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Ius soli, la lettera a Mattarella di #Italiani Senza Cittadinanza: “Presidente, non lasciateci soli ancora una volta”

A scriverla dopo che al Senato è mancato il numero legale, sono le donne del movimento, le dirette interessate e tra loro, le più giovani: “Il quadro che consegnerebbe al Paese la rinuncia a discutere in aula la riforma della cittadinanza è ben diverso da quello che si presentava all’inizio della legislatura”


Lettera aperta del Movimento #ItalianiSenzaCittadinanza in merito al DDL 2092 di riforma della legge della cittadinanza italiana, Legge n. 91 del 1992

Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella,

Egregio Presidente della Repubblica,

Oggi, 27 dicembre, ricorrono i settant’anni della promulgazione della Costituzione del nostro Paese. In una giornata così bella e fondamentale per le nostre vite e per la nostra democrazia, è nostro dovere ricordarLe come molte e molti di noi abbiano imparato a conoscerla tra i banchi di scuola, imparandone i valori fondamentali di libertà, uguaglianza, pace, rispetto, imparando a diventare di fatto cittadini e non più sudditi, secondo gli auspici di Piero Calamandrei e le opportune circolari ministeriali che spingono i docenti a seminare semi di cittadinanza attiva nei loro allievi e nelle loro allieve.

Tutti e tutte noi l’abbiamo letta, riletta e riscoperta in questo anno di mobilitazione a favore della riforma della cittadinanza, ci siamo riconosciuti profondamente nei suoi valori, e in particolare nell’articolo 3, il cui secondo, magnifico comma, concepito dal padre costituente Lelio Basso, che recitando ” […] E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” , prospetta un orizzonte di riduzione delle diversità e di accesso ai diritti fra le varie componenti della Nazione e di progressivo ampliamento dei diritti e della platea degli aventi diritto come inscritto nell’intelaiatura profonda della Repubblica.

Caro Presidente, concorderà con noi che il 23 dicembre la Repubblica ha fallito nella rimozione di questi “ostacoli”, mantenendo di fatto una distinzione netta tra cittadini e non, basata su una concezione prettamente elitaria ed economica della cittadinanza.

La cittadinanza è qualcosa di più di un diritto. La grande filosofa Hannah Arendt l’ha definita «il diritto ad avere diritti» in quanto solo il riconoscimento della cittadinanza trasforma un individuo in un soggetto giuridico detentore di diritti.

Non lasci che questa battaglia, iniziata con le prime mobilitazioni della Rete Nazionale Antirazzista nel 1997, quando molti e molte di noi non erano ancora nati, cada in un nulla di fatto. Anche perché così non è. Il quadro che consegnerebbe al Paese la rinuncia a discutere in aula la riforma della cittadinanza è ben diverso da quello che si presentava all’inizio della legislatura. In questi mesi, forze oscure che puntano a indebolire le ragioni della convivenza e dello stato di diritto sono cresciute, proprio cavalcando le ragioni del fronte del no alla riforma, riattivando la memoria di parole d’ordine che credevamo
dimenticate, legate al fascismo e del colonialismo.

Qui, non si parla di una battaglia che punta semplicemente alla conquista di un accesso alla cittadinanza più semplificato, con la nostra battaglia puntiamo ad ottenere, finalmente, il nostro riconoscimento come categoria sociale finora ignorata e dimenticata; con la nostra battaglia puntiamo ad una politica di ampio respiro, al passo con i tempi e che soprattutto sappia riconoscere i cambiamenti sociali e culturali del proprio Paese. Con la nostra battaglia, inoltre, puntiamo ad ottenere un’applicazione ancora più incisiva della nostra Costituzione Italiana.

Talvolta le autorità di un Paese democratico sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a potenziare gli anticorpi e a creare argini contro la deriva di forze antidemocratiche e destabilizzanti.
Non lasciateci soli ancora una volta.

RingraziandoLa della Sua attenzione, cogliamo l’occasione per augurarLe buone feste.

Con Rispetto,

Il Movimento #ItalianiSenzaCittadinanza

la Lettera in originale

33.000 Firme di Romani per CambiareVerso alla Mobilità

Ce l’abbiamo fatta.

Raccolte 33 mila firme autenticate e certificate di Cittadini Romani sul referendum Mobilitiamo Roma !

Un grande successo radicale, democratico e popolare, una grande occasione per Roma e il Paese !

Le firme raccolte consentiranno per la prima volta di indire un Referendum a Roma.
Il tema: liberalizzare il trasporto pubblico per avere una mobilità da capitale europea. Ora se ne dovrà parlare.

Questa è vera Democrazia Diretta !

CambiamoVerso alla Mobilità a Roma !

Firmiamo e Sosteniamo il Referendum per la messa a gara del Servizio di Trasporto Pubblico romano !

Servono 30.000 firme autenticate da raccogliere entro il 12 Agosto.

Non è una campagna populista pro o contro ATAC. Non viene messo in discussione alcun posto di lavoro.

E’ un’iniziativa Politica di democrazia vera e concreta che ha già consentito di aprire la discussione sul tema del TPL a Roma.

È  attivare uno strumento previsto dallo Statuto di Roma Capitale per consentire di affrontare pubblicamente (… e non più rimandare ai sempre migliori propositi dei “bravi politici” di turno) il tema della governance e della concorrenza con l’obiettivo di rigenerare la Qualità del Servizio di Trasporto Pubblico (il vero Bene Comune da perseguire) e favorire il confronto e la definizione delle migliori Politiche infrastrutturali.

L’istituto del Referendum è strumento prezioso e complementare di Vera Democrazia Partecipata (non quella dei blog e dei like): serve a favorire la conoscenza pubblica, la crescita civica e la responsabilità sociale su temi di interesse generale.

Sottovalutarne, sminuirne o inibirne il Valore è un errore boomerang che è stato già commesso troppe volte, anche dal Pd e recentemente proprio a Roma con l’occasione persa sulla decisione di candidatura per le “Olimpiadi 2024”: per arroccarsi in difesa di presunte ragioni di pregiudizialità per il SI (dato per scontato e indiscutibile) non si è voluta sostenere una campagna popolare che, invece, se fosse stata portata a termine, avrebbe rappresentato lo strumento di garanzia per una scelta realmente democratica e non invece, come poi è accaduto, essere subordinata alle contraddizioni e alle opposte pregiudizialità per il NO del M5*: prima Si ma solo se avessero vinto loro … poi che avrebbero deciso i cittadini con un referendum consultivo … e infine il No imposto dall’alto.

Dopo gli anni bui per il Pd romano è giunto il momento di divenire ed essere Vero Partito Democratico, aperto e inclusivo capace di contaminare e contaminarsi, non con i caminetti dei vari poteri, ma con le iniziative realmente popolari … questa è un’occasione unica e concreta per cominciare a ricostruire un vero rapporto democratico con la Città e con i CittadiniUna Firma per conoscere, proporre, dibattere e decidere, Tutti, davvero.

Per info su dove firmare e per collaborare con iniziative di dibattito e raccolta firme contattare il Comitato Promotore MobiliTiAmoRoma

CambiamoVerso alla Democrazia, CambiamoVerso a Roma !


Leggi Qui per approfondire l’iniziativa referendaria.

#FamoqualcosadiSinistra? Sì, gli Eco-Reati !

Dopo decenni di attesa, molte parole e nessun fatto …

i Reati Ambientali sono Legge dello Stato !

La Riforma è stata voluta dal Governo Renzi … un governo non “di solo sinistra” ma di necessaria coalizione visto l’esito delle elezioni del 2013 … eppure la Riforma è stata una conquista per Tutti !

#1000giorni di Governo Renzi

Costruiamo insieme il Vero Partito Democratico, aperto, inclusivo, partecipato, credibile e vincente … grande coalizione delle Idee e delle Persone libere e per bene …

… per divenire Forza di Governo del nostro Paese ed alternativa ai massimalismi ideologici, populisti e reazionari … e riprendere il cammino delle Riforme per l’Italia e per l’Europa !

Partecipa anche Tu ! Mettiti nel gioco della Partecipazione Democratica per costruire insieme il Futuro che Tu senti Giusto !

… con Adesso! Roma 3 per il Vero Partito Democratico ! 

scrivici per partecipare e contare !

#FamoqualcosadiSinistra? Sì, un tetto agli Stipendi nella P.A. !

Dopo decenni di attesa, molte parole e nessun fatto …

lo Stato mette un limite ai guadagni dei Manager Pubblici !

La Riforma è stata voluta dal Governo Renzi … un governo non “di solo sinistra” ma di necessaria coalizione visto l’esito delle elezioni del 2013 … eppure la Riforma è stata una conquista per Tutti !

#1000giorni di Governo Renzi

Costruiamo insieme il Vero Partito Democratico, aperto, inclusivo, partecipato, credibile e vincente … grande coalizione delle Idee e delle Persone libere e per bene …

… per divenire Forza di Governo del nostro Paese ed alternativa ai massimalismi ideologici, populisti e reazionari … e riprendere il cammino delle Riforme per l’Italia e per l’Europa !

Partecipa anche Tu ! Mettiti nel gioco della Partecipazione Democratica per costruire insieme il Futuro che Tu senti Giusto !

… con Adesso! Roma 3 per il Vero Partito Democratico ! 

scrivici per partecipare e contare !

#FamoqualcosadiSinistra? Sì, Piste Ciclabili e Cammini della Pace !

Dopo decenni di attesa, molte parole e nessun fatto …

lo Stato investe risorse in mobilità eco-alternative !

Gli Investimenti sono stati voluti dal Governo Renzi … un governo non “di solo sinistra” ma di necessaria coalizione visto l’esito delle elezioni del 2013 … eppure la Riforma è stata una conquista per Tutti !

#1000giorni di Governo Renzi

Costruiamo insieme il Vero Partito Democratico, aperto, inclusivo, partecipato, credibile e vincente … grande coalizione delle Idee e delle Persone libere e per bene …

… per divenire Forza di Governo del nostro Paese ed alternativa ai massimalismi ideologici, populisti e reazionari … e riprendere il cammino delle Riforme per l’Italia e per l’Europa !

Partecipa anche Tu ! Mettiti nel gioco della Partecipazione Democratica per costruire insieme il Futuro che Tu senti Giusto !

… con Adesso! Roma 3 per il Vero Partito Democratico ! 

scrivici per partecipare e contare !

#1000giorni di Governo Renzi

15253613_10154341190439915_8127987999282979629_n – 80 EURO al mese agli stipendi medio bassi (sotto i 1.500 euro) e alle Forze dell’Ordine;
– Aumento delle PENSIONI MINIME (rivalutazione della 14esima);
– 656 mila NUOVI OCCUPATI da febbraio 2014, di cui più dei due terzi a TEMPO INDETERMINATO;
– Niente tasse per 3 anni a chi assume al SUD;
– 157 CRISI aziendali risolte, salvando 25mila posti di lavoro;
– Dimezzamento delle ore di cassa integrazione rispetto al 2013;
– Rinnovo contratto metalmeccanici;
– Rinnovo contratto statali dopo 7 anni: più 85 euro mensili di media (oltre gli 80 euro);
– 7 miliardi per le persone colpite dal SISMA;
– 6 miliardi per l’EDILIZIA SCOLASTICA;
– Legge sulle UNIONI CIVILI;
– Legge sul DOPO DI NOI;
– Legge sull’AUTISMO;
– Legge contro il CAPORALATO;
– Legge sugli ECOREATI;
– Reintroduzione del FALSO IN BILANCIO;
– Rottamazione EQUITALIA, eliminati more e interessi;
– Eliminate IMU e TASI sulla prima casa;
– Eliminate IMU, IRAP e IRPEF agricole;
– Eliminata IRAP componente costo del lavoro;
– Taglio IRES dal 2017;
– Riduzione canone RAI;
– 15 miliardi di recupero EVASIONE FISCALE (record di sempre);
– Cancellato il SEGRETO DI STATO sulle pagine oscure della storia italiana, tra cui: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Ustica, Gioia Tauro, ecc. ecc.;
– Sblocco opere incompiute;
– Fondi per la bonifica di Bagnoli;
– Rimozione delle ecoballe e bonifica Terra dei Fuochi;
– 2,6 miliardi per Taranto e la bonifica dell’Ilva;
– Legge sullo spreco alimentare;
– Leasing agevolato per i giovani;
– Sconto IRPEF per ristrutturazioni (-50%) e riqualificazione energetica (-65%);
– Industria 4.0, super e iper ammortamento per chi investe in rinnovamento, beni strumentali, risparmio energetico;
– Bonus bebè, 960 euro l’anno per ogni nuovo nato;
– 90 mila assunti a tempo indeterminato nella scuola, dopo 20 anni;
– 450 milioni per la non autosufficienza;
– 2 miliardi di investimenti nella sanità;
– Legge sul divorzio breve;
– Aumento delle risorse per le adozioni internazionali;
– Legge sul cinema;
– Riforma del Terzo settore;
– Introdotto il REATO PENALE DI NEGAZIONISMO della Shoah, dei fatti di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, quale aggravante dei delitti di propaganda razzista, di istigazione e di incitamento di atti di discriminazione commessi per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
– Avviata la riforma della giustizia e del processo civile.
– Nuova LEGGE ELETTORALE dopo 10 anni di Porcellum;
– RIFORMA DELLA COSTITUZIONE, attesa da 40 anni, che supera il bicameralismo paritario, riduce i costi della politica, riduce il numero dei politici, elimina gli enti inutili e mette ordine nei rapporti fra Stato e Regioni.

Renato Giallombardo: “Il mio Sì sviluppista al referendum costituzionale”

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Si cominciano ad animare i comitati per sostenere il Sì o il No alla riforma costituzionale. Un referendum nel quale chi vota Sì sostiene la riforma e chi vota No la rigetta, almeno su questo ci sarà chiarezza. Quindi questo è un referendum confermativo e non abrogativo come spesso accade, nel qual caso chi vota No in realtà vota Sì e chi vota Si in realtà vota No. Speriamo solo di non avere una scheda elettorale di quattro pagine scritta con caratteri micro. Abbiamo visto come hanno votato gli inglesi per la Brexit: Remain o Leave. A noi forse toccherà leggere tutta la riforma dentro la cabina elettorale. Siamo un Paese complicato. E facciamo di tutto per continuare a complicare la nostra vita. Lo sappiamo ed è per questo che adoriamo l’IPhone. Serve semplicità.

Il nostro sarà un comitato per il Si. Porteremo nel dibattito i temi dello sviluppo economico, dell’innovazione amministrativa, tecnologica e sociale, del mondo delle professioni, dell’impresa, del lavoro, di una nuova idea di come decidere. Ognuno di noi è consapevole del fatto che questa riforma poteva essere scritta in modo più consono e forse anche più incisivo. La Costituzione deve reggere al tempo e ogni sua parola deve consentire un’interpretazione teleologica, funzionale e sistematica. Ed è su questo che si concentrano le critiche dei costituzionalisti. Ma noi riteniamo che lo sforzo prodotto da questo Parlamento sia da premiare.

Riteniamo che la riforma sia la prima tappa di un processo di ammodernamento culturale. A partire da ciò che più di ogni altra cosa emerge nell’intento del legislatore: il principio dell’efficacia del tempo. Questa riforma è infatti innanzitutto una riforma sui metodi di lavoro. Una riforma in cui il tempo, forse, per la prima volta, viene trattato come una variabile non più indipendente per la politica. Il tempo è elemento decisivo per competere. Il ritardo porta con se obsolescenza, sconfitta, perdita di opportunità. Il tempo è elemento decisivo per lo sviluppo. Il lavoratore vende innanzitutto tempo (ciò che Marx chiamava, la sua forza lavoro). Il tempo è infine decisivo per l’innovazione. Anzi di più, l’innovazione è innanzitutto tempo.

Ed è proprio sul tempo che si concentrano le modifiche più rilevanti della riforma.

1. Monocameralismo temperato che rende più certo il tempo di approvazione delle leggi.

2. Scomparsa della legislazione concorrente tra Stato e Regioni che ha creato solo confusione e ritardi.

3. Riduzione del numero dei Senatori da 315 a 100.

4. Binario veloce per l’approvazione delle leggi proposte dal Governo.

5. Adeguamenti dei quorum per il referendum propositivo e abrogativo e infine qualcosa che era tempo di avere: il riconoscimento della parità di genere come principio costituzionalmente garantito.

Tutti elementi che consentiranno a chi ne ha la responsabilità (chiunque esso sia) di poter assumere decisioni, proporre leggi, avviare iniziative con più elevate probabilità di farcela.

Se vogliamo crescere in questo Paese, dobbiamo fornire a chi detiene la leadership gli strumenti affinché questa possa essere esercitata in modo credibile ed autorevole. Ed è proprio su questo punto che la riforma fornisce le risposte più convincenti. Non è più tempo di discussioni sterili e tattiche. Chi si propone di governare, deve farlo con idee chiare e non mettere in campo tavoli, commissioni, gruppi di lavoro, direttori, per discutere solo cosa andrebbe evitato di fare. Lo vediamo e lo abbiamo visto a Roma, lo vediamo e lo abbiamo visto in tante altre città dove la classe che governa non ha ragionato sul tempo del governo, immaginando di poter governare in modalità stand-by. Chi non comprende questo elemento della riforma, non comprende cosa serve alla politica per fare veramente politica.

A coloro che si propongono di fare politica serve innanzitutto una scossa, un nuovo metodo di lavoro, un processo che metta spalle al muro chi pensa ai tempi infiniti, ai rimpalli, alle interdizioni, ai falli di confusione per rimanere osmoticamente legati alle proprie posizioni, per avere sempre la giustificazione su qualcosa che non è stato fatto. Altro esempio? La misura del tempo nella selezione delle candidature. Ciò che potremmo definire la schiavitù del tempo. Il metro è la quantità di tempo dedicata alla causa indipendentemente dalla qualità delle idee messe in campo.

Insomma oggi con un Sì al referendum abbiamo la chance per ribaltare le regole del gioco. Forse siamo troppo ottimisti ma almeno proviamo a far comprendere che il tempo è scaduto. Rectius vulgata populis… “non abbiamo più tempo da perdere“. La riforma della Costituzione è quindi per noi innanzitutto una scelta culturale tra chi immagina di vivere sotto lo stesso tetto facendo vite diverse e chi vuole sedersi allo stesso tavolo avendo già chiara la propria idea di vita. Insomma è oggi… non domani tempo di dire Sì!

Comitato x il SI – Sviluppo Innovazione

tratto da Formiche.Net

Ballottaggio Roma: Consenso vs. Dissenso !

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Roma è dal 1870 la Capitale dell’Italia. Ma dell’immensa nomea storica che l’ha resa in oltre 2000 anni la Città “Caput Mundi”, da capitale del più grande impero della storia a sede del Feudo temporale della più grande religione dell’umanità … sembra aver ereditato – senza nemmeno saperle oggi valorizzare troppo bene – solo straordinarie architetture, opere di arte e di patrimonio culturale. Una ricchezza quindi soprattutto statica, eterea, museale, speculativa, tutt’altro che fermento di vitalità sociale capace di rigenerarsi.

Ammesso che vi sia mai stata, considerando che per oltre 20 secoli Roma è stata governata pressoché solo da poteri autoritari – dai Re agli Imperatori, dai Papi finanche al Duce – nonostante la sua grandezza storica, oggi la Polis, il valore civico della comunità, la responsabilità sociale diffusa è percepibilmente inconsistente ed evanescente.

Le responsabilità sono della politica di chi ha malgovernato Roma in questi ultimi decenni, che oltre ad amministrare (più male che bene, visti i debiti consolidati) non ha saputo andare oltre un vacuo quanto sterile tentativo conservativo, piuttosto che invece saper concepire una visione di futuro per la Città, perseguendo lo sviluppo di un moderno processo partecipativo che favorisse la crescita di valori civici e culturali e di anti corpi realmente democratici.

Ma la responsabilità è anche di chi ha votato questa politica e questi politici. O per connivenza o per conformismo acritico e di appartenenza, come anche di chi si è astenuto dal votare per ignavia a volte anche mascherata da presunzione di superiorità, non votando alternative o non proponendosi come tale.

Le ragioni sono in quella infinita trama di poteri e sottopoteri corporativi, pagani e religiosi, che animano diffusamente quanto contraddittoriamente il tessuto sociale “romano”, almeno dall’inizio del secolo scorso.

Lobby opache che in un complesso incastro di piccoli interessi hanno via via strutturato il castello di un consenso viziato, nel quale la perversa logica del controllo con i mezzi del “potere” di poche migliaia di preferenze – complice anche della intrigata cooptazione della macchina amministrativa e di corpi intermedi pseudo rappresentativi – si è abilmente posizionata e sovrapposta a quella del voto dei più, determinando la classe dirigente che ha governato e controllato questa Città.

Oggi, il M5* coagula – legittimamente e comprensibilmente – la gran parte del dissenso verso tutto questo sistema, raccogliendo un consenso significativamente superiore alla sua media nazionale, frutto quindi, certamente anche di un apprezzabile lavoro civico di ascolto e di progettazione territoriale (che sono e dovrebbero essere per tutti i veri metodi del Fare Politica), ma certamente al di sopra dei suoi specifici meriti sul campo, in quanto, appunto, prevalentemente effetto della capacità di catalizzare la sommatoria dei demeriti altrui.

Al consenso/dissenso in tal modo raccolto, Virginia Raggi vedrà probabilmente sovrapporsi al ballottaggio anche quello di chi, non rinunciando al diritto/dovere del voto, andrà a votare nuovamente per esprimere una preferenza prevalentemente motivata da ragioni “contro” appartenenze competitor, piuttosto che “per” specifiche progettualità.

Progettualità per la Città nelle quali il M5* ad oggi, rendendosi conto delle enormi difficoltà da affrontare, naviga con estrema prudenza, forse anche insicurezza e certamente condizionato coraggio; tatticismo dovuto dalla necessità di andare a scoprire come realmente funziona la macchina amministrativa.

Gli attivisti penta stellati non scendono però dalla Luna; sono Cittadini come noi tutti, che hanno vissuto i pregi e i difetti di questa Città, ognuno per la propria parte e come tali vanno giudicati per quello che dicono e per quello che dimostrano di saper fare o meno.

Come in ogni nuova comunità che si affaccia sulla scena, le possibilità di contaminazione e inquinamento sono endemiche. La differenza e l’immunità dai rischi, non possono però anche in questo caso essere una pregiudiziale né ideologica né autoritaria; possono essere garantite solo dal Metodo con cui ci si organizza e si lavora.

In questo, il centralismo personalizzato in Grillo e nella Società di Casaleggio – e rivendicato nel “Movimento” come ruolo di “garanzia” – rappresenta paradossalmente una contraddizione in termini di democrazia; esprimendo e “comunicando” un valore di effettivo “autoritarismo”, per alcuni è letto come ragione rassicurante (chi “sbaglia” o anche solo “forse sbaglia”, paga subito! qualsiasi sia lo “sbaglio”, senza contraddittorio e senza appello), mentre per altri è comprensibilmente percepito come arrogante ed inquietante limite oggettivo al pluralismo dialettico e relazionale, valore basico di un reale sistema democratico. Il concetto monocratico del presuntivo “solo noi siamo onesti” è eticamente e storicamente inaccettabile.

Dall’altra parte il radical-democratico Roberto Giachetti, della cui qualità e integrità personale e politica parla la sua storia e che in questi mesi ha svolto una campagna significativamente innovativa e qualitativa in termini di metodo, praticando l’ascolto diffuso sul territorio e sviluppando una progettualità ampia, innovativa e partecipata.

Un lavoro Politico finalmente vero, serio e concreto, questo sì da extra terrestre rispetto ai format a cui siamo stati abituati e che hanno ridotto il Pd romano nello stato di commissariamento vegetativo, dopo essere stato la terra dei fuochi di una parte (non tutta) di alcune delle vicende di malaffare emerse e mediaticamente etichettate come Mafia Capitale.

Fenomeni deviati riconducibili nient’altro che ad una delle molteplici e solo più recenti forme con cui per decenni si è sviluppata la connivente Mafiosità Partitocratica del Sistema, generando il disastro della Città, come tutte le ragioni del dissenso oggi diffuso.

Per Roberto Giachetti, partito perdente, tre mesi di lavoro fatto bene, rischiano comunque di non bastare per ricostruire un consenso maggioritario devastato nell’immaginario comune da anni di inadeguatezze; ogni suo voto conquistato è certamente frutto del suo lavoro.

Non molti saranno poi i voti a suo favore derivanti da una pregiudiziale verso il M5*. In fondo il luogo comune del “tutti gli altri non sono stati capaci, proviamo con loro” trova le sue ragioni nella più spontanea semplificazione popolare.

Lo statuto del Partito Democratico è fondativo di un soggetto che aspira ad essere tale, ma, almeno a Roma, questo ancora non è accaduto; il lavoro di Giachetti potrebbe averne prefigurato il nuovo scenario, certamente però tutto ancora da costruire.

Per far tornare a far vivere Roma, chiunque vinca (e vinca il migliore !), occorre comunque che vincano le ragioni del Consenso per – non quello delle appartenenze tout court, ma quello capace di generare e favorire scelte responsabili e partecipate – rispetto a quelle del più facile, mediocre e sterile Dissenso contro“.

Carlo d’Aloisio Mayo

Favole politiche del terzo millennio: Romolo e Remo

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Il 19 giugno a Roma si svolgerà il ballottaggio per il nuovo sindaco di Roma. Anche se tutti credono che detto ballottaggi sarà tra Roberto Giachetti e Virginia Raggi, in realtà il ballottaggio sarà a tre. Ma chi è il terzo contendente?…

Il suo nome è Romoletto Ignavone …

Quest’ultimo sarà il sicuro vincitore perché avrà una maggioranza di circa il 55% degli aventi diritto al voto.

Ignavone Romoletto è il capo del partito degli ignavi che se ne fregano della politica, degli altri, e pensano solo a se stessi ed ai propri interessi, e quindi ben si guardano del perdere una ora della loro vita per andare a votare, … per loro …. parole come la solidarietà, la collettività, il prossimo…sono termini sconosciuti del vocabolario.

Il Tempio della Leopolda, questo nostro gruppo socio politico, poi, per loro. è solo una casa di cura per dementi mentali.

Per costoro Roberto Giachetti o Virginia Raggi sono solo persone avventurieri che pensano a fare i loro interessi e quelli di una certa casta e mirano solo al proprio prestigio individuale.

Fin dai tempi lontani Dante Alighieri, nella sua famosissima opera: “L’eterna umana commedia” scelse tali ignavi come protagonisti di tutti i secoli passati, presenti e futuri. Se l’uomo è un essere sociale, che si sottrae ai suoi doveri verso la società, non è degno, secondo la riflessione dantesca, di alcuna considerazione … Romoletto Ignavone sarà il sicuro vincitore del ballottaggio …

Egli però al momento di indossare la fascia tricolore del sindaco di Roma, erede dopo 2751 anni di Romolo, farà un passo indietro ed allora toccherà al secondo arrivato l’onore e l’onere di quella fascia, per governare Roma dopo 2751 dalla sua fondazione.

Quì finisce la favola … e dal 20 giugno comincerà la nuova realtà.

Grazie Marco. A subito …

Marco Pannella

Può capitare nella Vita di crescere in una famiglia di formazione cattolica, ma di visione laica, liberale e socialista … e a 10/14 anni, (agli inizi degli anni ’70) sentire i genitori quasi litigare con alcuni amici (soprattutto le mogli) scandalizzati dalla possibilità che in Italia potesse essere introdotto il Divorzio … ricordo frasi come “così mio marito mi lascia e se ne va con un altra … e chi li cresce poi i miei figli ?”

Può capitare a 16 anni di rimanere colpiti vedendo in una tv ancora in b/n un tipo “strano” con una maglia a collo alto e una catenella con il simbolo della pace … e intuire come stesse dicendo cose “strane” con un linguaggio e argomenti che irrompevano colore della passione rispetto al grigiore rituale dei politici in passerella …

Può capitare di frequentare uno dei Licei più turbolenti della seconda metà degli anni ’70 e nel desiderio di maturare un’idea politica osservare come lo scenario fosse tanto apparentemente ricco di opzioni alternative, che però al sodo si esprimevano solo in ideologie e appartenenze, quanto estremamente povero di idee e di fatti (se non gratuitamente violenti)

Può capitare a 17 anni una mattina di leggere una pagina a pagamento sul “Messaggero” nel quale si annunciava che i radicali iniziavano la raccolta delle firme su 8 referendum, ossia percepire la potenza culturale di uno strumento concreto per aprire veri confronti pubblici, come era stato per il divorzio, su temi clandestini ma di rilevante valore sociale e istituzionale (concordato, ergastolo, reati di opinione, manicomi, finanziamento dei partiti, …)

Può capitare a 17 anni, invece di fare tante altre cose “giovanili” di farsi uno strano coraggio e decidere di prendere il (mitico) 60 per andare a scoprire Torre Argentina 18 … e ritrovarsi come prima esperienza, senza volerlo e senza esserne preparato, in una certamente non conformista riunione del F.U.O.R.I. …

Può capitare poi di cominciare a partecipare a riunioni di ogni genere, di conoscere persone e ragazzi della mia età, anche molto diversi e di condividere energia e passione nel parlare e nel fare Politica concreta su tanti argomenti …

Può capitare poi di ritrovarti a fare centinaia di “tavoli” raccogliendo decine di migliaia di firme … e di scoprire come il “tavolo” fosse una straordinaria esperienza umana di ascolto e di relazione sociale …

Può capitare poi di ritrovarti insieme a tanti compagni sconosciuti a marciare a piedi per la Sardegna, da La Maddalena a Nuoro o in Sicilia a Comiso o attraversare un pezzo di Europa da Bruxelles a Berlino per ritrovarti 10 anni prima della sua caduta a disobbedire civilmente sulla linea di confine del Charlie Check Point, malmenato per metà corpo dai Vopos dell’Est e per l’altra dai militari della Nato … e poi via via a praticare la “nonviolenza” (tutta una parola), fare digiuni, manifestazioni e sit in, disobbedienze civili, autodenunce, beccarti cariche della polizia e subire processi, … (eravamo ben in 4 davanti all’Ambasciata Russa il giorno in cui invasero l’Afghanistan …)

Può capitare poi di ritrovarti a Genova, a Rimini, a Roma, a Chianciano, a Budapest, a Tirana, … a congressi nazionali e transnazionali nei quali ogni volta vivere full immersion in Master veramente esclusivi di conoscenza, di elaborazione e di umanità … incontrando, ascoltando e comprendendo dal “vivo” le ragioni di personalità come Altiero Spinelli, Adele Faccio, Bruno Zevi, Emma Bonino, Enzo Tortora, Domenico Modugno, Gianluigi Melega, Sergio Stanzani, Gianfranco Spadaccia, Mauro Mellini, Roberto Cicciomessere, Leonardo Sciascia, Giorgio Albertazzi, Vasco Rossi, …

Può capitare di ritrovarti nella vita, anche a 50 anni suonati, a continuare a provare non solo indignazione e indisponibilità per la mediocrità di certa (p)olitica e per i suoi conformismi e opportunismi, ma anche a sentire dentro, come naturale, come comportarsi per mantenere la dignità dell’essere Uomo e Cittadino …

Può capitare nella Vita di aver incontrato Marco Pannella. A me è capitato. Un Maestro, un Uomo che ha onorato e reso nobile, testimoniandomelo in mille modi, stimolanti quanto insopportabili, il valore e la bellezza della Politica, … ma non solo …

Grazie e a subito … Marco !

Carlo d’Aloisio Mayo

ogni Referendum è Democrazia

colpoalquorum

… e comunque anche oggi io vado a votare perché non rinuncio al diritto di esprimere il mio pensiero su ogni argomento mi venga sottoposto e perché la partecipazione al voto distingue un cittadino da un suddito …

… non si tratta di fare gli offesi … se si ha fiducia nella decisione del proprio governante si vota NO all’abolizione, semplice … anche ed a maggior ragione se si ritiene che la convocazione sia stata frutto di un’iniziativa strumentale … le risposte per essere dignitose devono saper essere politiche, non altrettanto strumentali …

… e questo proprio perché il referendum è uno strumento prezioso come tutti gli strumenti di democrazia … e come tutti gli strumenti di democrazia va rispettato per essere correttamente valorizzato … sia da chi ne ha la responsabilità istituzionale e quindi di applicazione e salvaguardia delle regole del gioco (convocazione congrua, informazione, rispetto politico dell’esito, …) sia da chi ne ha la responsabilità partecipativa, il cittadino elettore …

… la strategia politica dell’astensionismo praticata negli ultimi decenni come machiavellismo per sommare i voti del NO a quelli di chi non va a votare (sempre più numerosi anche come conseguenza della delegittimazione politica del referendum come strumento democratico per il mancato rispetto applicativo a partire dagli anni 80/90 di molti degli esiti popolari: finanziamento partiti, responsabilità magistrati, …) è stata ed è una ulteriore strategia delegittimante dello strumento democratico, da chiunque venga sostenuta e qualsiasi sia l’argomento in oggetto …

… che a questo punto il “referendum” vada riformato per non essere ulteriormente massacrato e tornare a sperare di poter essere un valido contrappeso dell’attività rappresentativa mi pare evidente, … ma è da “sperare” che ci siano le stesse condizioni di volontà nella classe politica di questo Paese … sempre motivata a chiedere il voto per se stessa, quanto meno ad accettare il confronto e il giudizio nel merito delle questioni … ma la politica è rimasta tra le materie che devono ancora innovarsi in questo Paese …

Art 48 bis_Costituzione