disperato bisogno: negli Stati Uniti così come in Italia.

Per farlo è pronto a candidarsi come Presidente degli Stati Uniti, ma solamente se raccoglierà 1 milione di dollari entro il 7 settembre 2015 attraverso piccole donazioni esclusivamente da parte di cittadini USA.

Serve ancora il 40% del milione di dollari e mancano meno di due settimane.

Dall’Italia vogliamo aiutarlo perché sappiamo che se solamente riuscisse a candidarsi, muterebbe il dibattito politico che porterà al prossimo Presidente degli Stati Uniti e, in questo modo, anche il dibattito mondiale sulla crisi delle democrazie.

COSA VUOLE FARE LESSIG ?

Vuole restituire valore al principio fondamentale delle democrazie: tutti i cittadini sono uguali.

Ebbene, oggi non è così: in ogni elezione, negli Usa come in Italia, la “partita” è truccata e i cittadini vengono chiamati a ratificare con il loro voto le scelte fatte da altri, cioè dai pochi grandi potentati economici che finanziano la politica e impongono di fatto i loro candidati.

Si prevede che per le presidenziali USA del 2016 saranno spesi oltre 6 miliardi di dollari, due terzi dei quali provenienti da poche centinaia di miliardari o corporations.

Questo il profilo del Prof. Lawrence (Larry) Lessig

Casamonica, come evitare i funerali di Roma.

Casamonica, come evitare i funerali di Roma

Casamonica, come evitare i funerali di Roma.

di Renato Giallombardo, presidente Associazione Capitale Roma

Il funerale in stile Padrino a Roma è la spettacolarizzazione di un sistema criminale. In qualche modo ricorda i video dell’ISIS funzionali al reclutamento di giovani pronti al sacrificio. E’ la dimostrazione del possesso di un territorio, della forza arrogante di una subcultura criminogena che ha inquinato la nostra città. Ma è anche segno di debolezza e paura di perdere terreno.

La mafia – quella forte, sicura di sé – non ostenta. La mafia latita, governa nell’ombra, intreccia i rapporti e non alimenta la paura tra la gente. Colpisce in maniera chirurgica. La mafia, per chi l’ha vista e la conosce, ha metodi e processi molto precisi non dichiara – apertamente – guerra allo Stato, non divide la popolazione con gesti asincroni rispetto agli obiettivi. In questo e per questo il gesto è singolare, forse unico e avventato per gli stessi autori.

E’ evidente che per i romani, da oggi, non sarà più possibile vivere con la logica del “carpe diem”. Servirà una risposta forte dei cittadini e dello Stato, una risposta che sia al contempo di legalità, culturale e di proposta di nuovo modello economico.

Ed è altrettanto evidente che questa risposta non può non arrivare che dalla politica. La Roma (politica) vive da troppi anni a due dimensioni. Una nazionale che gode di privilegi e immunità, che pontifica sulle colonne dei giornali e che usa la città per i propri trampolini, disinteressandosi dei problemi reali. Ed una locale che è stata costruita sulle consorterie municipali, sulle lobby commerciali, sui circoli del Tevere, sull’impresa foraggiata dalla pubblica amministrazione. Una cultura delle relazioni e del consenso che ha distrutto valore e generato mostri politici incapaci di avere una visione.

Di Re di Roma (o presunti tali) ne abbiamo avuti tanti, troppi e non solo nel sistema criminale. Personaggi che hanno colpito la credulità popolare facendo leva sulla muscolarità di un sistema che senza usare violenza ha coltivato reticoli d’affari, nelle segreterie dei ministeri, negli uffici comunali, tra i funzionari amministrativi. Ma anche in un’imprenditoria privata parassitaria, senza slanci per la città che ha messo in pratica ricette coloniali. Senza lasciare traccia del loro passaggio. O meglio lasciando sul terreno ecomostri, infrastrutture inutilizzabili, opere a metà del guado.

E quindi oggi il rischio più grande che Roma sta correndo è proprio quello di essere fagocitata in un gorgo infernale come quello che ha inghiottito il Sud del Paese. Un gorgo che annega le nostre ambizioni, allontana qualsiasi idea di sviluppo, produce paura su chi desideri investire, lasciando dietro di sé il vuoto. Per questo è urgente una risposta politica credibile. Diversamente capace di amministrare la città.

Apertura totale alle forze nuove, ricambio sostanziale di tutti coloro che hanno avuto un ruolo attivo nella gestione della cosa pubblica. Commissariamento dei Municipi e riorganizzazione delle competenze, usando le nuove leggi sulla Città Metropolitana. Credo che sia il tempo delle scelte e della responsabilità.

Siamo al culmine di una svolta e nessuno oggi può arrogarsi il diritto di decidere senza consultare i cittadini. Credo che la politica ed i partiti debbano innanzitutto creare le condizioni. Poi spetterà alla nostra città, a Roma e ai romani, decidere come proseguire.

Renato Giallombardo

articolo ripreso dal sito Formiche.net pubblicato il 22-08-2015

Stessa CHIESA, stessa STORIA ?

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… c’è un dettaglio che è sfuggito ai più … la chiesa che ha celebrato in pompa magna le esequie del “Re di Roma” Vittorio Casamonica è la Basilica di Don Bosco … la stessa che il giorno di Natale del 2006 non volle tenere il funerale di Piergiorgio Welby … riportando come motivazione espressa dal Vicariato che il soggetto, in vita, aveva condotto un comportamento e composto scritti che erano in conflitto con la dottrina cattolica.

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Per la chiesa, Piergiorgio Welby era colpevole di essersi battuto per la concessione del diritto alla scelta dell’eutanasia e per la rinuncia alle cure mediche che sfociavano nell’accanimento terapeutico … (ed il “bellissimo” funerale, al quale partecipai, si tenne in forma laica sul piazzale antistante, con la presenza spontanea di alcune suore …)

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… se ricordiamo anche la sepoltura del capo della Banda della Magliana Renatino De Pedis nella Basilica di Sant’Apollinaire (con tutte le vicende ancora misteriose che vi sono dietro) … sarebbe serio domandarsi se questi episodi così clamorosamente GRAVI … non rappresentino più un indicatore di coerenza che di contraddizione di questa Chiesa, ancora troppo Romana e poco universale …

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Carlo d’Aloisio Mayo

Se ora c’è (finalmente) un Commissario nel PD romano (e anche) del III Municipio … ci sarà un perché !

scimmie politica pd

Avevamo inteso parlare di “Cambiare Verso” alla politica ?

La ricerca di Fabrizio Barca sui Circoli romani del Pd rappresenta la prima indagine conoscitiva di una realtà composita, potenzialmente preziosa, ma – salvo straordinarie eccezioni – diffusamente conservativa di piccoli status quo di potere e quindi allergica, per non dire – in alcuni casi – parassitaria rispetto ad un’idea di sana viralità della polis.

Barca ha il merito di aver aperto finalmente il tema, che però non può esaurire nelle sue “conclusioni formali” le ragioni di un’azione urgente di riforma organizzativa del partito, riforma che non può certamente permettersi di essere di mediocre sanatoria & maquillage, ma che per produrre effetti seri e credibili dovrà essere radicale, visibile e misurabile.

L’indagine – frutto di una sociologia un po’ troppo arcaica e ortodossa – ha però soprattutto il limite – ad oggi – di non essere andata oltre la valutazione dei fortini, indagando sui soldati e sui sotto-ufficiali, assegnando diffusamente medaglie al valore ed attestati riabilitativi, risibilmente riconducendo a poche situazioni estreme ed insostenibili i giudizi di criticità, ma con l’occasione paradossalmente tirandoci dentro anche qualche altra situazione invece “scomoda”. Di fatto quindi – volendo o nolendo – generando confusione e melina sul senso e sul valore dei verdetti più severi, con buon effetto di imbrodarne il peso critico ed offrendo possibilità di rivendicare potenziale pari dignità riabilitativa.

Le critiche vanno però sempre concepite in senso costruttivo. Quindi ben vengano presto ulteriori e più brillanti indagini sui Generali e sui Colonnelli di questo partito ancora poco “democratico”; ma anche sugli Ufficiali, vasto schieramento di professionisti del fare politica, detentori di scarse idee, ma convintamente investiti della loro insostituibile predestinazione di missione, esasperatamente tatticistici, orgogliosi cacciatori e piazzisti di tessere e voti, agguerriti paladini solo dei loro interessi di armata e sempre pronti a reinterpretarsi e ricollocarsi – chi più, chi meno tempestivamente – per tentare di restare in piedi e continuare a cavalcare le onde di un potere più o meno spicciolo.

Lionello Cosentino e Luciano Nobili
Lionello Cosentino e Luciano Nobili, segretario e vice

Se il Pd romano è stato commissariato ci sarà dunque un perché ? Evidentemente si. E cerchiamo di non fare finta di non saperlo e quindi di non capirlo. Altrimenti non ce ne sarebbe stato l’estremo bisogno (per noi, solitariamente, ineluttabile da tempi non sospetti).

Quello che oggi viene definito mediaticamente il fenomeno di “Mafia Capitale” non è “una” casualmente contingente ed imprevedibile degenerazione del sistema o di una sua parte deviata e malsana; è solo l’apice penalmente rilevato di quell’iceberg di pluridecennale ombrosa para-burocrazia del sistema, alibi foriero di clientelismo e lobbysmo verticale. Fenomeno – ben percepito e subito dagli “onesti”, quanto omertosamente negato e praticato dai “conniventi” – che quotidianamente genera e consente, in carenza di adeguati anticorpi, la sua sistemica prolificazione, finanche a divenire costume sociale e quindi riflesso culturale nella vita cittadina, così anche radicalmente esasperando conflittualità tra avvantaggiatidiseredati.

E se vi è Mafia vi è anche mafiosità, ovvero quel contorno ambientale diffuso di atteggiamenti sociali e comportamenti politici che non arrivano ad assumere rilevanza criminale e quindi di cronaca (anche se invece lo meriterebbero), ma che collusivamente sottendono al clima di necessario sostegno a che si possano compiere gli atti più eclatanti. Mafioso quindi non è solo il big che finisce in manette, ma anche tutto quell’entourage che lo sostiene interessato nella costruzione e nella ramificazione del proprio potere.

primarie pd
in un partito le scelte alternative si fanno in Congresso!

In un partito democratico gli indirizzi politici e quindi le scelte organizzative si determinano in sede di Congresso, analizzando e discutendo i problemi, prefigurando obiettivi e soluzioni, candidando coerenti idee e persone.

Matteo Renzi lo ha fatto al congresso nazionale e in un certo senso – grazie alla rilevanza mediatica dell’evento – “usando” le primarie come cavallo di troia per scalare rapidamente e radicalmente un corpo partito fossile ed auto-conservativo, incancrenita eredità delle sue condizionanti origini fondative.

Partito tanto ottuso e chiuso in sé stesso da concorrere masochisticamente a prefigurare il suo ineluttabile destino, prima concependo, anzi abortendo, gli ignobili respingimenti democraticialle primarie 2012 e poi – dopo il flop elettorale e lo sbando conseguente – tentando di auto-tutelarsi, di fronte all’ineluttabile avvento del cambiamento renziano, anticipando la gran parte dei congressi locali rispetto alle primarie che avrebbero eletto il nuovo segretario.

In questo scenario, quei congressi hanno espresso quanto di peggio potevano esprimere in termini di corsa senza scrupoli a recintare il proprio orticello e consolidare il proprio fortino territoriale e di rappresentanza, per far contare il loro peso nelle sedi decisionali.

In quei mesi di quasi solitarie battaglie per una elementare legalità e dignità politica democratica, la nostra critica fu severa anche verso quei soggetti che posizionati sul versante renziano – certamente minoritario in quella fase – avrebbero fatto meglio ad investire su credibilità e coerenza di metodi, ideeobiettivi e persone volte a prefigurare il CambiaVerso della Politica e la necessaria rigenerazione di un nuovo vero OpenPd romano (sempre che fossero nei loro pensieri), piuttosto che perseguire il compromesso con navigati personaggi di potere e di apparato (ininfluenti per il risultato finale di Renzi) per ricavarne spiccioli di percentuali e conquistarsi cariche consociative, destinate – come poi è stato – ad essere commissariate.

Pericle - discorso agli Ateniesi

professionismo del “Far Politica” o impegno per il Bene Comune ?

In democrazia la forma è sostanza. Essere minoranza e quindi parte con responsabilità di verifica, controllo e critica (possibilmente costruttiva) è fondamentale ed ha pari dignità ed importanza di chi – investito dalla maggioranza dei consensi in quel momento – è chiamato ad assumersi responsabilità di guida e quindi di scelta.

E questa mancanza di visione, di rispetto e di pratica abituale delle ragioni fondanti la democrazia – a partire dalla gestione del Partito e proiettate verso l’amministrazione della cosa pubblica – è evidente indicatore di quel modus pensandi consociativo che porta da decenni il proliferare delle condizioni di malgoverno del Bene Comune e – in mancanza di una vera e sana dinamica di trasparenza e quindi di controllo in tempo reale – del perpetrarsi ineluttabile delle conseguenti degenerazioni anche in malaffare criminale.

Pd III Municipio

Se anche il Pd del III Municipio è stato commissariato ci sarà dunque un perché? 

Si, in questo quadrante di Roma, il Pd NON esprime da anni alcuna reale e significativa dinamica attrattiva e partecipativa democratica sul territorio e tra i cittadini.

Le cause sono certamente da ricercare nella governance, ossia nel rapporto tra quegli uomini e quelle donne che in questi anni hanno avuto l’occasione e la responsabilità di gestirlo, ma che evidentemente (probabilmente anche per attitudini, motivazioni e capacità) sono stati – tranne le poche eccezioni ben verificabili – più impegnati a consolidare il proprio fortino (spesso legato a discendenze familiari) per le ragioni di cui sopra, che a preoccuparsi del destino politico di un vero Partito Democratico nei nostri quartieri.

Ed in questo spirito sono state malgestite anche le numerose occasioni pubbliche rappresentate da primarie ed elezioni che in questi ultimi anni (2012/2014) avrebbero potuto rappresentare ben altro in termini di apertura e di crescita politica ed organizzativa.

Non servirebbe a cambiare nulla non analizzare e non mettere in discussione tutto ciò; come anche non servirebbero scorciatoie quali quelle di invitare gli stessi personaggi a farsi sostituire da “facce nuove”, riciclate o acquisite per cooptazione, ovvero di mantenere le condizioni pseudo-operative di un pachidermico corpo intermedio con anacronistici propositi di mediazione sociale, nel quale l’appartenenza o meno – oltre che nei casi di puro tesserismo – sia vissuta più in termini di Totem o di Tabù, anziché di confronto, dialettica e crescita culturale.

parole chiave Assemblea riPrendiamci il PD
… è il Metodo a fare la differenza !

Il tema è reale e quotidiano ed è quello di ritrovare sul campo la dignità ed il valore della politica, quella che serve a perseguire le ragioni del tanto sbandierato, ma altrettanto troppo spesso maltrattato e dimenticato “Bene Comune”.

Serve quindi innanzitutto cambiare Metodo, introdurre meccanismi e modalità che privilegino la più ampia, libera e pluralistica formazione di Idee, la loro messa in gioco attraverso il confronto e la costruzione del consenso sulla loro effettiva percorribilità e la conseguente possibilità che queste Idee, emergendo, esprimano le Persone che per competenza e passione possano rappresentarle e perseguirle, andando così di fatto a selezionare e costituire una nuova classe dirigente.

Un partito democratico e moderno deve puntare ad essere un catalizzatore dinamico e naturale di istanze associative tematiche, interessate e capaci nel sostenerne le finalità; un soggetto aperto, attrattivo ed aggregante, proiettato dalla società verso le istituzioni.

E questo percorso deve essere attraversato da strumenti concreti di sistematica ed effettiva trasparenza e comunicazione circolare.

Per riorganizzare e rilanciare un vero Partito Democratico, in Italia, come a Roma e nel nostro territorio, ci vogliono coraggio, passione e determinazione

Matteo Orfini, commissario Pd romano
Matteo Orfini, commissario del Pd romano
Paolo Coppola
Paolo Coppola, commissario del Pd del III Municipio

Anche per questo, buon lavoro -davvero – a Matteo Orfini ed a Paolo Coppola !

… e ad majora Partito Democratico !

Carlo d’Aloisio Mayo

… un po’ di cronistoria politica 2012-2015 sul territorio:

Renzi al 40%, il Pd romano a “zero”

Cristiana Alicata all’Assemblea Nazionale del Pd sulla questione romana

Renzi commissaria il Pd Romano ? Ora azzerare il partito e riconvocare i Congressi !

Marino e il Pd romano

a Roma CambiamoVerso ? con chi ? Avanti un altro !

Elezioni Europee: Forza Pd ! Forza Simona !

Renziani “ad ore” ? No grazie !

“Costruiamo la bella politica. Adesso! A Roma e nel Lazio”

DEMOCRATICI e LIBERI !

Congresso Regionale del PD Lazio – Open Primarie in III Municipio ?!

I renziani contro Renzi. Il caso della direzione romana del Pd.

Adesso! Roma 3: Festa e discussione sul futuro dei comitati

PD, trionfa Matteo Renzi ed in III municipio emerge il gruppo dirigente renziano

Il Pd è “cosa vostra”. Lo psicodramma “PAZZI”.

No Silvia, No Party !

Golpe Democratico ! La prima sfida di Renzi segretario: le Liste per l’Assemblea

L’otto dicembre, Matteo vince … (anche) se non ci sono “loro”!

Dieci “comandamenti laici” per la squadra a sostegno di Matteo Renzi

Con Matteo Renzi contro i circoli fantasma ed i signori delle tessere: intervista a Silvia Di Stefano (di Democratici Digitali)

La “Questione Romana” (2) – Perché Matteo straperde a Roma ?

Cambiamo verso alla Politica. Partiamo da Noi, Adesso ! (di Carlo d’Aloisio Mayo su “Ateniesi”)

il Circolo Pd di Castel Giubileo chiude per protesta !

Convenzione al Circolo “Nuovo Salario”: Renzi vs. Cuperlo 2 – 1

Pd Roma. Tutti (anche i “renziani”) acclamano Cosentino. Perchè ?… Noi No !

Circolo e Congresso “Gosth” in III Municipo

“Big Bang” Adesso! Roma 3

La Tessera del partito non è quella del “Tifoso” !

Lettera Aperta ai Cittadini ed al Presidente del III Municipio

Lettera Aperta al Pd del III Municipio

Coraggio ! Circoli, Congressi, Primarie … ALL OPEN PD !

MANIFESTO dell’Associazione Politico Culturale ADESSO ! ROMA 3

Manifesto Appello “Adesso Liberiamo il Pd !”

Daje Marino ! Nun fa’ parla’ Bersani, la Bindi, la Finocchiaro, Fassina & Co. … e vinciamo a Roma !

L’INCIUCIO dei MANIFESTI ABUSIVI ! … questa è l’anti-politica !

Assemblea Nazionale del PD – Roma 11 maggio 2013

“Il PECCATO ORIGINALE” – Dossier “la Verità sulle Primarie 2012: Partecipazione & Democrazia & Trasparenza & Privacy ?”

Mozione “Ricominciamo da Due, anzi da Zero !”

LETTERA (lunga, per chiarezza) Aperta (molto) a PierLuigi Bersani, al “Partito Democratico” e al centro-sinistra (tutto)

PERCHE’ I “RESPINGIMENTI DEMOCRATICI” ?

Primarie Bene Comune !

l’Italia si è desta … siam pronti alla VITA !

EXPO 2015

… l’Italia si è desta … siam pronti alla VITA !

… fuor di retorica, la storia ci ha consegnato il Paese dei Poeti, degli Artisti, dei Navigatori, degli Eroi, dei Creativi, delle Intelligenze, di Roma e delle Città e dei Borghi tra i più belli del mondo …. insomma delle eccellenze !
… Paese che in questi ultimi decenni si è però contraddittoriamente identificato molto più per le Mafie import-export, per l’illegalità diffusa e culturalmente tollerata se non sottilmente condivisa, per la democrazia negata, consociativa, mal praticata e quindi conservativa degli “status quo” del Potere, … ma anche per l’altra faccia della stessa medaglia, per l’opportunismo a volte para-ideologico, a volte para-giustificazionista del “chissenefrega”, del “tanto peggio, tanto meglio”, del “son tutti ladri e son tutti uguali” (e, quindi, per la proprietà transitiva riferibile anche a chi lo dice …) del “NO a TUTTO” … tanto pe’ sfascià, … ossia per sentirsi gratificati di fare qualcosa … perché molto più economico del Fare Bene e del Costruire Solido …
… senza se e senza ma, è arrivato il momento di scegliere, per chi non lo avesse già fatto, di lottare – con coraggio, coerenza, determinazione ed orgoglio – per la VITA !

#SiExpo #Expo2015Milano