Un grande intervento di Cristiana Alicata all’assemblea nazionale del Partito Democratico, che ha ricordato le battaglie di tanti di noi sulla gestione del Partito romano di questi ultimi anni …
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Renzi commissaria il Pd Romano ? Ora azzerare il partito e riconvocare i Congressi !
Renzi decide: Pd Roma commissariato
Il premier: «Non metto la polvere sotto il tappeto.
Orfini si occuperà del partito capitolino».
“Il colpo di mannaia arriva in serata, al termine di una tormentata direzione di partito. La decisione è irrevocabile: il Pd Roma viene commissariato.
Ad annunciarlo, non a caso, è lo stesso premier Matteo Renzi, ospite da Mentana su La7: «Sono sconvolto nel vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia. C’è la presunzione di innocenza, ma il governo è impegnato per la trasparenza, quando vediamo certe vicende viene la rabbia e l’amarezza. I politici romani devono fare una riflessione profonda. Il centro della vicenda riguarda l’amministrazione Alemanno, ma parte del Pd romano non si può tirare indietro, ho proposto il commissariamento del Pd di Roma nella persona del presidente del partito, Orfini. Io non metto la polvere sotto il tappeto».
Sarebbe stato il segretario romano Lionello Cosentino, paradossalmente indicato solo la settimana scorsa come il più papabile nuovo vicesindaco al fianco di Marino in un rimpasto della squadra di governo della Capitale, a fare un passo indietro. E non si tratta solo di una situazione politica deflagrata in poche ore, ma anche il suo nome nelle intercettazioni della maxi inchiesta per mafia. Nessun provvedimento giudiziario per Cosentino ma in politica questo è un «dettaglio» secondario. Una situazione eccezionale, uno choc senza precendenti per il Pd romano, alla quale occorreva una risposta altrettanto eccezionale. E non è finita qui. Il 12 è indetta la direzione del Pd provinciale. E con un partito regionale ancora traballante, è sempre più certa la strada dell’azzeramento totale di tutti gli incarichi del Pd locale. A tutti i livelli. Un’occasione insomma per uscire da un’impasse di gestione che da oltre un anno sta di fatto ha bloccato il ponte vitale che collega la strategia politica alla concretezza dell’amministrazione. Un commissariamento utile e necessario insomma anche per «parare» le conseguenze politiche dello tsunami.
Scatenati i Cinque Stelle che ieri hanno indetto una conferenza stampa con tanto di arance in bella mostra e dopo aver sottolineato che «tutti i partiti sono coinvolti, tranne loro» hanno chiesto e ottenuto un incontro con il prefetto Pecoraro per chiedere «il commissariamento di Roma Capitale». Un’ipotesi remota quanto devastante per l’intero Paese. Intanto nello choc generale il consigliere regionale del pd, Eugenio Patanè si è dimesso dalla presidenza della commissione Cultura alla Regione Lazio. Tutto tace invece sul fronte Forza Italia nella quale Luca Gramazio resta capogruppo alla Regione e Giovanni Quarzo capogruppo e presidente della commissione Trasparenza in Campidoglio. In molti si chiedono come mai non abbia lasciato quest’ultimo incarico che, presunzione di innocenza garantita, stona non poco con le accuse imputatigli. Opportunità politica insomma. E di questo si parla dentro e fuori il Campidoglio. A chiarire la sua posizione anche il leader della Civica Alfio Marchini, sul quale è emerso un vago collegamento nelle intercettazione con Luca Odevaine: «Avrò parlato quattro cinque volte in vita mia con Luca Odevaine, solo di problemi legati alla mobilità cittadina. Tra l’altro, aveva un’ottima reputazione anche in ambienti istituzionali e mi disse che il suo impegno in politica era concluso. Devo dire inoltre che non mi offrì mai la sua collaborazione».
La sensazione generale è tuttavia quella di uno spartiacque che si è aperto, all’improvviso, sulla politica romana. Appena due anni fa colpì l’intero centrodestra con lo scandalo della Regione Polverini. Una classe dirigente eliminata ed elezioni anticipate. Il Pd allora se la cavò con il candidare i consiglieri uscenti a Camera e Senato.
In due anni però è cambiato molto. Anzi tutto.”
a Roma CambiamoVerso ? con chi ? Avanti un altro !
Valigette piene di soldi e affitti gonfiati, la rete del deputato pd
Accuse a Marco Di Stefano, coordinava un tavolo alla Leopolda. Al telefono: «Ho fatto le primarie con gli imbrogli, ma ora li tiro dentro tutti»
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… dedicato a TUTTI quelli (pochi, ma c’erano …) che non applaudirono alla denuncia sul metodo e sugli impresentabili “fatti” salire sul carro romano di Matteo Renzi … quanto avevamo ragione … la politica è coraggio di saper scegliere … non rincorrere la conservazione dei propri orticelli … o è altro (anche se fatta in nome di Renzi) … sempre Grande Silvia !
Congresso Regionale del PD Lazio – Open Primarie in III Municipio ?!
Congresso Regionale del PD Lazio
– Domenica 16 Febbraio –
Primarie Aperte a Tutti i Cittadini
Invitiamo i Rappresentanti Eletti ed i Circoli Pd del III Municipio a coordinarsi per promuovere pubblicamente sul territorio:
1) la conoscenza dei Candidati ed il confronto sulle proposte di programma
2) la partecipazione libera e democratica alle Primarie aperte
Invitiamo i 3 candidati alla segreteria Marco Guglielmo – Lorenza Bonaccorsi – Fabio Melilli a rendere pubblica nel nostro territorio la presentazione della loro candidatura e del loro programma di lavoro … ed a dare la loro disponibilità per partecipare ad un evento-confronto pubblico da organizzare nel III Municipio (Area eventi del mercatino Conca d’Oro ?) …
Consentiamo agli “elettori democratici” di poter realmente partecipare alle Primarie valutando e scegliendo le candidature sulla base della più ampia possibile conoscenza dei contenuti e delle persone … anziché limitare la partecipazione alla “solita cerchia” e sulla base delle vecchie e logore logiche di appartenenza e/o di convenienza …
Cominciamo a cambiare verso alla politica anche nel III Municipio !
Open Pd III Municipio. Adesso !
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PS – Risposta di disponibilità pervenuta solo da parte di Fabio Melilli e proposta caduta nel vuoto del Pd territoriale …
I renziani contro Renzi. Il caso della direzione romana del Pd.
Un vecchio lupo di mare della Prima Repubblica un giorno mi disse: “In politica gli uomini e le donne si misurano allorquando gli si propone una candidatura”. Poi seguì un lungo silenzio ed una boccata al suo toscano. Questa massima è sempre valida, dalle ceneri della Prima Repubblica sino agli albori della Terza, sempre che ci si ponga supini a tali trovate giornalistiche. A ben guardare ad oggi le reazioni di uomini e donne dinnanzi ad una candidatura, sembra di ritrovarsi in piena Prima Repubblica.
Ed ora veniamo a noi. I renziani romani. Chi sono? Quante sono le correnti sub renziane? Dove è, a poco meno di un mese dalle primarie dell’8 dicembre, lo spirito che ha animato tanti renziani della prima ora? La situazione a me, che sono un simpatizzante piddino senza tessera, sin dal primo istante in cui ho messo piede sulla soglia di via dei Pianellari, la sede del comitato centrale renziano in occasione delle ultime Primarie Pd, mi è parsa subito piuttosto chiara. Una squadra quella renziana romana composta da diverse anime. Una componente di giovani di belle speranze candidi e puri. Una sotto componente di giovani renziani, fuoriuscita dai giovani democratici di stampo ex-Ds in rampa di lancio, disposti a tutto pur di farsi candidare. Ed una buona componente di riciclati i quali, in virtù della propria storia pregressa e dei voti presi alle ultime tornate elettorali, erano sicuri di uno strapuntino nel rinnovamento a macchie di leopardo di Matteo Renzi. Ultima componente, non meno importante in verità, quella composta da una manciata di amici personali del leader fiorentino, sparuta compagine romana del bel salotto di Palazzo della Signoria. I professanti della religione della prima Leopolda (ben attenti a guardare dall’alto in basso quelli della seconda Leopolda). Forti degli sberleffi che, sino a due anni fa, avevano sopportato nella Roma bersaniana e dalemiana, vantavano un diritto inalienabile di primogenitura e quindi destinati per direttissima nelle alte sfere del nuovo Pd.
In quelle settimane prima dell’8 dicembre i giochi mi parvero già fatti. Così negli ultimi due mesi mi sono limitato unicamente ad osservare la nascita del nuovo Pd renziano, ben disposto ad aggiungere nuove classificazioni nel mio personale bestiario dell’umanità politica italiota di sinistra.
Ma il Pd romano detta sempre la linea delle nuove tendenze ed il fascino della Capitale è anche in questo. Tutto sta nel ragionare con ordine per mettere insieme i pezzi del puzzle romano. Nei due mesi precedenti le Primarie del Pd si sono strutturati e radicati, soprattutto in rete, i Comitati “Adesso!” Renzi. Almeno uno per ogni municipio romano. Da questi è stata creata una mailing list nella quale tutti gli ammessi potevano dare il proprio contributo in fatto di spunti di riflessione (per la verità pochi) e coordinate organizzative (per lo più durante l’ultima settimana). Ho fatto anche io parte di una di queste mailing list dei renziani romani. Vi sono potuto entrare soltanto dopo che uno degli eletti in pectore della prima Leopolda è stato rassicurato sulle mie intenzioni. Sapendo che ero un giornalista locale “de quartiere”, qualcuno ha dovuto garantire che non fossi lì in veste di cronista, ma di simpatizzante. Difatti durante quelle due settimane, non ho scritto parola dinnanzi a quella massa immane di mail che si susseguivano l’una all’altra senza soluzione di continuità.
Tuttavia anche durante la mia permanenza nella mailing list dei Comitati renziani mi si è subito palesata la stessa sensazione che ebbi sull’uscio di via dei Pianellari: i giochi erano già fatti ben prima dell’8 dicembre.
Nel mentre che ricevevo una valanga di mail dalla mailing list dei Comitati renziani, ho dato il mio contributo, timido per la verità, presso il Comitato “Adesso!” del terzo municipio di Roma. Ho dato il mio contributo perché a fondare quel comitato c’era Silvia Di Stefano. A molti questo nome magari non dirà molto, ma ai renziani romani sì. Silvia è quella donna che vedete in fotografia. Tiene ben esposto un cartello “Io voto Renzi, tu che ne penzi?”. Quel cartello lo scrisse sui divanetti del foyer dell’Auditorium di via della Conciliazione. Mi chiese pure che mi sembrava di quel cartello. E io, con il mio solito fare snob, le risi in faccia. Lei accettò quel mio sorriso, perché veniva da un amico. Ed infine quella foto venne pubblicata pure sui giornali nazionali che ripresero quel primo evento romano del tour di Renzi per le primarie con Bersani.
Ma perché vi sto parlando di Silvia? Perché Silvia, dinnanzi ad una proposta di candidatura nella lista per l’assemblea nazionale a sostegno di Matteo Renzi ha detto di no. Qui torniamo alla massima del politico con il toscano. Silvia ha declinato l’invito a candidarsi perché non sopportava l’idea di condividere quella battaglia con quei riciclati piddini che erano saliti sul carro del vincitore. A me la coerenza fa sempre commuovere, ragione per cui ancor oggi ripenso di quel mio sorriso snob da veltroniano con la puzza sotto il naso che le ho riservato. Ma Silvia ha fatto molto di più. Laddove ci si era resi conto che durante i congressi dei vari circoli Pd di Roma, venivano avallate votazioni di circoli fantasma e con tesseramenti gonfiati, ha chiesto a più riprese l’intervento delle commissioni di garanzia del partito ed anche della stessa componente renziana. Dinnanzi al menefreghismo del Partito e persino della componente renziana, alla fine Silvia e il direttivo storico del suo circolo hanno deciso di chiudere la sede del Pd di Castel Giubileo. Un circolo vero, in carne ed ossa. L’unico che aveva sostenuto Matteo Renzi a Roma quando tutti erano bersaniani e che l’aveva persino fatto vincere quando tutto il partito remava contro il rottamatore.
È stato così che, avendo il suo esempio in mente, ho rifiutato anche io una proposta di candidatura all’assemblea nazionale. Il Circolo Renziano del Terzo municipio doveva esprimere un nome. Dopo il passo indietro di Silvia, è stato fatto il mio nome per il quinto posto in lista (quindi ineleggibile per ragioni di sistema elettorale). Fatto sta che il mio nome è stato comunque cassato in piena notte da coloro che non mi faccio problemi a definire la peggior feccia della politica romana piddina. Il giorno dopo scrissi una nota su Facebook denunciando l’ostracismo sul mio nome. La risposta non si fece attendere. Fui chiamato da quelli di via dei Pianellari che mi proposero il reinserimento in lista. Rifiutai. Avendo capito oramai il giochino, mi tirai subito fuori. E di questo devo ringraziare l’esempio di Silvia.
Ad oggi mi trovo costretto a ritirare fuori tutto ciò perché mi trovo davanti ad una lettera aperta che gira su facebook. La scrive Cristiana Alicata. Una lettera in polemica con il neo eletto segretario del Pd romano. Tale Cosentino. Si chiede chiarezza nella nomina della direzione romana del Pd. Si chiedono criteri certi, che non si rifacciano al codice cancelli sulle quote percentuali derivanti dalla tornata delle Primarie. E io mi chiedo: perché pretendere per la direzione romana ciò che non si è preteso per quella nazionale? Anzi ciò che nemmeno si è avuto il coraggio di chiedere?
Cristiana perché? Perché chiedere oggi ciò che non è stato chiesto all’indomani delle liste per l’assemblea nazionale zeppe di riciclati? Perché non aver promosso una raccolta di firme per chiedere all’indomani della nomina della direzione nazionale, conto di alcune scelte, una fra tutte quella ad esempio di Fioroni? Laddove Matteo Renzi ha dato una grande rappresentazione plastica di realismo politico con la nomina in direzione di D’Alema, Fioroni, Veltroni e molti altri che sarebbero dovuti essere rottomati, tante anime candide del Renzismo sono salite su qualche scialuppa ed hanno abbandonato la nave. E chi può dargli torto?
La lettera aperta, corredata da circa 100 firme sembra un capriccio da fanciullo dinnanzi ai deludenti regali di Babbo Natale. È stato chiaro sin dall’inizio cosa sarebbe successo. Renzi ha imbarcato pezzi di apparato pur di stravincere le Primarie. Scelta discutibile, ma che ha dato i frutti sperati. Oggi lui è segretario di tutto il Pd. Ragione per cui, sempre su questo blog, ho scritto che oggi i Comitati Adesso Renzi devono sciogliersi, semplicemente perché hanno raggiunto con successo il proprio scopo: far eleggere Renzi. Ho auspicato anche che i renziani che vogliano sostenere il Pd con Renzi segretario debbano iscriversi ai Circoli Pd e portare idee e contributi dentro le sedi del partito, come è normale in un movimento organizzato che prevede nel suo statuto che i circoli siano centrali per l’attività del partito.
Invece, ci ritroviamo ancora una volta con una lettera aperta in polemica con il Pd romano. Come se i renziani dovessero, al pari di due anni fa, imporre una figura nuova al comando con nuove linee di gestione del Partito. Come se i renziani dei comitati non vogliano accettare la realtà: Renzi è venuto a patti con l’apparato che lui stesso deve adesso gestire al meglio. Non voler accettare questa evidenza equivale a disconoscere la scelta fatta dallo stesso Renzi.
E ci troviamo al punto di partenza: Cristiana Alicata perché hai accettato la candidatura alla Assemblea nazionale del Pd in quota Renzi, se ancor oggi non sei in sintonia con la linea dettata dal tuo leader? Battere i piedi non serve a nulla. Oppure sbaglio?
Enrico Pazzi
articolo tratto dal Blog di Enrico Pazzi, giornalista, sostenitore di Adesso! Roma 3
Matteo Renzi: “Restiamo ribelli e cambiamo l’Italia”
Relazione del nuovo segretario del Pd all’Assemblea Nazionale del 17-12-2013
“il fine di un partito non è il governo, ma il miglioramento della vita delle persone”
“Per quanto mi riguarda la correttezza delle relazioni è fondamentale, quello che penso io lo dico in faccia e l’unico modo per uccidere i retroscenisti è utilizzare lo stesso linguaggio fuori e dentro. Al centro non c’è il destino personale di uno o dell’altro, abbiamo sulle spalle la responsabilità dell’Italia”. Così Matteo Renzi, aprendo il suo intervento, sul suo modo di rapportarsi anche con il premier Enrico Letta.
”Se noi siamo un partito politico è perchè abbiamo a cuore l’idea di un’Italia capace di innamorarsi e di fare innamorare”. Renzi ha aggiunto ”non siamo quindi semplicemente a ragionare di noi ma cosa fare perchè l’Italia cambi con l’orgoglio del suo passato ma guardando verso il futuro”. La sfida alle primarie è ”stata leale” e l’offerta della presidenza del Pd a Gianni Cuperlo ”è tutto tranne il tentativo di ‘do ut des’, ma è il tentativo di un partito che non solo ha indicato la strada” ma in cui ”insieme si è più forti”.
”Restiamo ribelli” e cambiamo l’Italia.
”Ciascuno di noi ha il suo pantheon di ribelli”, ha detto Matteo Renzi. ”Ma l’essere ribelli è soprattutto una sfida con se stessi”, ha aggiunto. ”Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la quotidianità: dobbiamo essere capaci di cambiare nel nostro piccolo l’Italia”.
”Il voto degli elettori delle primarie è l’ultimo appello che ci hanno dato per dire: cambia il Pd per cambiare l’Italia. Non hanno votato solo il candidato ma il Pd, visto come unico interlocutore per un cambiamento senza se e senza ma”.
”Non si tratta di fare la pacificazione fra noi e Berlusconi ma si tratta di fare la pace con gli italiani, di fare la pace fra i politici e gli italiani”. ”La rottamazione si è imposta come il bisogno di chi crede nella politica di un netto stacco rispetto al passato. O si volta pagina o il passato è confinato in un museo. Ha senso difendere la nostra storia solo se capaci di scrivere una pagina nuova. Casa nostra è sulla frontiera non al museo delle cere”.
”Se alle prossime europee si va con risultati di governo balbettanti la responsabilità non ce l’avranno né Grillo né Berlusconi, la responsabilità cadrà tutta in toto in testa al Pd”. Ha detto il segreatrio del Pd annunciando ”una agenda per il prossimo anno” di governo e ”una visione per i prossimi 15 anni in Italia”.
”L’Europa non è il nostro salvatore ma senza l’Italia l’Ue non va da nessuna parte e in questo tutti noi dobbiamo aiutare Enrico nel semestre europeo. La Merkel è diventata in passato un’alibi per tutti ma mettere a posto i conti non si fa per la signora Merkel ma per una normale dignità verso i tuoi figli”. “Bisogna partire da un accordo alla tedesca, voce per voce, punto per punto e con i tempi stabiliti per i prossimi 12-15 mesi”.
E’ la proposta avanzata da Renzi. ”Entro un mese” un progetto di legge per semplificare le regole del lavoro: è l’impegno preso da Renzi all’assemblea, in cui ha detto che il primo punto dell’agenda di governo dovrà essere ”un gigantesco piano” per il lavoro, con punto di partenza ”la fine dell’era ideologica sul lavoro”. “Piangere e fare grandi proclami dopo le stragi e poi dimenticarli è inaccettabile. Nel patto di coalizione serve l’impegno a modificare la Bossi-Fini e inserire lo jus soli“.
”Io sono fra quelli più prudenti” ma ”il tema delle unioni civili lo metteremo nel patto di coalizione, che piaccia a Giovanardi o no: noi siamo il Pd”. “Noi siamo pronti a fare la nostra parte con le forze di maggioranza da domani mattina ma con Enrico abbiamo deciso di aspettare la legge di stabilità per evitare fibrillazioni”.
E’ il timing che Matteo Renzi fissa per l’avvio della discussione sulla legge elettorale e sulle riforme. ”Alla prossima legislatura noi non eleggiamo più 315 senatori”, perché ”il Senato non deve più avere una funzione elettiva”.
”Diamo per buono il Natale ma o entro fine gennaio si approva alla Camera la riforma o la politica perde la faccia“. Così Renzi sulla riforma elettorale, spiegando che serve una legge per cui “chi vince vince e le larghe intese sono l’eccezione non la regola”, chiarendo che ci sono vari modelli per la stabilità.
E continua sul tema delle riforme rivolgendosi al leader del M5s: ”In modo provocatorio Grillo dice rinuncia ai 40 milioni di rimborsi. Lo dico io ‘Beppe firma qua’: caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale”.
”Ci stai a giocare in modo pulito e trasparente senza accordi senza patti? Se sei disponibile, il Pd è davanti a te e non dietro”. ”Se ci stai, si fa – aggiunge -. Se noi ci stai, sei per l’ennesima volta un chiacchierone e l’espressione buffone vale per te”.
“Mi sono evidenti i miei limiti personali, in alcuni casi caratteriali ma sono consapevole di svolgere un ruolo insieme. Il Pd deve guidare la carretta e non inseguirla: se lo facciamo l’Italia giocherà non in difesa ma andando all’attacco. Sarà difficile ma anche straordinariamente bello impegnarsi per cambiare l’Italia”.
”C’è un sacco di lavoro da fare. Se riusciremo a fare tutto quello che abbiamo messo in campo,avremo un anno divertente, leggermente scoppiettante e pieno di passione per la politica”. Ha detto il segretario del Pd riprendendo la parola all’assemblea nazionale a Milano.
Lettera aperta all’Assemblea Nazionale: in Direzione eleggiamo Simona Bazzoni !
Domani, domenica 15 dicembre 2013, la nuova Assemblea Nazionale del Pd eleggerà la Direzione Nazionale del partito, ossia l’organo di indirizzo politico e di esecuzione degli indirizzi dell’Assemblea.
Quali saranno i criteri di scelta?
Saranno i “soliti noti” a sgomitare tra di loro per garantirsi un posto nell’assise politica del Pd?
Noi chiediamo che il nuovo Partito Democratico cambi verso sin dalle sue prime mosse.
Il nuovo PD che vogliamo deve rinnovare la propria classe dirigente usando un metodo democratico e trasparente, valorizzando il merito, le competenze professionali e personali, la rappresentanza dei territori .
Per tali motivi chiediamo che Simona Bazzoni, mamma, manager internazionale, espressione vera del territorio di Roma, sia eletta in Direzione Nazionale.
Il Curriculum di Simona
Simona Bazzoni, laurea in Economia e Commercio Università Cattolica, durante gli anni della laurea ha lavorato, in Europa, per Tyco Ltd come Oracle development.
In seguito revisore dei conti presso Ernst&Young Milano per cinque anni e dopo una breve parentesi in Leroy Merlin si è trasferita in Thailandia come Direttore Generale di una società di food trading e ristorazione. A conclusione di questa esperienza è stata chiamata a dirigere il settore della ristorazione e delle sponsorizzazioni food and beverage nel Padiglione Italiano Expo di Shanghai 2010. In seguito dopo una breve esperienza nelle istituzioni a Roma, ha intrapreso la carriera di libera professionista come esperta organizzativa di aziende italiane nei mercati stranieri dirigendo progetti a New York, Brisbane ed Hong Kong.
Da pochi mesi mamma è tornata in Italia, dove, come volontaria per il comitato Renzi si è occupata di organizzare le candidature, i seggi e seguire le elezioni dei delegati esteri in quota Matteo Renzi nel collegio “PD Mondo”.
Perché Simona ?
Il grande successo ottenuto da Matteo Renzi nel voto all’estero porta anche il nome di Simona che ha saputo trovare soluzioni ad ogni problema, ha saputo essere un punto di riferimento per i nostri italiani all’estero, e che non si è mai tirata indietro ad ogni sfida, soprattutto del voto online, permettendo di far votare migliaia di italiani sparsi nel mondo e che volevano esprimere il loro voto.
La sua esperienza all’estero è una caratteristica alla quale non possiamo rinunciare, per la visione del futuro, per la visione del lavoro, per la visione dell’internazionalizzazione delle nostre imprese, per la visione che non esistono più confini nazionali o europei ma solo globali.
I mercati europei sono saturi e maturi: se si vuole essere competitivi e si vuole veramente uscire dalla crisi occorre guardare ai nuovi mercati e questo è l’apporto di valore che può dare Simona al PD.
Link
- Simona Bazzoni su FaceBook
- Assemblea nazionale del Partito Democratico
- I “1000” dell’assemblea nazionale
appello promosso da Agatino Grillo e Carlo d’Aloisio Mayo e pubblicato su Democratici Digitali
Comitati o Circoli ? Che futuro per il Pd ?
All’indomani della vittoria delle Primarie di Matteo Renzi, mi ero posto un quesito: con un consenso basato su un gran voto di opinione, con la preconizzazione di un partito liquido quale elemento strategico per vincere le elezioni, che futuro per i circoli Pd? Il tempo ci darà una risposta.
Chi una risposta pare averla già data sono alcuni attivisti renziani dei vari comitati Adesso che si sono costituiti durante le ultime Primarie. E quindi ci si pone un’altro interrogativo: quale futuro per i Comitati pro Renzi?
Secondo logica, questo interrogativo non si dovrebbe porre. I comitati nascono per una determinata finalità, raggiunta la quale poi si sciolgono. Di conseguenza, è pacifico che i comitati pro Renzi ad oggi dovrebbero sciogliersi.
Ed invece? Invece capita di ascoltare, da parte di qualche militante renziano, che i comitati devono sopravvivere alle Primarie. Che si debbano rafforzare e implementare la propria rete. Nelle intenzioni di taluni renziani ci devono essere quindi i comitati da una parte e i circoli Pd dall’altra. La creazione di una sorta di Pd ombra renziano formato dai comitati che si sovrapporrebbe al Pd dei circoli.
Ma va da sé che Renzi domenica sera è stato eletto segretario del Pd. Non solo di una parte, ma di tutto il Partito Democratico. Un’elezione che ha trovato certamente appoggio da parte dei renziani non tesserati, ma anche da molti circoli del Pd dei tesserati. Ad oggi Renzi è il segretario di tutti gli iscritti al Pd, sopratutto perché le Primarie hanno eletto il segretario di Partito e non il candidato alla premiership espresso da una coalizione.
Magari alcuni attivisti renziani dei comitati vogliano far pesare la propria posizione di rendita da poco acquisita per ottenere qualche promozione sul campo, ai danni magari di qualche militante tesserato di circolo. Ma Renzi ha ampiamente dimostrato, per esempio con la composizioni delle liste per l’Assemblea nazionale, che non intende fare a meno di quei pezzi di apparato che sul territorio, oltre a digitare con maestria sui social network, hanno i voti.
E poi bisogna riconoscere che i Circoli sono un immenso patrimonio per il Pd. Una ricchezza rara che, per esempio, Berlusconi cerca di scimmiottare con i Club. Ad oggi, tutti quei renziani che credono ciecamente nel progetto Renzi, dovrebbero mostrare la propria coerenza tesserandosi al Pd ed entrando nei circoli. D’altronde nelle ultime Primarie hanno votato l’idea che Renzi ha di partito, oltre che di Paese.
A tal proposito, un esempio ci viene in soccorso. Il New Labour Party di Tony Blair. Quest’ultimo ci mise tre anni a rinnovare il Labour Party, portandolo alla vittoria dopo 18 anni di opposizione ed aprendo in seguito un ciclo decennale di governo. Lavorò nel partito per cambiarlo dall’interno, per poi portare lo stesso partito a governare il Paese. Strada consigliabile a Renzi. Sempre che non voglia dar vita ad un nuovo soggetto politico.
In questo ultimo caso, è ragionevole pensare che i Comitati debbano diventare altro.
Enrico Pazzi
articolo tratto dal Blog di Enrico Pazzi, giornalista, sostenitore di Adesso! Roma 3
Adesso! Roma 3: Festa e discussione sul futuro dei comitati
(clicca per ingrandire immagine. Foto tratta da Facebook, qui l’intero album)
Quale futuro per i comitati per Matteo Renzi? Appassionata discussione ad “Adesso Roma 3”. Occorre “fare rete” per collaborare in modo efficace su campagne politiche comuni
Ieri sera sono andato alla festa del comitato “Adesso Roma 3” presso il circolo “Nuovo Salario” in piazza Bortolo Belotti 37 per festeggiare la vittoria di Matteo Renzi e, come recitava l’invito, “scambiarci le prime opinioni ed idee sul da farsi con tutti coloro che hanno apertamente e concretamente sostenuto il progetto di Matteo in questi anni, in questi mesi, in queste settimane o anche solo in questi giorni!” All’incontro erano presenti anche Valentina Grippo e Simona Bazzoni elette in Assemblea nazionale nel collegio IV della Capitale (municipi III e IV). Assente il 3° eletto Fabrizio Panecaldo sebbene invitato.
Valentina e Simona
Valentina e Simona hanno dato inizio alla discussione politica dando una prima lettura dei risultati delle primarie dell’8 dicembre e garantendo che il loro impegno in Assemblea nazionale sarà improntato alla massima trasparenza tenendo costantemente informati i comitati, gli iscritti al partito e gli elettori delle discussioni e delle decisioni adottate. (clicca per ingrandire immagine. Foto tratta da Facebook, qui l’intero album)
Cambiare verso
Silvia Di Stefano, già segretaria del circolo Pd Castel Giubileo Settebagni di Roma, ha ricordato quanto accaduto in fase di compilazione delle liste per l’Assemblea nazionale: i comitati e i segretari di circolo sono stati “tagliati fuori” dal tavolo delle decisioni per privilegiare “accordi di corrente” che nulla hanno a che vedere con la rivoluzione democratica renziana. Silvia ha auspicato che il neosegretario Matteo Renzi sappia cambiare verso al PD e ristabilire criteri di scelta delle candidature basate sul merito e non sull’appartenenza a filiere di potere. (clicca per ingrandire immagine. Foto tratta da Facebook, qui l’intero album)
Il futuro dei comitati
Riccardo Corbucci, presidente del consiglio del III Municipio, ha dato il via alla discussione sul futuro dei comitati auspicandone lo scioglimento. “Renzi è adesso il segretario di tutti” ha sottolineato Riccardo “e dunque i comitati hanno esaurito il loro compito storico. I componenti dei comitati devono confluire nei circoli del PD portando loro nuove energie e idee” Agatino Grillo (cioè io) è intervenuto sostenendo invece la tesi opposta: “Occorre rilanciare l’azione politica dei comitati: per la loro diffusione capillare e per la composizione dei loro associati i comitati sono una risorsa preziosa sui cui il neosegretario del PD potrà far ricorso nella lunga battaglia che lo vedrà impegnato per il rinnovamento del partito e del Paese” Sul tema “sciogliere o rilanciare i comitati” sono intervenuti con tesi e proposte diverse tutti i convenuti ciascuno sottolineando vantaggi e svantaggi delle 2 opzioni.
Conclusioni
Le conclusioni comuni del dibattito sono state sintetizzate da Carlo d’Aloisio Mayo individuando nell’obiettivo prioritario quello di costruire da subito strumenti ed iniziative per riuscire a far ripartire la Politica dai Cittadini e dai Territori, quale strumento per incidere nelle scelte comuni del nostro futuro, riconquistando fiducia e credibilità verso la Democrazia, per cui:
- i comitati possono evolversi in libere forme associative per promuovere iniziativa politica e culturale che sia da volano dinamico tra i Cittadini e il Partito Democratico
- è necessario lavorare nei e con i circoli PD per rendere il partito sempre più inclusivo e trasparente
- occorre complessivamente “fare rete”, promuovere “servizi comuni” quali infrastrutture web (sito, social network, piattaforma liquida di partecipazione), format di eventi partecipativi per l’elaborazione politica ed economica, condivisione delle best practice sui territori…
La festa
Torte e spumante, birra e pizza, battute e sfottò, palloncini rossi hanno segnato la fine della serata. (clicca per ingrandire immagine. Foto tratta da Facebook, qui l’intero album)
articolo ripreso da Democratici Digitali
Video-Foto Clip: “Le Primarie dei Comitati Romani per Matteo Renzi”
“Il più Grande Spettacolo dopo il Big Bang”
Libera interpretazione fotografica della campagna dei Comitati Romani per Matteo Renzi alle Primarie 2013 per l’elezione del Segretario del Partito Democratico
Matteo Renzi Segretario del “Partito Democratico” !
Primarie 8 dicembre: Votiamo Renzi, sosteniamo le donne che ci rappresentano !
Sosteniamo con orgoglio le nostre Candidate donne all’Assemblea Nazionale presenti nella Lista della mozione di Matteo Renzi per la Segreteria del “Partito Democratico” (IV Collegio = Municipi III e IV):
Valentina Grippo – Consigliere comunale di Roma dal 2013, Presidente della commissione Turismo, Moda e Relazioni Internazionali, 42 anni, tesi di laurea in legge con Stefano Rodotà, la più giovane dirigente donna nel terziario e nei Beni Culturali, giornalista, docente universitaria, renziana della prima ora. – (Web Site)
Simona Bazzoni – 40 enne, mamma, vive a Monte Sacro, Consulente in internalizzazione di imprese, export manager nei mercati asiatici, revisore dei conti, ha vissuto per oltre 6 anni in Asia, responsabile sponsorizzazioni e ristorazione Expo di Shanghai, volontaria in associazione per la tutela degli animali, candidata in rappresentanza di Adesso! Roma 3 – (Pagina Fb)
Romana Ranucci – Giornalista, residente nel III Municipio, 37 anni quasi la metà passati a seguire la politica per lavoro e per passione, nel Partito Democratico dal 2007, coordinatrice Ufficio Stampa Comitato Renzi Roma. Perché Renzi ? Per il suo programma, per la sua onestà, ma soprattutto per metterlo alla prova dove tutti gli altri hanno fallito. (Pagina Fb)
Domenica 8 dicembre TUTTI possono votare !
basta andare ai seggi con la carta d’identità e versare un contributo di 2 Euro
Qui Tutte le Info Utili !