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Ecco le Olimpiadi a Roma: Maratona ATAC ! Corriamo a Firmare !

Martedì 19 al Nazareno si è riunita la prima Direzione del Nuovo Pd Roma aperta a tutti gli iscritti per discutere sul tema della mobilità a Roma.

Innanzitutto, complimenti ad Andrea Casu sia per il tema proposto all’odg che per la modalità di convocazione aperta a tutti gli iscritti romani … un bel segnale di discussione a porte aperte …

Sul tema del Trasporto Pubblico Locale è prezioso che si sia aperto un dibattito intenso nella Città … questo è accaduto in queste settimane soprattutto grazie alla campagna di raccolta firme sul Referendum www.mobilitiamoroma.it … alla quale già molti dirigenti e militanti democratici hanno aderito con la firma e con dichiarazioni pubbliche di sostegno e promozione … è questo un segnale importante di innovazione nel Metodo e di indirizzo verso un necessario nuovo percorso Politico capace di contaminarsi con le istanze sociali e civiche …

Il Referendum non è, non può e non presume di essere la soluzione di Tutto il problema, che è molto ampio e riguarda scelte politiche strutturali come metodiche di governance … ma è uno strumento reale e concreto che sta già consentendo la crescita civica della conoscenza e del confronto tra idee … quello di cui abbiamo bisogno !

Il Referendum è uno strumento istituzionale previsto dallo Statuto di Roma Capitale che – nonostante i plateali proclami di tutti sull’importanza della Partecipazione dei Cittadini – NON è stato ancora mai attivato da nessuno … la precedente occasione, purtroppo fallita, è stata quella sulle Olimpiadi: se si fosse sostenuta la raccolta firme la Città avrebbe potuto dire la sua e non subire 2 decisioni pregiudiziali opposte: prima il SI e poi il NO …

#Coraggio #PdRoma … scendiamo per strada … ricominciamo a dialogare con le Persone qualificando strumenti concreti con i quali superare i facili stereotipi, favorendo conoscenza e assunzione di responsabilità nel concorrere a decisioni di interesse pubblico.

Questo è esercitare il Potere di Fare Politica !

la Direzione straordinaria del Pd Roma del 19 Luglio 2017 sul tema Mobilità

La relazione del segretario Andrea Casu – approvata all’unanimità (con 2 astensioni) dalla prima Direzione del Nuovo Pd Roma – non indica solo e semplicemente “grande rispetto per chi firma il referendum” … rispetto che mi sembrerebbe implicito comunque, essendo – come ben chiarito da Roberto Giachetti – il Referendum uno strumento, istituzionalmente previsto dallo Statuto di Roma Capitale, in mano ai Cittadini e non di “qualcuno” (se non al limite appunto “promosso” in quanto tale …)

Purtroppo la stessa Relazione di Andrea non è (ancora ?) on line sul sito del Pd Roma, mentre invece sarebbe bene che lo fosse, così da non lasciare spazio a curiose interpretazioni parziali e soft … perché nello specifico del dispositivo – riletto da Andrea prima della votazione proprio per puntualizzarne il significato – oltre a “ragionevolmente” non voler vincolare tutto il partito, per rispettare la pluralità delle posizioni espresse, è però sottolineata esplicitamente “l’importanza del raggiungimento delle 30.000 firme entro il 12 agosto” … concetto che ha un valore politico ben preciso in quanto obiettivo politico funzionale a sostenere e sviluppare dibattito, progettualità e partecipazione, come la campagna di raccolta firme sta già producendo, sul tema della Mobilità … mi pare quindi evidente che il NON raggiungimento dell’obiettivo farebbe venire meno la condizione politica auspicata, limitando di molto la portata di ogni iniziativa successiva e rappresenterebbe paradossalmente un primo boomerang agli auspici del nuovo percorso democratico romano.

D’altronde, il significato che ho appena richiamato è stato ben espresso dallo stesso Andrea anche nell’intervista a Repubblica: “Noi vogliamo che i romani tornino protagonisti delle scelte – ha aggiunto ancora Casu – per questa ragione in queste ore molti nostri eletti e iscritti hanno deciso di aderire e impegnarsi nella raccolta firme del referendum dei Radicali. Come segretario del Pd, ritengo che l’obiettivo del raggiungimento della raccolta di firme sia auspicabile per tutti coloro i quali ritengono che i romani debbano avere la possibilità di esprimersi direttamente su quale futuro immaginano per il trasporto pubblico. Oggi chiedo al nostro partito non di dividersi su un sì o su un no al referendum, ma di lavorare insieme per definire politicamente la nostra proposta, guardando alle migliori esperienze nel mondo e alla storia della nostra città. Pensando non solo all’obiettivo del 2019, ma anche alle scelte e alle posizioni che devono essere assunte immediatamente per migliorare i servizi a vantaggio dei cittadini”. (Qui l’articolo)

Quindi, il fatto che il partito non sia impegnato formalmente in quanto tale nella mobilitazione non esenta e solleva dal significato dell’indicazione politica esplicitamente prefigurata da Casu e dalla Direzione: “l’importanza del raggiungimento delle 30.000 firme entro il 12 agosto“.

Per questo ritengo auspicabile e direi anche opportuno che – responsabilmente – i dirigenti territoriali – come sta accadendo in molti Circoli e Coordinamenti Municipali – (e quindi anche in III Municipio) assumano quanto meno il dovere di non omettere il senso dell’iniziativa politica in campo, agevolando – in termini di comunicazione e di organizzazione – le condizioni affinché Chi nel Partito lo condivida sia messo nella condizione di poter partecipare al raggiungimento dell’obiettivo di raccogliere le 30.000 firme entro il 12 agosto, come auspicato e ritenuto importante dal nostro segretario romano e approvato dalla prima Direzione del suo mandato.

Se il Referendum sarà in campo – come oggi pare possibile grazie alla mobilitazione di Chi ci ha creduto – le condizioni politiche per proporre progettualità di valore e alternative a quelle confusamente prefigurare dalla Giunta Raggi saranno ben più praticabili.

Mancano pochissime migliaia di firme e pochissimi giorni. Vale la pena farcela !

Carlo d’Aloisio Mayo

www.mobilitiamoroma.it

Ballottaggio Roma: Consenso vs. Dissenso !

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Roma è dal 1870 la Capitale dell’Italia. Ma dell’immensa nomea storica che l’ha resa in oltre 2000 anni la Città “Caput Mundi”, da capitale del più grande impero della storia a sede del Feudo temporale della più grande religione dell’umanità … sembra aver ereditato – senza nemmeno saperle oggi valorizzare troppo bene – solo straordinarie architetture, opere di arte e di patrimonio culturale. Una ricchezza quindi soprattutto statica, eterea, museale, speculativa, tutt’altro che fermento di vitalità sociale capace di rigenerarsi.

Ammesso che vi sia mai stata, considerando che per oltre 20 secoli Roma è stata governata pressoché solo da poteri autoritari – dai Re agli Imperatori, dai Papi finanche al Duce – nonostante la sua grandezza storica, oggi la Polis, il valore civico della comunità, la responsabilità sociale diffusa è percepibilmente inconsistente ed evanescente.

Le responsabilità sono della politica di chi ha malgovernato Roma in questi ultimi decenni, che oltre ad amministrare (più male che bene, visti i debiti consolidati) non ha saputo andare oltre un vacuo quanto sterile tentativo conservativo, piuttosto che invece saper concepire una visione di futuro per la Città, perseguendo lo sviluppo di un moderno processo partecipativo che favorisse la crescita di valori civici e culturali e di anti corpi realmente democratici.

Ma la responsabilità è anche di chi ha votato questa politica e questi politici. O per connivenza o per conformismo acritico e di appartenenza, come anche di chi si è astenuto dal votare per ignavia a volte anche mascherata da presunzione di superiorità, non votando alternative o non proponendosi come tale.

Le ragioni sono in quella infinita trama di poteri e sottopoteri corporativi, pagani e religiosi, che animano diffusamente quanto contraddittoriamente il tessuto sociale “romano”, almeno dall’inizio del secolo scorso.

Lobby opache che in un complesso incastro di piccoli interessi hanno via via strutturato il castello di un consenso viziato, nel quale la perversa logica del controllo con i mezzi del “potere” di poche migliaia di preferenze – complice anche della intrigata cooptazione della macchina amministrativa e di corpi intermedi pseudo rappresentativi – si è abilmente posizionata e sovrapposta a quella del voto dei più, determinando la classe dirigente che ha governato e controllato questa Città.

Oggi, il M5* coagula – legittimamente e comprensibilmente – la gran parte del dissenso verso tutto questo sistema, raccogliendo un consenso significativamente superiore alla sua media nazionale, frutto quindi, certamente anche di un apprezzabile lavoro civico di ascolto e di progettazione territoriale (che sono e dovrebbero essere per tutti i veri metodi del Fare Politica), ma certamente al di sopra dei suoi specifici meriti sul campo, in quanto, appunto, prevalentemente effetto della capacità di catalizzare la sommatoria dei demeriti altrui.

Al consenso/dissenso in tal modo raccolto, Virginia Raggi vedrà probabilmente sovrapporsi al ballottaggio anche quello di chi, non rinunciando al diritto/dovere del voto, andrà a votare nuovamente per esprimere una preferenza prevalentemente motivata da ragioni “contro” appartenenze competitor, piuttosto che “per” specifiche progettualità.

Progettualità per la Città nelle quali il M5* ad oggi, rendendosi conto delle enormi difficoltà da affrontare, naviga con estrema prudenza, forse anche insicurezza e certamente condizionato coraggio; tatticismo dovuto dalla necessità di andare a scoprire come realmente funziona la macchina amministrativa.

Gli attivisti penta stellati non scendono però dalla Luna; sono Cittadini come noi tutti, che hanno vissuto i pregi e i difetti di questa Città, ognuno per la propria parte e come tali vanno giudicati per quello che dicono e per quello che dimostrano di saper fare o meno.

Come in ogni nuova comunità che si affaccia sulla scena, le possibilità di contaminazione e inquinamento sono endemiche. La differenza e l’immunità dai rischi, non possono però anche in questo caso essere una pregiudiziale né ideologica né autoritaria; possono essere garantite solo dal Metodo con cui ci si organizza e si lavora.

In questo, il centralismo personalizzato in Grillo e nella Società di Casaleggio – e rivendicato nel “Movimento” come ruolo di “garanzia” – rappresenta paradossalmente una contraddizione in termini di democrazia; esprimendo e “comunicando” un valore di effettivo “autoritarismo”, per alcuni è letto come ragione rassicurante (chi “sbaglia” o anche solo “forse sbaglia”, paga subito! qualsiasi sia lo “sbaglio”, senza contraddittorio e senza appello), mentre per altri è comprensibilmente percepito come arrogante ed inquietante limite oggettivo al pluralismo dialettico e relazionale, valore basico di un reale sistema democratico. Il concetto monocratico del presuntivo “solo noi siamo onesti” è eticamente e storicamente inaccettabile.

Dall’altra parte il radical-democratico Roberto Giachetti, della cui qualità e integrità personale e politica parla la sua storia e che in questi mesi ha svolto una campagna significativamente innovativa e qualitativa in termini di metodo, praticando l’ascolto diffuso sul territorio e sviluppando una progettualità ampia, innovativa e partecipata.

Un lavoro Politico finalmente vero, serio e concreto, questo sì da extra terrestre rispetto ai format a cui siamo stati abituati e che hanno ridotto il Pd romano nello stato di commissariamento vegetativo, dopo essere stato la terra dei fuochi di una parte (non tutta) di alcune delle vicende di malaffare emerse e mediaticamente etichettate come Mafia Capitale.

Fenomeni deviati riconducibili nient’altro che ad una delle molteplici e solo più recenti forme con cui per decenni si è sviluppata la connivente Mafiosità Partitocratica del Sistema, generando il disastro della Città, come tutte le ragioni del dissenso oggi diffuso.

Per Roberto Giachetti, partito perdente, tre mesi di lavoro fatto bene, rischiano comunque di non bastare per ricostruire un consenso maggioritario devastato nell’immaginario comune da anni di inadeguatezze; ogni suo voto conquistato è certamente frutto del suo lavoro.

Non molti saranno poi i voti a suo favore derivanti da una pregiudiziale verso il M5*. In fondo il luogo comune del “tutti gli altri non sono stati capaci, proviamo con loro” trova le sue ragioni nella più spontanea semplificazione popolare.

Lo statuto del Partito Democratico è fondativo di un soggetto che aspira ad essere tale, ma, almeno a Roma, questo ancora non è accaduto; il lavoro di Giachetti potrebbe averne prefigurato il nuovo scenario, certamente però tutto ancora da costruire.

Per far tornare a far vivere Roma, chiunque vinca (e vinca il migliore !), occorre comunque che vincano le ragioni del Consenso per – non quello delle appartenenze tout court, ma quello capace di generare e favorire scelte responsabili e partecipate – rispetto a quelle del più facile, mediocre e sterile Dissenso contro“.

Carlo d’Aloisio Mayo

Favole politiche del terzo millennio: Romolo e Remo

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Il 19 giugno a Roma si svolgerà il ballottaggio per il nuovo sindaco di Roma. Anche se tutti credono che detto ballottaggi sarà tra Roberto Giachetti e Virginia Raggi, in realtà il ballottaggio sarà a tre. Ma chi è il terzo contendente?…

Il suo nome è Romoletto Ignavone …

Quest’ultimo sarà il sicuro vincitore perché avrà una maggioranza di circa il 55% degli aventi diritto al voto.

Ignavone Romoletto è il capo del partito degli ignavi che se ne fregano della politica, degli altri, e pensano solo a se stessi ed ai propri interessi, e quindi ben si guardano del perdere una ora della loro vita per andare a votare, … per loro …. parole come la solidarietà, la collettività, il prossimo…sono termini sconosciuti del vocabolario.

Il Tempio della Leopolda, questo nostro gruppo socio politico, poi, per loro. è solo una casa di cura per dementi mentali.

Per costoro Roberto Giachetti o Virginia Raggi sono solo persone avventurieri che pensano a fare i loro interessi e quelli di una certa casta e mirano solo al proprio prestigio individuale.

Fin dai tempi lontani Dante Alighieri, nella sua famosissima opera: “L’eterna umana commedia” scelse tali ignavi come protagonisti di tutti i secoli passati, presenti e futuri. Se l’uomo è un essere sociale, che si sottrae ai suoi doveri verso la società, non è degno, secondo la riflessione dantesca, di alcuna considerazione … Romoletto Ignavone sarà il sicuro vincitore del ballottaggio …

Egli però al momento di indossare la fascia tricolore del sindaco di Roma, erede dopo 2751 anni di Romolo, farà un passo indietro ed allora toccherà al secondo arrivato l’onore e l’onere di quella fascia, per governare Roma dopo 2751 dalla sua fondazione.

Quì finisce la favola … e dal 20 giugno comincerà la nuova realtà.

Domani si Vota.

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Caro Roberto, ti ho scritto all’inizio, lo faccio anche alla fine di questa lunga campagna elettorale.

Lo faccio per la stima e l’amicizia storica e politica che mi lega a te. Lo faccio anche per amore e rispetto verso i valori della politica, della Buona e Concreta Politica, in cui credo e che tu hai sempre dimostrato di voler e saper praticare, che sono quelli anche del rispetto della verità delle Idee, ma anche della moralità e dell’onestà intellettuale di riconoscerla e di non tacerla, anche quando è scomoda o potrebbe non convenire sostenerla …

Marco ne è stato Maestro, Marco ce lo ha testimoniato … con le mani vuote di bottino … e tu ne sei degno e coraggioso allievo.

Domani si vota. Domani raccoglierai i frutti del tuo impegno straordinario di queste settimane, di questi mesi, da quando hai accettato di metterti in gioco in una sfida quasi impossibile, tutta in salita e piena di ostacoli.

Un fardello demerito di altri, demerito di chi, in questa politica con la “p” minuscola, come nel Partito che dovrebbe essere il Partito Democratico di Tutti, ha praticato o comunque colluso a lungo con metodi della Brutta e della Cattiva Politica, quella che ne mortifica la nobiltà, che ne altera le regole, che ne condiziona la qualità della vita di ciascuno di noi, che ne fagocita – non casualmente – il disamore, l’indifferenza, propagandando e favorendo di fatto massimalismi e demagogie populiste in nome dell’ “anti” e del “contro” …

La stessa sfida che accettò Emma 6 anni fa.

Chissà perché quando le cose sono messe male, nel Pd, in questo Pd romano ancora “storto” (non è cinismo ricordare che è ancora commissariato da 18 mesi …), non si fa avanti nessuno, allora si cerca e si trova solo chi ha un pedigree radicale, un’identità sana e spendibile …

Mentre quando il vento tira in poppa, allora i radicali tornano scomodi …

Lo voglio ricordare ancora una volta (sempre per quel maledetto rispetto della verità …): Emma, con il flusso elettorale in controtendenza dopo la vicenda Marrazzo, perse, prendendo però più voti di quanti ne prese 3 anni dopo Zingaretti per vincere facile dopo il disastro Polverini …

Ed il caro Nicola in quell’occasione, ritenne opportuno, in nome del “cambiamento”, nell’affermare propagandisticamente di “far fuori” i vergognosi consiglieri uscenti del Pd (poi pero quasi tutti premiati con l’elezione a Parlamentari o a Sindaco) … “opportunamente” liberarsi dei consiglieri Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, scomodi rei di aver scoperchiato il consociativismo partitocratico che regnava in regione …

O come l’ineffabile Pierluigi Bersani che nel 2004 volle evitare intese elettorali con i Radicali perché, lo ricordo, disse che voleva prefigurarsi una legislatura “tranquilla” … da grande statista, la storia a breve gli dimostrò che non aveva capito molto di quello che stava accadendo …

Hai vissuto queste settimane, questi mesi, imponendo il tuo metodo, il tuo stile; metodo e stile che la tua storia ben rappresenta …

Hai impostato l’ASCOLTO come condizione prioritaria, ma non per farti vedere in giro facendo finti sorrisi e stringendo mani di circostanza o dare risposte di convenienza … piuttosto, prendendoti magari anche insulti (a nome di altri), lo hai fatto per capire la città, per capire il pensiero delle persone, la dimensione dei problemi della comunità, … e su questo ascolto hai tessuto la ricostruzione di una progettualità civica, partecipata, condizione ineluttabile per costruire un consenso vero, non quello frutto di stereotipate promesse di facciata o peggio dei soliti ben noti interessi sotterranei di questa o di quella lobby o corpo intermedio che sia …

Ecco, forse il fatto di non aver ricandidato alcuni vecchi personaggi della politica romana ti farà indirettamente perdere alcuni voti, quelli delle loro preferenze cristallizzate (che probabilmente saranno andati a cercare altre sponde di rappresentanza …), ma penso e spero che ne potrai conquistare altri sulla base della stima verso di te, verso l’idea che possa rinascere una vera Buona Politica Democratica …

Detto questo, mi sento di essere altrettanto consapevole che non possono bastare alcuni mesi di buon metodo di lavoro democratico per ricucire criticità frutto di anni di errori (non tuoi, ma del Pd si)

Come anche mi sento di dover e voler evidenziare come anche in altri schieramenti vi siano persone, non solo per bene (l’onestà la si misura sul campo, non è un brand proprietario, come il Di Battista rivendicava urlandola incautamente in faccia a Riccardo Magi), ma anche capaci di cogliere costruttivamente i valori e i bisogni della Città …

Il problema è che però spesso a vincere non sono i migliori, perché nella costruzione semplificata del consenso a cui siamo abituati sono spesso le scorciatoie strumentali quelle che portano più facilmente i voti …

Uno degli obiettivi prioritari per rigenerare Buona Politica deve invece essere proprio quello di ridare valore alla partecipazione, che non può interessarci solo quando si va ad elezioni, ma che deve significare restituire Metodo alla Politica e questo vuol dire comunicazione circolare, ascolto e responsabilizzazione nella condivisione dei momenti decisionali, voto non solo per delegare rappresentanze, ma anche per decidere e scegliere su temi importanti, favorendo così effettivo protagonismo e responsabilità nella vita civica …

Posso testimoniare che anche nel tuo staff (non anonimo come quello di altri… 🙂 ) nel proporre anche al tuo programma la progettualità (piuttosto ri-evoluzionaria) per il #MadeinRome sulla quale insieme a centinaia di altri operatori economici e culturali stiamo lavorando da diversi anni … ho riscontrato attenzione e intelligenza inclusiva potendomi relazionare con persone come Gianpaolo Manzella (che già conoscevo) o come Andrea Bernardi (che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione) … ritrovando recepito nel Tuo programma, oltre a diversi altri spunti innovativi da noi proposti a partire dal tema identitario, quello che nel progetto #MadeinRome rappresenta l’incipit da noi delineato e presentato oltre un anno fa quando il progetto fu premiato come “Idea Capitale per Roma”: il big bang per un nuovo modello economico e culturale della Città, capace di coniugare in chiave innovativa i valori dell’artigianato creativo romano, riqualificando ed attivando Luoghi simbolo del centro e della periferia, a partire dal combinato disposto delle Botteghe del San Michele a Ripa e dell’ex Arsenale Pontificio di Porta Portese !

Ma, avendoli conosciuti personalmente in relazione ai temi dell’impegno progettuale #MadeinRome, anche per par condicio, mi sento di citare alcune persone “in gamba”, tra le tante presenti su altri fronti elettorali: Massimiliano Giannocco con la Meloni, Paola Mattoccia con Marchini, Enrico Stefano con i 5*, Andrea Valeri con Fassina, …

Ben venga quindi una Buona, Bella e Concreta Politica fatta alla luce del sole, senza pregiudizialità, lobbysmi e strumentalità.

Buon 5 giugno Roberto, comunque vada sei stato degno della tua storia.

Ti abbraccio

Carlo

PS – Vorranno però ben significare qualcosa gli endorsement-spot di Buzzi a favore di Riccardo Magi, registrati però un anno prima che scoppiasse lo scandalo di Mafia Capitale ! Perché Buzzi non cita un consigliere comunale del Pd ? Perché Buzzi non cita un Consigliere della destra ? Perché Buzzi non cita un Consigliere della lista Marchini ? Perché Buzzi non cita un Consigliere del M5* ?

con Simona Sortino, Cittadina non “politica” per il III Municipio !

Simona Sortino

Ho 43 anni, sono nata a Londra e vivo da sempre a Montesacro con mio marito e i nostri due figli. Sono una psicologa e non ho mai aderito ad un partito politico, pur essendomi impegnata nel territorio, svolgendo in questi anni il ruolo di presidente del comitato di quartiere Città Giardino e di vicepresidente del consiglio dell’Istituto Comprensivo Piazza Capri.

Ho accettato di candidarmi per proseguire con più forza e insieme ai cittadini il mio percorso civico nelle istituzioni, avendo chiaro che le azioni dell’amministrazione devono essere il risultato dell’ascolto continuo della cittadinanza e delle realtà territoriali.

Le mie priorità per il territorio saranno la tutela della sicurezza urbana, il contrasto alla microcriminalità diffusa e la lotta al degrado e all’inciviltà. Dobbiamo saper uscire dall’urgenza e dall’emergenza, migliorando la gestione delle risorse economiche e condividendone le scelte con la cittadinanza attraverso lo strumento di un vero bilancio partecipativo.

La mia attenzione sarà rivolta in particolare alle esigenze dei bambini in ambito scolastico e sociale, a quella delle donne, degli anziani e delle categorie con disabilità psico-fisica. Inoltre vorrei istituire il portierato di quartiere, un punto di riferimento per le segnalazioni e di aiuto ai cittadini nella soluzione dei problemi quotidiani.

Simona Sortino e Riccardo Corbucci

Giunta e Programma di Bob Giac

Roberto Giachetti

la Giunta Giachetti !
1. Livia Turco, welfare
2. Silvia Scozzese, Bilancio
3. Lorenza Baroncella, Rigenerazione Urbana
4. Carla Ciavarella, Patrimonio
5. Claudia Servillo, Ambiente e Rifiuti
6. Stefania Di Serio, Mobilità
7. Francesco Tagliente, Sicurezza
8. Marco Rossi Doria, Scuola
9. Marino Sinibaldi, Cultura e Turismo
Alfonso Sabella – Capo di Gabinetto del Sindaco

il Programma di Roberto Giachetti Candidato Sindaco Roma 2016-2021

SI PARTE per ROMA ! (scendano i portoghesi della Democrazia)

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Un tempo lì c’era una stazione.

Forse è solo una coincidenza. O forse un segno.

In fondo la campagna elettorale è come un viaggio: duro, difficile, ma appassionante e straordinario.

Ma il viaggio continuerà anche dopo, per dare corpo alle Idee, alla responsabilità della conoscenza e della condivisione, alla Politica del “Fare Bene Comune” – radicalmente democratico, trasparente e partecipato – per dare nuova nobiltà di valore alla parola e nuova dignità di cittadinanza alla Comunità; nuova prospettiva di Rinascita per la Città.

Ognuno dovrà fare fino in fondo la sua parte, alla pari: chi si candida per assumersi una responsabilità rappresentativa e chi vuole legittimamente svolgere il suo ruolo – critico e costruttivo – di Cittadino.

Si parte dalla «Stazione Giachetti» in via dello Scalo di San Lorenzo 8, domani giovedì 14 aprile alle 18.

PS – Un consiglio. Chi si appresta a ripercorrere vecchie logiche per fare i suoi piccoli o grandi Affari, facendo danni alla Città e degradando l’immagine della Comunità di PERSONE PER BENE che vogliono impegnarsi per rigenerare un Nuovo Vero Partito Democratico romano, fa meglio a restarsene a casa. Per parte nostra (anche) questa volta (e con più nettezza) non faremo sconti a nessuno … Emoticon smile e con Roberto Giachetti non troverà pane !

Concetto chiave: “Polis”, innovare la Politica per una “Comunità della Ragione”

Polis Innovare la Politica

Lettera Aperta a Roberto Giachetti

Caro Roberto,
spero tu possa trovare qualche minuto per leggere fino in fondo queste mie righe che sono personali, ma per questo altrettanto politiche ed ovviamente finalizzate a cercare di darti una mano, vera, non solo per ragioni di stima verso di te, ma anche per le Ragioni della Politica per bene e per fare bene.

Ho il piacere e l’onore di conoscerti dai tempi di Torre Argentina, 18 (+/- dal 1978/79 credo …)

Tu della Politica ne hai saputo fare una straordinaria e coerente ragione di impegno primario; io ho cercato di viverla nel mio quotidiano come passione ed esperienza costruttiva.

Credo che in entrambi, fatte le debite proporzioni, il DNA radicale sia stata la linfa per fare Politica vera, non politica per il Potere.

Non puoi immaginare quanto abbia anch’io amato scoprire ed ammirare il quadro senza tempo nel quale hai voluto e saputo far incontrare Marco e Matteo.

Come te, ho infatti anche il difetto di essere renziano della primissima ora; alle primarie 2012, ti assicuro, nel mio Municipio (il III) eravamo in 4 (quattro) a fare iniziativa per sostenere le ragioni della politica coraggiosamente proposta da Matteo ed abbiamo preso schiaffi (anche veri) da tutto il Partito, soprattutto dagli stessi che ancora oggi sono lì, in prima fila, “renziana”, ovviamente.

A dicembre incontrando Rita gli dissi che temevo per la tua ipotesi di candidatura.

Conoscendo (ahimè) il Pd romano ne vedevo tutti i rischi solo per te; né più né meno gli stessi che avevano già “fregato” Emma.

Lo sai bene, solitamente i radicali vengono evitati, sono piuttosto scomodi, ma non è la prima volta che il Pd nelle situazioni più critiche, non trovando altre storie che ci possano mettano la faccia, va cercando la credibilità di un radicale.

Solo che poi vengono fuori le solite altre logiche e succede che Emma perde per pochi voti perché una certa parte del Pd non aveva subdolamente “interesse” a sostenerla; ma guarda un po’ però Emma, in piena ondata sfavorevole post Marrazzo, prende più voti di quanti ne serviranno 3 anni dopo al “grande” Zingaretti per divenire presidente, in piena ondata favorevole post Polverini (nessuno ricorda mai questo dato: 1.331.375 vs. 1.330.398).

Ecco, ora tu ti trovi in piena ondata sfavorevole post Marino, ma anche post Mafia Capitale, post Pd romano commissariato, post consiglieri che vanno dal Notaio per far dimettere il proprio Sindaco … insomma più difficile di così non poteva capitarti …

Rita invece mi sorprese (al solito) dicendo “Magari !”, che se te lo avesse chiesto Matteo lo avresti fatto (le tue parole a lei).

Certo il coraggio della sfida apparentemente impossibile è nel DNA radicale ed è incarnato in te, nelle lotte con cui hai testimoniato il tuo valore.

Però, con tutta sincerità e in onestà intellettuale, penso che oggi per vincere (e poi soprattutto per governare) a Roma non basti solo il tuo coraggio, la coerenza della tua storia personale ed anche l’appoggio e il riflesso positivo del lavoro su scala nazionale di Matteo & C. , … la condizione è certamente preziosa, necessaria, ma non sufficiente …

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Tu stai girando per la Città e lo sai meglio di me; la gente è arrabbiata, delusa, disincantata, forse non del tutto rassegnata come dici tu, ma spesso anche ironicamente beffarda, … nei miei contatti in tanti esprimono parole di apprezzamento per te … ma poi aggiungono che il “resto”, gli “altri”, il “partito” … e al meglio sorridono sarcastici per non offendere …

Questo è certamente un tema serio. Non è questo il momento di parlarne, ma un partito che arriva ad essere commissariato non è certamente spendibile come democratico; la verità delle responsabilità diffuse (ma molto diffuse) andrà radicalmente affrontata se se ne vorrà uscire in dignità e credibilità … per generare un Vero Partito Democratico.

Al congresso romano, da radicale, da radicalmente democratico feci la mia parte … insieme a pochissimi altri … per denunciare connivenze trasversali nella copertura della logica dei circoli di puro potere, dei congressi fantasma, dei tesseramenti da bar sport … ma anche allora indifferenza e schiaffi … per poi veder subire la verità con il commissariamento e lo scandalizzarsi con Barca …

Oggi e a Roma a maggior ragione, sempre meno il consenso politico va radicalizzandosi secondo i vecchi schemi di sinistra, centro e destra, sempre più secondo riflessi di identificazione con i benefit o i vizi del Potere …

E in questo quadro prevalente, nella città si stanno delineando tre ambiti di opinione:

– quella degli indifferenti e dei demotivati, in crescita, che probabilmente non voteranno o se voteranno lo faranno facendo scelte poco mediate … frutto forse anche di possibili reattività (per fatti positivi o negativi) negli ultimi giorni …

– quella degli appartenenti a qualcosa, per affetto, per ideologia o per interesse, che fanno più che altro il tifo alzando e sventolando bandiere (componente sempre più minoritaria) … ambito con pochi margini di spostamento … se non per le dinamiche del ballottaggio …

– quella del civismo a vario titolo, ossia di chi ha esaurito le batterie della fiducia verso le forme troppo strutturate della politica, dei corpi intermedi, del sistema pubblico istituzionale, del consenso per schieramento … che si sta orientando sulla base di progettualità ritenute sostenibili …

E’ evidente come quest’ultima sia l’area più fertile su cui puntare ed in questa emergono situazioni competitor complementari; quella più popolare, di rabbia e protesta, ma anche molto giovanile e in parte intellettuale, che si muove soprattutto verso il M5* … quella più borghese, ben pensante, ma anche fatta di competenze mature, che si esprime con interesse verso Marchini … e quella verso la Meloni che raccoglie consenso sia tra la borghesia nostalgica che nel disagio sociale …

Roberto Giachetti

Con la tua candidatura, con la tua personalità, con la tua azione hai certamente già fatto riavvicinare una parte del consenso crollato nei mesi scorsi … non so quanto, ma non basta ancora per vincere … nei prossimi due mesi occorre riuscire a convincere soprattutto l’opinione più civica, e forse conseguentemente – per conquistata maggiore credibilità complessiva – poter puntare anche ad attrarre almeno una parte del probabile non voto.

Non sta a me darti consigli, anche perché sono certo che se – da Radicale e da Democratico – ti sei impegnato in questa impresa (quasi impossibile in partenza) non è per servire il partito ma è per servire alla Tua Città !

E tu stai già lanciando messaggi significativi in tal senso. Così come per cultura e stile sai bene che la politica di criminalizzazione dell’avversario come nemico non ha senso politico vero, è indice di pochezza e serve a racimolare pochi voti … forse anche perdendone di più …

Oggi il “nemico” sono i problemi e i difetti di Roma, legittimamente incarnati nell’immaginario comune in chi l’ha governata in questi ultimi anni, … gli avversari, sopratutto i principali, tutto sommato possono dimostrare di essere più o meno capaci nell’affrontarli … Ma questa è la vera sfida, la Credibilità, non solo di un singolo, ma di un Progetto !

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Certo i problemi di Roma sono tanti, complessi e cronici, … ma non sono nemmeno piovuti dal cielo ! … sono la conseguenza dell’incancrenimento auto-referenziale e auto-conservativo di un metodo e di un sistema di poteri diffusi, impermeabili, che hanno anche condizionato la cultura e l’agire politico … e quindi la formazione del consenso.

Questo sistema però non è astratto, impalpabile, solo sterilmente evocabile … è costituito di fatti, di modi di agire, di soggetti e di persone, di nomi e di cognomi che hanno abitato ed abitano le leve decisionali, a vari livelli, da quelli politici a quelli amministrativi e istituzionali, praticamente promiscui anche con quelli degli altri corpi intermedi, i peggiori, perché a differenza dei partiti nessuno li mette mai in discussione, non hanno vere forme elettive aperte, non entrano nemmeno in competizione nella raccolta del consenso (vai a vedere come si forma la rappresentanza in Camera di Commercio ! … non a caso già nel primo programma di Matteo se ne delineava la necessità del superamento …)

Questi soggetti coprono ruoli di responsabilità e al tempo stesso di rappresentanza per carriera, per investitura oramai cristallizzata, ma nella realtà sociale sono marginali, se non per quello che risponde alla perversa logica degli “amici degli amici” … sono lontani dalla comunità, ma ne amministrano le risorse pubbliche destinate …

Roma ha invece innanzitutto bisogno di riconquistare la sua dignità, la dignità di essere una Polis, una Comunità della Ragione, in base ad un ordine non calato dall’alto, nella quale i Cittadini si sentano parte attiva, decisionale e quindi anche responsabile e responsabilizzata, non solo nei momenti elettorali, ma nella quotidianità delle scelte … per ritrovare anche la propria ragione e realizzazione identitaria, nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del Bene Comune …

Polis Innovare la Politica

Oggi, sopratutto in ambito di new economy, si parla diffusamente di “innovazione” … come strumento di disintermediazione e di accelerazione verso i risultati … invece la Politica è involuta su se stessa da decenni, degradando e screditando il valore di nobiltà della parola stessa.

L’innovazione, a partire da quella tecnologica, non rituale o strumentale, ma finalizzata a qualificarne diffusamente metodo partecipativo e processo decisionale, va applicata da subito anche alla politica !

Non solo Profili e Documenti per un formale atto di trasparenza, ma anche problemi, idee, progetti, programmi, competenze di candidati ed eletti, opportunità, dibattiti, consultazioni, processi decisionali, assunzioni di responsabilità, … possono essere oggi resi dinamicamente disponibili, comprensibili, misurabili, reputazionabili, valutabili e condivisibili con un clic !

Pensa quanto potrebbe cambiare la Città e la Cultura Politica di ogni Cittadino se ognuno di noi fosse responsabilizzato e reso protagonista del proprio “metro quadro civico” ?

Insomma, Roma è ancora ricca di competenze, di eccellenze, di storie, idee e capacità che possono fare la differenza rispetto ai logori meccanismi della politica partitocratica, della quale e nella quali in tanti, in troppi ne hanno fatto un “mestiere”, una ragione promiscua di carriera personale (a volte anche di lavoro, pure per incapacità nel “saper fare” altro) … piuttosto che di passione disinteressata e di impegno civico.

Apriamo la caccia al tesoro !

Un solo consiglio, quindi: ampliamo e qualifichiamo la squadra e i contenuti oltre il Pd romano, cominciando così anche a ricostruire una nuova storia politica per Roma !

Ti abbraccio.

Carlo (d’Aloisio Mayo)

Economy Dem: START UP ROMA – Economia e Cultura per la Global City

Economy Dem - Start up Roma

#ECONOMYDEM
Comitato di Economia per Giachetti sindaco

Invita al meeting
START UP ROMA
ECONOMIA E CULTURA PER LA GLOBAL CITY

Roma, 24 marzo 2016 – ore 18,00 – via La Spezia, 83

Intervengono
Emma FATTORINI
Senatrice della Repubblica

Emiliano Sciascia
Presidente IV Municipio

Valeria Vitrotti
Candidata Presidente VII Municipio

Introduce
Luigi Gentili
Coordinatore di Economy Dem

Modera
Carlo Cataldo
Segretario Circolo G. Mazzini

È stato invitato Roberto GIACHETTI, candidato Sindaco a Roma

Testimonianze
Giuseppe Calicchia, Roberto Meomartini, Agatino Grillo, Corrado Cutrufo, Carlo d’Aloisio Mayo, Pasquale Iaquinto

Programma
L’economia del neo-artigianato
Industria culturale e turismo
Il terzo settore e l’impresa sociale
L’export e le PMI
Lavoro e nuove professionalità
Trasparenza e legalità

Matteo Renzi, Roberto Giachetti, Marco Pannella

Matteo Renzi - Roberto Giachetti - Marco Pannella

… per l’intensità e la densità che esprime, i particolari, l’ambientazione, i volti, … potrebbe sembrare un dipinto di altri tempi e invece è di oggi … una foto che ha (e avrà) un valore storico come poche altre … è l’incontro tra tre generazioni, tra tre leader diversi e simili al tempo stesso … tre Uomini che sanno rendere vera la politica (piaccia o non piaccia) … in nome di ciò in cui credono … mettendoci la faccia, l’intelligenza, il corpo, il cuore, l’anima, … grazie a Roberto per averne promosso e voluto, amandolo, l’incontro …

Che poi potrebbe essere un qualunque posto nel quale semplicemente osservare l’effetto che fa. Filippo ci ha immortalati così mentre il ‘vecchio’ ci ospita nella sua ‘osteria’ e parla di futuro, di programmi, di Politica. E nell’anima ribolle incontenibile l’amore per questo momento che, per quanto desiderato, mai avrei immaginato così intenso, così vero, così vivo.

Roberto Giachetti

Primarie per far Vincere Roma ! … non per “solo” Partecipare …

Democrazia-senza-cittadin Roberto Giachetti Morassut

Cari “Roberto”

… chiedere e praticare la Democrazia è l’unica strada per riconquistare credibilità e perseguire risultati sostenibili con il consenso …

… se le vostre candidature vogliono essere vincenti per Roma (e non di difesa di uno status quo residuale di un vecchio gruppo dirigente) … occorre armarsi di molto coraggio ed uscire dai logori schemi interni al vecchio Pd romano per aprire la politica alla ricchezza delle competenze che ancora animano questa Città …

… detto francamente troppi comitati sembrano scacchieri di riposizionamento di chi “ha già dato” e continua a “cercare” … fare politica non è una prescrizione medica né un investitura divina … e sarebbe miope non essere consapevoli che Roma “abbia già pagato troppo” per queste logiche e non ci siano più “tempi supplementari” …

… se voi “Roberto” volete fare la differenza e ridare dignità a questa Città, cominciate con il praticarlo visibilmente, prendendo le distanze dai protagonisti del “già visto” e sostenendo ogni strumento e metodo che favorisca la trasparenza, la partecipazione e la selezione delle idee e delle persone in base alla conoscenza e misurazione del merito !

… a cominciare dalle Primarie Municipali, dal Referendum sulle Olimpiadi, dalla pubblicazione on line dei progetti e dei profili delle candidature a Vostro sostegno !

… che sia un Buon Lavoro … per Roma !

Carlo d’Aloisio Mayo

Consigli (non richiesti) a Roberto Giachetti

Roberto Giachetti Sindaco

di Renato Giallombardo

Roberto Giachetti a Roma ha una grande opportunità. Oggi gode di apertura di credito in molti ambienti della città. È un candidato credibile e questa credibilità nasce dalla sua storia, dalla sua onestà, dalla sua indipendenza e dalle sue capacità politiche. Conosce bene Roma e non solo perché “è romano e romanista”. Ha contribuito ad amministrare la città in una delle giunte più efficaci del suo recente passato e soprattutto nutre affetto sincero per i suoi luoghi. Un capitale questo che oggi può e deve spendere per Roma come candidato Sindaco (il maiuscolo non è casuale).

Ma tutto questo importante capitale reputazionale è soltanto la precondizione per riconsegnare dignità al Partito Democratico di Roma dopo il lavoro di preparazione svolto. È fondamentale. Non sedime di cultura. È condizione primaria, necessaria ma non certo sufficiente a far ripartire una città che innanzitutto ha esigenza di una grande rivoluzione culturale. Un filosofo tedesco diceva che al principio della speranza va contrapposta un’etica della responsabilità, etica questa strettamente connessa alla politica che non perda mai di vista le conseguenze dell’agire. É su questo terreno che si misurerá la sfida del futuro sindaco.

Per questo sarà necessario un immediato segnale di metodo che sia al contempo inclusivo e selettivo, che segni una strada chiara, certa e comprensibile. Un nuovo metodo nell’organizzazione, a partire dai suoi primi passi elettorali, che faccia comprendere il modello Roma che ha in mente.

Un metodo nella selezione delle candidature, nell’individuazione del gruppo di lavoro, nella presentazione del programma per la città. Candidature che portino in dote un consenso libero, formato sulle competenze, sulle idee, sui progetti, sull’impegno civico e politico, trasparente e incondizionato. Roma ha innanzitutto esigenza di un metodo di lavoro nuovo che le consenta di raggiungere risultati in tempi brevi, uscendo da quella palude che impedisce al suo tessuto di credere di potercela fare. Sarà innanzitutto sul metodo che si misureranno le capacità di Roberto Giachetti. Sul metodo nel costruire una nuova proposta politica credibile e vincente. Sul metodo di come far crescere una nuova idea di politica. Sul metodo di formazione del consenso e individuazione di un nuovo percorso per realizzare i progetti. Sarà questa la sfida che Roberto Giachetti avrà di fronte a sé nei prossimi mesi.

Ma Roberto Giachetti avrà un solo un colpo in canna. Se saprà spararlo nella direzione giusta colpendo duramente chi ha sfruttato questa città, anche tra coloro che vestono la sua maglia, rottamando circoli, consorterie, lobbies e amicizie “particolari” avrà la chance di passare alla storia come il Sindaco del rinnovamento.

Purché dal principio della speranza si passi al coraggio della responsabilità. E sappiamo per certo che a Giachetti il coraggio non manca.

l’intervento di Renato Giallombardo, pubblicato su Formiche.net