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Ecco le Olimpiadi a Roma: Maratona ATAC ! Corriamo a Firmare !

Martedì 19 al Nazareno si è riunita la prima Direzione del Nuovo Pd Roma aperta a tutti gli iscritti per discutere sul tema della mobilità a Roma.

Innanzitutto, complimenti ad Andrea Casu sia per il tema proposto all’odg che per la modalità di convocazione aperta a tutti gli iscritti romani … un bel segnale di discussione a porte aperte …

Sul tema del Trasporto Pubblico Locale è prezioso che si sia aperto un dibattito intenso nella Città … questo è accaduto in queste settimane soprattutto grazie alla campagna di raccolta firme sul Referendum www.mobilitiamoroma.it … alla quale già molti dirigenti e militanti democratici hanno aderito con la firma e con dichiarazioni pubbliche di sostegno e promozione … è questo un segnale importante di innovazione nel Metodo e di indirizzo verso un necessario nuovo percorso Politico capace di contaminarsi con le istanze sociali e civiche …

Il Referendum non è, non può e non presume di essere la soluzione di Tutto il problema, che è molto ampio e riguarda scelte politiche strutturali come metodiche di governance … ma è uno strumento reale e concreto che sta già consentendo la crescita civica della conoscenza e del confronto tra idee … quello di cui abbiamo bisogno !

Il Referendum è uno strumento istituzionale previsto dallo Statuto di Roma Capitale che – nonostante i plateali proclami di tutti sull’importanza della Partecipazione dei Cittadini – NON è stato ancora mai attivato da nessuno … la precedente occasione, purtroppo fallita, è stata quella sulle Olimpiadi: se si fosse sostenuta la raccolta firme la Città avrebbe potuto dire la sua e non subire 2 decisioni pregiudiziali opposte: prima il SI e poi il NO …

#Coraggio #PdRoma … scendiamo per strada … ricominciamo a dialogare con le Persone qualificando strumenti concreti con i quali superare i facili stereotipi, favorendo conoscenza e assunzione di responsabilità nel concorrere a decisioni di interesse pubblico.

Questo è esercitare il Potere di Fare Politica !

la Direzione straordinaria del Pd Roma del 19 Luglio 2017 sul tema Mobilità

La relazione del segretario Andrea Casu – approvata all’unanimità (con 2 astensioni) dalla prima Direzione del Nuovo Pd Roma – non indica solo e semplicemente “grande rispetto per chi firma il referendum” … rispetto che mi sembrerebbe implicito comunque, essendo – come ben chiarito da Roberto Giachetti – il Referendum uno strumento, istituzionalmente previsto dallo Statuto di Roma Capitale, in mano ai Cittadini e non di “qualcuno” (se non al limite appunto “promosso” in quanto tale …)

Purtroppo la stessa Relazione di Andrea non è (ancora ?) on line sul sito del Pd Roma, mentre invece sarebbe bene che lo fosse, così da non lasciare spazio a curiose interpretazioni parziali e soft … perché nello specifico del dispositivo – riletto da Andrea prima della votazione proprio per puntualizzarne il significato – oltre a “ragionevolmente” non voler vincolare tutto il partito, per rispettare la pluralità delle posizioni espresse, è però sottolineata esplicitamente “l’importanza del raggiungimento delle 30.000 firme entro il 12 agosto” … concetto che ha un valore politico ben preciso in quanto obiettivo politico funzionale a sostenere e sviluppare dibattito, progettualità e partecipazione, come la campagna di raccolta firme sta già producendo, sul tema della Mobilità … mi pare quindi evidente che il NON raggiungimento dell’obiettivo farebbe venire meno la condizione politica auspicata, limitando di molto la portata di ogni iniziativa successiva e rappresenterebbe paradossalmente un primo boomerang agli auspici del nuovo percorso democratico romano.

D’altronde, il significato che ho appena richiamato è stato ben espresso dallo stesso Andrea anche nell’intervista a Repubblica: “Noi vogliamo che i romani tornino protagonisti delle scelte – ha aggiunto ancora Casu – per questa ragione in queste ore molti nostri eletti e iscritti hanno deciso di aderire e impegnarsi nella raccolta firme del referendum dei Radicali. Come segretario del Pd, ritengo che l’obiettivo del raggiungimento della raccolta di firme sia auspicabile per tutti coloro i quali ritengono che i romani debbano avere la possibilità di esprimersi direttamente su quale futuro immaginano per il trasporto pubblico. Oggi chiedo al nostro partito non di dividersi su un sì o su un no al referendum, ma di lavorare insieme per definire politicamente la nostra proposta, guardando alle migliori esperienze nel mondo e alla storia della nostra città. Pensando non solo all’obiettivo del 2019, ma anche alle scelte e alle posizioni che devono essere assunte immediatamente per migliorare i servizi a vantaggio dei cittadini”. (Qui l’articolo)

Quindi, il fatto che il partito non sia impegnato formalmente in quanto tale nella mobilitazione non esenta e solleva dal significato dell’indicazione politica esplicitamente prefigurata da Casu e dalla Direzione: “l’importanza del raggiungimento delle 30.000 firme entro il 12 agosto“.

Per questo ritengo auspicabile e direi anche opportuno che – responsabilmente – i dirigenti territoriali – come sta accadendo in molti Circoli e Coordinamenti Municipali – (e quindi anche in III Municipio) assumano quanto meno il dovere di non omettere il senso dell’iniziativa politica in campo, agevolando – in termini di comunicazione e di organizzazione – le condizioni affinché Chi nel Partito lo condivida sia messo nella condizione di poter partecipare al raggiungimento dell’obiettivo di raccogliere le 30.000 firme entro il 12 agosto, come auspicato e ritenuto importante dal nostro segretario romano e approvato dalla prima Direzione del suo mandato.

Se il Referendum sarà in campo – come oggi pare possibile grazie alla mobilitazione di Chi ci ha creduto – le condizioni politiche per proporre progettualità di valore e alternative a quelle confusamente prefigurare dalla Giunta Raggi saranno ben più praticabili.

Mancano pochissime migliaia di firme e pochissimi giorni. Vale la pena farcela !

Carlo d’Aloisio Mayo

www.mobilitiamoroma.it

Lettera Aperta a Matteo Orfini alla fine del suo mandato: “Caro Matteo, hai commissariato Tutti, meno Noi !”

Caro Matteo,
non ci conosciamo anche se posso rivendicare un piccolo privilegio nei tuoi confronti: mi ritengo politicamente l’unico delegato romano non commissariato da te nel 2014 !

In effetti, anche durante il Congresso 2013, insieme a Silvia Di Stefano (che chiuse un Circolo per questo), Riccardo Corbucci e pochi altri ci battemmo per denunciare le degenerazioni delle logiche correntizie … e quando fui eletto in assemblea con un atto pubblico di disobbedienza politica (ad inizio Congresso come Renziani DOC sostenevamo Tobia Zevi ma dopo che capimmo come funzionava anche per lui, fui eletto, solo tecnicamente, grazie all’ospitalità della lista Tommaso Giuntella)

questo il link sul Congresso di Vigne Nuove (poi chiuso dopo la Relazione di Fabrizio Barca) nel quale fu proprio il ruolo di Andrea Casu ad illuminarci sulla strategia della candidatura Zevi …
https://adesso-roma3.it/circolo-e-congresso-gosth-in-iii-municipo/

… poi all’assemblea elettiva che acclamò Lionello Cosentino fui l’unico ad alzare la mano per oppormi, motivandolo e dichiarandolo poi sia a Lionello che pubblicamente …

questo il link di tutta la parte finale della brutta storia …
https://adesso-roma3.it/pd-roma-tutti-anche-i-renziani-acclamano-cosentino-perche-noi-no/

… anche per questo sono sistematicamente espulso dai contesti “politicamente corretti”, ma non me ne faccio un cruccio, sono una persona democratica e libera, senza interessi di filiera e di carriera affaristico-politica, mi piace promuovere la bella politica (sono certamente ancora ingenuo a 57 anni), mi sono iscritto nel 2012 al Pd per questo e penso che serva qualcosa di visibilmente concreto per ricostruire credibilità democratica, attrarre consenso e governare questo Paese e questa Città.

Dopo questa premessa (personale però necessaria) vengo alla domanda:

il Tuo Commissariamento è stato veramente difficile e posso appena immaginare i problemi che hai dovuto affrontare; quello che di positivo ho letto dal mio punto di osservazione è certamente una migliore relazione tra i circoli con timidi segnali di inclusività (ma sempre se appartieni a qualche filiera) e la qualità anche metodologica del lavoro dei Forum.

Però mi aspettavo una preparazione congressuale che favorisse con Regole idonee il più possibile la DISINTERMEDIAZIONE del ruolo delle correnti a favore di processi innovativi per la formazione del Consenso intorno a Persone Nuove e Contenuti NUOVI !

Faccio un esempio concreto. Una settimana per depositare intenti di Candidatura (con minimale di firme) e poi 3 settimane per svolgere pubblicamente in tutti i Circoli campagne di ascolto, dibattiti, elaborazione di programmi, call di competenze a supporto dei candidati segretari e la raccolta delle firme necessarie.

Ed invece ci ritroviamo con 3 candidati su 4 che si sono candidati dopo 20 giorni dalla convocazione del Congresso, l’ultimo giorno utile, al termine delle solite estenuanti trattative tra caminetti, con firme raccolte in modalità poco politica,. non sviluppando un dibattito pubblico e politico, ma sostanzialmente serrando le fila tra filiere per andarsi a contare e soprattutto con il risultato di trasmettere nuovamente, soprattutto all’esterno, l’immagine di un partito prigioniero di queste logiche e che in effetti dimostra nuovamente di esserlo … nei circoli si percepisce latente il risorgere di quelle dinamiche insane che hanno purtroppo già devastato il Pd romano …

Già ora mi sembra difficile recuperare, però la mia domanda è che se da Commissario in exit non pensi che sarebbe invece il caso di fare qualcosa, come – la butto là – fischiare una falsa partenza !

Lunedì 19 giugno durante il tuo ultimo evento pubblico come Commissario presso il Circolo Nuovo Salario (dove sono iscritto) hai denunciato il sistematico non rispetto delle regole che regnava nel Pd … pare che sia ricominciato (ad esempio con la vicenda di un simbolo …) … sento dire che usciranno denunce e scoop su manovre per i tesseramenti … vabbè tutte cose che fa male sentire a chi crede nel Pd …

Lo so, è molto provocatorio, ma discende da osservazioni e riflessioni che mi turbano molto, non mi lasciano ben sperare, anche se spero di sbagliarmi … e quindi ci tenevo a trasmettertele.

Carlo d’Aloisio Mayo

Cambiare Verso al Metodo ? Si Può !

Innanzitutto un grande Grazie a Renato Giallombardo che da anni e in prima persona si spende come nessun altro (nei fatti e non solo nelle parole) per contribuire a innovare nel Metodo e, quindi, conseguentemente a qualificare nel Merito, l’elaborazione Sana della Politica (intesa come Polis) … specificatamente agendo proattivamente sul processo di selezione delle Idee e di formazione del Consenso e quindi di valorizzazione delle Persone in grado di perseguirle … sia promuovendolo su base Civica (Casting delle Idee per Roma) … ma anche mettendolo al servizio del #PartitoDemocratico romano e del Lazio.

Quello che Renato propone, promuove e pratica – rappresentando in tal senso un prezioso riferimento aggregativo per molti cittadini democratici, impegnati nel civismo, ma anche per questo non necessariamente iscritti ad alcun partito – nessuno lo aveva fatto prima ed ancora oggi viene visto da molti con imbarazzo e diffidenza, soprattutto da Chi ha consapevolezza del potenziale rivoluzionario in termini di messa in discussione del controllo consolidato e perpetuo del proprio potere (corpi intermedi, lobbies, circoli, fondazioni, correnti, ecc.) … vere metastasi delle dinamiche democratiche !

Mentre invece questi Modelli di Disintermediazione, evoluti e adattati, vanno promossi, sviluppati in scala e praticati nella Comunità ai diversi livelli, anche funzionalmente all’obiettivo di attivare Vere Primarie come strumento diffuso e propedeutico alle fasi elettorali.
E’ questa la strada per Innovare la Politica e farla tornare ad essere percepibile dalle Persone come Bella, Sana e Utile.
Tutti evocano la Partecipazione dei Cittadini, ma poi ai fatti il tutto finisce spesso in sterili e strumentali slogan che frustrano le aspettative e producono l’effetto opposto …

Nel Pd avere oggi un leader forte e bravo è condizione preziosa, necessaria, ma non sufficiente per Innovare la Politica diffusamente anche nei Territori. E lo sappiamo bene.
Anche a Roma, il leader forte e bravo non può essere il paravento di comodo dietro il quale (ri)posizionarsi per non mettere radicalmente in discussione, affrontare – quanto meno con lo stesso coraggio politico testimoniato da #MatteoRenzi nel mettersi in gioco – e risolvere quei meccanismi perversi – già noti a tutti da tempo, … ma da quasi tutti assecondati per ragioni inconfessabili o per l’istinto conformista delle tre scimmiette – … meccanismi che hanno devastato il brand del Pd romano e il suo rapporto con la Comunità … portandolo ai disastri di #MafiaCapitale, ai Circoli fantasma e ai Tesseramenti fittizi, al dimissionamento notarile e quindi anti-politico di #Marino, alla Sconfitta elettorale a favore del grillismo, … un terremoto catastrofico di ERRORI politici … certificati da un commissariamento difficile durato 2 anni e mezzo …
E dopo un terremoto così devastante quale Persona di buon senso farebbe ricostruire agli stessi ingegneri, alle stesse ditte ? …
Per questo, per riconquistare realmente la Credibilità Democratica alla Politica prima ancora che al #Pd e non semplicemente per controllare segmenti di Potere, occorre vincere la scommessa sul Metodo !

Grazie all’iniziativa #unoraperlatuacitta promossa da Renato con l’Associazione #CapitaleRoma e con l’adesione di #AdessoRoma3,#InnovatoriEuropei e #ARomaSiCambia si è offerto al Congresso romano un piccolo ma significativo strumento di pragmatismo in tal senso. Come Renato ha sottolineato ben (o solo) 2 dei 4 candidati alla segreteria del Pd romano hanno di fatto colto l’invito e partecipato con la loro presenza:

Livio Ricciardelli che si è candidato spontaneamente per primo e subito dopo la convocazione del congresso (un mese fa) ed è certamente l’espressione più libera e indipendente e per questo preziosa per il Pd romano per rappresentare tutti quegli iscritti che non si riconoscono nelle logiche delle appartenenze e dei processi precostituiti, così anche rappresentando credibilmente una garanzia di potenziale includente porta di ingresso al partito per nuove energie …

Andrea Casu, candidatosi nei giorni successivi, che, come scrive Renato, è espressione della maggioranza e “ha già compreso che è il metodo che ha fallito in questa fase e che solo con un cambiamento radicale nella definizione del metodo di selezione si potranno salvare anche le professionalità e le competenze più utili al partito e alla città.”

A questo punto abbiamo ottime probabilità che ci siano le migliori condizioni sinergiche per sostenere il Percorso, prima ancora delle Persone, (cito sempre Renato) per poter concorrere a “smantellare quell’idea di scambio tra votanti e votati e introducendo nel sistema un nuovo e diverso metodo di selezione di quella che molti amano impropriamente definire ‘la classe dirigente’ ” … e quindi all’affermazione della rivoluzione metodologica per cambiare il “building consensus process” nel Partito Democratico romano !

quindi … Buon Voto a Tutti e che Vinca il Metodo per Innovare la Politica e Riconquistare la #CredibilitàDemocratica !

Carlo d’Aloisio Mayo

Come Riconquistare Credibilità Democratica ? Cambiare Metodo per Cambiare Politica !

Ieri, mercoledì 7 alle ore 18 presso l’Hotel Roma Life in Via Palermo 10 si è svolta l’iniziativa “Un’ora per la Tua Città” a sostegno del percorso congressuale del Partito Democratico romano (www.unoraperlatuacitta.it) promossa dall’associazione Capitale Roma, presieduta dall’Avv. Renato Giallombardo, insieme alle associazioni Adesso! Roma 3A Roma Si Cambia e Innovatori Europei – per sostenere l’innovazione del Metodo Democratico da applicare al processo di elaborazione della politica, di formazione del consenso e di selezione della classe dirigente, quale condizione pragmaticamente aperta ed inclusiva necessaria per qualificare e dare forza partecipata al Merito Politico di proposte coerentemente utili al cambiamento e al miglioramento della Città.


l’intervento di Carlo d’Aloisio Mayo

Aderisco convintamente all’iniziativa per sostenere l’innovazione del Metodo Democratico da applicare al processo di elaborazione della politica, di formazione del consenso e di selezione della classe dirigente, quale condizione necessaria per qualificare e dare forza partecipata al Merito Politico per il cambiamento e al miglioramento della Città.

Il Pd romano affronta un nuovo congresso dopo 2,5 anni di commissariamento – uno stato di fatto serio e molto grave che in un organizzazione politica come il Pd, assume un significato ancora più inquietante e certamente penalizzante riguardo le aspettative e le dinamiche democratiche.

Ma dove possiamo andare se non analizziamo perché il Pd romano viene commissariato nel dicembre 2014, solo un anno dopo il congresso del 2013 che aveva visto l’acclamazione di 399 delegati su 400 (rapporti da congressi comunisti …) per una segreteria unitaria rappresentativa di tutte e 4 le candidature concorrenti ? (per il 400° delegato vedere: http://www.adesso-roma3.it/pd-roma-tutti-anche-i-renziani-acclamano-cosentino-perche-noi-no )

Il commissariamento non è stata una meteora, ma la conseguenza naturale di una degradata e degradante modalità PD romana (ma non solo …) del “Fare Politica” che negli anni ha di fatto consolidato (senza favorire lo sviluppo di sani anti-corpi…anzi reprimendoli) una degenerazione politico-organizzativa, che si è via via tradotta in sezioni roccaforti e circoli fantasma, diffusi tesseramenti fittizi e consenso controllato dalle dinamiche correntizie, scelte politiche poco incisive e accordi di potere non trasparenti… , diffusamente compromessa con fenomeni critici sul piano della moralità e della legalità, così mortificando il vero valore del rapporto tra il Partito Democratico romano e la Comunità del Territorio, compromettendo la reputazione del brand politico e conseguentemente favorendo l’affermarsi vincente di una cultura politica che oggi è facile definire “populista”, ma che invece è figlia di questi errori.

Oggi, Roma, anche alla luce delle mediocri capacità dimostrate sul campo da chi la governa, ha bisogno di costruire un vero riscatto democratico, civico e culturale che passi per strumenti concreti e azioni coerenti, ma anche sostenibili, credibili, attrattive, includenti e contendibili, tutt’altro che auto-referenziali.

Non serve a nulla mescolare il mazzo e ridistribuire le carte, soprattutto se le carte sono sempre le stesse.

A 18 giorni dal congresso avere una sola candidatura in campo non è un bel segnale di vitalità politica. In tanti, in troppi stanno ancora ad aspettare piuttosto che mettersi in gioco … ma aspettare cosa ? … forse l’indicazione di un commissario da eleggere ?

Sarà il Partito Democratico romano in grado di mettersi in discussione fino in fondo al punto di poter rappresentare il cambiamento necessario a Roma ?

Noi lo auspichiamo.

L’iniziativa fortemente innovativa e coraggiosa di oggi vuole offrire uno strumento di Metodo in questa nuova direzione.

Buona Politica !

Carlo d’Aloisio Mayo

TrasformaRoma e il PD che vogliamo ?

TrasformaRoma e il PD che vogliamo ?o meglio … “Trasformiamo il PD e la Roma che vogliamo ” … e aggiungerei … con quale Politica, con quale MODO di FARE POLITICA ?

E per Politica intendo il combinato disposto, nell’ordine NON casuale, di Metodo, Idee, Persone.

In tre minuti provo telegraficamente a porre 3 domande, molto radicali, ed ipotizzare risposte, altrettanto radicali. Tanto per non parlarci addosso.

1.domanda) Cosa è o cosa dovrebbe essere la “Politica” ?

Torno a richiamare due definizioni, due visioni della “Politica” che reputo radicalmente alternative; 2 concetti che furono pubblicamente espressi dagli antagonisti delle primarie del 2012, quindi certamente appartengono alle anime legittimamente competitive di questo partito:

visione A) – “la Politica deve essere PIU’ sobria. DISPOSTA a fare sacrifici e a RICONOSCERE autonomia e spazio alla società civile”

visione B) – “richiamare la Politica alla sua missione: essere lo strumento ATTRAVERSO il quale i Cittadini DECIDONO del proprio futuro” …

Ognuno di noi sa bene in quale delle due si riconosce. Sta a noi scegliere definitivamente quale intraprendere.

2.domanda)  Partito Democratico” (non altri nomi o sigle) è un Brand negoziabile ?

Se si, consiglio da subito di cambiare nome; è l’operazione più semplice per provare a riciclarsi e sopravvivere a sé stessi, soprattutto per chi fa Politica per investitura divina, per prescrizione medica, per mestiere o comunque per campare …

Se No, dobbiamo prendere atto che tutta la governance romana di questi anni ha FALLITO. Non possono esserci – per serietà e realismo come per rispetto della sensibilità civica (e i voti persi sono un certificato di bocciatura senza appello) – “giustificazionismi” sul fatto che il “Partito “Democratico” romano sia finito – non per caso – per essere “Commissariato”, ad oggi, già da oltre un anno e mezzo. È un ossimoro nei termini, che ha un valore storico che non può essere travisato o ambiguamente archiviato: il problema va messo al centro dell’Attenzione, anche Pubblica !

Siamo qui perché siamo consapevoli che occorra cambiare MOLTO, io dico quasi TUTTO. Analogamente, Non dico “a casa tutti”. In un modello democratico – e quindi non centralista ed autoritario – ognuno può svolgere un ruolo prezioso.

Ma per chi – sia pure in presunzione di buona fede, ma evidentemente con limiti o condizionamenti di valutazione politica – ha politicamente concorso a questa disfatta politica e reputazionale, ruoli e responsabilità dovranno essere altri, di retroguardia, di operatività, come tutti.

Verso chi, invece – avendo agito parassitariamente per interessi prevalentemente personali, tatticamente riposizionandosi ad ogni passaggio per far pesare le proprie tessere e i propri voti – un vero e sano sistema democratico dovrà saper garantire anche le funzioni di adeguato ANTI-CORPO, limitando nei fatti le ragioni di potere per cui fino ad oggi ne siamo invece stati invischiati e condizionati.

… e quindi vengo alla 3 domanda. Come dovrebbe essere una “Politica Democratica” ?

Questo è il PUNTO. Non basta e non serve fare valutazioni pro o contro se servono più il Web e i Social o più i Circoli o i Gazebo. Questi sono gli Strumenti, i Media a disposizione, come altri ce ne possono essere. La differenza la fa il Modo, il Contenuto con cui li vogliamo USARE .

Possiamo fare Tutti i gazebo di questo mondo e poi avere tutto il tempo di farci i selfie per testimoniare di averli fatti. D’altronde, l’appello presentato in questa stessa assemblea è stato raccolto con i “Like” su Fb.

Il Mondo intorno a ciascuno di Noi, nella vita Quotidiana, in quella Lavorativa, in quella Sociale, in quella Economica, anche in quella Culturale … VIVE in pieno l’ERA dell’INNOVAZIONE … Innovazione che apparentemente sembra essere solo Tecnologica, ma che invece per essere effettivamente evolutiva e migliorativa del Bene Comune, della comunità e del Territorio, deve essere anche di METODO e di PROCESSO.

Questo è il PUNTO. Non tanto e non solo per il PD: la POLITICA DEMOCRATICA deve fare un SALTO di QUALITA’, deve essere in grado di svolgere la sua reale funzione. Ed oggi questa funzione può essere svolta SOLO DISINTERMEDIANDO RADICALMENTE il Sistema.

Questo significa utilizzare BENE e con INTELLIGENZA tutti gli Strumenti disponibili – Reali e Virtuali – come Piattaforma per favorire processi VERI (non simulazioni strumentali, quanto sterili) di ASCOLTO, di COMUNICAZIONE, di RESPONSABILIZZAZIONE e di PARTECIPAZIONE DECISIONALE.

Temi e decisioni devono essere governati con l’apporto di tutti.

Fare i rappresentanti eletti deve essere il frutto di una naturale selezione per meriti sul campo; essere i rappresentanti eletti deve essere una “rogna”, non un’ambizione o un orticello personale !

Molti Circoli ancora oggi sono Uffici Contabilità dei Voti, delle preferenze Personali di questo o di quello: Nel M5* ci sono eletti municipali con 40/50 voti, ma nel Pd ce ne sono con 3/400: in entrambi i casi sono TROPPO POCHI per essere rappresentanti di un territorio con centinaia di migliaia di residenti !

E’ questo meccanismo perverso e sbagliato che ha condizionato e condiziona il tutto: la Politica e il Partito Democratico: Roma (e il Pd) sono stati governati da chi ha controllato poche migliaia di voti, con clientelismo e spesso anche attraverso le funzioni parassitarie dei corpi intermedi, su una platea di milioni di Cittadini. A chi dovevano rispondere ?

E la logica delle correnti risponde a questo meccanismo. Occorre liberarsene e per farlo la strada è quella di un sistematico decentramento decisionale: Lo statuto del 2007 del PD prevedeva anche l’uso del Referendum interno: Strumento MAI attuato: oggi non basta più da solo e tanto meno come rituale: occorre dare vita ad una effettiva Piattaforma Democratica Partecipata.

Mettiamoci in discussione su questo e potremo avere un futuro.

Per concludere propongo di sottotitolare la sigla PD magari di volta in volta con “Partecipazione Democratica“, o meglio “Piattaforma Democratica” o meglio ancora “Politica Democratica“.

A presto.

Carlo d’Aloisio Mayo

Ballottaggio Roma: Consenso vs. Dissenso !

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Roma è dal 1870 la Capitale dell’Italia. Ma dell’immensa nomea storica che l’ha resa in oltre 2000 anni la Città “Caput Mundi”, da capitale del più grande impero della storia a sede del Feudo temporale della più grande religione dell’umanità … sembra aver ereditato – senza nemmeno saperle oggi valorizzare troppo bene – solo straordinarie architetture, opere di arte e di patrimonio culturale. Una ricchezza quindi soprattutto statica, eterea, museale, speculativa, tutt’altro che fermento di vitalità sociale capace di rigenerarsi.

Ammesso che vi sia mai stata, considerando che per oltre 20 secoli Roma è stata governata pressoché solo da poteri autoritari – dai Re agli Imperatori, dai Papi finanche al Duce – nonostante la sua grandezza storica, oggi la Polis, il valore civico della comunità, la responsabilità sociale diffusa è percepibilmente inconsistente ed evanescente.

Le responsabilità sono della politica di chi ha malgovernato Roma in questi ultimi decenni, che oltre ad amministrare (più male che bene, visti i debiti consolidati) non ha saputo andare oltre un vacuo quanto sterile tentativo conservativo, piuttosto che invece saper concepire una visione di futuro per la Città, perseguendo lo sviluppo di un moderno processo partecipativo che favorisse la crescita di valori civici e culturali e di anti corpi realmente democratici.

Ma la responsabilità è anche di chi ha votato questa politica e questi politici. O per connivenza o per conformismo acritico e di appartenenza, come anche di chi si è astenuto dal votare per ignavia a volte anche mascherata da presunzione di superiorità, non votando alternative o non proponendosi come tale.

Le ragioni sono in quella infinita trama di poteri e sottopoteri corporativi, pagani e religiosi, che animano diffusamente quanto contraddittoriamente il tessuto sociale “romano”, almeno dall’inizio del secolo scorso.

Lobby opache che in un complesso incastro di piccoli interessi hanno via via strutturato il castello di un consenso viziato, nel quale la perversa logica del controllo con i mezzi del “potere” di poche migliaia di preferenze – complice anche della intrigata cooptazione della macchina amministrativa e di corpi intermedi pseudo rappresentativi – si è abilmente posizionata e sovrapposta a quella del voto dei più, determinando la classe dirigente che ha governato e controllato questa Città.

Oggi, il M5* coagula – legittimamente e comprensibilmente – la gran parte del dissenso verso tutto questo sistema, raccogliendo un consenso significativamente superiore alla sua media nazionale, frutto quindi, certamente anche di un apprezzabile lavoro civico di ascolto e di progettazione territoriale (che sono e dovrebbero essere per tutti i veri metodi del Fare Politica), ma certamente al di sopra dei suoi specifici meriti sul campo, in quanto, appunto, prevalentemente effetto della capacità di catalizzare la sommatoria dei demeriti altrui.

Al consenso/dissenso in tal modo raccolto, Virginia Raggi vedrà probabilmente sovrapporsi al ballottaggio anche quello di chi, non rinunciando al diritto/dovere del voto, andrà a votare nuovamente per esprimere una preferenza prevalentemente motivata da ragioni “contro” appartenenze competitor, piuttosto che “per” specifiche progettualità.

Progettualità per la Città nelle quali il M5* ad oggi, rendendosi conto delle enormi difficoltà da affrontare, naviga con estrema prudenza, forse anche insicurezza e certamente condizionato coraggio; tatticismo dovuto dalla necessità di andare a scoprire come realmente funziona la macchina amministrativa.

Gli attivisti penta stellati non scendono però dalla Luna; sono Cittadini come noi tutti, che hanno vissuto i pregi e i difetti di questa Città, ognuno per la propria parte e come tali vanno giudicati per quello che dicono e per quello che dimostrano di saper fare o meno.

Come in ogni nuova comunità che si affaccia sulla scena, le possibilità di contaminazione e inquinamento sono endemiche. La differenza e l’immunità dai rischi, non possono però anche in questo caso essere una pregiudiziale né ideologica né autoritaria; possono essere garantite solo dal Metodo con cui ci si organizza e si lavora.

In questo, il centralismo personalizzato in Grillo e nella Società di Casaleggio – e rivendicato nel “Movimento” come ruolo di “garanzia” – rappresenta paradossalmente una contraddizione in termini di democrazia; esprimendo e “comunicando” un valore di effettivo “autoritarismo”, per alcuni è letto come ragione rassicurante (chi “sbaglia” o anche solo “forse sbaglia”, paga subito! qualsiasi sia lo “sbaglio”, senza contraddittorio e senza appello), mentre per altri è comprensibilmente percepito come arrogante ed inquietante limite oggettivo al pluralismo dialettico e relazionale, valore basico di un reale sistema democratico. Il concetto monocratico del presuntivo “solo noi siamo onesti” è eticamente e storicamente inaccettabile.

Dall’altra parte il radical-democratico Roberto Giachetti, della cui qualità e integrità personale e politica parla la sua storia e che in questi mesi ha svolto una campagna significativamente innovativa e qualitativa in termini di metodo, praticando l’ascolto diffuso sul territorio e sviluppando una progettualità ampia, innovativa e partecipata.

Un lavoro Politico finalmente vero, serio e concreto, questo sì da extra terrestre rispetto ai format a cui siamo stati abituati e che hanno ridotto il Pd romano nello stato di commissariamento vegetativo, dopo essere stato la terra dei fuochi di una parte (non tutta) di alcune delle vicende di malaffare emerse e mediaticamente etichettate come Mafia Capitale.

Fenomeni deviati riconducibili nient’altro che ad una delle molteplici e solo più recenti forme con cui per decenni si è sviluppata la connivente Mafiosità Partitocratica del Sistema, generando il disastro della Città, come tutte le ragioni del dissenso oggi diffuso.

Per Roberto Giachetti, partito perdente, tre mesi di lavoro fatto bene, rischiano comunque di non bastare per ricostruire un consenso maggioritario devastato nell’immaginario comune da anni di inadeguatezze; ogni suo voto conquistato è certamente frutto del suo lavoro.

Non molti saranno poi i voti a suo favore derivanti da una pregiudiziale verso il M5*. In fondo il luogo comune del “tutti gli altri non sono stati capaci, proviamo con loro” trova le sue ragioni nella più spontanea semplificazione popolare.

Lo statuto del Partito Democratico è fondativo di un soggetto che aspira ad essere tale, ma, almeno a Roma, questo ancora non è accaduto; il lavoro di Giachetti potrebbe averne prefigurato il nuovo scenario, certamente però tutto ancora da costruire.

Per far tornare a far vivere Roma, chiunque vinca (e vinca il migliore !), occorre comunque che vincano le ragioni del Consenso per – non quello delle appartenenze tout court, ma quello capace di generare e favorire scelte responsabili e partecipate – rispetto a quelle del più facile, mediocre e sterile Dissenso contro“.

Carlo d’Aloisio Mayo

Domani si Vota.

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Caro Roberto, ti ho scritto all’inizio, lo faccio anche alla fine di questa lunga campagna elettorale.

Lo faccio per la stima e l’amicizia storica e politica che mi lega a te. Lo faccio anche per amore e rispetto verso i valori della politica, della Buona e Concreta Politica, in cui credo e che tu hai sempre dimostrato di voler e saper praticare, che sono quelli anche del rispetto della verità delle Idee, ma anche della moralità e dell’onestà intellettuale di riconoscerla e di non tacerla, anche quando è scomoda o potrebbe non convenire sostenerla …

Marco ne è stato Maestro, Marco ce lo ha testimoniato … con le mani vuote di bottino … e tu ne sei degno e coraggioso allievo.

Domani si vota. Domani raccoglierai i frutti del tuo impegno straordinario di queste settimane, di questi mesi, da quando hai accettato di metterti in gioco in una sfida quasi impossibile, tutta in salita e piena di ostacoli.

Un fardello demerito di altri, demerito di chi, in questa politica con la “p” minuscola, come nel Partito che dovrebbe essere il Partito Democratico di Tutti, ha praticato o comunque colluso a lungo con metodi della Brutta e della Cattiva Politica, quella che ne mortifica la nobiltà, che ne altera le regole, che ne condiziona la qualità della vita di ciascuno di noi, che ne fagocita – non casualmente – il disamore, l’indifferenza, propagandando e favorendo di fatto massimalismi e demagogie populiste in nome dell’ “anti” e del “contro” …

La stessa sfida che accettò Emma 6 anni fa.

Chissà perché quando le cose sono messe male, nel Pd, in questo Pd romano ancora “storto” (non è cinismo ricordare che è ancora commissariato da 18 mesi …), non si fa avanti nessuno, allora si cerca e si trova solo chi ha un pedigree radicale, un’identità sana e spendibile …

Mentre quando il vento tira in poppa, allora i radicali tornano scomodi …

Lo voglio ricordare ancora una volta (sempre per quel maledetto rispetto della verità …): Emma, con il flusso elettorale in controtendenza dopo la vicenda Marrazzo, perse, prendendo però più voti di quanti ne prese 3 anni dopo Zingaretti per vincere facile dopo il disastro Polverini …

Ed il caro Nicola in quell’occasione, ritenne opportuno, in nome del “cambiamento”, nell’affermare propagandisticamente di “far fuori” i vergognosi consiglieri uscenti del Pd (poi pero quasi tutti premiati con l’elezione a Parlamentari o a Sindaco) … “opportunamente” liberarsi dei consiglieri Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, scomodi rei di aver scoperchiato il consociativismo partitocratico che regnava in regione …

O come l’ineffabile Pierluigi Bersani che nel 2004 volle evitare intese elettorali con i Radicali perché, lo ricordo, disse che voleva prefigurarsi una legislatura “tranquilla” … da grande statista, la storia a breve gli dimostrò che non aveva capito molto di quello che stava accadendo …

Hai vissuto queste settimane, questi mesi, imponendo il tuo metodo, il tuo stile; metodo e stile che la tua storia ben rappresenta …

Hai impostato l’ASCOLTO come condizione prioritaria, ma non per farti vedere in giro facendo finti sorrisi e stringendo mani di circostanza o dare risposte di convenienza … piuttosto, prendendoti magari anche insulti (a nome di altri), lo hai fatto per capire la città, per capire il pensiero delle persone, la dimensione dei problemi della comunità, … e su questo ascolto hai tessuto la ricostruzione di una progettualità civica, partecipata, condizione ineluttabile per costruire un consenso vero, non quello frutto di stereotipate promesse di facciata o peggio dei soliti ben noti interessi sotterranei di questa o di quella lobby o corpo intermedio che sia …

Ecco, forse il fatto di non aver ricandidato alcuni vecchi personaggi della politica romana ti farà indirettamente perdere alcuni voti, quelli delle loro preferenze cristallizzate (che probabilmente saranno andati a cercare altre sponde di rappresentanza …), ma penso e spero che ne potrai conquistare altri sulla base della stima verso di te, verso l’idea che possa rinascere una vera Buona Politica Democratica …

Detto questo, mi sento di essere altrettanto consapevole che non possono bastare alcuni mesi di buon metodo di lavoro democratico per ricucire criticità frutto di anni di errori (non tuoi, ma del Pd si)

Come anche mi sento di dover e voler evidenziare come anche in altri schieramenti vi siano persone, non solo per bene (l’onestà la si misura sul campo, non è un brand proprietario, come il Di Battista rivendicava urlandola incautamente in faccia a Riccardo Magi), ma anche capaci di cogliere costruttivamente i valori e i bisogni della Città …

Il problema è che però spesso a vincere non sono i migliori, perché nella costruzione semplificata del consenso a cui siamo abituati sono spesso le scorciatoie strumentali quelle che portano più facilmente i voti …

Uno degli obiettivi prioritari per rigenerare Buona Politica deve invece essere proprio quello di ridare valore alla partecipazione, che non può interessarci solo quando si va ad elezioni, ma che deve significare restituire Metodo alla Politica e questo vuol dire comunicazione circolare, ascolto e responsabilizzazione nella condivisione dei momenti decisionali, voto non solo per delegare rappresentanze, ma anche per decidere e scegliere su temi importanti, favorendo così effettivo protagonismo e responsabilità nella vita civica …

Posso testimoniare che anche nel tuo staff (non anonimo come quello di altri… 🙂 ) nel proporre anche al tuo programma la progettualità (piuttosto ri-evoluzionaria) per il #MadeinRome sulla quale insieme a centinaia di altri operatori economici e culturali stiamo lavorando da diversi anni … ho riscontrato attenzione e intelligenza inclusiva potendomi relazionare con persone come Gianpaolo Manzella (che già conoscevo) o come Andrea Bernardi (che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione) … ritrovando recepito nel Tuo programma, oltre a diversi altri spunti innovativi da noi proposti a partire dal tema identitario, quello che nel progetto #MadeinRome rappresenta l’incipit da noi delineato e presentato oltre un anno fa quando il progetto fu premiato come “Idea Capitale per Roma”: il big bang per un nuovo modello economico e culturale della Città, capace di coniugare in chiave innovativa i valori dell’artigianato creativo romano, riqualificando ed attivando Luoghi simbolo del centro e della periferia, a partire dal combinato disposto delle Botteghe del San Michele a Ripa e dell’ex Arsenale Pontificio di Porta Portese !

Ma, avendoli conosciuti personalmente in relazione ai temi dell’impegno progettuale #MadeinRome, anche per par condicio, mi sento di citare alcune persone “in gamba”, tra le tante presenti su altri fronti elettorali: Massimiliano Giannocco con la Meloni, Paola Mattoccia con Marchini, Enrico Stefano con i 5*, Andrea Valeri con Fassina, …

Ben venga quindi una Buona, Bella e Concreta Politica fatta alla luce del sole, senza pregiudizialità, lobbysmi e strumentalità.

Buon 5 giugno Roberto, comunque vada sei stato degno della tua storia.

Ti abbraccio

Carlo

PS – Vorranno però ben significare qualcosa gli endorsement-spot di Buzzi a favore di Riccardo Magi, registrati però un anno prima che scoppiasse lo scandalo di Mafia Capitale ! Perché Buzzi non cita un consigliere comunale del Pd ? Perché Buzzi non cita un Consigliere della destra ? Perché Buzzi non cita un Consigliere della lista Marchini ? Perché Buzzi non cita un Consigliere del M5* ?

Concetto chiave: “Polis”, innovare la Politica per una “Comunità della Ragione”

Polis Innovare la Politica

Lettera Aperta a Roberto Giachetti

Caro Roberto,
spero tu possa trovare qualche minuto per leggere fino in fondo queste mie righe che sono personali, ma per questo altrettanto politiche ed ovviamente finalizzate a cercare di darti una mano, vera, non solo per ragioni di stima verso di te, ma anche per le Ragioni della Politica per bene e per fare bene.

Ho il piacere e l’onore di conoscerti dai tempi di Torre Argentina, 18 (+/- dal 1978/79 credo …)

Tu della Politica ne hai saputo fare una straordinaria e coerente ragione di impegno primario; io ho cercato di viverla nel mio quotidiano come passione ed esperienza costruttiva.

Credo che in entrambi, fatte le debite proporzioni, il DNA radicale sia stata la linfa per fare Politica vera, non politica per il Potere.

Non puoi immaginare quanto abbia anch’io amato scoprire ed ammirare il quadro senza tempo nel quale hai voluto e saputo far incontrare Marco e Matteo.

Come te, ho infatti anche il difetto di essere renziano della primissima ora; alle primarie 2012, ti assicuro, nel mio Municipio (il III) eravamo in 4 (quattro) a fare iniziativa per sostenere le ragioni della politica coraggiosamente proposta da Matteo ed abbiamo preso schiaffi (anche veri) da tutto il Partito, soprattutto dagli stessi che ancora oggi sono lì, in prima fila, “renziana”, ovviamente.

A dicembre incontrando Rita gli dissi che temevo per la tua ipotesi di candidatura.

Conoscendo (ahimè) il Pd romano ne vedevo tutti i rischi solo per te; né più né meno gli stessi che avevano già “fregato” Emma.

Lo sai bene, solitamente i radicali vengono evitati, sono piuttosto scomodi, ma non è la prima volta che il Pd nelle situazioni più critiche, non trovando altre storie che ci possano mettano la faccia, va cercando la credibilità di un radicale.

Solo che poi vengono fuori le solite altre logiche e succede che Emma perde per pochi voti perché una certa parte del Pd non aveva subdolamente “interesse” a sostenerla; ma guarda un po’ però Emma, in piena ondata sfavorevole post Marrazzo, prende più voti di quanti ne serviranno 3 anni dopo al “grande” Zingaretti per divenire presidente, in piena ondata favorevole post Polverini (nessuno ricorda mai questo dato: 1.331.375 vs. 1.330.398).

Ecco, ora tu ti trovi in piena ondata sfavorevole post Marino, ma anche post Mafia Capitale, post Pd romano commissariato, post consiglieri che vanno dal Notaio per far dimettere il proprio Sindaco … insomma più difficile di così non poteva capitarti …

Rita invece mi sorprese (al solito) dicendo “Magari !”, che se te lo avesse chiesto Matteo lo avresti fatto (le tue parole a lei).

Certo il coraggio della sfida apparentemente impossibile è nel DNA radicale ed è incarnato in te, nelle lotte con cui hai testimoniato il tuo valore.

Però, con tutta sincerità e in onestà intellettuale, penso che oggi per vincere (e poi soprattutto per governare) a Roma non basti solo il tuo coraggio, la coerenza della tua storia personale ed anche l’appoggio e il riflesso positivo del lavoro su scala nazionale di Matteo & C. , … la condizione è certamente preziosa, necessaria, ma non sufficiente …

dem+part

Tu stai girando per la Città e lo sai meglio di me; la gente è arrabbiata, delusa, disincantata, forse non del tutto rassegnata come dici tu, ma spesso anche ironicamente beffarda, … nei miei contatti in tanti esprimono parole di apprezzamento per te … ma poi aggiungono che il “resto”, gli “altri”, il “partito” … e al meglio sorridono sarcastici per non offendere …

Questo è certamente un tema serio. Non è questo il momento di parlarne, ma un partito che arriva ad essere commissariato non è certamente spendibile come democratico; la verità delle responsabilità diffuse (ma molto diffuse) andrà radicalmente affrontata se se ne vorrà uscire in dignità e credibilità … per generare un Vero Partito Democratico.

Al congresso romano, da radicale, da radicalmente democratico feci la mia parte … insieme a pochissimi altri … per denunciare connivenze trasversali nella copertura della logica dei circoli di puro potere, dei congressi fantasma, dei tesseramenti da bar sport … ma anche allora indifferenza e schiaffi … per poi veder subire la verità con il commissariamento e lo scandalizzarsi con Barca …

Oggi e a Roma a maggior ragione, sempre meno il consenso politico va radicalizzandosi secondo i vecchi schemi di sinistra, centro e destra, sempre più secondo riflessi di identificazione con i benefit o i vizi del Potere …

E in questo quadro prevalente, nella città si stanno delineando tre ambiti di opinione:

– quella degli indifferenti e dei demotivati, in crescita, che probabilmente non voteranno o se voteranno lo faranno facendo scelte poco mediate … frutto forse anche di possibili reattività (per fatti positivi o negativi) negli ultimi giorni …

– quella degli appartenenti a qualcosa, per affetto, per ideologia o per interesse, che fanno più che altro il tifo alzando e sventolando bandiere (componente sempre più minoritaria) … ambito con pochi margini di spostamento … se non per le dinamiche del ballottaggio …

– quella del civismo a vario titolo, ossia di chi ha esaurito le batterie della fiducia verso le forme troppo strutturate della politica, dei corpi intermedi, del sistema pubblico istituzionale, del consenso per schieramento … che si sta orientando sulla base di progettualità ritenute sostenibili …

E’ evidente come quest’ultima sia l’area più fertile su cui puntare ed in questa emergono situazioni competitor complementari; quella più popolare, di rabbia e protesta, ma anche molto giovanile e in parte intellettuale, che si muove soprattutto verso il M5* … quella più borghese, ben pensante, ma anche fatta di competenze mature, che si esprime con interesse verso Marchini … e quella verso la Meloni che raccoglie consenso sia tra la borghesia nostalgica che nel disagio sociale …

Roberto Giachetti

Con la tua candidatura, con la tua personalità, con la tua azione hai certamente già fatto riavvicinare una parte del consenso crollato nei mesi scorsi … non so quanto, ma non basta ancora per vincere … nei prossimi due mesi occorre riuscire a convincere soprattutto l’opinione più civica, e forse conseguentemente – per conquistata maggiore credibilità complessiva – poter puntare anche ad attrarre almeno una parte del probabile non voto.

Non sta a me darti consigli, anche perché sono certo che se – da Radicale e da Democratico – ti sei impegnato in questa impresa (quasi impossibile in partenza) non è per servire il partito ma è per servire alla Tua Città !

E tu stai già lanciando messaggi significativi in tal senso. Così come per cultura e stile sai bene che la politica di criminalizzazione dell’avversario come nemico non ha senso politico vero, è indice di pochezza e serve a racimolare pochi voti … forse anche perdendone di più …

Oggi il “nemico” sono i problemi e i difetti di Roma, legittimamente incarnati nell’immaginario comune in chi l’ha governata in questi ultimi anni, … gli avversari, sopratutto i principali, tutto sommato possono dimostrare di essere più o meno capaci nell’affrontarli … Ma questa è la vera sfida, la Credibilità, non solo di un singolo, ma di un Progetto !

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Certo i problemi di Roma sono tanti, complessi e cronici, … ma non sono nemmeno piovuti dal cielo ! … sono la conseguenza dell’incancrenimento auto-referenziale e auto-conservativo di un metodo e di un sistema di poteri diffusi, impermeabili, che hanno anche condizionato la cultura e l’agire politico … e quindi la formazione del consenso.

Questo sistema però non è astratto, impalpabile, solo sterilmente evocabile … è costituito di fatti, di modi di agire, di soggetti e di persone, di nomi e di cognomi che hanno abitato ed abitano le leve decisionali, a vari livelli, da quelli politici a quelli amministrativi e istituzionali, praticamente promiscui anche con quelli degli altri corpi intermedi, i peggiori, perché a differenza dei partiti nessuno li mette mai in discussione, non hanno vere forme elettive aperte, non entrano nemmeno in competizione nella raccolta del consenso (vai a vedere come si forma la rappresentanza in Camera di Commercio ! … non a caso già nel primo programma di Matteo se ne delineava la necessità del superamento …)

Questi soggetti coprono ruoli di responsabilità e al tempo stesso di rappresentanza per carriera, per investitura oramai cristallizzata, ma nella realtà sociale sono marginali, se non per quello che risponde alla perversa logica degli “amici degli amici” … sono lontani dalla comunità, ma ne amministrano le risorse pubbliche destinate …

Roma ha invece innanzitutto bisogno di riconquistare la sua dignità, la dignità di essere una Polis, una Comunità della Ragione, in base ad un ordine non calato dall’alto, nella quale i Cittadini si sentano parte attiva, decisionale e quindi anche responsabile e responsabilizzata, non solo nei momenti elettorali, ma nella quotidianità delle scelte … per ritrovare anche la propria ragione e realizzazione identitaria, nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del Bene Comune …

Polis Innovare la Politica

Oggi, sopratutto in ambito di new economy, si parla diffusamente di “innovazione” … come strumento di disintermediazione e di accelerazione verso i risultati … invece la Politica è involuta su se stessa da decenni, degradando e screditando il valore di nobiltà della parola stessa.

L’innovazione, a partire da quella tecnologica, non rituale o strumentale, ma finalizzata a qualificarne diffusamente metodo partecipativo e processo decisionale, va applicata da subito anche alla politica !

Non solo Profili e Documenti per un formale atto di trasparenza, ma anche problemi, idee, progetti, programmi, competenze di candidati ed eletti, opportunità, dibattiti, consultazioni, processi decisionali, assunzioni di responsabilità, … possono essere oggi resi dinamicamente disponibili, comprensibili, misurabili, reputazionabili, valutabili e condivisibili con un clic !

Pensa quanto potrebbe cambiare la Città e la Cultura Politica di ogni Cittadino se ognuno di noi fosse responsabilizzato e reso protagonista del proprio “metro quadro civico” ?

Insomma, Roma è ancora ricca di competenze, di eccellenze, di storie, idee e capacità che possono fare la differenza rispetto ai logori meccanismi della politica partitocratica, della quale e nella quali in tanti, in troppi ne hanno fatto un “mestiere”, una ragione promiscua di carriera personale (a volte anche di lavoro, pure per incapacità nel “saper fare” altro) … piuttosto che di passione disinteressata e di impegno civico.

Apriamo la caccia al tesoro !

Un solo consiglio, quindi: ampliamo e qualifichiamo la squadra e i contenuti oltre il Pd romano, cominciando così anche a ricostruire una nuova storia politica per Roma !

Ti abbraccio.

Carlo (d’Aloisio Mayo)

Economy Dem: START UP ROMA – Economia e Cultura per la Global City

Economy Dem - Start up Roma

#ECONOMYDEM
Comitato di Economia per Giachetti sindaco

Invita al meeting
START UP ROMA
ECONOMIA E CULTURA PER LA GLOBAL CITY

Roma, 24 marzo 2016 – ore 18,00 – via La Spezia, 83

Intervengono
Emma FATTORINI
Senatrice della Repubblica

Emiliano Sciascia
Presidente IV Municipio

Valeria Vitrotti
Candidata Presidente VII Municipio

Introduce
Luigi Gentili
Coordinatore di Economy Dem

Modera
Carlo Cataldo
Segretario Circolo G. Mazzini

È stato invitato Roberto GIACHETTI, candidato Sindaco a Roma

Testimonianze
Giuseppe Calicchia, Roberto Meomartini, Agatino Grillo, Corrado Cutrufo, Carlo d’Aloisio Mayo, Pasquale Iaquinto

Programma
L’economia del neo-artigianato
Industria culturale e turismo
Il terzo settore e l’impresa sociale
L’export e le PMI
Lavoro e nuove professionalità
Trasparenza e legalità

Primarie per far Vincere Roma ! … non per “solo” Partecipare …

Democrazia-senza-cittadin Roberto Giachetti Morassut

Cari “Roberto”

… chiedere e praticare la Democrazia è l’unica strada per riconquistare credibilità e perseguire risultati sostenibili con il consenso …

… se le vostre candidature vogliono essere vincenti per Roma (e non di difesa di uno status quo residuale di un vecchio gruppo dirigente) … occorre armarsi di molto coraggio ed uscire dai logori schemi interni al vecchio Pd romano per aprire la politica alla ricchezza delle competenze che ancora animano questa Città …

… detto francamente troppi comitati sembrano scacchieri di riposizionamento di chi “ha già dato” e continua a “cercare” … fare politica non è una prescrizione medica né un investitura divina … e sarebbe miope non essere consapevoli che Roma “abbia già pagato troppo” per queste logiche e non ci siano più “tempi supplementari” …

… se voi “Roberto” volete fare la differenza e ridare dignità a questa Città, cominciate con il praticarlo visibilmente, prendendo le distanze dai protagonisti del “già visto” e sostenendo ogni strumento e metodo che favorisca la trasparenza, la partecipazione e la selezione delle idee e delle persone in base alla conoscenza e misurazione del merito !

… a cominciare dalle Primarie Municipali, dal Referendum sulle Olimpiadi, dalla pubblicazione on line dei progetti e dei profili delle candidature a Vostro sostegno !

… che sia un Buon Lavoro … per Roma !

Carlo d’Aloisio Mayo

Commissario Orfini: “da ora, il Pd strumento aperto e inclusivo, Primarie aperte con chi ci sta (a sinistra)”

Coppola e Orfini al PD Montesacro

E’ sempre più chiaro come oramai vi siano 2 dimensioni del Pd …

… da una parte quella che Renzi ed il nuovo gruppo dirigente (non solo renziano) rappresentano a livello nazionale, testimoniata soprattutto dall’azione di governo del Paese, azione che – pur in condizione di disomogenea coalizione – si qualifica come riformatrice, innovatrice, credibile e coraggiosa … e che, non casualmente, ha raccolto oltre il 40% dei consensi attivi alle europee 2014 …

… dall’altra quella dei territori, complessa, contraddittoria, involuta in sé stessa, dominata e condizionata da una miriade di lobby locali … diffusamente cristallizzatasi a quei congressi territoriali dell’ottobre-novembre 2013, strategicamente pretesi anticipati rispetto alle primarie dell’8 dicembre da quella parte del partito (così detto “apparato”) proprio per salvaguardarne la continuità di controllo in previsione dell’ormai ineluttabile “ondata renziana” (ma non solo)

… ed in effetti nei mesi precedenti, a partire dalla mobilitazione nelle Primarie 2012 per il candidato premier Matteo Renzi, si era via via aggregata spontaneamente e diffusamente una nuova straordinaria energia di persone, attratte e appassionatamente rimotivate verso l’idea di poter fare buona politica democratica (movimenti anche trasversali, come ad es. “occupy pd” e “open pd” che si ribellavano alla stagnazione conservativa del partito) … energia che purtroppo in buona parte si infranse proprio in quel machiavellismo congressuale … anche per l’oggettiva responsabilità (miopia o convenienza) di quei “politici” che per primi e con evidente (quanto meno personale) lungimiranza, avevano cavalcato il nome di Matteo e che quindi, in qualche modo investite o investendosi della sua rappresentanza, hanno intrapreso le dinamiche congressuali ripercorrendo però le stesse vecchie logiche … così purtroppo inibendo la credibilità di un modello alternativo di governance e buona parte delle potenzialità rigenerative disponibili …

… linfa di vitalità politica al passo con i tempi che un Vero Partito Democratico dovrebbe avere nel suo DNA costitutivo, come anti-corpo agli interessi degenerativi e riflesso auto-rinnovatore … anche perché lo stesso Statuto all’art. 9 recita proprio come il PD “promuova la trasparenza e il ricambio nelle cariche politiche e istituzionali”

Ma questo ricambio – piuttosto epocale a livello nazionale, nelle Persone, ma anche nel Metodo e nelle Idee – sul territorio, praticamente (ancora) non c’è stato !

Anzi, dal 3 dicembre 2014 il PD Roma è Commissariato !

… ed a distanza di oltre un anno – nonostante sia prescritto dall’art. 17 dello Statuto – non vi sono ancora, evidentemente, le condizioni neanche per un naturale ricambio degli organi dirigenti …

Assemblea PD III Municipio

L’assemblea pubblica del III Municipio convocata per parlare di Roma 2016 e svoltasi ieri (mercoledì 16 dicembre) ne è stata la cruda testimonianza.

Alla presenza della carica n.2 del PD (!), nonché Commissario del PD Roma, la partecipazione è consistita in circa una sessantina di persone, delle quali la gran parte espressione diretta della dirigenza dei Circoli sopravvissuti o censurati dalla Relazione Barca e comunque coattamente accorpati nella loro azione di iniziativa politica dal Commissariamento, anche municipale, in corso.

Paolo Coppola - Commissario Pd III Municipio
Paolo Coppola – Commissario Pd III Municipio

Sono comunque intervenute in tutto una decina di persone. La gran parte, appunto, espressione storica dell’organizzazione; solo 2 o 3 in qualità di liberi cittadini (iscritti, simpatizzanti o elettori che fossero).

Assemblea Pd III Municipio

Quasi in tutti gli interventi, come nella platea, si percepiva prevalentemente nervosismo, conflittualità latenti, insoddisazione e frustrazione.

Come quando a chi – con solitario coraggio ed onestà intellettuale, anche da posizione non renziana, ha evidenziato come la Leopolda sia un esempio di contest politico da conoscere, anche per comprenderne le ragioni del successo e dell’evidente capacità attrattiva verso le nuove generazioni (valutazione poi sostenuta dallo stesso Orfini, anch’esso non renziano) … – la platea (che esprimeva un’età media stimabile intorno ai 50/60 …) ha risposto rumoreggiando in una neanche troppo malcelata insofferenza anti-renziana …

Reazione culturalmente comprensibile e rispettabile … e comunque ben diversamente stimabile rispetto ai trasformisti di turno che in questi ultimi 24 mesi si sono via via “renzianamente folgorati lungo la via del Nazareno” … come ad esempio coloro che – da (legittimamente) anti-renziani (soprattutto per quel che significa in termini di visione e di metodo politico), dopo essersi impegnati nel contrastarne l’ascesa per ragioni di “appartenenza”, si preoccupano ora – per altrettante esigenze personali di continuismo politico – di riposizionarsi nel contesto, … magari rincorrendo selfie con Matteo o sbandierando la propria “entusiastica partecipazione leopoldina”

assemblea III Municipio

E così, in un ambiente innaturalmente aggregato – dove serpeggiavano storiche conflittualità e rancori tra rappresentanti di una composita classe dirigente locale, arroccata e conservatrice, quanto disorientata e preoccupata sul destino dei propri “poteri”, … ma che appunto – proprio per questa sua inadeguatezza – è stata evidentemente la causa dell’attuale e persistente commissariamento anche del PD municipale (fatto politicamente gravissimo, ma che oramai sembra vissuto quasi come se fosse una perturbazione meteorologica), … – si è assistito al teatrino dei vari gregari che, in piena e profonda elaborazione politica, chiedevano conto dei ruoli e dei pesi decisionali nella designazione delle prossime candidature … così come alla testimonianza di consiglieri municipali e comunali orfani di Marino, con valutazioni diverse sul suo operato e sull’esito della sua sindacatura, … come ad esempio di chi, tra i dimessi dal notaio, preannunciava la propria non ricandidatura (apprezzata polemicamente da una parte della platea – ndr: comunque la sua prima consiliatura comunale risale al 1997 …) per poi sottolineare la personale (comprensibile) problematicità di condizione nel poter portare nuovamente voti al Pd …

Fabrizio Panecaldo

La testimonianza dei Cittadini non protagonisti in prima linea del Pd locale è stata invece quella di denunciare la difficoltà di comunicazione e di interazione proprio con questi rappresentanti, istituzionale e di partito; del fatto che i problemi da loro vissuti e da loro segnalati non trovano abitualmente interlocutori attenti e in grado di ascoltare, di rispondere e di agire …

Paolo Coppola e Matteo Orfini

Dopo aver anche dialogato con gli intervenuti, Matteo Orfini ha concluso l’assemblea ripercorrendo la storia e le ragioni delle controverse e difficili decisioni prese nella vicenda Marino, per poi indicare il percorso che porterà lo stesso Pd alle prossime elezioni di Roma 2016:

… il PD Romano resterà commissariato almeno fino alle prossime elezioni …

… le candidature saranno frutto del confronto con il territorio, ma valutate centralmente una per una …

… la progettualità politica non potrà più ridursi a mere conferenze programmatiche vissute all’interno del partito … non è il partito che deve dare risposte … le risposte vanno cercate nella comunità …

… occorre rendersi conto ed essere consapevoli che il mondo sta evolvendo, anche quello della rappresentanza e quindi del consenso, che i corpi intermedi non sono più rappresentativi dell’universo sociale di riferimento (ha fatto l’esempio di Confindustria e di Confcommercio) e che quindi un partito che si propone di essere rappresentativo di una intera comunità sociale deve saperne essere espressione, deve sapersi aprire ad esso con umiltà e in forme diverse, inclusive, capaci di attrarre nuovi stimoli, nuove capacità e nuove competenze …

… l’azione del Pd non può quindi circoscriversi ad essere espressione solo dei Circoli così come attualmente organizzati … il Pd deve contaminarsi con la Comunità divenendone strumento attivo, aperto e inclusivo …

… le Primarie si faranno aperte e si proporranno a chi vorrà starci (ed ha aggiunto: “a sinistra”)

parole chiave Assemblea riPrendiamci il PD

Conclusioni ?

Il Commissariamento di un qualsiasi potere è un fatto grave, indicatore di condizionamento criminale e/o incapacità di governo … fatto gravissimo a maggior ragione per un partito “Democratico“; il fatto poi che sia avvenuto a Roma è esempio ancora più nefasto e inquietante, significativo del diffuso stato reale delle cose …

Questo commissariamento saprà e servirà dunque a traghettare il Partito Democratico verso un’altra dimensione, la sua, quella fondativa, quella che gli compete ?

Il compito è ambizioso quanto arduo. Non servono certamente “romanelle” dei Circoli/Sezioni, tanto meno agevolare ricollocazioni personali o di cordate di potere, per di più già compromesse …

Nel ragionevole immaginario collettivo non è molto credibile chiedere iscrizioni e voti in questa condizione.

Per questo, da oggi occorre mettersi in gioco sui valori della democrazia, della legalità, del civismo, della capacità progettuale di riforma, con strumenti nuovi e trasversali, capaci di attrarre nuovo capitale umano e reputazionale, coinvolgendo chiunque abbia voglia di cambiare veramente le cose, chiunque abbia forza, entusiasmo, volontà di fare, anche nel suo piccolo, da driver per un nuovo umanesimo nel quale ritrovare il senso collettivo e la capacità di fare sistema, per Fare Bene Comune e magari anche per rigenerare le ragioni di un Vero Partito Democratico.

Con un equazione: se il Pd romano in questi anni non ha saputo fare buona politica democratica per Roma e per sé stesso (anzi, inquinandosi con poteri clientelari e conservatori, come con gli affari di Mafia Capitale e dintorni, scoperchiati e non), … sarà la buona politica democratica a rigenerare Roma e (anche) un vero Partito Democratico Romano.

Anche perché alla Leopolda – come (criticamente) osservato da alcuni – da 6 anni non sventolano le bandiere del Pd …

… e quindi Buon 2016 a Roma, con un nuovo Capitale X Roma !

Carlo d’Aloisio Mayo

dopo Marino ? … Marino.

Papa Francesco Totti

… forse mi sono distratto, ma ho sentito dire che Marino è stato dimesso ? … è vero ? … mica sarà stato il Pd a dimetterlo ? … forse saranno stati i tifosi dell’anti-politica spiccia o i media scandalistici a gettone a dimetterlo ? … o quelli che hanno cominciato a chiederlo il giorno dopo la sua elezione, tipo i Gramazio & C. per intenderci … o tipo quei boss del Pd ritrovatisi senza Assessorato, senza o con pochi poteri (con tutta la fatica fatta in campagna elettorale per raccogliere democraticamente i consensi …) … alcuni di loro poi chiamati in causa dai vari Buzzi e Carminati ?

Certo in una “democratica” visione anglo-sassone è sana e sacrosanta l’idea che un amministratore debba sempre essere trasparente, anche sulle piccole cose … e se sbaglia vuol dire che non è pienamente affidabile … quanto meno per amministrare l’interesse comune …

Solo che a Roma (e in Italia) a me me pare che i problemi siano ancora un tantino più grossi di questa bella visione idilliaca … insomma che le alternative nel migliore e più sano dei casi qui si misurano ancora non con i “migliori” … ma con “i meno peggio” …

A Roma (e in Italia) è pieno di “personaggi” – burocrati e politicanti di mestiere – che occupano le stanze dei bottoni da anni, da decenni, che al meglio si trasferiscono da un potere all’altro, da una lobby istituzionalizzata all’altra, relazionandosi e scambiandosi favori … quelli – fatto strano – non vengono quasi MAI di(s)messi (se non proprio alla frutta o quando presi con le mani nel sacco) … passano i Sindaci e questi ramificati e clientelari poteri intermedi restano lì e continuano ad aggiustarsi le cose e pure a pontificare sul rinnovamento (oggi in molti pure simpatizzanti “renziani” … si sa è di moda e conviene …) … insomma è pieno di “gente di potere” – quello delle stanze, quello poco visibile, a cui nessuno fa il pelo né il contropelo sui loro sistematici affari, sulle loro modalità di gestione del “bene comune” (… insomma , qualcosa di più e altro che scontrini di cene con moglie a spese del comune …)

Beh ? allora … mica sarà stato il Pd romano – si, quello commissariato – a dimettere Marino ? … sarebbe come suicidarsi quando si è in fin di vita … dopo aver scoperto improvvisamente che si è pieni di metastasi (ben 27 circoli “potere per il potere” su 108 !) … una sorta di auto-eutanasia … ma dai non ci credo …

beh vabbè … se si va al voto di nuovo toccherà rimboccarsi le maniche … trovare un nuovo candidato … e come ? … beh facendo stavolta delle belle primarie, veramente aperte e libere … nelle quali avremo file di persone “democratiche” … certamente già piene di voglia di scegliere un nuovo – questa volta affidabile e preparato – candidato per la poltrona di sindaco della Città eterna ….

Mica sarà più come agli ultimi congressi romani e regionali del Pd dove il voto quasi ovunque era un flusso omogeneo di truppe cammellate al servizio del proprio ras locale … fenomeno riprovevole del quale oggi tutti fanno a gara nella scena di scandalizzarsi … ma che allora al quale tutti – ma proprio quasi tutti – si adeguavano per cercare di rosicchiare qualche decimo di percentuale utile da far pesare altrove … (ah già, ma i Circoli “potere per il potere” erano solo 27 su 108 ? … +/- 1/4 ? … in effetti allora il problema quasi non c’era … perché tutto questo casino ?)

Non vedo proprio l’ora che arrivino le primarie di primavera, sono certo, finalmente il “partito democratico” aprirà alla società civile per accogliere nuove persone, nuove idee, nuove energie per cambiare e migliorare radicalmente questa Città !

Come ? Matteo ha detto che a Roma non si fanno Primarie ? … che decide Lui il candidato ? … caspita ! beh … – a parte che mi pare improbabile che il leader delle primarie censuri le primarie – … però potrebbe essere un vantaggio … così certi giochi di potere locale potrebbero rimanere effettivamente tagliati fuori … però, certo, sarebbe un atto di centralismo … insomma piuttosto contro natura rispetto all’idea bella e sana di “Partito Democratico” … diciamo che la cosa potrebbe avere pro e contro e varrebbe la pena valutarne il saldo in termini di benefit … così su due piedi mi verrebbe da pensare che – ad oggi – possa servire a perdere onorevolmente la Città … (insomma invece che 6 a 1, magari 4 a 3)

E quale potrebbe essere il candidato ideale da tirar fuori dal cilindro ? … innanzitutto direi un romano, poi un politico trendy credibile o un tecnico ? … ma quanti ce ne sono a Roma ? mmh … secondo me pochi, pochissimi, … uno tipo Bob Giachetti ? … o un magistrato alla Sabella ? … ma si presterebbero alla disfatta, sia pure onorevole ? … ne dubito.

Quindi ? una figura con esperienza amministrativa discretamente consolidata, una personalità verso fine carriera tale da poter poi onorevolmente lasciare il campo come eroe immolato al ruolo di salvatore della Patria (anzi della Capitale) dai brutti, sporchi e cattivi altri (fascisti, grillini, boh …)

Diciamocelo francamente che per come sta messo oggi il Pd, per vincere a Roma, bisognerebbe ingaggiare solo che una figura di sintesi popolare straordinaria … ad esempio un Papa Francesco o … un Francesco Totti … o meglio ! … un Papa Francesco Totti !

Fantasie a parte … e tornando ad oggi, quale è il senso di tutto ciò ? Marino è un ladro ? Marino ha fatto tutto male ? Qualcuno può dimostrare che un “altro” avrebbe potuto fare certamente di meglio ? … forse ? … è legittimo, ben venga, lo spero, lo speriamo in tanti.

Però penso che Marino sia stato eletto (sia pure con un consenso popolare in recessione generale) e che debba onorare il suo impegno e che debba essere messo nella condizione di poterlo portare a termine … e comunque tutto questo deve avvenire nelle sedi istituzionali, non via whatsapp o nelle solite stanze …

Come ? … dandogli pieni poteri e piena fiducia, a partire dal manipolo dei Consiglieri del Pd e di SEL (ma quanti di loro saranno mai rieletti, oltre una parte di loro esserlo stato grazie al premio di maggioranza conquistato proprio da Marino ! …) … consentendogli ed aiutandolo – sostenendolo con i fatti – a fare piazza pulita di quei poteri parassitari, di quei burocrati, di quei corpi intermedi istituzionalizzati che tirano giacche da tutte le parti pro domo propria in nome di un controllo del consenso che oggi deve essere drasticamente ridimensionato per riqualificarne le condizioni di costruzione in tutt’altra direzione e metodo …

Per me, ad oggi 11 ottobre, per Roma, ma soprattutto per il Pd – consentendo ai Commissari di Rottamare radicalmente ed effettivamente con i FATTI e non con le Aspirine il marcio che lo ha ridotto allo stato pietoso attuale – il dopo Marino può essere solo che … Marino.

Carlo d’Aloisio