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#1000giorni di Governo Renzi

15253613_10154341190439915_8127987999282979629_n – 80 EURO al mese agli stipendi medio bassi (sotto i 1.500 euro) e alle Forze dell’Ordine;
– Aumento delle PENSIONI MINIME (rivalutazione della 14esima);
– 656 mila NUOVI OCCUPATI da febbraio 2014, di cui più dei due terzi a TEMPO INDETERMINATO;
– Niente tasse per 3 anni a chi assume al SUD;
– 157 CRISI aziendali risolte, salvando 25mila posti di lavoro;
– Dimezzamento delle ore di cassa integrazione rispetto al 2013;
– Rinnovo contratto metalmeccanici;
– Rinnovo contratto statali dopo 7 anni: più 85 euro mensili di media (oltre gli 80 euro);
– 7 miliardi per le persone colpite dal SISMA;
– 6 miliardi per l’EDILIZIA SCOLASTICA;
– Legge sulle UNIONI CIVILI;
– Legge sul DOPO DI NOI;
– Legge sull’AUTISMO;
– Legge contro il CAPORALATO;
– Legge sugli ECOREATI;
– Reintroduzione del FALSO IN BILANCIO;
– Rottamazione EQUITALIA, eliminati more e interessi;
– Eliminate IMU e TASI sulla prima casa;
– Eliminate IMU, IRAP e IRPEF agricole;
– Eliminata IRAP componente costo del lavoro;
– Taglio IRES dal 2017;
– Riduzione canone RAI;
– 15 miliardi di recupero EVASIONE FISCALE (record di sempre);
– Cancellato il SEGRETO DI STATO sulle pagine oscure della storia italiana, tra cui: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Ustica, Gioia Tauro, ecc. ecc.;
– Sblocco opere incompiute;
– Fondi per la bonifica di Bagnoli;
– Rimozione delle ecoballe e bonifica Terra dei Fuochi;
– 2,6 miliardi per Taranto e la bonifica dell’Ilva;
– Legge sullo spreco alimentare;
– Leasing agevolato per i giovani;
– Sconto IRPEF per ristrutturazioni (-50%) e riqualificazione energetica (-65%);
– Industria 4.0, super e iper ammortamento per chi investe in rinnovamento, beni strumentali, risparmio energetico;
– Bonus bebè, 960 euro l’anno per ogni nuovo nato;
– 90 mila assunti a tempo indeterminato nella scuola, dopo 20 anni;
– 450 milioni per la non autosufficienza;
– 2 miliardi di investimenti nella sanità;
– Legge sul divorzio breve;
– Aumento delle risorse per le adozioni internazionali;
– Legge sul cinema;
– Riforma del Terzo settore;
– Introdotto il REATO PENALE DI NEGAZIONISMO della Shoah, dei fatti di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, quale aggravante dei delitti di propaganda razzista, di istigazione e di incitamento di atti di discriminazione commessi per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
– Avviata la riforma della giustizia e del processo civile.
– Nuova LEGGE ELETTORALE dopo 10 anni di Porcellum;
– RIFORMA DELLA COSTITUZIONE, attesa da 40 anni, che supera il bicameralismo paritario, riduce i costi della politica, riduce il numero dei politici, elimina gli enti inutili e mette ordine nei rapporti fra Stato e Regioni.

Renato Giallombardo: “Il mio Sì sviluppista al referendum costituzionale”

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Si cominciano ad animare i comitati per sostenere il Sì o il No alla riforma costituzionale. Un referendum nel quale chi vota Sì sostiene la riforma e chi vota No la rigetta, almeno su questo ci sarà chiarezza. Quindi questo è un referendum confermativo e non abrogativo come spesso accade, nel qual caso chi vota No in realtà vota Sì e chi vota Si in realtà vota No. Speriamo solo di non avere una scheda elettorale di quattro pagine scritta con caratteri micro. Abbiamo visto come hanno votato gli inglesi per la Brexit: Remain o Leave. A noi forse toccherà leggere tutta la riforma dentro la cabina elettorale. Siamo un Paese complicato. E facciamo di tutto per continuare a complicare la nostra vita. Lo sappiamo ed è per questo che adoriamo l’IPhone. Serve semplicità.

Il nostro sarà un comitato per il Si. Porteremo nel dibattito i temi dello sviluppo economico, dell’innovazione amministrativa, tecnologica e sociale, del mondo delle professioni, dell’impresa, del lavoro, di una nuova idea di come decidere. Ognuno di noi è consapevole del fatto che questa riforma poteva essere scritta in modo più consono e forse anche più incisivo. La Costituzione deve reggere al tempo e ogni sua parola deve consentire un’interpretazione teleologica, funzionale e sistematica. Ed è su questo che si concentrano le critiche dei costituzionalisti. Ma noi riteniamo che lo sforzo prodotto da questo Parlamento sia da premiare.

Riteniamo che la riforma sia la prima tappa di un processo di ammodernamento culturale. A partire da ciò che più di ogni altra cosa emerge nell’intento del legislatore: il principio dell’efficacia del tempo. Questa riforma è infatti innanzitutto una riforma sui metodi di lavoro. Una riforma in cui il tempo, forse, per la prima volta, viene trattato come una variabile non più indipendente per la politica. Il tempo è elemento decisivo per competere. Il ritardo porta con se obsolescenza, sconfitta, perdita di opportunità. Il tempo è elemento decisivo per lo sviluppo. Il lavoratore vende innanzitutto tempo (ciò che Marx chiamava, la sua forza lavoro). Il tempo è infine decisivo per l’innovazione. Anzi di più, l’innovazione è innanzitutto tempo.

Ed è proprio sul tempo che si concentrano le modifiche più rilevanti della riforma.

1. Monocameralismo temperato che rende più certo il tempo di approvazione delle leggi.

2. Scomparsa della legislazione concorrente tra Stato e Regioni che ha creato solo confusione e ritardi.

3. Riduzione del numero dei Senatori da 315 a 100.

4. Binario veloce per l’approvazione delle leggi proposte dal Governo.

5. Adeguamenti dei quorum per il referendum propositivo e abrogativo e infine qualcosa che era tempo di avere: il riconoscimento della parità di genere come principio costituzionalmente garantito.

Tutti elementi che consentiranno a chi ne ha la responsabilità (chiunque esso sia) di poter assumere decisioni, proporre leggi, avviare iniziative con più elevate probabilità di farcela.

Se vogliamo crescere in questo Paese, dobbiamo fornire a chi detiene la leadership gli strumenti affinché questa possa essere esercitata in modo credibile ed autorevole. Ed è proprio su questo punto che la riforma fornisce le risposte più convincenti. Non è più tempo di discussioni sterili e tattiche. Chi si propone di governare, deve farlo con idee chiare e non mettere in campo tavoli, commissioni, gruppi di lavoro, direttori, per discutere solo cosa andrebbe evitato di fare. Lo vediamo e lo abbiamo visto a Roma, lo vediamo e lo abbiamo visto in tante altre città dove la classe che governa non ha ragionato sul tempo del governo, immaginando di poter governare in modalità stand-by. Chi non comprende questo elemento della riforma, non comprende cosa serve alla politica per fare veramente politica.

A coloro che si propongono di fare politica serve innanzitutto una scossa, un nuovo metodo di lavoro, un processo che metta spalle al muro chi pensa ai tempi infiniti, ai rimpalli, alle interdizioni, ai falli di confusione per rimanere osmoticamente legati alle proprie posizioni, per avere sempre la giustificazione su qualcosa che non è stato fatto. Altro esempio? La misura del tempo nella selezione delle candidature. Ciò che potremmo definire la schiavitù del tempo. Il metro è la quantità di tempo dedicata alla causa indipendentemente dalla qualità delle idee messe in campo.

Insomma oggi con un Sì al referendum abbiamo la chance per ribaltare le regole del gioco. Forse siamo troppo ottimisti ma almeno proviamo a far comprendere che il tempo è scaduto. Rectius vulgata populis… “non abbiamo più tempo da perdere“. La riforma della Costituzione è quindi per noi innanzitutto una scelta culturale tra chi immagina di vivere sotto lo stesso tetto facendo vite diverse e chi vuole sedersi allo stesso tavolo avendo già chiara la propria idea di vita. Insomma è oggi… non domani tempo di dire Sì!

Comitato x il SI – Sviluppo Innovazione

tratto da Formiche.Net

Ballottaggio Roma: Consenso vs. Dissenso !

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Roma è dal 1870 la Capitale dell’Italia. Ma dell’immensa nomea storica che l’ha resa in oltre 2000 anni la Città “Caput Mundi”, da capitale del più grande impero della storia a sede del Feudo temporale della più grande religione dell’umanità … sembra aver ereditato – senza nemmeno saperle oggi valorizzare troppo bene – solo straordinarie architetture, opere di arte e di patrimonio culturale. Una ricchezza quindi soprattutto statica, eterea, museale, speculativa, tutt’altro che fermento di vitalità sociale capace di rigenerarsi.

Ammesso che vi sia mai stata, considerando che per oltre 20 secoli Roma è stata governata pressoché solo da poteri autoritari – dai Re agli Imperatori, dai Papi finanche al Duce – nonostante la sua grandezza storica, oggi la Polis, il valore civico della comunità, la responsabilità sociale diffusa è percepibilmente inconsistente ed evanescente.

Le responsabilità sono della politica di chi ha malgovernato Roma in questi ultimi decenni, che oltre ad amministrare (più male che bene, visti i debiti consolidati) non ha saputo andare oltre un vacuo quanto sterile tentativo conservativo, piuttosto che invece saper concepire una visione di futuro per la Città, perseguendo lo sviluppo di un moderno processo partecipativo che favorisse la crescita di valori civici e culturali e di anti corpi realmente democratici.

Ma la responsabilità è anche di chi ha votato questa politica e questi politici. O per connivenza o per conformismo acritico e di appartenenza, come anche di chi si è astenuto dal votare per ignavia a volte anche mascherata da presunzione di superiorità, non votando alternative o non proponendosi come tale.

Le ragioni sono in quella infinita trama di poteri e sottopoteri corporativi, pagani e religiosi, che animano diffusamente quanto contraddittoriamente il tessuto sociale “romano”, almeno dall’inizio del secolo scorso.

Lobby opache che in un complesso incastro di piccoli interessi hanno via via strutturato il castello di un consenso viziato, nel quale la perversa logica del controllo con i mezzi del “potere” di poche migliaia di preferenze – complice anche della intrigata cooptazione della macchina amministrativa e di corpi intermedi pseudo rappresentativi – si è abilmente posizionata e sovrapposta a quella del voto dei più, determinando la classe dirigente che ha governato e controllato questa Città.

Oggi, il M5* coagula – legittimamente e comprensibilmente – la gran parte del dissenso verso tutto questo sistema, raccogliendo un consenso significativamente superiore alla sua media nazionale, frutto quindi, certamente anche di un apprezzabile lavoro civico di ascolto e di progettazione territoriale (che sono e dovrebbero essere per tutti i veri metodi del Fare Politica), ma certamente al di sopra dei suoi specifici meriti sul campo, in quanto, appunto, prevalentemente effetto della capacità di catalizzare la sommatoria dei demeriti altrui.

Al consenso/dissenso in tal modo raccolto, Virginia Raggi vedrà probabilmente sovrapporsi al ballottaggio anche quello di chi, non rinunciando al diritto/dovere del voto, andrà a votare nuovamente per esprimere una preferenza prevalentemente motivata da ragioni “contro” appartenenze competitor, piuttosto che “per” specifiche progettualità.

Progettualità per la Città nelle quali il M5* ad oggi, rendendosi conto delle enormi difficoltà da affrontare, naviga con estrema prudenza, forse anche insicurezza e certamente condizionato coraggio; tatticismo dovuto dalla necessità di andare a scoprire come realmente funziona la macchina amministrativa.

Gli attivisti penta stellati non scendono però dalla Luna; sono Cittadini come noi tutti, che hanno vissuto i pregi e i difetti di questa Città, ognuno per la propria parte e come tali vanno giudicati per quello che dicono e per quello che dimostrano di saper fare o meno.

Come in ogni nuova comunità che si affaccia sulla scena, le possibilità di contaminazione e inquinamento sono endemiche. La differenza e l’immunità dai rischi, non possono però anche in questo caso essere una pregiudiziale né ideologica né autoritaria; possono essere garantite solo dal Metodo con cui ci si organizza e si lavora.

In questo, il centralismo personalizzato in Grillo e nella Società di Casaleggio – e rivendicato nel “Movimento” come ruolo di “garanzia” – rappresenta paradossalmente una contraddizione in termini di democrazia; esprimendo e “comunicando” un valore di effettivo “autoritarismo”, per alcuni è letto come ragione rassicurante (chi “sbaglia” o anche solo “forse sbaglia”, paga subito! qualsiasi sia lo “sbaglio”, senza contraddittorio e senza appello), mentre per altri è comprensibilmente percepito come arrogante ed inquietante limite oggettivo al pluralismo dialettico e relazionale, valore basico di un reale sistema democratico. Il concetto monocratico del presuntivo “solo noi siamo onesti” è eticamente e storicamente inaccettabile.

Dall’altra parte il radical-democratico Roberto Giachetti, della cui qualità e integrità personale e politica parla la sua storia e che in questi mesi ha svolto una campagna significativamente innovativa e qualitativa in termini di metodo, praticando l’ascolto diffuso sul territorio e sviluppando una progettualità ampia, innovativa e partecipata.

Un lavoro Politico finalmente vero, serio e concreto, questo sì da extra terrestre rispetto ai format a cui siamo stati abituati e che hanno ridotto il Pd romano nello stato di commissariamento vegetativo, dopo essere stato la terra dei fuochi di una parte (non tutta) di alcune delle vicende di malaffare emerse e mediaticamente etichettate come Mafia Capitale.

Fenomeni deviati riconducibili nient’altro che ad una delle molteplici e solo più recenti forme con cui per decenni si è sviluppata la connivente Mafiosità Partitocratica del Sistema, generando il disastro della Città, come tutte le ragioni del dissenso oggi diffuso.

Per Roberto Giachetti, partito perdente, tre mesi di lavoro fatto bene, rischiano comunque di non bastare per ricostruire un consenso maggioritario devastato nell’immaginario comune da anni di inadeguatezze; ogni suo voto conquistato è certamente frutto del suo lavoro.

Non molti saranno poi i voti a suo favore derivanti da una pregiudiziale verso il M5*. In fondo il luogo comune del “tutti gli altri non sono stati capaci, proviamo con loro” trova le sue ragioni nella più spontanea semplificazione popolare.

Lo statuto del Partito Democratico è fondativo di un soggetto che aspira ad essere tale, ma, almeno a Roma, questo ancora non è accaduto; il lavoro di Giachetti potrebbe averne prefigurato il nuovo scenario, certamente però tutto ancora da costruire.

Per far tornare a far vivere Roma, chiunque vinca (e vinca il migliore !), occorre comunque che vincano le ragioni del Consenso per – non quello delle appartenenze tout court, ma quello capace di generare e favorire scelte responsabili e partecipate – rispetto a quelle del più facile, mediocre e sterile Dissenso contro“.

Carlo d’Aloisio Mayo

Favole politiche del terzo millennio: Romolo e Remo

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Il 19 giugno a Roma si svolgerà il ballottaggio per il nuovo sindaco di Roma. Anche se tutti credono che detto ballottaggi sarà tra Roberto Giachetti e Virginia Raggi, in realtà il ballottaggio sarà a tre. Ma chi è il terzo contendente?…

Il suo nome è Romoletto Ignavone …

Quest’ultimo sarà il sicuro vincitore perché avrà una maggioranza di circa il 55% degli aventi diritto al voto.

Ignavone Romoletto è il capo del partito degli ignavi che se ne fregano della politica, degli altri, e pensano solo a se stessi ed ai propri interessi, e quindi ben si guardano del perdere una ora della loro vita per andare a votare, … per loro …. parole come la solidarietà, la collettività, il prossimo…sono termini sconosciuti del vocabolario.

Il Tempio della Leopolda, questo nostro gruppo socio politico, poi, per loro. è solo una casa di cura per dementi mentali.

Per costoro Roberto Giachetti o Virginia Raggi sono solo persone avventurieri che pensano a fare i loro interessi e quelli di una certa casta e mirano solo al proprio prestigio individuale.

Fin dai tempi lontani Dante Alighieri, nella sua famosissima opera: “L’eterna umana commedia” scelse tali ignavi come protagonisti di tutti i secoli passati, presenti e futuri. Se l’uomo è un essere sociale, che si sottrae ai suoi doveri verso la società, non è degno, secondo la riflessione dantesca, di alcuna considerazione … Romoletto Ignavone sarà il sicuro vincitore del ballottaggio …

Egli però al momento di indossare la fascia tricolore del sindaco di Roma, erede dopo 2751 anni di Romolo, farà un passo indietro ed allora toccherà al secondo arrivato l’onore e l’onere di quella fascia, per governare Roma dopo 2751 dalla sua fondazione.

Quì finisce la favola … e dal 20 giugno comincerà la nuova realtà.

Domani si Vota.

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Caro Roberto, ti ho scritto all’inizio, lo faccio anche alla fine di questa lunga campagna elettorale.

Lo faccio per la stima e l’amicizia storica e politica che mi lega a te. Lo faccio anche per amore e rispetto verso i valori della politica, della Buona e Concreta Politica, in cui credo e che tu hai sempre dimostrato di voler e saper praticare, che sono quelli anche del rispetto della verità delle Idee, ma anche della moralità e dell’onestà intellettuale di riconoscerla e di non tacerla, anche quando è scomoda o potrebbe non convenire sostenerla …

Marco ne è stato Maestro, Marco ce lo ha testimoniato … con le mani vuote di bottino … e tu ne sei degno e coraggioso allievo.

Domani si vota. Domani raccoglierai i frutti del tuo impegno straordinario di queste settimane, di questi mesi, da quando hai accettato di metterti in gioco in una sfida quasi impossibile, tutta in salita e piena di ostacoli.

Un fardello demerito di altri, demerito di chi, in questa politica con la “p” minuscola, come nel Partito che dovrebbe essere il Partito Democratico di Tutti, ha praticato o comunque colluso a lungo con metodi della Brutta e della Cattiva Politica, quella che ne mortifica la nobiltà, che ne altera le regole, che ne condiziona la qualità della vita di ciascuno di noi, che ne fagocita – non casualmente – il disamore, l’indifferenza, propagandando e favorendo di fatto massimalismi e demagogie populiste in nome dell’ “anti” e del “contro” …

La stessa sfida che accettò Emma 6 anni fa.

Chissà perché quando le cose sono messe male, nel Pd, in questo Pd romano ancora “storto” (non è cinismo ricordare che è ancora commissariato da 18 mesi …), non si fa avanti nessuno, allora si cerca e si trova solo chi ha un pedigree radicale, un’identità sana e spendibile …

Mentre quando il vento tira in poppa, allora i radicali tornano scomodi …

Lo voglio ricordare ancora una volta (sempre per quel maledetto rispetto della verità …): Emma, con il flusso elettorale in controtendenza dopo la vicenda Marrazzo, perse, prendendo però più voti di quanti ne prese 3 anni dopo Zingaretti per vincere facile dopo il disastro Polverini …

Ed il caro Nicola in quell’occasione, ritenne opportuno, in nome del “cambiamento”, nell’affermare propagandisticamente di “far fuori” i vergognosi consiglieri uscenti del Pd (poi pero quasi tutti premiati con l’elezione a Parlamentari o a Sindaco) … “opportunamente” liberarsi dei consiglieri Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita, scomodi rei di aver scoperchiato il consociativismo partitocratico che regnava in regione …

O come l’ineffabile Pierluigi Bersani che nel 2004 volle evitare intese elettorali con i Radicali perché, lo ricordo, disse che voleva prefigurarsi una legislatura “tranquilla” … da grande statista, la storia a breve gli dimostrò che non aveva capito molto di quello che stava accadendo …

Hai vissuto queste settimane, questi mesi, imponendo il tuo metodo, il tuo stile; metodo e stile che la tua storia ben rappresenta …

Hai impostato l’ASCOLTO come condizione prioritaria, ma non per farti vedere in giro facendo finti sorrisi e stringendo mani di circostanza o dare risposte di convenienza … piuttosto, prendendoti magari anche insulti (a nome di altri), lo hai fatto per capire la città, per capire il pensiero delle persone, la dimensione dei problemi della comunità, … e su questo ascolto hai tessuto la ricostruzione di una progettualità civica, partecipata, condizione ineluttabile per costruire un consenso vero, non quello frutto di stereotipate promesse di facciata o peggio dei soliti ben noti interessi sotterranei di questa o di quella lobby o corpo intermedio che sia …

Ecco, forse il fatto di non aver ricandidato alcuni vecchi personaggi della politica romana ti farà indirettamente perdere alcuni voti, quelli delle loro preferenze cristallizzate (che probabilmente saranno andati a cercare altre sponde di rappresentanza …), ma penso e spero che ne potrai conquistare altri sulla base della stima verso di te, verso l’idea che possa rinascere una vera Buona Politica Democratica …

Detto questo, mi sento di essere altrettanto consapevole che non possono bastare alcuni mesi di buon metodo di lavoro democratico per ricucire criticità frutto di anni di errori (non tuoi, ma del Pd si)

Come anche mi sento di dover e voler evidenziare come anche in altri schieramenti vi siano persone, non solo per bene (l’onestà la si misura sul campo, non è un brand proprietario, come il Di Battista rivendicava urlandola incautamente in faccia a Riccardo Magi), ma anche capaci di cogliere costruttivamente i valori e i bisogni della Città …

Il problema è che però spesso a vincere non sono i migliori, perché nella costruzione semplificata del consenso a cui siamo abituati sono spesso le scorciatoie strumentali quelle che portano più facilmente i voti …

Uno degli obiettivi prioritari per rigenerare Buona Politica deve invece essere proprio quello di ridare valore alla partecipazione, che non può interessarci solo quando si va ad elezioni, ma che deve significare restituire Metodo alla Politica e questo vuol dire comunicazione circolare, ascolto e responsabilizzazione nella condivisione dei momenti decisionali, voto non solo per delegare rappresentanze, ma anche per decidere e scegliere su temi importanti, favorendo così effettivo protagonismo e responsabilità nella vita civica …

Posso testimoniare che anche nel tuo staff (non anonimo come quello di altri… 🙂 ) nel proporre anche al tuo programma la progettualità (piuttosto ri-evoluzionaria) per il #MadeinRome sulla quale insieme a centinaia di altri operatori economici e culturali stiamo lavorando da diversi anni … ho riscontrato attenzione e intelligenza inclusiva potendomi relazionare con persone come Gianpaolo Manzella (che già conoscevo) o come Andrea Bernardi (che ho avuto il piacere di conoscere in questa occasione) … ritrovando recepito nel Tuo programma, oltre a diversi altri spunti innovativi da noi proposti a partire dal tema identitario, quello che nel progetto #MadeinRome rappresenta l’incipit da noi delineato e presentato oltre un anno fa quando il progetto fu premiato come “Idea Capitale per Roma”: il big bang per un nuovo modello economico e culturale della Città, capace di coniugare in chiave innovativa i valori dell’artigianato creativo romano, riqualificando ed attivando Luoghi simbolo del centro e della periferia, a partire dal combinato disposto delle Botteghe del San Michele a Ripa e dell’ex Arsenale Pontificio di Porta Portese !

Ma, avendoli conosciuti personalmente in relazione ai temi dell’impegno progettuale #MadeinRome, anche per par condicio, mi sento di citare alcune persone “in gamba”, tra le tante presenti su altri fronti elettorali: Massimiliano Giannocco con la Meloni, Paola Mattoccia con Marchini, Enrico Stefano con i 5*, Andrea Valeri con Fassina, …

Ben venga quindi una Buona, Bella e Concreta Politica fatta alla luce del sole, senza pregiudizialità, lobbysmi e strumentalità.

Buon 5 giugno Roberto, comunque vada sei stato degno della tua storia.

Ti abbraccio

Carlo

PS – Vorranno però ben significare qualcosa gli endorsement-spot di Buzzi a favore di Riccardo Magi, registrati però un anno prima che scoppiasse lo scandalo di Mafia Capitale ! Perché Buzzi non cita un consigliere comunale del Pd ? Perché Buzzi non cita un Consigliere della destra ? Perché Buzzi non cita un Consigliere della lista Marchini ? Perché Buzzi non cita un Consigliere del M5* ?

Giunta e Programma di Bob Giac

Roberto Giachetti

la Giunta Giachetti !
1. Livia Turco, welfare
2. Silvia Scozzese, Bilancio
3. Lorenza Baroncella, Rigenerazione Urbana
4. Carla Ciavarella, Patrimonio
5. Claudia Servillo, Ambiente e Rifiuti
6. Stefania Di Serio, Mobilità
7. Francesco Tagliente, Sicurezza
8. Marco Rossi Doria, Scuola
9. Marino Sinibaldi, Cultura e Turismo
Alfonso Sabella – Capo di Gabinetto del Sindaco

il Programma di Roberto Giachetti Candidato Sindaco Roma 2016-2021

Grazie Marco. A subito …

Marco Pannella

Può capitare nella Vita di crescere in una famiglia di formazione cattolica, ma di visione laica, liberale e socialista … e a 10/14 anni, (agli inizi degli anni ’70) sentire i genitori quasi litigare con alcuni amici (soprattutto le mogli) scandalizzati dalla possibilità che in Italia potesse essere introdotto il Divorzio … ricordo frasi come “così mio marito mi lascia e se ne va con un altra … e chi li cresce poi i miei figli ?”

Può capitare a 16 anni di rimanere colpiti vedendo in una tv ancora in b/n un tipo “strano” con una maglia a collo alto e una catenella con il simbolo della pace … e intuire come stesse dicendo cose “strane” con un linguaggio e argomenti che irrompevano colore della passione rispetto al grigiore rituale dei politici in passerella …

Può capitare di frequentare uno dei Licei più turbolenti della seconda metà degli anni ’70 e nel desiderio di maturare un’idea politica osservare come lo scenario fosse tanto apparentemente ricco di opzioni alternative, che però al sodo si esprimevano solo in ideologie e appartenenze, quanto estremamente povero di idee e di fatti (se non gratuitamente violenti)

Può capitare a 17 anni una mattina di leggere una pagina a pagamento sul “Messaggero” nel quale si annunciava che i radicali iniziavano la raccolta delle firme su 8 referendum, ossia percepire la potenza culturale di uno strumento concreto per aprire veri confronti pubblici, come era stato per il divorzio, su temi clandestini ma di rilevante valore sociale e istituzionale (concordato, ergastolo, reati di opinione, manicomi, finanziamento dei partiti, …)

Può capitare a 17 anni, invece di fare tante altre cose “giovanili” di farsi uno strano coraggio e decidere di prendere il (mitico) 60 per andare a scoprire Torre Argentina 18 … e ritrovarsi come prima esperienza, senza volerlo e senza esserne preparato, in una certamente non conformista riunione del F.U.O.R.I. …

Può capitare poi di cominciare a partecipare a riunioni di ogni genere, di conoscere persone e ragazzi della mia età, anche molto diversi e di condividere energia e passione nel parlare e nel fare Politica concreta su tanti argomenti …

Può capitare poi di ritrovarti a fare centinaia di “tavoli” raccogliendo decine di migliaia di firme … e di scoprire come il “tavolo” fosse una straordinaria esperienza umana di ascolto e di relazione sociale …

Può capitare poi di ritrovarti insieme a tanti compagni sconosciuti a marciare a piedi per la Sardegna, da La Maddalena a Nuoro o in Sicilia a Comiso o attraversare un pezzo di Europa da Bruxelles a Berlino per ritrovarti 10 anni prima della sua caduta a disobbedire civilmente sulla linea di confine del Charlie Check Point, malmenato per metà corpo dai Vopos dell’Est e per l’altra dai militari della Nato … e poi via via a praticare la “nonviolenza” (tutta una parola), fare digiuni, manifestazioni e sit in, disobbedienze civili, autodenunce, beccarti cariche della polizia e subire processi, … (eravamo ben in 4 davanti all’Ambasciata Russa il giorno in cui invasero l’Afghanistan …)

Può capitare poi di ritrovarti a Genova, a Rimini, a Roma, a Chianciano, a Budapest, a Tirana, … a congressi nazionali e transnazionali nei quali ogni volta vivere full immersion in Master veramente esclusivi di conoscenza, di elaborazione e di umanità … incontrando, ascoltando e comprendendo dal “vivo” le ragioni di personalità come Altiero Spinelli, Adele Faccio, Bruno Zevi, Emma Bonino, Enzo Tortora, Domenico Modugno, Gianluigi Melega, Sergio Stanzani, Gianfranco Spadaccia, Mauro Mellini, Roberto Cicciomessere, Leonardo Sciascia, Giorgio Albertazzi, Vasco Rossi, …

Può capitare di ritrovarti nella vita, anche a 50 anni suonati, a continuare a provare non solo indignazione e indisponibilità per la mediocrità di certa (p)olitica e per i suoi conformismi e opportunismi, ma anche a sentire dentro, come naturale, come comportarsi per mantenere la dignità dell’essere Uomo e Cittadino …

Può capitare nella Vita di aver incontrato Marco Pannella. A me è capitato. Un Maestro, un Uomo che ha onorato e reso nobile, testimoniandomelo in mille modi, stimolanti quanto insopportabili, il valore e la bellezza della Politica, … ma non solo …

Grazie e a subito … Marco !

Carlo d’Aloisio Mayo

ogni Referendum è Democrazia

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… e comunque anche oggi io vado a votare perché non rinuncio al diritto di esprimere il mio pensiero su ogni argomento mi venga sottoposto e perché la partecipazione al voto distingue un cittadino da un suddito …

… non si tratta di fare gli offesi … se si ha fiducia nella decisione del proprio governante si vota NO all’abolizione, semplice … anche ed a maggior ragione se si ritiene che la convocazione sia stata frutto di un’iniziativa strumentale … le risposte per essere dignitose devono saper essere politiche, non altrettanto strumentali …

… e questo proprio perché il referendum è uno strumento prezioso come tutti gli strumenti di democrazia … e come tutti gli strumenti di democrazia va rispettato per essere correttamente valorizzato … sia da chi ne ha la responsabilità istituzionale e quindi di applicazione e salvaguardia delle regole del gioco (convocazione congrua, informazione, rispetto politico dell’esito, …) sia da chi ne ha la responsabilità partecipativa, il cittadino elettore …

… la strategia politica dell’astensionismo praticata negli ultimi decenni come machiavellismo per sommare i voti del NO a quelli di chi non va a votare (sempre più numerosi anche come conseguenza della delegittimazione politica del referendum come strumento democratico per il mancato rispetto applicativo a partire dagli anni 80/90 di molti degli esiti popolari: finanziamento partiti, responsabilità magistrati, …) è stata ed è una ulteriore strategia delegittimante dello strumento democratico, da chiunque venga sostenuta e qualsiasi sia l’argomento in oggetto …

… che a questo punto il “referendum” vada riformato per non essere ulteriormente massacrato e tornare a sperare di poter essere un valido contrappeso dell’attività rappresentativa mi pare evidente, … ma è da “sperare” che ci siano le stesse condizioni di volontà nella classe politica di questo Paese … sempre motivata a chiedere il voto per se stessa, quanto meno ad accettare il confronto e il giudizio nel merito delle questioni … ma la politica è rimasta tra le materie che devono ancora innovarsi in questo Paese …

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SI PARTE per ROMA ! (scendano i portoghesi della Democrazia)

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Un tempo lì c’era una stazione.

Forse è solo una coincidenza. O forse un segno.

In fondo la campagna elettorale è come un viaggio: duro, difficile, ma appassionante e straordinario.

Ma il viaggio continuerà anche dopo, per dare corpo alle Idee, alla responsabilità della conoscenza e della condivisione, alla Politica del “Fare Bene Comune” – radicalmente democratico, trasparente e partecipato – per dare nuova nobiltà di valore alla parola e nuova dignità di cittadinanza alla Comunità; nuova prospettiva di Rinascita per la Città.

Ognuno dovrà fare fino in fondo la sua parte, alla pari: chi si candida per assumersi una responsabilità rappresentativa e chi vuole legittimamente svolgere il suo ruolo – critico e costruttivo – di Cittadino.

Si parte dalla «Stazione Giachetti» in via dello Scalo di San Lorenzo 8, domani giovedì 14 aprile alle 18.

PS – Un consiglio. Chi si appresta a ripercorrere vecchie logiche per fare i suoi piccoli o grandi Affari, facendo danni alla Città e degradando l’immagine della Comunità di PERSONE PER BENE che vogliono impegnarsi per rigenerare un Nuovo Vero Partito Democratico romano, fa meglio a restarsene a casa. Per parte nostra (anche) questa volta (e con più nettezza) non faremo sconti a nessuno … Emoticon smile e con Roberto Giachetti non troverà pane !

Concetto chiave: “Polis”, innovare la Politica per una “Comunità della Ragione”

Polis Innovare la Politica

Lettera Aperta a Roberto Giachetti

Caro Roberto,
spero tu possa trovare qualche minuto per leggere fino in fondo queste mie righe che sono personali, ma per questo altrettanto politiche ed ovviamente finalizzate a cercare di darti una mano, vera, non solo per ragioni di stima verso di te, ma anche per le Ragioni della Politica per bene e per fare bene.

Ho il piacere e l’onore di conoscerti dai tempi di Torre Argentina, 18 (+/- dal 1978/79 credo …)

Tu della Politica ne hai saputo fare una straordinaria e coerente ragione di impegno primario; io ho cercato di viverla nel mio quotidiano come passione ed esperienza costruttiva.

Credo che in entrambi, fatte le debite proporzioni, il DNA radicale sia stata la linfa per fare Politica vera, non politica per il Potere.

Non puoi immaginare quanto abbia anch’io amato scoprire ed ammirare il quadro senza tempo nel quale hai voluto e saputo far incontrare Marco e Matteo.

Come te, ho infatti anche il difetto di essere renziano della primissima ora; alle primarie 2012, ti assicuro, nel mio Municipio (il III) eravamo in 4 (quattro) a fare iniziativa per sostenere le ragioni della politica coraggiosamente proposta da Matteo ed abbiamo preso schiaffi (anche veri) da tutto il Partito, soprattutto dagli stessi che ancora oggi sono lì, in prima fila, “renziana”, ovviamente.

A dicembre incontrando Rita gli dissi che temevo per la tua ipotesi di candidatura.

Conoscendo (ahimè) il Pd romano ne vedevo tutti i rischi solo per te; né più né meno gli stessi che avevano già “fregato” Emma.

Lo sai bene, solitamente i radicali vengono evitati, sono piuttosto scomodi, ma non è la prima volta che il Pd nelle situazioni più critiche, non trovando altre storie che ci possano mettano la faccia, va cercando la credibilità di un radicale.

Solo che poi vengono fuori le solite altre logiche e succede che Emma perde per pochi voti perché una certa parte del Pd non aveva subdolamente “interesse” a sostenerla; ma guarda un po’ però Emma, in piena ondata sfavorevole post Marrazzo, prende più voti di quanti ne serviranno 3 anni dopo al “grande” Zingaretti per divenire presidente, in piena ondata favorevole post Polverini (nessuno ricorda mai questo dato: 1.331.375 vs. 1.330.398).

Ecco, ora tu ti trovi in piena ondata sfavorevole post Marino, ma anche post Mafia Capitale, post Pd romano commissariato, post consiglieri che vanno dal Notaio per far dimettere il proprio Sindaco … insomma più difficile di così non poteva capitarti …

Rita invece mi sorprese (al solito) dicendo “Magari !”, che se te lo avesse chiesto Matteo lo avresti fatto (le tue parole a lei).

Certo il coraggio della sfida apparentemente impossibile è nel DNA radicale ed è incarnato in te, nelle lotte con cui hai testimoniato il tuo valore.

Però, con tutta sincerità e in onestà intellettuale, penso che oggi per vincere (e poi soprattutto per governare) a Roma non basti solo il tuo coraggio, la coerenza della tua storia personale ed anche l’appoggio e il riflesso positivo del lavoro su scala nazionale di Matteo & C. , … la condizione è certamente preziosa, necessaria, ma non sufficiente …

dem+part

Tu stai girando per la Città e lo sai meglio di me; la gente è arrabbiata, delusa, disincantata, forse non del tutto rassegnata come dici tu, ma spesso anche ironicamente beffarda, … nei miei contatti in tanti esprimono parole di apprezzamento per te … ma poi aggiungono che il “resto”, gli “altri”, il “partito” … e al meglio sorridono sarcastici per non offendere …

Questo è certamente un tema serio. Non è questo il momento di parlarne, ma un partito che arriva ad essere commissariato non è certamente spendibile come democratico; la verità delle responsabilità diffuse (ma molto diffuse) andrà radicalmente affrontata se se ne vorrà uscire in dignità e credibilità … per generare un Vero Partito Democratico.

Al congresso romano, da radicale, da radicalmente democratico feci la mia parte … insieme a pochissimi altri … per denunciare connivenze trasversali nella copertura della logica dei circoli di puro potere, dei congressi fantasma, dei tesseramenti da bar sport … ma anche allora indifferenza e schiaffi … per poi veder subire la verità con il commissariamento e lo scandalizzarsi con Barca …

Oggi e a Roma a maggior ragione, sempre meno il consenso politico va radicalizzandosi secondo i vecchi schemi di sinistra, centro e destra, sempre più secondo riflessi di identificazione con i benefit o i vizi del Potere …

E in questo quadro prevalente, nella città si stanno delineando tre ambiti di opinione:

– quella degli indifferenti e dei demotivati, in crescita, che probabilmente non voteranno o se voteranno lo faranno facendo scelte poco mediate … frutto forse anche di possibili reattività (per fatti positivi o negativi) negli ultimi giorni …

– quella degli appartenenti a qualcosa, per affetto, per ideologia o per interesse, che fanno più che altro il tifo alzando e sventolando bandiere (componente sempre più minoritaria) … ambito con pochi margini di spostamento … se non per le dinamiche del ballottaggio …

– quella del civismo a vario titolo, ossia di chi ha esaurito le batterie della fiducia verso le forme troppo strutturate della politica, dei corpi intermedi, del sistema pubblico istituzionale, del consenso per schieramento … che si sta orientando sulla base di progettualità ritenute sostenibili …

E’ evidente come quest’ultima sia l’area più fertile su cui puntare ed in questa emergono situazioni competitor complementari; quella più popolare, di rabbia e protesta, ma anche molto giovanile e in parte intellettuale, che si muove soprattutto verso il M5* … quella più borghese, ben pensante, ma anche fatta di competenze mature, che si esprime con interesse verso Marchini … e quella verso la Meloni che raccoglie consenso sia tra la borghesia nostalgica che nel disagio sociale …

Roberto Giachetti

Con la tua candidatura, con la tua personalità, con la tua azione hai certamente già fatto riavvicinare una parte del consenso crollato nei mesi scorsi … non so quanto, ma non basta ancora per vincere … nei prossimi due mesi occorre riuscire a convincere soprattutto l’opinione più civica, e forse conseguentemente – per conquistata maggiore credibilità complessiva – poter puntare anche ad attrarre almeno una parte del probabile non voto.

Non sta a me darti consigli, anche perché sono certo che se – da Radicale e da Democratico – ti sei impegnato in questa impresa (quasi impossibile in partenza) non è per servire il partito ma è per servire alla Tua Città !

E tu stai già lanciando messaggi significativi in tal senso. Così come per cultura e stile sai bene che la politica di criminalizzazione dell’avversario come nemico non ha senso politico vero, è indice di pochezza e serve a racimolare pochi voti … forse anche perdendone di più …

Oggi il “nemico” sono i problemi e i difetti di Roma, legittimamente incarnati nell’immaginario comune in chi l’ha governata in questi ultimi anni, … gli avversari, sopratutto i principali, tutto sommato possono dimostrare di essere più o meno capaci nell’affrontarli … Ma questa è la vera sfida, la Credibilità, non solo di un singolo, ma di un Progetto !

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Certo i problemi di Roma sono tanti, complessi e cronici, … ma non sono nemmeno piovuti dal cielo ! … sono la conseguenza dell’incancrenimento auto-referenziale e auto-conservativo di un metodo e di un sistema di poteri diffusi, impermeabili, che hanno anche condizionato la cultura e l’agire politico … e quindi la formazione del consenso.

Questo sistema però non è astratto, impalpabile, solo sterilmente evocabile … è costituito di fatti, di modi di agire, di soggetti e di persone, di nomi e di cognomi che hanno abitato ed abitano le leve decisionali, a vari livelli, da quelli politici a quelli amministrativi e istituzionali, praticamente promiscui anche con quelli degli altri corpi intermedi, i peggiori, perché a differenza dei partiti nessuno li mette mai in discussione, non hanno vere forme elettive aperte, non entrano nemmeno in competizione nella raccolta del consenso (vai a vedere come si forma la rappresentanza in Camera di Commercio ! … non a caso già nel primo programma di Matteo se ne delineava la necessità del superamento …)

Questi soggetti coprono ruoli di responsabilità e al tempo stesso di rappresentanza per carriera, per investitura oramai cristallizzata, ma nella realtà sociale sono marginali, se non per quello che risponde alla perversa logica degli “amici degli amici” … sono lontani dalla comunità, ma ne amministrano le risorse pubbliche destinate …

Roma ha invece innanzitutto bisogno di riconquistare la sua dignità, la dignità di essere una Polis, una Comunità della Ragione, in base ad un ordine non calato dall’alto, nella quale i Cittadini si sentano parte attiva, decisionale e quindi anche responsabile e responsabilizzata, non solo nei momenti elettorali, ma nella quotidianità delle scelte … per ritrovare anche la propria ragione e realizzazione identitaria, nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del Bene Comune …

Polis Innovare la Politica

Oggi, sopratutto in ambito di new economy, si parla diffusamente di “innovazione” … come strumento di disintermediazione e di accelerazione verso i risultati … invece la Politica è involuta su se stessa da decenni, degradando e screditando il valore di nobiltà della parola stessa.

L’innovazione, a partire da quella tecnologica, non rituale o strumentale, ma finalizzata a qualificarne diffusamente metodo partecipativo e processo decisionale, va applicata da subito anche alla politica !

Non solo Profili e Documenti per un formale atto di trasparenza, ma anche problemi, idee, progetti, programmi, competenze di candidati ed eletti, opportunità, dibattiti, consultazioni, processi decisionali, assunzioni di responsabilità, … possono essere oggi resi dinamicamente disponibili, comprensibili, misurabili, reputazionabili, valutabili e condivisibili con un clic !

Pensa quanto potrebbe cambiare la Città e la Cultura Politica di ogni Cittadino se ognuno di noi fosse responsabilizzato e reso protagonista del proprio “metro quadro civico” ?

Insomma, Roma è ancora ricca di competenze, di eccellenze, di storie, idee e capacità che possono fare la differenza rispetto ai logori meccanismi della politica partitocratica, della quale e nella quali in tanti, in troppi ne hanno fatto un “mestiere”, una ragione promiscua di carriera personale (a volte anche di lavoro, pure per incapacità nel “saper fare” altro) … piuttosto che di passione disinteressata e di impegno civico.

Apriamo la caccia al tesoro !

Un solo consiglio, quindi: ampliamo e qualifichiamo la squadra e i contenuti oltre il Pd romano, cominciando così anche a ricostruire una nuova storia politica per Roma !

Ti abbraccio.

Carlo (d’Aloisio Mayo)

Primarie per far Vincere Roma ! … non per “solo” Partecipare …

Democrazia-senza-cittadin Roberto Giachetti Morassut

Cari “Roberto”

… chiedere e praticare la Democrazia è l’unica strada per riconquistare credibilità e perseguire risultati sostenibili con il consenso …

… se le vostre candidature vogliono essere vincenti per Roma (e non di difesa di uno status quo residuale di un vecchio gruppo dirigente) … occorre armarsi di molto coraggio ed uscire dai logori schemi interni al vecchio Pd romano per aprire la politica alla ricchezza delle competenze che ancora animano questa Città …

… detto francamente troppi comitati sembrano scacchieri di riposizionamento di chi “ha già dato” e continua a “cercare” … fare politica non è una prescrizione medica né un investitura divina … e sarebbe miope non essere consapevoli che Roma “abbia già pagato troppo” per queste logiche e non ci siano più “tempi supplementari” …

… se voi “Roberto” volete fare la differenza e ridare dignità a questa Città, cominciate con il praticarlo visibilmente, prendendo le distanze dai protagonisti del “già visto” e sostenendo ogni strumento e metodo che favorisca la trasparenza, la partecipazione e la selezione delle idee e delle persone in base alla conoscenza e misurazione del merito !

… a cominciare dalle Primarie Municipali, dal Referendum sulle Olimpiadi, dalla pubblicazione on line dei progetti e dei profili delle candidature a Vostro sostegno !

… che sia un Buon Lavoro … per Roma !

Carlo d’Aloisio Mayo

La Crisi come opportunità, per cambiare verso, davvero.

albert einstein

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.

La creatività nasce all’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.

È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.

La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza.

L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.

Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.

Senza crisi non c’è merito.

È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.

Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.

Invece, lavoriamo duro.

Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”

Albert Einstein