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Lettera aperta all’Assemblea Nazionale: in Direzione eleggiamo Simona Bazzoni !

Simona Bazzoni primo piano

Domani, domenica 15 dicembre 2013, la nuova Assemblea Nazionale del Pd eleggerà la Direzione Nazionale del partito, ossia l’organo di indirizzo politico e di esecuzione degli indirizzi dell’Assemblea.
Quali saranno i criteri di scelta?
Saranno i “soliti noti” a sgomitare tra di loro per garantirsi un posto nell’assise politica del Pd?
Noi chiediamo che il nuovo Partito Democratico cambi verso sin dalle sue prime mosse.
Il nuovo PD che vogliamo deve rinnovare la propria classe dirigente usando un metodo democratico e trasparente, valorizzando il merito, le competenze professionali e personali, la rappresentanza dei territori .
Per tali motivi chiediamo che Simona Bazzoni, mamma, manager internazionale, espressione vera del territorio di Roma, sia eletta in Direzione Nazionale.

Il Curriculum di Simona

Simona Bazzoni, laurea in Economia e Commercio Università Cattolica, durante gli anni della laurea ha lavorato, in Europa, per Tyco Ltd come Oracle development.
In seguito revisore dei conti presso Ernst&Young Milano per cinque anni e dopo una breve parentesi in Leroy Merlin si è trasferita in Thailandia come Direttore Generale di una società di food trading e ristorazione. A conclusione di questa esperienza è stata chiamata a dirigere il settore della ristorazione e delle sponsorizzazioni food and beverage nel Padiglione Italiano Expo di Shanghai 2010. In seguito dopo una breve esperienza nelle istituzioni a Roma, ha intrapreso la carriera di libera professionista come esperta organizzativa di aziende italiane nei mercati stranieri dirigendo progetti a New York, Brisbane ed Hong Kong.
Da pochi mesi mamma è tornata in Italia, dove, come volontaria per il comitato Renzi si è occupata di organizzare le candidature, i seggi e seguire le elezioni dei delegati esteri in quota Matteo Renzi nel collegio “PD Mondo”.

Perché Simona ?

Il grande successo ottenuto da Matteo Renzi nel voto all’estero porta anche il nome di Simona che ha saputo trovare soluzioni ad ogni problema, ha saputo essere un punto di riferimento per i nostri italiani all’estero, e che non si è mai tirata indietro ad ogni sfida, soprattutto del voto online, permettendo di far votare migliaia di italiani sparsi nel mondo e che volevano esprimere il loro voto.
La sua esperienza all’estero è una caratteristica alla quale non possiamo rinunciare, per la visione del futuro, per la visione del lavoro, per la visione dell’internazionalizzazione delle nostre imprese, per la visione che non esistono più confini nazionali o europei ma solo globali.
I mercati europei sono saturi e maturi: se si vuole essere competitivi e si vuole veramente uscire dalla crisi occorre guardare ai nuovi mercati e questo è l’apporto di valore che può dare Simona al PD.

Link

appello promosso da Agatino Grillo e Carlo d’Aloisio Mayo e pubblicato su Democratici Digitali

No Silvia, No Party !

Comitato Renzi IV

Silvia Di Stefano

… coraggiosa bandiera renziana della prima ora” nel III (ex IV) Municipio di Roma (… ora pare sia una colpa …)

… entusiastica fondatrice del Pd (… anche questa …)

… segretaria del Circolo Castel Giubileo,
(… l’unico Circolo che ha anche chiuso per denunciare l’indifferenza e l’inadeguatezza del sistema di garanzia del Pd
sui Circoli “fantasma” che invece vengono riaperti ad hoc ad ogni occasione elettorale per moltiplicare potere …)

… rappresentante dell’UNICO territorio romano dove – grazie al suo credibile lavoro politico – alle Primarie 2012 Matteo Renzi ha vinto su Bersani con oltre il 60% !

Golpe Democratico ! La prima sfida di Renzi segretario: le Liste per l’Assemblea

concordia Pd

In un vero “Partito Democratico” un reale e consolidato “metodo Partecipativo Decisionale” consentirebbe una costante selezione della migliore classe dirigente, della sua verifica e del suo rinnovamento in un percorso di valorizzazione delle eccellenze per qualità, storia, merito, competenze.

Questa prassi democratica – anticorpo naturale verso le inadeguatezze e le degenerazioni – ancora non appartiene alla storia di questo Pd “storto”, dominato dalle ereditate e replicate logiche di potere correntizio volte più alla conquista ed al controllo delle rendite di posizione che alla più feconda elaborazione e sintesi politica.

Il partito non è ancora né organizzato, né allenato, né pronto, anche se i tentativi pionieristici di introdurre metodiche orizzontali rappresentano almeno un embrione fecondo della volontà di “cambiare verso” anche a questo aspetto.

Matteo si trova a rappresentare non una semplice alternativa tra opzioni diverse ma interne alla storica logica del partito, ma una sfida per una svolta epocale nella visione e nella pratica della politica.

La forza di questo progetto nasce dal successo politico – pur coincidente con una sconfitta numerica – liberamente coagulatosi in quel quasi 40% di consensi alle Primarie 2012 pari a circa 1.100.000 voti raccolti tra i Cittadini, a fronte di un sostegno organizzato del partito che non superava il 2/3 %.

In questi giorni Renzi è arrivato primo alla Convenzione Nazionale con una percentuale del 45% pari a circa 135.000 preferenze tra gli iscritti al Pd.

Questo successo – fino a pochi giorni prima davvero impronosticabile – è stato certamente anche dovuto all’appoggio ricevuto da alcune aree storiche ed organizzate del partito (correnti): Area Dem, Veltroniani ed una parte dei Lettiani (?).

Oggi però i leader vincenti nel Paese non sono né Letta, né Veltroni, né Franceschini e neanche tutti e tre messi insieme ! il leader vincente è Matteo Renzi !

La forza popolare di Matteo tra i Cittadini, acquisita nel 2012 ed ora potenzialmente esponenziale (in base a tutti i sondaggi) ha un valore ben di gran lunga superiore a tutti gli appoggi interni che possa raccogliere o radunare; anzi la mitigata chiarezza del rapporto con questi “sostenitori” potrebbe rappresentare un boomerang, probabilmente dopo, ma anche nell’attrattività dei votanti alle Primarie dell’8 dicembre.

Renzi1

A queste componenti (chiamiamole così per falso pudore) è comunque comprensibile riconoscere un ruolo come neo-spingitori del “carro”.

Questo riconoscimento non può però prescindere dal rispetto e dalla condivisione degli obiettivi fondanti il progetto di rinnovamento della classe politica e della politica stessa.

Anche le proposte sui  Nomi che andranno a formare la nuova Assemblea Nazionale non possono sfuggire a questa condizione, vera cartina di tornasole delle profonde e leali ragioni dell’adesione e del sostegno a Renzi.

Per garantire la piena percorribilità politica del progetto di “rivoluzione democratica” nei prossimi 4 anni, occorre quindi formare una vera squadra di qualità, determinazione, trasparenza, coerenza e competenza.

Purtroppo, da molte parti d’Italia arrivano invece segnali inquietanti di personaggi che “vogliono stare sul carro” con alle loro spalle una lunga carriera politico-istituzionale caratterizzatasi, nella migliore delle ipotesi, per una non brillante linearità e trasparenza.

Sembrano essere in tanti, in troppi a voler tirare la giacca a Matteo.

Per non accontentare qualcuno e scontentare qualcun altro e soprattutto per non cedere ad una condizione che lo potrebbe portare ad essere prigioniero dei “soliti giochi”, Matteo ha una sola coraggiosa ma coerente strada: assumersi la piena responsabilità nella scelta personale dei 1.000 Nomi per l’Assemblea Nazionale.

Ovviamente gli eletti saranno di meno, ma la soglia dei 500 deve essere abbondantemente superata con Persone di indiscussa qualità, coerenza e limpidezza, capaci di ben testimoniare lo “start up” della nuova classe politica del “Partito Democratico” !

Solo con questo “Golpe Democratico”, dovuto a Matteo come atto di rispetto e di fiducia, si potranno mettere veramente alla prova sincerità e lealtà delle adesioni “interne” di chi il “carro” vuole realmente “spingerlo” anziché “salirci”, ci si potrà preventivamente sottrarre da ogni scontato strumentale attacco politico-mediatico e soprattutto si potrà lanciare con slancio e forza di assoluta credibilità la scommessa degli ultimi giorni per attrarre con entusiasmo e passione quanti più Cittadini a votare Renzi alle Primarie dell’8 dicembre !

Se Matteo fa Matteo … la sfida si fa davvero convincente e vincente !

renzi-convenzione

Carlo d’Aloisio Mayo

Articolo pubblicato su “Ateniesi

Articolo ripreso su “Tazebao News

L’otto dicembre, Matteo vince … (anche) se non ci sono “loro”!

renzi-cavallo-AMICI
vignetta di Mauro Biani sul Manifesto (4-04-13)

La sua forza per il cambiamento siamo “Noi”.

E le Primarie Aperte il nostro “Cavallo di Troia”.

Ieri sera al Circolo Trastevere abbiamo partecipato ad una vera rara riunione politico-organizzativa “orizzontale”, promossa dal comitato “fare il cambiamento” ed alla quale erano presenti i rappresentanti di numerosi comitati Renzi romani, alcuni sorti già per le Primarie 2012, altri costituitisi in questi giorni.

Riunione Comitati Romani 21-11-13 A

Duole sottolinearlo, ma del difetto metodologico della “brutta politica” e del “Pd storto” di questi anni, fino a ieri sera sembrava non esimersi neanche l’area “renziana” romana.

Soprattutto in queste ultime settimane veramente tante potevano e dovevano essere le occasioni per incontrarci, creare ascolto, fare rete partecipata e condivisa, strumenti realmente necessari e coerenti con il progetto “Open Pd” di Matteo per cambiare verso alla politica, dandogli nuova forza e credibilità motivante ed aggregante.

Abbiamo invece assistito a candidature calate dall’alto (nemmeno troppo), all’imposizione di alleanze inquietanti e controproducenti, a strategie territoriali di dubbia linearità e opportunità, a convocazioni, sconvocazioni e sovra-convocazioni su auto-convocazioni che hanno, volenti o nolenti, mortificato e represso il desiderio montante di voler “fare bella politica” che la sfida di Matteo suscita e appassiona.

“Voglia” che è ora invece indispensabile per rigenerare entusiasmo e passione, la vera linfa per un’aggregante progressiva partecipazione verso l’8 dicembre.

“Voglia” che non la si può coattare con le logore logiche delle “chimere”, del buttare il cuore (e la testa) oltre l’ostacolo non preoccupandosi di come saltarlo, ma che la si alimenta continuando a percorrere la strada della credibilità, che oggi vuol dire “cambiare gli attori” e selezionare una nuova classe politica che serva – per merito e competenza – a formare la squadra di qualità a sostegno di Matteo, in grado di dare davvero il via all’ambizioso progetto del “cambiare verso alle tante cose sbagliate della nostra società.

E’ questo il punto “tutto politico”. Viviamo un’era disastrosa sul piano sociale ed economico proprio perché figlia della “cultura dei compromessi consociativi”, sistematicamente finalizzata a svendere l’interesse del “bene comune”per mediare la salvaguardia, spesso ingiustificata, dei privilegi di pochi.

E questo Matteo lo sa bene e lo dice chiaramente. Ma non tutti quelli che lo rappresentano a vario titolo lo praticano, non capiamo se per malizia, per riflesso culturale condizionato o per limiti di coraggio e volontà.

Riunione Comitati Romani 21-11-13 n

Ieri sera per noi è emerso chiaro. Ascoltando le tante diverse voci di chi – anche non avvezzo al “mestiere politico” – ha testimoniato con passione ed entusiasmo il suo impegno ad investire in questa sfida risorse intellettuali e di tempo della propria vita, sottraendole agli affetti ed agli impegni lavorativi e familiari.

E’ questa la vera ricchezza del progetto di cambiamento. E’ la capacità potenziale di questa energia di continuare a contaminarsi, ad attrarre, a moltiplicarsi, facendo emergere le eccellenze in termini di idee e di persone.

E’ il “Metodo” !

E il metodo deve iniziare a fare la differenza e la sostanza anche in politica.

Ieri sera abbiamo avuto ben chiaro che questa energia è dentro di noi e che ognuno di noi ha voglia di liberarla, ma che sentiamo fortissimo l’imbarazzo della responsabilità del percorso che da antagonisti ci sta portando alla possibilità di svolgere il ruolo più responsabile dei protagonisti.

Ruolo che ci costringe, ora, soprattutto a misurarci frontalmente con quelle componenti della “vecchia e brutta politica” che per la loro consolidata abilità si disarticolano nel tentare ogni strada per la tutela ed il riposizionamento del loro “potere”.

Riunione Comitati Romani 21-11-13  D

Ieri sera abbiamo compreso che il nostro problema non è trattare con queste dinamiche per rosicchiare qualche voto (o posto) in più. Questo approccio, magari anche onesto intellettualmente ma perdente in partenza, poteva appartenere alla tradizionali logiche di minoranza all’interno di un sistema dominante forte e consolidato. Non può appartenere a questa, forse ultima speranza per molti, decisiva sfida.

Ora in ballo è ben altro !

Lo strumento delle Primarie aperte è l’unico vero “Cavallo di Troia” che abbiamo per poter – una volta per tutte – liberare tutto ciò !

Se nel “cavallo” salgono anche i Troiani è evidente che non entreremo mai vivi a Troia, né Noi né Matteo.

Per completare la metafora, la Lista per l’Assemblea Nazionale è la squadra che deve entrare nel “Cavallo”.

Non è quindi una disputa su qualche trespolo in più o in meno, o per posizionare qualche bella bandierina “indipendente” o almeno rivendicare di averlo tentato, magari in un incomparabile sfida strategica finalizzata all’annacquamento dei “poteri forti”.

E’ in ballo l’avvio credibile di un radicale progetto di rinnovamento del sistema, che necessità dello sradicamento delle ragioni di questi “poteri”. E la Democrazia delle primarie ne è lo strumento.

Per farlo, per essere credibili testimoni ed apostoli (laici) di questo progetto occorre avere chiaro che ogni compromesso più o meno tattico ne indebolisce la percorribilità, fino probabilmente a renderlo sterile.

Riunione Comitati Romani 21-11-13  C

Ieri sera è stato bello parlare anche di quello che vorremmo fare a partire dal 9 dicembre. Ma per arrivare al 9 dicembre Matteo – e Noi con Lui – dobbiamo PRIMA vincere l’8 dicembre, non solo numericamente (che con qualche mezzuccio e accordo non sarebbe difficile raggiungere) ma VINCERE POLITICAMENTE al 100% !

E quindi convincere. L’anno scorso Matteo convinse oltre un milione di persone avendo dalla sua appena il 2% del partito organizzato e rappresentato. Oggi ha raccolto il 47% dei consensi tra gli iscritti.

Ammesso e non concesso che “loro” possano essere stati “utili” a raggiungere questo risultato e che “loro” lo abbiano fatto per un rinnovato spirito politico e non per “altro”, ben venga un Metodo con criteri condivisi (senza deroghe) per la selezione delle candidature a sostengo di Matteo Renzi nelle Liste per l’Assemblea Nazionale del Pd, per dare forza e credibilità al progetto di rinnovamento della politica e del “Partito Democratico”.

Chi si adeguerà sarà il benvenuto.

Non è una questione di “nomi”, ma di cosa ognuno rappresenta.

Riunione Comitati Romani 21-11-13 B

Articolo pubblicato anche su Tazebao News

Con Matteo Renzi contro i circoli fantasma ed i signori delle tessere: intervista a Silvia Di Stefano (di Democratici Digitali)

Comitato III Municipio
Silvia manifesta il suo entusiasmo durante le primarie del 2012 – Auditorium della Conciliazione

A Roma ci sono stati accordi territoriali con l’imposizione di nomi e metodi che nulla hanno a che vedere con la rivoluzione democratica renziana col risultato che i risultati per Renzi nella Capitale sono insoddisfacenti

Agatino Grillo: Ciao Silvia, ti vuoi presentare?

Silvia Di Stefano: Mi chiamo Silvia Di Stefano, sono stata fra le fondatrici del Partito Democratico e da allora sono coordinatrice del circolo Pd Castel Giubileo Settebagni di Roma oggi facente parte del III Municipio della Capitale. Mi sono avvicinata alla politica per cercare di fare del bene al mio quartieree sono stata eletta nel 2006-2008 con la lista civica per Veltroni come indipendente. Ho sostenuto Matteo Renzi alle scorse primarie per cambiare il Partito Democratico e il centrosinistra.

Agatino Grillo: Silvia e il Pd: come nasce tutto?

Silvia Di Stefano: Entro nel Partito Democratico nel momento della sua fondazione con Walter Veltroni.Insieme con tante persone del mio territorio decidiamo di costruire un circolo, perché crediamo nella forza dello stare assieme per il raggiungimento del bene comune. In questi anni ho condiviso insieme ad alcune persone perbene un cammino nel Partito Democratico, per cercare di rinnovarlo ed innovarlo dall’interno, non riuscendo tuttavia a scardinare le logiche delle correnti e delle appartenenze, che Matteo Renzi dichiara di voler finalmente combattere.

Agatino Grillo: Silvia e Matteo Renzi: dicci tutto?

Silvia Di Stefano: Ho sostenuto Matteo fin dal primo giorno. Il circolo di Castel Giubileo Settebagni è stato l’unico circolo che ha dato la maggioranza dei consensi a Renzi nelle primarie del 2012, organizzando la copertura dei gazebo sul territorio del III municipio. In quell’occasione abbiamo avuto tutto l’apparato del partito a sostegno di Bersani. Molti di quelli, oggi dicono di sostenere Renzi, ma lo fanno perché oggi Matteo è sufficientemente forte per poter vincere anche senza il loro apporto. Quando Renzi venne a Roma ho cercato di trascinare a quell’incontro quelle persone che credo possano fare il bene del nostro territorio. Ho sempre riservato molta attenzione alle parole di Renzi, non condividendo anche qualche tono eccessivo sulla “rottamazione”, parola che ha spaventato molte persone. Tuttavia mi auguro che oggi che non la usa più come un tempo, applichi comunque criteri oggettivi ed innovativi per la scelta della sua squadra nei territori. La sua vera vittoria Matteo dovrà conquistarla con la composizione delle liste nazionali a suo sostegno l’8 dicembre, dimostrando quale classe politica vorrà al suo fianco.

Silvia Di Stefano denuncia il carro
la denuncia pubblica di Silvia Di Stefano alla riunione del Comitato per Matteo Renzi a Roma in Via dei Cerchi giovedì 14 novembre

Agatino Grillo: Hai denunciato l’inquinamento politico nel movimento per Matteo Renzi a Roma, spiegaci meglio …

Silvia Di Stefano: Mi rendo conto che Matteo non ha il tempo per poter osservare in tutto il Paese quello che succede sui territori e per questo ho ritenuto prioritario raccontare quello che ho visto. A Roma ci sono stati accordi territoriali che nulla hanno a che vedere con la rivoluzione democratica renziana , e che sono stati confermati dai risultati che hanno portato ad avere Cosentino segretario e Giuntella presidente. Aldilà delle persone, c’è stata l’imposizione di nomi e metodi lontani anni luci dal cambiamento e da ciò che Matteo Renzi vuole rappresentare. La conferma mi pare sia nel risultato  negativo avuto a Roma, ampiamente al di sotto della media nazionale.

Agatino Grillo: Ti accusano di indebolire Matteo Renzi con le tue denunce così come accusarono De Sicaper ladri di biciclette … Cosa rispondi?

Silvia Di Stefano: Il metodo lo conosco bene, è lo stesso utilizzato per far fuori Veltroni e chi ha creduto nel PD come “altro” da Margherita e DS messi insieme. Le nostre denunce servono a tutelare il partito democratico e Matteo Renzi. Chi sottrae tempo e risorse alla propria vita per dedicarle al bene collettivo senza un tornaconto personale non dovrebbe aver bisogno di giustificare le propria azioni. Consentire ai circoli finti di votare, ai signori delle tessere di contare, rappresenta la morte del partito democratico che ho contribuito a fondare, quando alcuni di questi signori magari erano pure in un altro partito politico.

Agatino Grillo: Come gesto di protesta hai chiuso il tuo circolo. Non è tafazzismo?

Silvia Di Stefano: Dopo anni di lavoro nel territorio, sfoghi accorati da parte dei cittadini per gli errori clamorosi commessi dalla dirigenza nazionale del Pd, battaglie contro i potenti sostenute in solitudine e senza l’avallo del partito romano, abbiamo deciso di non accettare più questa sciatteria e questo pressappochismo di un partito che non è in grado di far rispettare nemmeno le regole che si è dato. O il partito diventa quello che si promette in televisione e sui giornali oppure per noi non è più sostenibile metterci la faccia sul territorio.

Agatino Grillo: Uscirai dal Pd?

Silvia Di Stefano: Io rimango nel Pd certo!….e spero che anche il PD di Renzi non esca dal PD….mantenendosi fedele ai suoi principi fondatori.

Agatino Grillo: Un’ultima domanda. Davvero non sei su FaceBook?

Silvia Di Stefano: Il tempo che dedico alla politica è fatto di persone ed azioni. Credo sia una questione di ampiezza della propria azione politica: Facebook è ottimo strumento per raggiungere tante persone col proprio pensiero, ma mi pare che ci siano delle degenerazioni preoccupanti, in particolare relativamente a giudizi superficiali e discussioni “tra pochi” che facilmente diventano teorie politiche.
Mi piacerebbe che queste piazze virtuali diventassero reali, con persone che si confrontano e crescono insieme, facendo esercizio di democrazia, sono sicura che tanti “teorici” della politica e dell’azione sui territori, avrebbero parecchie difficoltà se anzichè fare un post su Facebook, dovessero spiegare personalmente ai cittadini il perchè delle loro decisioni e prese di posizione.

Agatino Grillo: Grazie Silvia e buon lavoro!

Silvia Di Stefano: Grazie a voi tutti

Democratici Digitali

 

 

 

articolo pubblicato da Democratici Digitali il 20 novembre 2013

Cambiamo verso alla Politica. Partiamo da Noi, Adesso ! (di Carlo d’Aloisio Mayo su “Ateniesi”)

Partiamo da noi

Già con il programma delle Primarie 2012, Matteo ci aveva affascinato e convinto del suo progetto di ampia prospettiva anche per la sua ben delineata visione della politica: “richiamare la Politica alla sua missione: essere lo strumento ATTRAVERSO il quale i Cittadini DECIDONO del proprio futuro”… insomma una visione radicalmente dal basso, responsabilizzante, partecipativa e deliberativa.

A noi “renziani impegnati dalla prima ora” ma soprattutto a quel milione e passa di persone che lo hanno votato, Matteo ha trasmesso la sua “forza” soprattutto per la credibilità di questo preambolo, testimoniato nello specifico delle tante idee coerentemente così rappresentate.

Le premesse per la “rivoluzione democratica del cambiamento” erano quindi già evidenti per la sostanziale differenza dal modello rappresentato e rivendicato da Bersani “la Politica deve essere più sobria. disposta a fare sacrifici e a riconoscere autonomia e spazio alla società civile”, cioè una visione possibilista, statica, tatticistica, platealmente dall’Alto verso il basso, alla quale siamo tradizionalmente e tristemente abituati e che di fatto ha determinato la frattura ed il distacco dei Cittadini dalla “res publica”.

Anche l’ormai storico concetto di “rottamazione” non è stato uno slogan occasionale – solo dai più maliziosi strumentalmente associato ad un fatto anagrafico – ma la sintesi semantica della necessità di superare modalità vetero-incancrenite e conservative di una diffusa distorta cultura di “fare la politica”.

In questi mesi, Matteo ha continuato a delineare la sua prospettiva ed a rappresentarla con coerenza e con felici sintesi espressive ad ogni occasione; vale veramente la pena ripercorrerne alcune, esternate anche di fronte al processo tuttora in atto della corsa a “salire sul carro” …

La mia forza ? Se io riuscirò non a farmi appoggiare dagli “amici” o dagli “amici degli amici”, ma se io riesco a portare le energie migliori.

il Pd in questi anni ha sofferto di una malattia, il correntismo, dove tutti erano importanti sulla base della corrente che appoggiavano; invece io penso che il Pd sia di coloro che vogliono che l’Italia torni a correre.

Gli “amici degli amici” sono una categoria di Facebook. Io, se mi riesce di vincere, metterò non i più fedeli, ma i più bravi.

Se c’è un motivo per cui prendo i voti è perché non ci siano loro” .

Perché non faccio la foglia di fico … O noi ci mettiamo insieme creando un gruppo dirigente nuovo e proviamo a cambiare il Pd per cambiare l’Italia, oppure la foglia di fico non serve !

Dobbiamo cambiare noi, se vogliamo cambiare l’Italia.

Tutti possono salire sul carro, basta che tutti si mettano a spingerlo.

Amico di tutti, ma schiavo di nessuno.

Il concetto, quindi, è che la politica è si fatta anche di numeri, ma dietro ad ogni numero c’è un nome, una persona, con il suo valore, con ciò che rappresenta come storia e come progetto.

Da qui anche la sostanza della campagna di Matteo per questa nuova straordinaria sfida: “diamo un nome al cambiamento, diamo il nostro nome al cambiamento” !

Questo vuol dire assumerci le nostre responsabilità, superare le nostre paure, le nostre a volte abitudini ad aspettare che le cose accadano, che qualcun’altro le faccia o le dica per noi, invitarci ad essere protagonisti della nostra idea di politica, confrontarci tra di noi, saperla condividere e fare squadra !

Oggi ci ritroviamo in tanti, sempre di più a voler sostenere Matteo l’8 dicembre.

E questo è già bellissimo in sé. L’anno scorso eravamo considerati come “pecore nere” marginalizzate in un contesto che spesso ci era piuttosto ostile, al limite – a volte oltre – dell’intolleranza democratica, stigmatizzati come infiltrati neo-berlusconiani o, nella migliore delle ipotesi, approcciati con affettuose pacche sulle spalle, ammettendo simpatia ma non “contestualità storica” del progetto che rappresentavamo.

In questi mesi abbiamo assistito – anche grazie o per colpa dei boomerang (per noi preannunciati) di questo Pd “storto” che hanno accentuato ed accelerato la sua crisi – ad una progressiva “conversione” di valutazioni di persone in buona fede, con belle storie politiche alle loro spalle, a volte anche a vere “messe in discussione personali” che meritano tutto il nostro rispetto umano e politico, come anche però di sfacciati avvicinamenti di personaggi il cui “curricula” in termini di stile politico è ben conosciuto alle cronache.

Per questo abbiamo il dovere, anche per onestà intellettuale, di tenere molto alta l’asticella della credibilità.

Non è questione di essere “renziani doc” o “eroi della prima ora” per meritarsi il riconoscimento del diritto di rappresentanza del cambiamento che vogliamo.

E’ questione di essere capaci e di voler testimoniare nel praticarlo il termine “renziano” non come sostantivo, ossia come identificativo di appartenenza ad un gruppo (o peggio “corrente”), ma – come anche rivendicato da Oscar Farinetti alla Leopolda – quale aggettivo qualificante, neologismo ed espressione comune, di un nuovo metodo trasparente, partecipato e condiviso di essere e fare politica !

Un comportamento radicalmente antitetico all’eredità storica del modello “bersaniano” (con tutto l’affetto per PierLuigi).

Per questo, ben venga sul “carro” chiunque se la senta di “spingere”, per fare finalmente bella la politica, per rigenerarne il valore, in un reale spirito paritario.

Ognuno che ne sia lealmente convinto, ne sia anche vigile e coraggiosa sentinella verso chi – magari anche tra di noi – ripercorrendone le vecchie consuetudini, farà solo finta di farlo !

Carlo d’Aloisio Mayo

Carlo d'Aloisio

Romano, classe 1960, imprenditore artigiano, appassionato della politica del fare, democratico e radicale; sostenitore di Renzi dalle Primarie 2012, convinto che per cambiare l’Italia in Europa ed in meglio occorra un vero “Partito Democratico”; coordinatore di Open Pd Adesso!, promotore del Manifesto-Appello “#Adesso Liberiamo il Pd!“, tra gli entusiastici fondatori di “Adesso! Roma 3”.

articolo pubblicato il 18 novembre 2013 su “Ateniesi

Convenzione al Circolo “Nuovo Salario”: Renzi vs. Cuperlo 2 – 1

Circolo Belotti

… vale veramente raccontare come sia andata questa sera al Circolo Nuovo Salario nel III Municipio, uno dei circoli realmente democratici di Roma e storicamente ben orientato su Bersani & Co. … (così come anche relazionato ai nostri Lorenza, Marco e Luciano … ma anche a Matteo)

… già da giovedì come Comitato Renzi del III Municipio avevamo indicato in Silvia Di Stefano la persona storicamente più accreditata nel territorio per presentare credibilmente la mozione di Matteo

… purtroppo, invece, alle 14,55 di oggi (poco più di un’ora prima dell’inizio) ci è arrivato l’inspiegabile diniego dal Comitato Centrale con l’indicazione che a presentare la mozione sarebbe venuto tal Sig. Romolo Moriconi (persona a sua volta indicata dal Consigliere Fabrizio Panecaldo)

… ed invece dopo aver vanamente atteso, esaurite tutte le altre presentazioni, il garante ha dovuto prendere atto e verbalizzare l’assenza del Sig. Moriconi (che non si è proprio presentato neanche dopo !) ….

… è quindi poi intervenuto Alessandro Danè di Adesso! Roma 3 per sostenere con passione ed entusiasmo la mozione Renzi

… abbiamo poi con trasparenza ed efficacemente spiegato quello che è accaduto e sta accadendo a Roma intorno al nome di Matteo… raccontato della riunione imbarazzante di giovedì sera in Via dei Cerchi … quello che abbiamo fatto in queste settimane sui Circoli “fantasma” e sugli accordi impresentabili … e quello che faremo nei prossimi giorni per rivendicare, almeno nel territorio, la qualità del progetto in cui crediamo di “cambiare verso” alla politica e al Pd … e garantire la credibilità del nome di Matteo in vista delle primarie dell 8 dicembre …

… il risultato straordinario ha sconvolto persino la segretaria cuperliana del circolo: votanti 98 – Renzi 64 – Cuperlo 24 – Civati 6 – bianche e nulle 4 … con 1 delegato per Cuperlo e 2 delegati per Matteo !!!

… ci pare una bella testimonianza di come il coraggio della veritá, l’affidabilità e la credibilità politica di chi vive e lavora nel territorio da anni … possa pagare e meritare ben più dei compromessi con i protagonisti della “vecchia politica” che Matteo vuole rottamare e noi con lui !

Pd Roma. Tutti (anche i “renziani”) acclamano Cosentino. Perchè ?… Noi No !

Silvia Di Stefano denuncia il carro

“Nel nostro terzo (ex IV) Municipio di Roma, aggregandoci sin dall’inizio delle primarie 2012 per il premier del centrosinistra intorno alle parole chiave della proposta di Matteo Renzi, lo abbiamo sostenuto con entusiasmo.

Quello sforzo organizzativo per Renzi a Roma si concretizzò in sostanza attraverso il lavoro volontario di tante persone normali incontratesi ai gazebo e nei circoli durante le due giornate delle primarie.

A distanza di un anno, con l’arrivo di queste nuove primarie stavolta per la segreteria del partito romano, vengono calate dall’alto delle alleanze e dei candidati, che per storia e modalità rendono queste scelte incomprensibili.

Tuttavia ci adeguiamo, promuovendo anche noi in prima persona un candidato – Tobia Zevi – mettendoci la faccia e sostenendo nei circoli la sua candidatura.

Facciamo più di quanto lo stesso Matteo Renzi faccia per il cosiddetto candidato “renziano” a Roma, poiché Matteo per questa candidatura NON spende una parola, non partecipa ad iniziative pubbliche, non passa nemmeno al comitato in via dei Pianellari nel giorno dell’inaugurazione, che coincide con la visita di Renzi alla delegazione parlamentare.

Queste situazioni non ci sfuggono mentre avvengono, ma preferiamo continuare a lavorare per cercare di non arrecare danno alla corsa di Renzi alle primarie dell’8 dicembre.

Tuttavia pian piano emergono “giochetti” ed “atteggiamenti tattici”, che poco ci piacciono. Si comincia a dare credito a personaggi con cui da anni NON condividiamo alcun ideale politico, strategia, metodi d’azione ed obiettivi.

Sul nostro territorio (quello del III Municipio) emerge chiaramente un’asse politico strategico e tattico fra Zevi e Cosentino, che ci taglia fuori dalle scelte in alcuni dei circoli ed – anzi – ci mette in difficoltà, esponendoci ad attacchi politici strumentali che, più o meno indirettamente, si ripercuotono sul nome di Renzi.

Quello che accade non è causa di una nostra volontà nel voler rappresentare una primogenitura nel sostegno a Renzi, questione di cui non c’è nemmeno bisogno di discutere perché acclarata dai fatti e dalla storia politica di questi ultimi anni, bensì per l’incoerenza nei metodi e nei valori usati da chi ha avuto il compito di coordinare e gestire la mozione a sostegno di Zevi e di conseguenza di Renzi. Questa incoerenza è stata talmente marchiana da provocare una reazione spontanea da parte di iscritti, che avevano già votato convintamente Matteo Renzi alle primarie precedenti.

Per questa ragione succede che un gruppo di iscritti decide allora di ribellarsi a questo metodo, feriti dall’impotenza con cui si sono consumati obbrobri in nome di Matteo Renzi.

Si ribellano perché lo riconoscono questo metodo uguale a quello che combattono nel Partito Democratico attuale e che vogliono rottamare.

La motivazione è la salvaguardia dell’azione territoriale in vista delle primarie per la segreteria, poiché infine ciò che ci distingue da coloro che nel partito hanno sempre utilizzato questi mezzi è l’essere ancora credibili, perché noi vogliamo essere ancora credibili.

Questo atto di disobbedienza pacifica e civile ci porta a far eleggere due nostri delegati (Renziani dichiarati nei metodi e nei comportamenti) con un’altra mozione, perché appare ormai evidente come stia evolvendo il congresso e a quali risultati si arriverà con la strategia suicida adottata dalla mozione.

Avevamo talmente ragione che prima dell’apertura dell’assemblea romana del Pd i candidati di Cosentino e Giuntella sono stati convocati da Cuperlo per trovare un accordo in vista delle primarie, per massimizzare il suo risultato su Roma.

A questo ennesimo atto sfrontato ed evidente, si è deciso di rispondere votando Cosentino segretario e lasciando scheda bianca sul nome di Giuntella. Quasi che il sostegno dei due a Cuperlo sia differente e  mancando completamente il senso della battaglia vera da combattere.

Cosa è uscito dal congresso romano in realtà.

Che oltre il 70% del partito sosterrà Cuperlo alle primarie, mentre i Renziani sono relegati ed umiliati ad un misero 15% (che siamo convinti Renzi saprà moltiplicare).

A far ancor più comprendere gli errori di metodo e di sostanza, ci sono le numerose assenze nella delegazione ufficiale della mozione Zevi in assemblea romana. Aggravata ulteriormente dalla scelta scellerata di NON far partecipare alla riunione di mozione, i due delegati renziani eletti a Castel Giubileo.

Ci chiediamo e chiediamo a voi: ma l’appartenenza alla mozione Zevi conta di più del sostegno a Matteo Renzi ?

Sembra persino retorico ribadire cosa voglia dire per iscritti e simpatizzanti sapere che le due massime cariche del partito romano, segretario e presidente dell’assemblea, siano state entrambe assegnate a figure che hanno già espresso il proprio sostegno ufficiale a Cuperlo.

Sono questi i risultati che l’area renziana a Roma poteva ottenere?

O invece si poteva fare di più, soprattutto in preparazione delle primarie nazionali?

Siamo convinti di si, soprattutto se si avesse avuta la volontà di far esprimere i territori, le persone nei circoli, mettendo in campo candidature più credibili e rifiutando appoggi che in alcuni casi hanno persino fatto perdere consensi.

Noi crediamo che il disastro compiuto in nome di Renzi, perché non sapremmo definirlo diversamente, sia da ricercare soprattutto nel METODO sbagliato che è stato usato o sarebbe meglio dire non agito.

I territori che NON sono stati coinvolti nelle scelte – laddove hanno cercato di farsi sentire – sono stati mortificati e silenziati.

A Via dei Pianellari siamo stati INSULTATI. All’assemblea romana siamo stati CACCIATI.

Chiediamo a tutti voi se questi sono i cambiamenti che auspicavate quando vi siete convinti che sia possibile una rivoluzione renziana nel partito romano, e – a salire – in quello nazionale.

La cosa che più ci ha preoccupato e fatto soffrire è stata anche la mancanza di democrazia nei momenti subito successivi alla fine dei congressi.

Quando tutti sapevano che si stavano compiendo le scelte, le decisioni e le alleanze per il futuro del PD, nessuno ha voluto convocare una riunione dei delegati di Zevi/Renzi.

Perché ci chiediamo? Un candidato debole, senza il sostegno esplicito di Renzi, è stato utile solo per impedire a Cosentino di superare la soglia del 50%, in modo da dimostrare come non fosse autosufficiente e quindi affermando la forza dell’altra area all’interno dei cuperliani. Ottenuto il risultato, Giuntella fa il presidente dell’assemblea e per Zevi sarà ritagliato il ruolo connesso ai suoi 30/60 delegati.

Cosa c’entri questo con Renzi non lo abbiamo capito.

Siamo qui a scervellarci per trovare le motivazioni di questo sfacelo che porterà di nuovo Roma in mano agli strateghi del PD, che imporranno lo stile bersaniano/cuperliano, unici in tutta Italia in compagnia dell’Enna di Crisafulli.

Siamo qui a chiederci se potevamo fare di più di quello che abbiamo fatto, se dovevamo dirlo a più persone, più forte, fregandocene di quelli che dicevano che “così si fa del male a Renzi”.

Perché – scusatemi – ma questa storia deve finire. Se devo mettere la mia faccia per chiedere il voto per Renzi, allora devo anche essere in grado di spiegare ALMENO le alleanze sul territorio, e – nel caso in cui queste siano ritenute necessarie dalla mozione Renzi – ci deve essere un tavolo democratico dove discuterle prima, per evitare frizioni deleterie nel territorio.

Un sorriso e un augurio di buon lavoro a tutti”

Silvia Di Stefano, segretaria del Circolo PD di Castel Giubileo-Settebagni

Comitato Roma per Matteo Renzi 14-11-2013

Facendolo nostro, abbiamo riportato integralmente il coraggioso intervento-denuncia che Silvia ha svolto alla riunione di coordinamento romano dei Comitati Renzi tenutasi giovedì 14 novembre in Via dei Cerchi 75.

correnti persone

In questo congresso romano, nel nostro piccolo come Adesso! Roma 3 abbiamo fatto “tana” ai “bersaniani” che opendemocraticamente saliti sul “carro” di Matteo Renzi, anziché spingerlo, hanno subito pensato bene di importare ed imporre i loro vecchi metodi e logori comportamenti politici, proprio quelli che Matteo vuole rottamare e di cui nelle stesse ore ne rivendica giustamente il “cambia verso” pubblicandone info-grafiche sul suo sito.

Uno dei fondamenti della democrazia – anche a garanzia della sua efficacia e trasparenza – necessita dell’assunzione responsabile ed alternativa, tra chi vi compete, del ruolo di governo per chi vince e di controllo per chi perde.

L’evocazione “unitaria” in nome dell’ “emergenza di turno” è diventato l’alibi sistematico delle devastanti modalità consociative e compromissorie che in questi ultimi decenni hanno inquinato e degradato la politica, i partiti e l’Italia.

Noi partecipiamo alla sfida dell’8 dicembre per “cambiare radicalmente verso” a questa pessima politica.

buona politica

Quale credibile ed autentica forza rinnovatrice di sé stesso può rappresentare oggi il partito romano ?

Partito che è nella gran parte delle sue ramificate ed incancrenite componenti di potere, palesemente corresponsabile del disastro politico ed organizzativo di questi anni, nel quale le voci autenticamente critiche e libere – non espressione di strumentali rivendicazioni puramente correntizie – si possono veramente contare sulle dita di una o due mani …

Un partito verticistico che si scompone tatticamente al momento congressuale per esprimere 4 candidature apparentemente alternative tra di loro – ovviamente TUTTE in nome della bandiera del RINNOVAMENTO, ma tutte di fatto cimentate a cercare voti prevalentemente con le stesse vecchie e logore dinamiche …

Un partito che poi, subito dopo il voto, torna a mortificare ogni vera dialettica democratica, ricompattandosi in acclamazioni e voti praticamente unanimi, rende evidente la finalità strumentale di tutto il percorso, puramente finalizzato alla conta interna per il riposizionamento nel potere di controllo dell’apparato.

Appare anche banale evidenziare l’equazione logica per cui “Tutti responsabili = Nessuno Responsabile” e quindi anche “Tutti Rinnovatori = Nessuno Rinnovatore”.

delega Pd Roma

All’Assemblea Romana di mercoledì 13 la presidenza ha messo in votazione per alzata di mano l’elezione di Claudio Cosentino, ma poi, anziché procedere alla conta dei contrari e degli astenuti, ha inteso forzatamente proclamare l’elezione per acclamazione.

Questa modalità non ha consentito l’espressione dei voti in dissenso, come lo erano i nostri.

Tutti, quindi, ufficialmente anche i “renziani”, hanno quindi acclamato Cosentino … e ci domandiamo perché ?

Non comprendendolo nell’interesse del nome di Matteo e – soprattutto – del suo/nostro progetto di “cambiare verso” alla politica e al Pd … possiamo almeno dire … noi no!“.

Ed è un “No” chiaro e deciso, anche se isolato, perché pensiamo che questo modo di “fare politica” non porti lontano questo Pd romano.

Carlo d’Aloisio

Pd, Circoli e Congressi non sono “cosa nostra” !

Pd cosa nostra
vignetta di Ruggero Soru,
pubblicata su “AltraVoce.net” (2008)

Quello che è diffusamente accaduto nei congressi locali e poi solo parzialmente apparso sui media è deprimente e disorientante per le persone che in buona fede e con tanta entusiastica volontà e non scontato coraggio sono impegnate nel progetto di vero rinnovamento del partito. Come temiamo possa essere poco incoraggiante, purtroppo, anche per i tanti che ci guardano in vista delle prossime primarie.

Avere vissuto in prima persona l’esperienza di questi congressi provinciali – per quanto ci riguarda la gran parte penosamente liturgici e scontati – deve divenire occasione di doverosa testimonianza attiva al fine di favorire urgenti prese di responsabilità e conseguenti scelte ben diverse nel metodo, quali passaggi necessari ed inderogabili per la costruzione del nuovo vero “Partito Democratico”.

Bisogna però partire dagli esempi positivi, pochi, ma quelli da imitare. Vivendo a Roma abbiamo potuto assistere al congresso “modello” del Pd Portuense, dove si respirava una vera, rara e preziosa aria democratica, dove si è svolto un dibattito pre-congressuale con la partecipazione di tutti e quattro i candidati alla segreteria romana, dove si sono confrontate e formate delle libere opinioni, dove si sono avvicinati veri nuovi iscritti, dove il risultato del voto non è stato affatto precostituito e scontato !

Risultato diffusamente precostituito e scontato, invece, è quello determinatosi in molti dei Circoli romani nei quali l’ascolto ed il dibattito sono stati ridotti al “minimo sindacale”, per poi “curiosamente” vedere pienamente rispettate dalla maggioranza assoluta dei partecipanti le indicazioni del coordinatore del circolo, figura in alcuni casi rinnovata in una sorta di continuismo dinastico familiare.

In generale, fin qui potremmo parlare solo di modesto conformismo, da una parte di dirigenti locali mediocri e democraticamente impreparati o, peggio, in alcuni casi allergici alla materia e, dall’altra, di comportamenti da consolidate “truppe cammellate”, pronte ad adeguarsi e servire alle scelte strategiche di posizionamento dei loro leader locali.

Duole sottolinearlo, ma ad aver mancato l’esercizio serio ed approfondito dell’occasione democratica sono stati soprattutto molti degli iscritti e dei militanti che, dopo tutto quello che hanno vissuto e contestato in questi ultimi tempi, avrebbero dovuto esercitare il diritto e quindi praticare il dovere di impegnarsi per mettere in discussione proprio quelle stesse logiche e modalità partecipative che fino ad oggi sono corresponsabili del disastro di questo Pd “storto”.

Ma tant’è. La corsa è invece prevalentemente apparsa come una squallida cavalcata nelle solite dinamiche correntizie, che in tanti denunciano a parole, ma che poi continuano a praticare. Cosi anche si è assistito al diffuso fenomeno partiticamente catartico della moltiplicazione dei Congressi e quindi dei Delegati.

Nel territorio municipale che ben conosciamo esistono da anni quattro Circoli con sede agibile e costante operatività politica, ma grazie ad una logica “tutelata”, quando si arriva ai momenti elettivi, si scoperchiano le tombe e improvvisamente risorgono gagliardi coordinatori che dai loro cassetti tirano fuori pacchetti di tessere per le quali rivendicano – adeguatamente supportati dai ras di riferimento nel partito – il loro strumentale diritto di “rappresentanza”.

Nel III Municipio di Roma su 4 Circoli si sono svolti 7 Congressi !

Abbiamo assistito ad un congressogosth”, nel quale, dopo che come associazione “Adesso! Roma 3” abbiamo sollevato pregiudiziali di invalidità dello stesso, il presidente del consiglio del nostro Municipio, nel coraggiosamente condividere e rilanciare le ragioni del sostanziale imbroglio democratico in atto, è stato aggredito prima verbalmente e poi fisicamente (facendolo finire in ambulanza all’ospedale per trauma cranico) non da un militante facinoroso, ma nientepopodimeno che dal coordinatore municipale del Pd, ossia da colui che più degli altri dovrebbe garantire terzietà e rispetto delle regole.

Ancora piuttosto solitari, abbiamo chiesto le dimissioni immediate dal Pd del responsabile di questo atto platealmente incompatibile con l’appartenenza ad un assise democratica; la risposta del protagonista, espressa in termini di tesi difensiva – emblematica della natura del retroterra socio-culturale che anima tutto questo degrado – è stata “non ha testimoni” !

In un altro Congresso “gosth” abbiamo assistito – questa volta impotenti, come da spettatori in un film di Antonio Albanese, basiti tra l’ilarità trattenuta ed il disgusto morale – purtroppo (vogliamo sottolinearlo affinché sia un campanello di allarme) ad una pantomima cabarettistica “neo renziana” di chi sta cercando di “salire sul carro”, non per spingerlo come tanti stanno già iniziando a fare, ma per sedersi sul predellino del cocchiere e poter continuare a condurre le loro tradizionali e ben note “metodiche politiche”, così di fatto squalificando il nome di Matteo Renzi tra i Cittadini che vivono nel territorio e che ben conoscono queste “storie”.

Essendo un “presunto” circolo comunque senza sede, il congresso si è addirittura svolto in un altro quartiere e si poteva assistere ad un pellegrinaggio di persone proveniente da ogni parte, anche extra-territoriale, assolutamente disinteressate alla politica, ma che commentavano tra di loro la loro presenza per la “sollecitazione” ricevuta dai promoter del “circolo” i quali, anche davanti a tutti, continuavano disinvoltamente ad esborsare dalle proprie tasche i venti euro per l’iscrizione di turno.

Archiviamo ora questa squalificante fase congressuale locale per dedicarci con certamente maggiore entusiasmo ed ambizione democratica all’obiettivo delle primarie dell’ 8 dicembre; auspicandolo, lavorando a viso aperto per questo, suggeriamo a Matteo, una volta eletto segretario di intraprendere lo scioglimento ed il commissariamento di tutto questo scempio e di riconvocare – questa volta come democraticamente si deve – i congressi locali, magari insieme a quelli regionali.

Per cambiare davvero “verso” al Pd ce ne sarà bisogno !

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Nota – luoghi e nomi non sono riportati, anche perché oggetto di segnalazioni, esposti, ricorsi e denunce in corso

CAMBIAMO VERSO AL PD: #NoCencellum !

NO CENCELLUM

CAMBIAMO VERSO AL PD: #NoCencellum !

I molteplici episodi e le tante denunce di queste settimane hanno confermato che non è affatto facile cambiare il partito da dentro, dal basso, perché l’apparato è troppo forte ed organizzato nella sua ora ancor di più disperata autoconservazione.
Il partito non ha ancora gli anticorpi per difendere la sua mission democratica.
Anche molti che apparentemente vi si oppongono, poi finiscono per comportarsi esattamente come loro, si finisce per fare il gioco delle correnti, della spartizione dei posti, del calcolo delle quote che spettano a ciascuno.
La moltiplicazione delle tessere denunciata in questi giorni, non è sintomo di rinnovata partecipazione, ma la conseguenza di una guerra fra bande, senza esclusione di colpi.
Ma non si deve abbassare la guardia. Non ora.
Affinché si possa immaginare un partito diverso, davvero aperto, dove il diritto di voto non sia più legato ad una tessera da 20 euro gestita dai soliti noti; perché si possa sperare di rottamare le correnti, che esistono proprio grazie al sistema delle tessere; perché si possa immaginare un’organizzazione basata sul merito, e non sull’appartenenza a questo o quel gruppo, serve conquistare gli strumenti che permetteranno di cambiare le regole del gioco.
Ossia, l’Assemblea nazionale, che voteremo l’8 dicembre insieme al Segretario.
Questa è adesso la vera sfida: la composizione delle liste di candidati che saranno eletti all’Assemblea.
Matteo Renzi, entro il 25 novembre, dovrà approvare e firmare quella a suo sostegno.
Il nostro appello è che sia composta in base al merito e soprattutto alla volontà certa di cambiare verso al partito.
E non sia invece l’ennesima spartizione stile manuale Cencelli fra i diversi gruppi che stanno affollando il suo carro, fra gente che difficilmente domani sarà disponibile a smantellare quei sistemi che hanno garantito i loro privilegi fino ad oggi.

Circolo e Congresso “Gosth” in III Municipo

Circolo Vigne Nuove
la sede occasionale del Congresso Pd a “Vigne Nuove”

L’ennesima vergogna di questo Pd “storto”. 

Oggi pomeriggio a Roma nel quartiere Vigne Nuove intimidazione ed aggressione al presidente del Consiglio del 3 Municipio Riccardo Corbucci da parte del coordinatore municipale del Pd Claudio Maria Ricozzi.

L’aggressione violenta, prima verbale e poi fisica è avvenuta mentre Corbucci tentava di esporre, anche in rappresentava della candidatura Giuntella, le sue argomentazioni nel merito della legittimità di un congresso di circolo che è ben noto non esistere né politicamente né organizzativamente nel territorio.

Sulla questione si erano già espressi chiedendone la verbalizzazione i rappresentanti di Adesso! Roma 3 Silvia Di Stefano e Carlo D’Aloisio presenti a sostegno della candidatura di Tobia Zevi.

Riccardo Corbucci nel subire l’aggressione fisica veniva preso di petto dal Ricozzi che lo spintonava con la sua corporatura molto robusta, mettendogli entrambe le mani sul volto e facendolo violentemente cadere all’indietro, così sbattendo la nuca.

In conseguenza di ció oltre alla Polizia veniva chiamata un’ambulanza che ha trasportato Riccardo all’Ospedale Pertini dove sono in corso gli accertamenti sanitari.

Oltre al gesto violento, incompatibile con l’appartenenza ad un vero Partito Democratico ed ancor di più con ruoli di rappresentanza e dirigenza e la cui responsabilità non potrà certamente essere oggetto di ulteriori ipocriti opportunismi o tatticismi, è altrettanto doveroso denunciare l’ignominia di alcuni dei presenti, tra cui consiglieri municipali e dirigenti locali, che – per plateali meschine ragioni di calcolo politico ed interesse personale – minimizzavano o addirittura alteravano quanto accaduto, strumentalizzandolo indegnamente, sia sul piano del rispetto umano che della dignità democratica.

Da chi ne ha il ruolo e la responsabilità ci aspettiamo coraggio e determinazione affinché la credibilità del Pd sia ricostruita con fatti e presupposti metodologici e comportamentali ben diversi da quelli accaduti oggi.

Agorà RAI TRE
Agorà RAI TRE – puntata di martedì 5 novembre –
servizio giornalistico sul Pd Romano “Caos non calmo” di Rosa Melucci – interviste a Riccardo Corbucci, Silvia Di Stefano e Carlo d’Aloisio
TG 5
… Riccardo Corbucci intervistato sui “circoli fantasma” dal Tg di Canale 5 di mercoledì 6 novembre ore 20 ….
Roma Post
29 ottobre – “Vigne Nuove –
Pd, ring nel III Municipio. Ricozzi stende Corbucci” di Claudio Bellumori
Repubblica Roma
30 Ottobre – “Corsa alla tessere nei circoli pd. E a Montesacro finisce in rissa” di Monica Serloni
Roma post
30 Ottobre – “Stracci nel Pd, chieste le dimissioni di Ricozzi” di Claudio Bellumori
Il-Tempo
2 novembre – “Risse, polizia e feriti. Com’è manesco il Pd” – di Daniele Di Mario
Repubblica Roma
30 ottobre – “Corsa alla tessere nei circoli pd. E a Montesacro finisce in rissa” di Monica Serloni
Roma Post
30 Ottobre – “Pd, ring nel III Municipio. Ricozzi: E’ una montatura” di Claudio Bellumori
Fatto quotidiano
3 Novembre – articolo di Luce De Carolis
Luciana Miocchi
Blog Giornalistico del III Municipio e non solo
TG Roma Talenti
30 ottobre – “Clamoroso !”