Caro Matteo,
non ci conosciamo anche se posso rivendicare un piccolo privilegio nei tuoi confronti: mi ritengo politicamente l’unico delegato romano non commissariato da te nel 2014 !
In effetti, anche durante il Congresso 2013, insieme a Silvia Di Stefano(che chiuse un Circolo per questo), Riccardo Corbucci e pochi altri ci battemmo per denunciare le degenerazioni delle logiche correntizie … e quando fui eletto in assemblea con un atto pubblico di disobbedienza politica (ad inizio Congresso come Renziani DOC sostenevamo Tobia Zevi ma dopo che capimmo come funzionava anche per lui, fui eletto, solo tecnicamente, grazie all’ospitalità della lista Tommaso Giuntella)
… poi all’assemblea elettiva che acclamò Lionello Cosentino fui l’unico ad alzare la mano per oppormi, motivandolo e dichiarandolo poi sia a Lionello che pubblicamente …
… anche per questo sono sistematicamente espulso dai contesti “politicamente corretti”, ma non me ne faccio un cruccio, sono una persona democratica e libera, senza interessi di filiera e di carriera affaristico-politica, mi piace promuovere la bella politica (sono certamente ancora ingenuo a 57 anni), mi sono iscritto nel 2012 al Pd per questo e penso che serva qualcosa di visibilmente concreto per ricostruire credibilità democratica, attrarre consenso e governare questo Paese e questa Città.
Dopo questa premessa (personale però necessaria) vengo alla domanda:
il Tuo Commissariamento è stato veramente difficile e posso appena immaginare i problemi che hai dovuto affrontare; quello che di positivo ho letto dal mio punto di osservazione è certamente una migliore relazione tra i circoli con timidi segnali di inclusività (ma sempre se appartieni a qualche filiera) e la qualità anche metodologica del lavoro dei Forum.
Però mi aspettavo una preparazione congressuale che favorisse con Regole idonee il più possibile la DISINTERMEDIAZIONE del ruolo delle correnti a favore di processi innovativi per la formazione del Consenso intorno a Persone Nuove e Contenuti NUOVI !
Faccio un esempio concreto. Una settimana per depositare intenti di Candidatura (con minimale di firme) e poi 3 settimane per svolgere pubblicamente in tutti i Circoli campagne di ascolto, dibattiti, elaborazione di programmi, call di competenze a supporto dei candidati segretari e la raccolta delle firme necessarie.
Ed invece ci ritroviamo con 3 candidati su 4 che si sono candidati dopo 20 giorni dalla convocazione del Congresso, l’ultimo giorno utile, al termine delle solite estenuanti trattative tra caminetti, con firme raccolte in modalità poco politica,. non sviluppando un dibattito pubblico e politico, ma sostanzialmente serrando le fila tra filiere per andarsi a contare e soprattutto con il risultato di trasmettere nuovamente, soprattutto all’esterno, l’immagine di un partito prigioniero di queste logiche e che in effetti dimostra nuovamente di esserlo … nei circoli si percepisce latente il risorgere di quelle dinamiche insane che hanno purtroppo già devastato il Pd romano …
Già ora mi sembra difficile recuperare, però la mia domanda è che se da Commissario in exit non pensi che sarebbe invece il caso di fare qualcosa, come – la butto là – fischiare una falsa partenza !
Lunedì 19 giugno durante il tuo ultimo evento pubblico come Commissario presso il Circolo Nuovo Salario (dove sono iscritto) hai denunciato il sistematico non rispetto delle regole che regnava nel Pd … pare che sia ricominciato (ad esempio con la vicenda di un simbolo …) … sento dire che usciranno denunce e scoop su manovre per i tesseramenti … vabbè tutte cose che fa male sentire a chi crede nel Pd …
Lo so, è molto provocatorio, ma discende da osservazioni e riflessioni che mi turbano molto, non mi lasciano ben sperare, anche se spero di sbagliarmi … e quindi ci tenevo a trasmettertele.
Nel dicembre 2014 il Pd Roma viene COMMISSARIATO per fare fronte alla degenerazione che il sistema trasversale delle CORRENTI aveva prodotto nel Partito – sistema purtroppo di fatto CONDIVISO (perché anche l’omertà è connivenza) dal comportamento conformista della grande maggioranza degli Iscritti: Circoli fantasma, Tesseramenti fasulli, Congressi fittizi, Debito Milionario, Assenza di Democrazia e di Rispetto delle Regole, Cordate di Spartizione di ogni Potere, Opposizioni poco Politiche e molto Consociative in Comune e nei Municipi, … tutti fatti e fenomeni che erano sotto gli occhi di tutti, dai più giustificati endemici, praticati dai dirigenti per perseguire il proprio orticello, tollerati dagli iscritti per assecondare i propri referenti … da pochi (molto pochi) denunciati ad ogni occasione … ed infine generatori di scandalo (un po’ ipocrita) solo con l’emersione giudiziaria del malaffare di Mafia Capitale …
… insomma il peggio che un Movimento Democratico poteva dare di sé … e che è culminato – dopo le lotte intestine anche per le rivendicazioni su Assessorati e incarichi di Potere – con l’epilogo del Sindaco Marino, scelto dai Cittadini con Primarie Democratiche e Libere Elezioni e DIMESSO d’ufficio, senza alcun dibattito pubblico, con un atto notarile eseguito da tutti i Consiglieri Comunali eletti con i Voti degli elettori del Partito Democratico (tra i quali una degli attuali candidati, Valeria Baglio), … uno dei fatti più anti-politici che si potessero concepire e attuare, con l’effetto di produrre il crollo definitivo della Credibilità Democratica del Pd, aprendo politicamente la strada alla sconfitta elettorale e all’affermazione – per demeriti altrui più che propri – di Virginia Raggi e del suo Movimento …
Solo un anno prima, nel dicembre 2013, si era concluso l’ultimo Congresso che aveva visto contrapporsi 4 candidature – Lionello Cosentino, Tommaso Giuntella, Tobia Zevi, Lucia Zabatta – tutte espressioni delle diverse correnti in campo, … apparentemente l’un contro l’altra agguerrite per contarsi (ma anche spartirsi) i voti nei Circoli … e poi invece convergere all’Assemblea elettiva per condividere e acclamare (quasi) all’unanimità (399 su 400) la nuova Segreteria con Lionello Cosentino segretario e Luciano Nobili vice-segretario. La Segreteria che solo 12 mesi dopo verrà rimossa con l’insediamento del commissario Matteo Orfini.
Bene. Lo stesso Matteo Orfini ha più volte evidenziato come il suo incarico si sia reso necessario proprio per far fronte ai danni prodotti dalle logiche degenerative che le Correnti-Lobbies portano in sé.
Se si crede veramente determinante Cambiare Verso al Metodo per cambiare in meglio, lo si deve cominciare a perseguire con i fatti e testimoniarlo con i comportamenti, favorendo processi che disintermedino il potere – non diversamente regolamentabile – delle correnti-lobbies …
Ad esempio, dopo 2 anni e mezzo dovevano essere introdotte regole sane che garantissero il non ripetersi dei fenomeni insani sulle modalità di presentazione delle Candidature: fissare un termine stretto di pochi giorni per proporre la propria Candidatura (con un numero minimale di firme a sostegno) e poi prevedere alcune settimane per consentire di svolgere dibatti nei Circoli e raccogliere le firme sulle candidature. Per le correnti-lobbies sarebbe stato un po’ più problematico condizionare le scelte fino all’ultimo …
E invece no. Si è assistito al solito balletto della ricerca infinita di accordi di caminetto, con l’epilogo – non trovando l’intesa (ma questo era nelle probabilità) di esprimere 3 candidati – Andrea Casu, Valeria Baglio, Andrea Santoro – in prossimità della scadenza dei termini e di riuscire a raccogliere per ciascuno oltre 500 firme in pochissime ore … Quale è il valore democratico di queste candidature ? Quale è il dibattitonel Merito ? Quale è il senso del rinnovamento democratico di questo modo di procedere, condizione invece indispensabile per rigenerare la credibilità e quindi il consenso ?
L’unico a perseguire un Metodo innovativo, mettendoci la faccia e candidandosi subito … senza aspettare di essere candidato da “altri” è stato Livio Ricciardelli. Ha girato i Circoli per settimane, ha ascoltato e discusso di Politica, ha raccolto le Firme.
Livio, nel suo piccolo, ha Cambiato Verso al Metodo sbagliato che ha devastato il #PDRoma in questi anni. Perché dopo 2,5 anni di commissariamento solo Livio ha avuto il coraggio di farlo ? Vogliamo ripartire con il film già visto ?
Nessuno degli iscritti romani è stato veramente messo in grado di partecipare a confronti e approfondimenti per formarsi una libera opinione sulle proposte di Merito Politico di tutti e 4 candidati; ci siamo tutti di fatto fermati al Metodo, condiviso o meno, con cui si sono o sono stati candidati: indipendentemente o rispondendo ad una logica di filiera di appartenenza …
Ora si Vota per il Congresso Romano.
Chi vuole esprimere un Voto Politico per liberare il #PdRoma dalla logica perversa delle Correnti-Lobbies sostenga Livio Ricciardelli con il proprio Voto Libero.
il 30 aprile è alle porte: facciamo un ultimo sforzo per far sapere ai nostri amici come e dove si vota per le Primarie che sceglieranno il Segretario del Partito Democratico e l’Assemblea Nazionale.
In particolare modo, vogliamo ricordare a tutti che se il 30 aprile non sarete a Roma, potrete comunque votare per le Primarie, ma è obbligatoria la pre – registrazione sul sito www.primariepd2017.it entro e non oltre le ore 12 di giovedì 27 aprile. Nella sezionechi vota di questa comunicazione troverete i dettagli per l’iscrizione.
Di seguito tutte le informazioni necessarie per votare il 30 aprile: per essere sempre aggiornati seguiteci sul nostro blog pdterzomunicipio.blogspot.it o sulla nostra pagina FB PD Municipio 3, e buone Primarie a tutti!
Candidati
I candidati alla carica di Segretario nazionale del Partito democratico sono: Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano. Clicca qui per conoscere candidati e mozioni
Quando si vota
Domenica 30 aprile dalle ore 8 alle 20
Chi vota
· I cittadini italiani iscritti alle liste elettorali
o Documento riconoscimento
o Tessera elettorale
o Contributo 2 €
o Facoltativo per velocizzare le operazioni di voto: se decidi di iscriverti on line (clicca qui per iscrizione), porta con te la ricevuta dell’avvenuta registrazione
· Elettori fuori sede
o Se domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd ma sarai fuori dalla tua Provincia di residenza o momentaneamente all’estero, devi obbligatoriamente registrarti (clicca qui per registrarti), entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.
o Documento riconoscimento
o Ricevuta avvenuta registrazione
o Contributo 2 €
· Giovani tra i 16 e i 18 anni
o Se domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd e hai un’età compresa tra i 16 e i 18 anni, devi obbligatoriamente registrarti (clicca qui per registrarti), entro leore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.
o Documento riconoscimento
o Ricevuta avvenuta registrazione
o Contributo 2 €
· Cittadini UE residenti in Italia
o Se domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd e sei un cittadino UE residente in Italia, devi obbligatoriamente registrarti (clicca qui per registrarti), entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.
o Documento riconoscimento
o Ricevuta avvenuta registrazione
o Contributo 2 €
· Cittadini non UE residente in Italia con regolare permesso di soggiorno
o Se domenica 30 aprile vuoi votare alle Primarie del Pd e sei un cittadino non UE residente in Italia con regolare permesso di soggiorno, devi obbligatoriamente registrarti (clicca qui per registrarti), entro le ore 12:00 di giovedì 27 aprile e stampare la ricevuta dell’avvenuta registrazione online. Successivamente ti verrà indicato via mail o sms, il seggio in cui potrai votare.
o Documento riconoscimento
o Permesso di soggiorno o ricevuta richiesta di rinnovo
o Ricevuta avvenuta registrazione
o Contributo 2 €
Come si vota
E’ sufficiente un unico segno su una delle liste di candidati all’ Assemblea Nazionale.
Dove si vota
Ecco i seggi che abbiamo predisposto nel Terzo Municipio; a ciascun seggio corrispondono più sezioni elettorali: cerca la tua sezione elettorale e scopri dove potrai votare, oppure clicca qui.
Ho 43 anni, sono nata a Londra e vivo da sempre a Montesacro con mio marito e i nostri due figli. Sono una psicologa e non ho mai aderito ad un partito politico, pur essendomi impegnata nel territorio, svolgendo in questi anni il ruolo di presidente del comitato di quartiere Città Giardino e di vicepresidente del consiglio dell’Istituto Comprensivo Piazza Capri.
Ho accettato di candidarmi per proseguire con più forza e insieme ai cittadini il mio percorso civico nelle istituzioni, avendo chiaro che le azioni dell’amministrazione devono essere il risultato dell’ascolto continuo della cittadinanza e delle realtà territoriali.
Le mie priorità per il territorio saranno la tutela della sicurezza urbana, il contrasto alla microcriminalità diffusa e la lotta al degrado e all’inciviltà. Dobbiamo saper uscire dall’urgenza e dall’emergenza, migliorando la gestione delle risorse economiche e condividendone le scelte con la cittadinanza attraverso lo strumento di un vero bilancio partecipativo.
La mia attenzione sarà rivolta in particolare alle esigenze dei bambini in ambito scolastico e sociale, a quella delle donne, degli anziani e delle categorie con disabilità psico-fisica. Inoltre vorrei istituire il portierato di quartiere, un punto di riferimento per le segnalazioni e di aiuto ai cittadini nella soluzione dei problemi quotidiani.
E’ sempre più chiaro come oramai vi siano 2 dimensioni del Pd …
… da una parte quella che Renzi ed il nuovo gruppo dirigente (non solo renziano) rappresentano a livello nazionale, testimoniata soprattutto dall’azione di governo del Paese, azione che – pur in condizione di disomogenea coalizione – si qualifica come riformatrice, innovatrice, credibile e coraggiosa … e che, non casualmente, ha raccolto oltre il 40% dei consensi attivi alle europee 2014 …
… dall’altra quella dei territori, complessa, contraddittoria, involuta in sé stessa, dominata e condizionata da una miriade di lobby locali … diffusamente cristallizzatasi a quei congressi territoriali dell’ottobre-novembre 2013, strategicamente pretesi anticipati rispetto alle primarie dell’8 dicembre da quella parte del partito (così detto “apparato”) proprio per salvaguardarne la continuità di controllo in previsione dell’ormai ineluttabile “ondata renziana” (ma non solo) …
… ed in effetti nei mesi precedenti, a partire dalla mobilitazione nelle Primarie 2012 per il candidato premier Matteo Renzi, si era via via aggregata spontaneamente e diffusamente una nuova straordinaria energia di persone, attratte e appassionatamente rimotivate verso l’idea di poter farebuona politica democratica … (movimenti anche trasversali, come ad es. “occupy pd” e “open pd” che si ribellavano alla stagnazione conservativa del partito) … energia che purtroppo in buona parte si infranse proprio in quel machiavellismo congressuale … anche per l’oggettiva responsabilità (miopia o convenienza) di quei “politici” che per primi e con evidente (quanto meno personale) lungimiranza, avevano cavalcato il nome di Matteo e che quindi, in qualche modo investite o investendosi della sua rappresentanza, hanno intrapreso le dinamiche congressuali ripercorrendo però le stesse vecchie logiche … così purtroppo inibendo la credibilità di un modello alternativo di governancee buona parte delle potenzialità rigenerative disponibili …
… linfa di vitalità politica al passo con i tempi che un Vero Partito Democratico dovrebbe avere nel suo DNA costitutivo, come anti-corpo agli interessi degenerativi e riflesso auto-rinnovatore … anche perché lo stesso Statuto all’art. 9 recita proprio come il PD “promuova la trasparenza e il ricambio nelle cariche politiche e istituzionali” …
Ma questo ricambio – piuttosto epocale a livello nazionale, nelle Persone, ma anche nel Metodo e nelle Idee – sul territorio, praticamente (ancora) non c’è stato !
… ed a distanza di oltre un anno – nonostante sia prescritto dall’art. 17 dello Statuto – non vi sono ancora, evidentemente, le condizioni neanche per un naturale ricambio degli organi dirigenti …
L’assemblea pubblica del III Municipio convocata per parlare di Roma 2016 e svoltasi ieri (mercoledì 16 dicembre) ne è stata la cruda testimonianza.
Alla presenza della carica n.2 del PD(!), nonché Commissario del PD Roma, la partecipazione è consistita in circa una sessantina di persone, delle quali la gran parte espressione diretta della dirigenza dei Circoli sopravvissuti o censurati dalla Relazione Barca e comunque coattamente accorpati nella loro azione di iniziativa politica dal Commissariamento, anche municipale, in corso.
Sono comunque intervenute in tutto una decina di persone. La gran parte, appunto, espressione storica dell’organizzazione; solo 2 o 3 in qualità di liberi cittadini (iscritti, simpatizzanti o elettori che fossero).
Quasi in tutti gli interventi, come nella platea, si percepiva prevalentemente nervosismo, conflittualità latenti, insoddisazione e frustrazione.
Come quando a chi – con solitario coraggio ed onestà intellettuale, anche da posizione non renziana, ha evidenziato come la Leopolda sia un esempio di contest politico da conoscere, anche per comprenderne le ragioni del successo e dell’evidente capacità attrattiva verso le nuove generazioni (valutazione poi sostenuta dallo stesso Orfini, anch’esso non renziano) … – la platea (che esprimeva un’età media stimabile intorno ai 50/60 …) ha risposto rumoreggiando in una neanche troppo malcelata insofferenza anti-renziana …
Reazione culturalmente comprensibile e rispettabile … e comunque ben diversamente stimabile rispetto ai trasformisti di turno che in questi ultimi 24 mesi si sono via via “renzianamente folgoratilungo la via del Nazareno” … come ad esempio coloro che – da (legittimamente) anti-renziani (soprattutto per quel che significa in termini di visione e di metodo politico), dopo essersi impegnati nel contrastarne l’ascesa per ragioni di “appartenenza”, si preoccupano ora – per altrettante esigenze personali di continuismo politico – di riposizionarsi nel contesto, … magari rincorrendo selfie con Matteo o sbandierando la propria “entusiastica partecipazione leopoldina” …
E così, in un ambiente innaturalmente aggregato – dove serpeggiavano storiche conflittualità e rancori tra rappresentanti di una composita classe dirigente locale, arroccata e conservatrice, quanto disorientata e preoccupata sul destino dei propri “poteri”, … ma che appunto – proprio per questa sua inadeguatezza – è stata evidentemente la causa dell’attuale e persistente commissariamento anche del PD municipale (fatto politicamente gravissimo, ma che oramai sembra vissuto quasi come se fosse una perturbazione meteorologica), … – si è assistito al teatrino dei vari gregari che, in piena e profonda elaborazione politica, chiedevano conto dei ruoli e dei pesi decisionali nella designazione delle prossime candidature … così come alla testimonianza di consiglieri municipali e comunali orfani di Marino, con valutazioni diverse sul suo operato e sull’esito della sua sindacatura, … come ad esempio di chi, tra i dimessi dal notaio, preannunciava la propria non ricandidatura (apprezzata polemicamente da una parte della platea – ndr: comunque la sua prima consiliatura comunale risale al 1997 …) per poi sottolineare la personale (comprensibile) problematicità di condizione nel poter portare nuovamente voti al Pd …
La testimonianza dei Cittadini non protagonisti in prima linea del Pd locale è stata invece quella di denunciare la difficoltà di comunicazione e di interazione proprio con questi rappresentanti, istituzionale e di partito; del fatto che i problemi da loro vissuti e da loro segnalati non trovano abitualmente interlocutori attenti e in grado di ascoltare, di rispondere e di agire …
Dopo aver anche dialogato con gli intervenuti, Matteo Orfini ha concluso l’assemblea ripercorrendo la storia e le ragioni delle controverse e difficili decisioni prese nella vicenda Marino, per poi indicare il percorso che porterà lo stesso Pd alle prossime elezioni di Roma 2016:
… il PD Romano resterà commissariato almeno fino alle prossime elezioni …
… le candidature saranno frutto del confronto con il territorio, ma valutate centralmente una per una …
… la progettualitàpolitica non potrà più ridursi a mere conferenze programmatiche vissute all’interno del partito … non è il partito che deve dare risposte … le risposte vanno cercate nella comunità …
… occorre rendersi conto ed essere consapevoli che il mondo sta evolvendo, anche quello della rappresentanza e quindi del consenso, che i corpi intermedi non sono più rappresentativi dell’universo sociale di riferimento (ha fatto l’esempio di Confindustria e di Confcommercio) e che quindi un partito che si propone di essere rappresentativo di una intera comunità sociale deve saperne essere espressione, deve sapersi aprire ad esso con umiltà e in forme diverse, inclusive, capaci di attrarre nuovi stimoli, nuove capacità e nuove competenze …
… l’azione del Pd non può quindi circoscriversi ad essere espressione solo dei Circoli così come attualmente organizzati … il Pd deve contaminarsi con la Comunità divenendone strumento attivo, aperto e inclusivo …
… le Primarie si faranno aperte e si proporranno a chi vorrà starci (ed ha aggiunto: “a sinistra”) …
Conclusioni ?
Il Commissariamento di un qualsiasi potere è un fatto grave, indicatore di condizionamento criminale e/o incapacità di governo … fatto gravissimo a maggior ragione per un partito “Democratico“; il fatto poi che sia avvenuto a Roma è esempio ancora più nefasto e inquietante, significativo del diffuso stato reale delle cose …
Questo commissariamento saprà e servirà dunque a traghettare il Partito Democratico verso un’altra dimensione, la sua, quella fondativa, quella che gli compete ?
Il compito è ambizioso quanto arduo. Non servono certamente “romanelle” dei Circoli/Sezioni, tanto meno agevolare ricollocazioni personali o di cordate di potere, per di più già compromesse …
Nel ragionevole immaginario collettivo non è molto credibile chiedere iscrizioni e voti in questa condizione.
Per questo, da oggi occorre mettersi in gioco sui valori della democrazia, della legalità, del civismo, della capacità progettuale di riforma, con strumenti nuovi e trasversali, capaci di attrarre nuovo capitale umano e reputazionale, coinvolgendo chiunque abbia voglia di cambiare veramente le cose, chiunque abbia forza, entusiasmo, volontà di fare, anche nel suo piccolo, da driver per un nuovo umanesimo nel quale ritrovare il senso collettivo e la capacità di fare sistema, per Fare Bene Comune e magari anche per rigenerare le ragioni di un Vero Partito Democratico.
Con un equazione: se il Pd romano in questi anni non ha saputo fare buona politica democratica per Roma e per sé stesso (anzi, inquinandosi con poteri clientelari e conservatori, come con gli affari di Mafia Capitale e dintorni, scoperchiati e non), … sarà la buona politica democratica a rigenerare Roma e (anche) un vero Partito Democratico Romano.
Anche perché alla Leopolda – come (criticamente) osservato da alcuni – da 6 anni non sventolano le bandiere del Pd …
… e se cominciassimo a dare un buon esempio di laicità dello Stato, … magari tenendo distinte e indipendenti la Politica e le Istituzioni dalla Religione ?
… questo il mio intervento all’assemblea dei Radicali Roma … da democratico e da radicale (o meglio da “radicalmente democratico”) … ma anche da sostenitore di Matteo Renzi della prima ora … (e quindi sconsigliato da ascoltare per certi professionisti della politica nel Pd romano)
Salutiamo con grande piacere e piena stima personale e politica la nomina di Riccardo quale nuovo Assessore del III Municipio di Roma.
Nell’assumere questo importante incarico politico ovviamente lascia quello di Consigliere che lo aveva visto eletto nel 2013 con 2.000 voti – il quorum più alto tra tutti i consiglieri municipali eletti a Roma – e conseguentemente anche la carica di Presidente del Consiglio Municipale, carica elettiva riconosciutagli proprio quale consigliere “anziano, in quanto il più votato”, ma che – va ricordato – NON fu sostenuta con il voto di tutti i consiglieri del Pd !
Sul piano politico – proprio per le qualità di Riccardo – non possiamo però non prendere atto che l’incarico arriva con 2 anni e mezzo di ritardo ed in un quadro nel quale si evidenziano – anche con un bel po’ di imbarazzo – tutte le inadeguatezze, le incompatibilità, le problematiche e le contraddizioni dell’ancora attuale governance del Pd territoriale, … anche per questo commissariata nei mesi scorsi (Paolo Coppola), così come il Pd romano (Matteo Orfini).
Riccardo nel 2013 condusse – e noi lo sostenemmo convintamente con slancio e passione – una straordinaria e trasparente campagna democratica sul territorio e tra i cittadini per le primarie municipali; primarie che lo videro perdente nei confronti dell’attuale Presidente Paolo Marchionne, con il Pd ancora in piena era “bersaniana”.
Le deleghe oggi assegnate a Riccardo – scuola, bilancio, trasparenza e partecipazione attiva dei cittadini – rappresentano una vera e propria investitura di responsabilità, un volano di funzioni “vitali” per il governo e la qualificazione del “bene comune” municipale; ruolo che vogliamo leggere, quindi, anche in chiave di nuova prospettiva futura per il territorio (e speriamo anche per il Partito Democratico) …
Avevamo inteso parlare di “Cambiare Verso” alla politica ?
La ricerca di Fabrizio Barca sui Circoli romani del Pd rappresenta la prima indagine conoscitiva di una realtà composita, potenzialmente preziosa, ma – salvo straordinarie eccezioni – diffusamente conservativa di piccoli status quo di potere e quindi allergica, per non dire – in alcuni casi – parassitaria rispetto ad un’idea di sana viralità della polis.
Barca ha il merito di aver aperto finalmente il tema, che però non può esaurire nelle sue “conclusioni formali” le ragioni di un’azione urgente di riforma organizzativa del partito, riforma che non può certamente permettersi di essere di mediocre sanatoria & maquillage, ma che per produrre effetti seri e credibili dovrà essere radicale, visibile e misurabile.
L’indagine – frutto di una sociologia un po’ troppo arcaica e ortodossa – ha però soprattutto il limite – ad oggi – di non essere andata oltre la valutazione dei “fortini“, indagando sui soldati e sui sotto-ufficiali, assegnando diffusamente medaglie al valore ed attestati riabilitativi, risibilmente riconducendo a poche situazioni estreme ed insostenibili i giudizi di criticità, ma con l’occasione paradossalmente tirandoci dentro anche qualche altra situazione invece “scomoda”. Di fatto quindi – volendo o nolendo – generando confusione e melina sul senso e sul valore dei verdetti più severi, con buon effetto di imbrodarne il peso critico ed offrendo possibilità di rivendicare potenziale pari dignità riabilitativa.
Le critiche vanno però sempre concepite in senso costruttivo. Quindi ben vengano presto ulteriori e più brillanti indagini sui Generali e sui Colonnelli di questo partito ancora poco “democratico”; ma anche sugli Ufficiali, vasto schieramento di “professionisti del fare politica“, detentori di scarse idee, ma convintamente investiti della loro insostituibile predestinazione di missione, esasperatamente tatticistici, orgogliosi cacciatori e piazzisti di tessere e voti, agguerriti paladini solo dei loro interessi di armata e sempre pronti a reinterpretarsi e ricollocarsi – chi più, chi meno tempestivamente – per tentare di restare in piedi e continuare a cavalcare le onde di un potere più o meno spicciolo.
Se il Pd romano è stato commissariato ci sarà dunque un perché ? Evidentemente si. E cerchiamo di non fare finta di non saperlo e quindi di non capirlo. Altrimenti non ce ne sarebbe stato l’estremo bisogno (per noi, solitariamente, ineluttabile da tempi non sospetti).
Quello che oggi viene definito mediaticamente il fenomeno di “Mafia Capitale” non è “una” casualmente contingente ed imprevedibile degenerazione del sistema o di una sua parte deviata e malsana; è solo l’apice penalmente rilevato di quell’iceberg di pluridecennale ombrosa para-burocrazia del sistema, alibi foriero di clientelismoe lobbysmoverticale. Fenomeno – ben percepito e subito dagli “onesti”, quanto omertosamente negato e praticato dai “conniventi” – che quotidianamente genera e consente, in carenza di adeguati anticorpi, la sua sistemica prolificazione, finanche a divenire costume sociale e quindi riflesso culturale nella vita cittadina, così anche radicalmente esasperando conflittualità tra avvantaggiati e diseredati.
E se vi è Mafia vi è anche mafiosità, ovvero quel contorno ambientale diffuso di atteggiamenti sociali e comportamenti politici che non arrivano ad assumere rilevanza criminale e quindi di cronaca (anche se invece lo meriterebbero), ma che collusivamente sottendono al clima di necessario sostegno a che si possano compiere gli atti più eclatanti. Mafioso quindi non è solo il big che finisce in manette, ma anche tutto quell’entourage che lo sostiene interessato nella costruzione e nella ramificazione del proprio potere.
In un partito democratico gli indirizzi politici e quindi le scelte organizzative si determinano in sede di Congresso, analizzando e discutendo i problemi, prefigurando obiettivi e soluzioni, candidando coerenti idee e persone.
Matteo Renzi lo ha fatto al congresso nazionale e in un certo senso – grazie alla rilevanza mediatica dell’evento – “usando” le primarie come cavallo di troia per scalare rapidamente e radicalmente un corpo partito fossile ed auto-conservativo, incancrenita eredità delle sue condizionanti origini fondative.
Partito tanto ottuso e chiuso in sé stesso da concorrere masochisticamente a prefigurare il suo ineluttabile destino, prima concependo, anzi abortendo, gli ignobili “respingimenti democratici” alle primarie 2012 e poi – dopo il flop elettorale e lo sbando conseguente – tentando di auto-tutelarsi, di fronte all’ineluttabile avvento del cambiamento renziano, anticipando la gran parte dei congressi locali rispetto alle primarie che avrebbero eletto il nuovo segretario.
In questo scenario, quei congressi hanno espresso quanto di peggio potevano esprimere in termini di corsa senza scrupoli a recintare il proprio orticello e consolidare il proprio fortino territoriale e di rappresentanza, per far contare il loro peso nelle sedi decisionali.
In quei mesi di quasi solitarie battaglie per una elementare legalità e dignità politica democratica, la nostra critica fu severa anche verso quei soggetti che posizionati sul versante renziano – certamente minoritario in quella fase – avrebbero fatto meglio ad investire su credibilità e coerenza di metodi, idee, obiettivi e persone volte a prefigurare il CambiaVersodella Politica e la necessaria rigenerazione di un nuovo vero OpenPd romano (sempre che fossero nei loro pensieri), piuttosto che perseguire il compromesso con navigati personaggi di potere e di apparato (ininfluenti per il risultato finale di Renzi) per ricavarne spiccioli di percentuali e conquistarsi cariche consociative, destinate – come poi è stato – ad essere commissariate.
professionismo del “Far Politica” o impegno per il Bene Comune ?
In democrazia la forma è sostanza. Essere minoranza e quindi parte con responsabilità di verifica, controllo e critica (possibilmente costruttiva) è fondamentale ed ha pari dignità ed importanza di chi – investito dalla maggioranza dei consensi in quel momento – è chiamato ad assumersi responsabilità di guida e quindi di scelta.
E questa mancanza di visione, di rispettoe di pratica abituale delle ragioni fondanti la democrazia – a partire dalla gestione del Partito e proiettate verso l’amministrazione della cosa pubblica – è evidente indicatore di quel modus pensandi consociativo che porta da decenni il proliferare delle condizioni di malgoverno del “Bene Comune“ e – in mancanza di una vera e sana dinamica di trasparenza e quindi di controllo in tempo reale – del perpetrarsi ineluttabile delle conseguenti degenerazioni anche in malaffare criminale.
Se anche il Pd del III Municipio è stato commissariato ci sarà dunque un perché?
Si, in questo quadrante di Roma, il Pd NON esprime da anni alcuna reale e significativa dinamica attrattiva e partecipativa democratica sul territorio e tra i cittadini.
Le cause sono certamente da ricercare nella governance, ossia nel rapporto tra quegli uomini e quelle donne che in questi anni hanno avuto l’occasione e la responsabilità di gestirlo, ma che evidentemente (probabilmente anche per attitudini, motivazioni e capacità) sono stati – tranne le poche eccezioni ben verificabili – più impegnati a consolidare il proprio fortino (spesso legato a discendenze familiari) per le ragioni di cui sopra, che a preoccuparsi del destino politico di un veroPartito Democratico nei nostri quartieri.
Ed in questo spirito sono state malgestite anche le numerose occasioni pubbliche rappresentate da primarie ed elezioni che in questi ultimi anni (2012/2014) avrebbero potuto rappresentare ben altro in termini di apertura e di crescita politica ed organizzativa.
Non servirebbe a cambiare nulla non analizzare e non mettere in discussione tutto ciò; come anche non servirebbero scorciatoie quali quelle di invitare gli stessi personaggi a farsi sostituire da “facce nuove”, riciclate o acquisite per cooptazione, ovvero di mantenere le condizioni pseudo-operative di un pachidermico corpo intermedio con anacronistici propositi di mediazione sociale, nel quale l’appartenenza o meno – oltre che nei casi di puro tesserismo – sia vissuta più in termini di Totem o di Tabù, anziché di confronto, dialettica e crescita culturale.
Il tema è reale e quotidiano ed è quello di ritrovare sul campo la dignità ed il valore della politica, quella che serve a perseguire le ragioni del tanto sbandierato, ma altrettanto troppo spesso maltrattato e dimenticato “Bene Comune”.
Serve quindi innanzitutto cambiare Metodo, introdurre meccanismi e modalità che privilegino la più ampia, libera e pluralistica formazione di Idee, la loro messa in gioco attraverso il confronto e la costruzione del consenso sulla loro effettiva percorribilità e la conseguente possibilità che queste Idee, emergendo, esprimano le Persone che per competenza e passione possano rappresentarle e perseguirle, andando così di fatto a selezionare e costituire una nuova classe dirigente.
Un partito democratico e moderno deve puntare ad essere un catalizzatore dinamico e naturale di istanze associative tematiche, interessate e capaci nel sostenerne le finalità; un soggetto aperto, attrattivo ed aggregante, proiettato dalla società verso le istituzioni.
E questo percorso deve essere attraversato da strumenti concreti di sistematica ed effettiva trasparenza e comunicazione circolare.
Per riorganizzare e rilanciare un vero Partito Democratico, in Italia, come a Roma e nel nostro territorio, ci vogliono coraggio, passionee determinazione …
Anche per questo, buon lavoro -davvero – a Matteo Orfini ed a Paolo Coppola !
… e ad majora Partito Democratico !
Carlo d’Aloisio Mayo
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… un po’ di cronistoria politica 2012-2015 sul territorio:
Di seguito i materiali prodotti dal team di MappailPd al termine del lavoro di mappatura dei circoli del Partito democratico di Roma, incarico affidato a Fabrizio Barca e al team dei Luoghi Idea(li) dal Commissario del Pd romano Matteo Orfini a dicembre 2014.