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Convenzione al Circolo “Nuovo Salario”: Renzi vs. Cuperlo 2 – 1

Circolo Belotti

… vale veramente raccontare come sia andata questa sera al Circolo Nuovo Salario nel III Municipio, uno dei circoli realmente democratici di Roma e storicamente ben orientato su Bersani & Co. … (così come anche relazionato ai nostri Lorenza, Marco e Luciano … ma anche a Matteo)

… già da giovedì come Comitato Renzi del III Municipio avevamo indicato in Silvia Di Stefano la persona storicamente più accreditata nel territorio per presentare credibilmente la mozione di Matteo

… purtroppo, invece, alle 14,55 di oggi (poco più di un’ora prima dell’inizio) ci è arrivato l’inspiegabile diniego dal Comitato Centrale con l’indicazione che a presentare la mozione sarebbe venuto tal Sig. Romolo Moriconi (persona a sua volta indicata dal Consigliere Fabrizio Panecaldo)

… ed invece dopo aver vanamente atteso, esaurite tutte le altre presentazioni, il garante ha dovuto prendere atto e verbalizzare l’assenza del Sig. Moriconi (che non si è proprio presentato neanche dopo !) ….

… è quindi poi intervenuto Alessandro Danè di Adesso! Roma 3 per sostenere con passione ed entusiasmo la mozione Renzi

… abbiamo poi con trasparenza ed efficacemente spiegato quello che è accaduto e sta accadendo a Roma intorno al nome di Matteo… raccontato della riunione imbarazzante di giovedì sera in Via dei Cerchi … quello che abbiamo fatto in queste settimane sui Circoli “fantasma” e sugli accordi impresentabili … e quello che faremo nei prossimi giorni per rivendicare, almeno nel territorio, la qualità del progetto in cui crediamo di “cambiare verso” alla politica e al Pd … e garantire la credibilità del nome di Matteo in vista delle primarie dell 8 dicembre …

… il risultato straordinario ha sconvolto persino la segretaria cuperliana del circolo: votanti 98 – Renzi 64 – Cuperlo 24 – Civati 6 – bianche e nulle 4 … con 1 delegato per Cuperlo e 2 delegati per Matteo !!!

… ci pare una bella testimonianza di come il coraggio della veritá, l’affidabilità e la credibilità politica di chi vive e lavora nel territorio da anni … possa pagare e meritare ben più dei compromessi con i protagonisti della “vecchia politica” che Matteo vuole rottamare e noi con lui !

Pd Roma. Tutti (anche i “renziani”) acclamano Cosentino. Perchè ?… Noi No !

Silvia Di Stefano denuncia il carro

“Nel nostro terzo (ex IV) Municipio di Roma, aggregandoci sin dall’inizio delle primarie 2012 per il premier del centrosinistra intorno alle parole chiave della proposta di Matteo Renzi, lo abbiamo sostenuto con entusiasmo.

Quello sforzo organizzativo per Renzi a Roma si concretizzò in sostanza attraverso il lavoro volontario di tante persone normali incontratesi ai gazebo e nei circoli durante le due giornate delle primarie.

A distanza di un anno, con l’arrivo di queste nuove primarie stavolta per la segreteria del partito romano, vengono calate dall’alto delle alleanze e dei candidati, che per storia e modalità rendono queste scelte incomprensibili.

Tuttavia ci adeguiamo, promuovendo anche noi in prima persona un candidato – Tobia Zevi – mettendoci la faccia e sostenendo nei circoli la sua candidatura.

Facciamo più di quanto lo stesso Matteo Renzi faccia per il cosiddetto candidato “renziano” a Roma, poiché Matteo per questa candidatura NON spende una parola, non partecipa ad iniziative pubbliche, non passa nemmeno al comitato in via dei Pianellari nel giorno dell’inaugurazione, che coincide con la visita di Renzi alla delegazione parlamentare.

Queste situazioni non ci sfuggono mentre avvengono, ma preferiamo continuare a lavorare per cercare di non arrecare danno alla corsa di Renzi alle primarie dell’8 dicembre.

Tuttavia pian piano emergono “giochetti” ed “atteggiamenti tattici”, che poco ci piacciono. Si comincia a dare credito a personaggi con cui da anni NON condividiamo alcun ideale politico, strategia, metodi d’azione ed obiettivi.

Sul nostro territorio (quello del III Municipio) emerge chiaramente un’asse politico strategico e tattico fra Zevi e Cosentino, che ci taglia fuori dalle scelte in alcuni dei circoli ed – anzi – ci mette in difficoltà, esponendoci ad attacchi politici strumentali che, più o meno indirettamente, si ripercuotono sul nome di Renzi.

Quello che accade non è causa di una nostra volontà nel voler rappresentare una primogenitura nel sostegno a Renzi, questione di cui non c’è nemmeno bisogno di discutere perché acclarata dai fatti e dalla storia politica di questi ultimi anni, bensì per l’incoerenza nei metodi e nei valori usati da chi ha avuto il compito di coordinare e gestire la mozione a sostegno di Zevi e di conseguenza di Renzi. Questa incoerenza è stata talmente marchiana da provocare una reazione spontanea da parte di iscritti, che avevano già votato convintamente Matteo Renzi alle primarie precedenti.

Per questa ragione succede che un gruppo di iscritti decide allora di ribellarsi a questo metodo, feriti dall’impotenza con cui si sono consumati obbrobri in nome di Matteo Renzi.

Si ribellano perché lo riconoscono questo metodo uguale a quello che combattono nel Partito Democratico attuale e che vogliono rottamare.

La motivazione è la salvaguardia dell’azione territoriale in vista delle primarie per la segreteria, poiché infine ciò che ci distingue da coloro che nel partito hanno sempre utilizzato questi mezzi è l’essere ancora credibili, perché noi vogliamo essere ancora credibili.

Questo atto di disobbedienza pacifica e civile ci porta a far eleggere due nostri delegati (Renziani dichiarati nei metodi e nei comportamenti) con un’altra mozione, perché appare ormai evidente come stia evolvendo il congresso e a quali risultati si arriverà con la strategia suicida adottata dalla mozione.

Avevamo talmente ragione che prima dell’apertura dell’assemblea romana del Pd i candidati di Cosentino e Giuntella sono stati convocati da Cuperlo per trovare un accordo in vista delle primarie, per massimizzare il suo risultato su Roma.

A questo ennesimo atto sfrontato ed evidente, si è deciso di rispondere votando Cosentino segretario e lasciando scheda bianca sul nome di Giuntella. Quasi che il sostegno dei due a Cuperlo sia differente e  mancando completamente il senso della battaglia vera da combattere.

Cosa è uscito dal congresso romano in realtà.

Che oltre il 70% del partito sosterrà Cuperlo alle primarie, mentre i Renziani sono relegati ed umiliati ad un misero 15% (che siamo convinti Renzi saprà moltiplicare).

A far ancor più comprendere gli errori di metodo e di sostanza, ci sono le numerose assenze nella delegazione ufficiale della mozione Zevi in assemblea romana. Aggravata ulteriormente dalla scelta scellerata di NON far partecipare alla riunione di mozione, i due delegati renziani eletti a Castel Giubileo.

Ci chiediamo e chiediamo a voi: ma l’appartenenza alla mozione Zevi conta di più del sostegno a Matteo Renzi ?

Sembra persino retorico ribadire cosa voglia dire per iscritti e simpatizzanti sapere che le due massime cariche del partito romano, segretario e presidente dell’assemblea, siano state entrambe assegnate a figure che hanno già espresso il proprio sostegno ufficiale a Cuperlo.

Sono questi i risultati che l’area renziana a Roma poteva ottenere?

O invece si poteva fare di più, soprattutto in preparazione delle primarie nazionali?

Siamo convinti di si, soprattutto se si avesse avuta la volontà di far esprimere i territori, le persone nei circoli, mettendo in campo candidature più credibili e rifiutando appoggi che in alcuni casi hanno persino fatto perdere consensi.

Noi crediamo che il disastro compiuto in nome di Renzi, perché non sapremmo definirlo diversamente, sia da ricercare soprattutto nel METODO sbagliato che è stato usato o sarebbe meglio dire non agito.

I territori che NON sono stati coinvolti nelle scelte – laddove hanno cercato di farsi sentire – sono stati mortificati e silenziati.

A Via dei Pianellari siamo stati INSULTATI. All’assemblea romana siamo stati CACCIATI.

Chiediamo a tutti voi se questi sono i cambiamenti che auspicavate quando vi siete convinti che sia possibile una rivoluzione renziana nel partito romano, e – a salire – in quello nazionale.

La cosa che più ci ha preoccupato e fatto soffrire è stata anche la mancanza di democrazia nei momenti subito successivi alla fine dei congressi.

Quando tutti sapevano che si stavano compiendo le scelte, le decisioni e le alleanze per il futuro del PD, nessuno ha voluto convocare una riunione dei delegati di Zevi/Renzi.

Perché ci chiediamo? Un candidato debole, senza il sostegno esplicito di Renzi, è stato utile solo per impedire a Cosentino di superare la soglia del 50%, in modo da dimostrare come non fosse autosufficiente e quindi affermando la forza dell’altra area all’interno dei cuperliani. Ottenuto il risultato, Giuntella fa il presidente dell’assemblea e per Zevi sarà ritagliato il ruolo connesso ai suoi 30/60 delegati.

Cosa c’entri questo con Renzi non lo abbiamo capito.

Siamo qui a scervellarci per trovare le motivazioni di questo sfacelo che porterà di nuovo Roma in mano agli strateghi del PD, che imporranno lo stile bersaniano/cuperliano, unici in tutta Italia in compagnia dell’Enna di Crisafulli.

Siamo qui a chiederci se potevamo fare di più di quello che abbiamo fatto, se dovevamo dirlo a più persone, più forte, fregandocene di quelli che dicevano che “così si fa del male a Renzi”.

Perché – scusatemi – ma questa storia deve finire. Se devo mettere la mia faccia per chiedere il voto per Renzi, allora devo anche essere in grado di spiegare ALMENO le alleanze sul territorio, e – nel caso in cui queste siano ritenute necessarie dalla mozione Renzi – ci deve essere un tavolo democratico dove discuterle prima, per evitare frizioni deleterie nel territorio.

Un sorriso e un augurio di buon lavoro a tutti”

Silvia Di Stefano, segretaria del Circolo PD di Castel Giubileo-Settebagni

Comitato Roma per Matteo Renzi 14-11-2013

Facendolo nostro, abbiamo riportato integralmente il coraggioso intervento-denuncia che Silvia ha svolto alla riunione di coordinamento romano dei Comitati Renzi tenutasi giovedì 14 novembre in Via dei Cerchi 75.

correnti persone

In questo congresso romano, nel nostro piccolo come Adesso! Roma 3 abbiamo fatto “tana” ai “bersaniani” che opendemocraticamente saliti sul “carro” di Matteo Renzi, anziché spingerlo, hanno subito pensato bene di importare ed imporre i loro vecchi metodi e logori comportamenti politici, proprio quelli che Matteo vuole rottamare e di cui nelle stesse ore ne rivendica giustamente il “cambia verso” pubblicandone info-grafiche sul suo sito.

Uno dei fondamenti della democrazia – anche a garanzia della sua efficacia e trasparenza – necessita dell’assunzione responsabile ed alternativa, tra chi vi compete, del ruolo di governo per chi vince e di controllo per chi perde.

L’evocazione “unitaria” in nome dell’ “emergenza di turno” è diventato l’alibi sistematico delle devastanti modalità consociative e compromissorie che in questi ultimi decenni hanno inquinato e degradato la politica, i partiti e l’Italia.

Noi partecipiamo alla sfida dell’8 dicembre per “cambiare radicalmente verso” a questa pessima politica.

buona politica

Quale credibile ed autentica forza rinnovatrice di sé stesso può rappresentare oggi il partito romano ?

Partito che è nella gran parte delle sue ramificate ed incancrenite componenti di potere, palesemente corresponsabile del disastro politico ed organizzativo di questi anni, nel quale le voci autenticamente critiche e libere – non espressione di strumentali rivendicazioni puramente correntizie – si possono veramente contare sulle dita di una o due mani …

Un partito verticistico che si scompone tatticamente al momento congressuale per esprimere 4 candidature apparentemente alternative tra di loro – ovviamente TUTTE in nome della bandiera del RINNOVAMENTO, ma tutte di fatto cimentate a cercare voti prevalentemente con le stesse vecchie e logore dinamiche …

Un partito che poi, subito dopo il voto, torna a mortificare ogni vera dialettica democratica, ricompattandosi in acclamazioni e voti praticamente unanimi, rende evidente la finalità strumentale di tutto il percorso, puramente finalizzato alla conta interna per il riposizionamento nel potere di controllo dell’apparato.

Appare anche banale evidenziare l’equazione logica per cui “Tutti responsabili = Nessuno Responsabile” e quindi anche “Tutti Rinnovatori = Nessuno Rinnovatore”.

delega Pd Roma

All’Assemblea Romana di mercoledì 13 la presidenza ha messo in votazione per alzata di mano l’elezione di Claudio Cosentino, ma poi, anziché procedere alla conta dei contrari e degli astenuti, ha inteso forzatamente proclamare l’elezione per acclamazione.

Questa modalità non ha consentito l’espressione dei voti in dissenso, come lo erano i nostri.

Tutti, quindi, ufficialmente anche i “renziani”, hanno quindi acclamato Cosentino … e ci domandiamo perché ?

Non comprendendolo nell’interesse del nome di Matteo e – soprattutto – del suo/nostro progetto di “cambiare verso” alla politica e al Pd … possiamo almeno dire … noi no!“.

Ed è un “No” chiaro e deciso, anche se isolato, perché pensiamo che questo modo di “fare politica” non porti lontano questo Pd romano.

Carlo d’Aloisio

La “Questione Romana” (1) – Tag Panoramica Comitato Roma per Renzi (14-11-13)

Comitato Roma per Matteo Renzi 14-11-2013

Maria Coscia, eletta dal 1987 nel consiglio comunale di Roma, dove dal 2000 al 2008 viene nominata assessore alle politiche educative e scolastiche. E’ membro della direzione nazionale del Pd e deputata della Repubblica.

Daniela Valentini, consigliere comunale dal 1985 al 1993. Nel 1998 è eletta presidente di Ama dopo essere stata nominata nel consiglio d’amministrazione dell’azienda, mentre nel 2001 è nominata assessore al commercio con Veltroni. Tra il 2005 e il 2010 viene eletta consigliere regionale, dove ricopre l’incarico di assessore all’agricoltura. Attualmente è senatrice della Repubblica.

Fabrizio Panecaldo, fondatore dei Verdi viene eletto per la prima volta in consiglio comunale nel 1997, dopo due legislature come consigliere municipale. Nel 2006 viene eletto con la Lista Civica per Veltroni prima, ricoprendo anche la delega ai Pup e con il PD nel 2008 e nel 2013. Candidato non eletto alla Regione Lazio con il PD, attuale coordinatore della maggioranza comunale.

Marco Di Stefano, consigliere al Comune di Roma per il Centro Cristiano Democratico dal 1997, nel marzo 2003 viene eletto segretario provinciale del neonato UDC, eletto in Regione nel 2005 nella Lista civica Piero Marrazzo e nominato assessore a Risorse Umane, Demanio e Patrimonio, nel 2007 passa all’Udeur Popolari di Clemente Mastella, di cui diviene vice segretario nazionale. Nel 2008 passa al PD e viene nominato assessore all’Istruzione, nel 2010 viene eletto consigliere della Regione Lazio e nel 2013 è deputato in Parlamento in seguito alle dimissioni di Marta Leonori, nominata assessore di Roma Capitale.

Giancarlo D’Alessandro, Per due decenni nella CGIL scuola e poi segretario generale della Funzione Pubblica di Roma e Lazio. Nel 1993 eletto nel Consiglio Comunale di Roma, poi presidente della Commissione speciale per il Giubileo, ancora dal 1999 fino al 2008 assessore con Rutelli e poi con Veltroni. Nel 2000 è l’artefice del protocollo di intesa tra Comune di Roma e Unione degli Industriali che farà nascere il Distretto romano della I.C.T., di cui sarà vicepresidente fino al 2008.

Eugenio Patanè, dal 2005 al 2010 ricopre il ruolo di capo segreteria del gruppo “Uniti nell’Ulivo” alla Regione Lazio. Dal 2006 è eletto consigliere comunale di Roma. Nel 2007 viene nominato nell’esecutivo regionale del Pd Lazio e nel 2009 nell’esecutivo del Pd di Roma. Nel 2010 viene eletto presidente dell’assemblea romana del Pd. Consigliere regionale dal 2013, presidente della V commissione.

Pd, Circoli e Congressi non sono “cosa nostra” !

Pd cosa nostra
vignetta di Ruggero Soru,
pubblicata su “AltraVoce.net” (2008)

Quello che è diffusamente accaduto nei congressi locali e poi solo parzialmente apparso sui media è deprimente e disorientante per le persone che in buona fede e con tanta entusiastica volontà e non scontato coraggio sono impegnate nel progetto di vero rinnovamento del partito. Come temiamo possa essere poco incoraggiante, purtroppo, anche per i tanti che ci guardano in vista delle prossime primarie.

Avere vissuto in prima persona l’esperienza di questi congressi provinciali – per quanto ci riguarda la gran parte penosamente liturgici e scontati – deve divenire occasione di doverosa testimonianza attiva al fine di favorire urgenti prese di responsabilità e conseguenti scelte ben diverse nel metodo, quali passaggi necessari ed inderogabili per la costruzione del nuovo vero “Partito Democratico”.

Bisogna però partire dagli esempi positivi, pochi, ma quelli da imitare. Vivendo a Roma abbiamo potuto assistere al congresso “modello” del Pd Portuense, dove si respirava una vera, rara e preziosa aria democratica, dove si è svolto un dibattito pre-congressuale con la partecipazione di tutti e quattro i candidati alla segreteria romana, dove si sono confrontate e formate delle libere opinioni, dove si sono avvicinati veri nuovi iscritti, dove il risultato del voto non è stato affatto precostituito e scontato !

Risultato diffusamente precostituito e scontato, invece, è quello determinatosi in molti dei Circoli romani nei quali l’ascolto ed il dibattito sono stati ridotti al “minimo sindacale”, per poi “curiosamente” vedere pienamente rispettate dalla maggioranza assoluta dei partecipanti le indicazioni del coordinatore del circolo, figura in alcuni casi rinnovata in una sorta di continuismo dinastico familiare.

In generale, fin qui potremmo parlare solo di modesto conformismo, da una parte di dirigenti locali mediocri e democraticamente impreparati o, peggio, in alcuni casi allergici alla materia e, dall’altra, di comportamenti da consolidate “truppe cammellate”, pronte ad adeguarsi e servire alle scelte strategiche di posizionamento dei loro leader locali.

Duole sottolinearlo, ma ad aver mancato l’esercizio serio ed approfondito dell’occasione democratica sono stati soprattutto molti degli iscritti e dei militanti che, dopo tutto quello che hanno vissuto e contestato in questi ultimi tempi, avrebbero dovuto esercitare il diritto e quindi praticare il dovere di impegnarsi per mettere in discussione proprio quelle stesse logiche e modalità partecipative che fino ad oggi sono corresponsabili del disastro di questo Pd “storto”.

Ma tant’è. La corsa è invece prevalentemente apparsa come una squallida cavalcata nelle solite dinamiche correntizie, che in tanti denunciano a parole, ma che poi continuano a praticare. Cosi anche si è assistito al diffuso fenomeno partiticamente catartico della moltiplicazione dei Congressi e quindi dei Delegati.

Nel territorio municipale che ben conosciamo esistono da anni quattro Circoli con sede agibile e costante operatività politica, ma grazie ad una logica “tutelata”, quando si arriva ai momenti elettivi, si scoperchiano le tombe e improvvisamente risorgono gagliardi coordinatori che dai loro cassetti tirano fuori pacchetti di tessere per le quali rivendicano – adeguatamente supportati dai ras di riferimento nel partito – il loro strumentale diritto di “rappresentanza”.

Nel III Municipio di Roma su 4 Circoli si sono svolti 7 Congressi !

Abbiamo assistito ad un congressogosth”, nel quale, dopo che come associazione “Adesso! Roma 3” abbiamo sollevato pregiudiziali di invalidità dello stesso, il presidente del consiglio del nostro Municipio, nel coraggiosamente condividere e rilanciare le ragioni del sostanziale imbroglio democratico in atto, è stato aggredito prima verbalmente e poi fisicamente (facendolo finire in ambulanza all’ospedale per trauma cranico) non da un militante facinoroso, ma nientepopodimeno che dal coordinatore municipale del Pd, ossia da colui che più degli altri dovrebbe garantire terzietà e rispetto delle regole.

Ancora piuttosto solitari, abbiamo chiesto le dimissioni immediate dal Pd del responsabile di questo atto platealmente incompatibile con l’appartenenza ad un assise democratica; la risposta del protagonista, espressa in termini di tesi difensiva – emblematica della natura del retroterra socio-culturale che anima tutto questo degrado – è stata “non ha testimoni” !

In un altro Congresso “gosth” abbiamo assistito – questa volta impotenti, come da spettatori in un film di Antonio Albanese, basiti tra l’ilarità trattenuta ed il disgusto morale – purtroppo (vogliamo sottolinearlo affinché sia un campanello di allarme) ad una pantomima cabarettistica “neo renziana” di chi sta cercando di “salire sul carro”, non per spingerlo come tanti stanno già iniziando a fare, ma per sedersi sul predellino del cocchiere e poter continuare a condurre le loro tradizionali e ben note “metodiche politiche”, così di fatto squalificando il nome di Matteo Renzi tra i Cittadini che vivono nel territorio e che ben conoscono queste “storie”.

Essendo un “presunto” circolo comunque senza sede, il congresso si è addirittura svolto in un altro quartiere e si poteva assistere ad un pellegrinaggio di persone proveniente da ogni parte, anche extra-territoriale, assolutamente disinteressate alla politica, ma che commentavano tra di loro la loro presenza per la “sollecitazione” ricevuta dai promoter del “circolo” i quali, anche davanti a tutti, continuavano disinvoltamente ad esborsare dalle proprie tasche i venti euro per l’iscrizione di turno.

Archiviamo ora questa squalificante fase congressuale locale per dedicarci con certamente maggiore entusiasmo ed ambizione democratica all’obiettivo delle primarie dell’ 8 dicembre; auspicandolo, lavorando a viso aperto per questo, suggeriamo a Matteo, una volta eletto segretario di intraprendere lo scioglimento ed il commissariamento di tutto questo scempio e di riconvocare – questa volta come democraticamente si deve – i congressi locali, magari insieme a quelli regionali.

Per cambiare davvero “verso” al Pd ce ne sarà bisogno !

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Nota – luoghi e nomi non sono riportati, anche perché oggetto di segnalazioni, esposti, ricorsi e denunce in corso

CAMBIAMO VERSO AL PD: #NoCencellum !

NO CENCELLUM

CAMBIAMO VERSO AL PD: #NoCencellum !

I molteplici episodi e le tante denunce di queste settimane hanno confermato che non è affatto facile cambiare il partito da dentro, dal basso, perché l’apparato è troppo forte ed organizzato nella sua ora ancor di più disperata autoconservazione.
Il partito non ha ancora gli anticorpi per difendere la sua mission democratica.
Anche molti che apparentemente vi si oppongono, poi finiscono per comportarsi esattamente come loro, si finisce per fare il gioco delle correnti, della spartizione dei posti, del calcolo delle quote che spettano a ciascuno.
La moltiplicazione delle tessere denunciata in questi giorni, non è sintomo di rinnovata partecipazione, ma la conseguenza di una guerra fra bande, senza esclusione di colpi.
Ma non si deve abbassare la guardia. Non ora.
Affinché si possa immaginare un partito diverso, davvero aperto, dove il diritto di voto non sia più legato ad una tessera da 20 euro gestita dai soliti noti; perché si possa sperare di rottamare le correnti, che esistono proprio grazie al sistema delle tessere; perché si possa immaginare un’organizzazione basata sul merito, e non sull’appartenenza a questo o quel gruppo, serve conquistare gli strumenti che permetteranno di cambiare le regole del gioco.
Ossia, l’Assemblea nazionale, che voteremo l’8 dicembre insieme al Segretario.
Questa è adesso la vera sfida: la composizione delle liste di candidati che saranno eletti all’Assemblea.
Matteo Renzi, entro il 25 novembre, dovrà approvare e firmare quella a suo sostegno.
Il nostro appello è che sia composta in base al merito e soprattutto alla volontà certa di cambiare verso al partito.
E non sia invece l’ennesima spartizione stile manuale Cencelli fra i diversi gruppi che stanno affollando il suo carro, fra gente che difficilmente domani sarà disponibile a smantellare quei sistemi che hanno garantito i loro privilegi fino ad oggi.

Big Bang Adesso! Roma 3

Big Bang Adesso! Roma3

Open Pd Viareggio – 21-22 settembre 2013

Open Pd Viareggio 2013

Per chi non c’era, per chi c’era ma vuole riascoltare …

#OpenPd Viareggio

grazie alla nostra radio preferita, Radio Radicale …

Sabato 21 settembre – prima parte –

Sabato 21 settembre – seconda parte –

Domenica 22 settembre – intera giornata –

Da non perdere l’ultimo intervento: un grandissimo Oscar Farinetti che ha fatto un intervento davvero interessante e appassionante !

Oscar Farinetti
Oscar Farinetti a Open Pd Viareggio
– Metodo “CI RIESCO” –

La Tessera del partito non è quella del “Tifoso” !

Tessera Tifoso Tessera PartitoTessere o non Tessere, questo è il problema ? 

Dagli oltre 800.000 iscritti dei promettenti esordi, ai 500.000 del 2012 – quindi ancor prima del “peccato originale” delle primarie e del “rigore” elettorale sbagliato, con tutti gli “effetti” che ne sono conseguiti – ad oggi le notizie indicano in un ulteriore dimezzamento lo stato associativo di questo Pd “storto”.

Una progressiva ed inesorabile erosione che ha riguardato le persone più lontane ed indipendenti dagli interessi contingenti di appartenenza al partito, coloro che vi avevano aderito più per “opinione” (alcuni anche per vetero-ideologia di “appartenenza”) e che poi si sono via via allontanati, delusi dalle progressive incongruenze politiche tra le belle speranze di un progetto “nuovo” e la cruda realtà di una storia ancora “vecchia”.

Viceversa, questa emorragia non ha intaccato i signori dei “pacchetti tessere”, anzi ne ha rafforzato il peso interno, il controllo dell’Apparato storico e consolidato; paradossalmente (non per loro, ma democraticamente parlando) questa condizione franante del consenso non li preoccupa affatto (e si vede !); anzi, avvantaggiandoli, li incoraggia nella direzione di tentare di trasformare il partito ancor di più in una “cosa loro”.

Se alle primarie 2012 con il 98% del controllo politico-territoriale, Matteo Renzi si è permesso di raccogliere un quasi 40% di consensi spontanei nella base democratica del centro-sinistra, non è difficile immaginare – alla luce di quanto accaduto in questi mesi e del diffuso crescente apprezzamento della base verso la figura del Sindaco fiorentino – quale possa essere oggi il “loro” pensiero ed il loro stato d’animo di prospettiva, ben testimoniato dal fattivo impegno a scongiurare in ogni modo i “rischi” (per loro) di ogni ulteriore apertura degli strumenti congressuali (che invece sarebbero il volano per liberare potenzialità di nuova crescita democratica del partito), ma anzi tesi come sono a sviluppare teorie per circoscriverli ed incastrarli in un puzzle tra date e regole a “loro” più congeniale.

Personalmente non mi sono ancora riscritto per il 2013. Questa pantomima della convocazione e delle regole del Congresso va avanti da oltre 3 mesi. E’ un’ulteriore grave prova di inadeguatezza del “loro” Metodo democratico. Fino a quando non avverrà il parto o se dovessero abortire un altro bel “pacco incartato” non so se troverei il senso “politico” per farlo. Sarebbe un riconoscimento immotivato, solo un atto di fede, più o meno l’equivalente della “tessera del tifoso”. Preferirei agevolare in altro modo la loro “estinzione”, lasciando a sé stessa l’agonia di questo Pd “storto”. Prendere la Tessera del Mio partito deve essere un atto di libertà, di gioia, di convinzione e di condivisione costruttiva !

Ma se invece il quadro cupo si schiarisse e se la sfida proposta da Matteo si delineasse da subito anche nei Circoli e nei Territori, mi metterei ben volentieri a disposizione del progetto per costruire un vero open “Partito Democratico”!

Carlo d’Aloisio Mayo

Lettera Aperta al Pd del III Municipio

Pd uovo rotto“Nessun giorno è sbagliato per provare a cambiare”

Caro Coordinatore Vittorio Pietrosante,

Cari Segretari dei Circoli Pd del III Municipio,

Cari Consiglieri Municipali

e, tramite Voi,

a Tutti i Cittadini in qualche modo vicini ed interessati al “Partito Democratico”

Le recenti elezioni comunali e municipali ci hanno consentito di poter festeggiare un risultato fondamentale per Roma ed altrettanto importante per questo nostro territorio.

Come per Roma anche nel nostro Municipio dobbiamo lavorare seriamente e credibilmente per invertire le nefaste, miopi e modeste amministrazioni, segnate dal malaffare, del Sindaco Alemanno e del Presidente Bonelli; per questo abbiamo scelto di impegnarci per sostenere l’esperienza del Presidente Paolo Marchionne.

Lo intendiamo fare, in coerenza con il nostro spirito, con lealtà e franchezza, pur non condividendo fino in fondo le modalità democraticamente limitate con cui la struttura organizzativa del partito ha gestito le Primarie Municipali e di fatto ha sostenuto organicamente questa candidatura.

Avendolo anche apertamente appoggiato, riteniamo che il lavoro politico svolto da Riccardo Corbucci sia stato molto più generosamente rivolto all’ascolto ed al dialogo con la Cittadinanza, cercando di avvicinarla alla politica ed alle primarie, così come poi d’altronde attestato dallo straordinario risultato elettorale che lo ha visto come il Consigliere Municipale di gran lunga il più votato in Tutta Roma !

Non possiamo però non partire dall’osservazione della realtà: il calo dell’affluenza ma anche dei consensi in tutto il territorio cittadino e nel nostro Municipio, una volta IV oggi III.

Nel 2008 il Pd “perdeva” con 38.589 voti, oggi abbiamo “vinto” con 22.278 voti !

Sono dati paradossali e sintomatici che richiedono una riflessione seria, non rituale ed una reazione intelligente, uno scatto in avanti che dovremo essere capaci di imprimere nei prossimi cruciali mesi, anche partendo dall’occasione delle diverse fasi congressuali che ci attendono.

Sabato 1 giugno abbiamo potuto ascoltare Matteo Renzi al Teatro Ambra alla Garbatella sostenere il nostro candidato Sindaco Ignazio Marino, un sostegno fatto di parole e di visione innovativa e comune tra i due Sindaci, che riteniamo tutto il partito debba far suo ed utilizzare con convinzione.

Abbiamo bisogno di andare oltre la “rottamazione” come abbiamo bisogno di andare oltre i confini delle rituali abitudini e consuetudini politiche – evidentemente dimostratesi inadeguate e penalizzanti il consenso – mettendole profondamente in discussione e sapendo creare nuove, più efficaci, aperte ed attrattive modalità di funzionamento del partito, costruendo un innovativo modello di essere e fare politica, capace di rendere il Pd effettivo, efficace e credibile volano partecipativo democratico per i Cittadini e per migliorare la Qualità della vita nel nostro Territorio.

Per questo:

–       Non vogliamo più Circoli limitati a cordate correntizie ed elettorali … vogliamo Circoli aperti ai Cittadini, ai Comitati, alle Associazioni, … !

–       Non vogliamo più Decisioni calate dall’alto o prese con logiche di bilancino tra interessi e tatticismi non sempre chiari … vogliamo Iniziative Pubbliche, Comunicazione e Partecipazione condivisa, per scelte fondate su merito e competenza !

–       Non vogliamo più Social Network usati solo come scarne e statiche vetrine e le Sedi per rituali e sempre più rare Assemblee “sfogatoio” … vogliamo usare la Rete, le Piazze ed i Circoli come Agorà delle idee e del confronto !

–       Non vogliamo più Cittadini respinti ai seggi, censurati, delusi, demotivati a partecipare, selezionati per “pedigree” o addirittura invitati a non iscriversi al partito(!)… vogliamo un vero “Partito Democratico” a vocazione maggioritaria, plurale, capace di ascoltare, trasparente ed inclusivo delle diversità, innovativo e coraggioso, un Metodo “Open PD” come ricchezza feconda per rigenerare idee democratiche e scegliere persone credibili per rappresentarle !

Per questo abbiamo deciso, nelle scorse settimane, anche per dare maggiore forza al nostro partito ed alla coalizione di centrosinistra del Terzo Municipio, di costituire – in continuità con il “Comitato Renzi alle Primarie 2012” – un’Associazione politico culturale che sia di sprone e di sostegno al dibattito pluralistico nel nostro territorio e che mettiamo a disposizione di Tutti i Cittadini Democratici !

Viva Roma ed il nostro Municipio,

Viva il Partito Democratico !

                 Associazione Adesso! Roma 3

Coraggio ! Circoli, Congressi, Primarie … ALL OPEN PD !

Open Democrats Stato Pd

(Closed Pd = Dead Pd !)

Prendo spunto dal non soltanto provocatorio, ma certamente drastico invito di Don Paolo Farinella (pubblicato su MicroMega) a “dimettersi tutti” dal PD.

L’esortazione è espressa senza alcuna indulgenza in particolare verso la base, additata così – nel suo “resistere” – di essere di fatto complice e connivente delle responsabilità del vertice.

E’ una posizione discutibile, ma comunque interessante per ragionare a voce alta.

Diciamo che sarebbe un po’ come invitare gli italiani a dimettersi dalla loro cittadinanza come atto estremo di “forza” per non continuare ad avallare il “golpe” alla democrazia, alla legalità, allo stato di diritto che si perpetra oramai da decenni. E perché non farlo ?

Noi democratici – liberi – denunciamo la casta che si è impadronita del Pd, dimettendoci – se iscritti – da “pdemocratici” !?

E’ una proposta emotivamente comprensibile e forse politicamente anche condivisibile, magari, però, propagandandone l’iniziativa come pubblica azione individuale e collettiva di disobbedienza, ma anche di svuotamento definitivo di questo partito, di chiusura e di restituzione delle Tessere e delle chiavi dei Circoli, per liberarlo dal suo problema atavico …

Sarebbe da proporre per boicottare ogni scongiurabile ma – viste le ultime dichiarazioni – plausibilmente temibile ambigua decisione sulle “regole” dei Congressi che nelle prossime settimane segni definitivamente il destino funesto del partito.

La domanda, quindi, è pertinente: che ci stiamo a fare in questo Pd ?

La mia risposta, però, penso lo sia altrettanto: cosa ci sta a fare tutto questo vertice-apparato – eredità partitocratica della prima repubblica – nel “Partito Democratico” ?

Tutto qua ! Una naturale e legittima rivendicazione di appartenenza al “brand” politico, di indisponibilità a capitolare davanti alla flagrante appropriazione indebita del copyright mondiale della democrazia politica. Forse se ne potrebbe discutere in qualche Tribunale, magari internazionale ?

Però, in pratica, ciò che Don Paolo chiede così perentoriamente è già nei fatti.

E’ l’emorragia progressiva degli iscritti (oltre che di simpatizzanti, di militanti, di credibilità, di voti), stillicidio che – prevalentemente in solitudine di scelta – già accade diffusamente e spontaneamente almeno da mesi (per alcuni, da anni).

In tanti hanno strappato o bruciato platealmente la tessera, in molti non la stanno rinnovando, alcuni in via forse definitiva, altri quanto meno fino alla conoscenza del destino di questo partito, così come sarà certamente segnato almeno dalla definizione di regole e di politiche, credibilmente anche comunicative, realmente “all open” – anziché definitivamente “closed” – nella dinamica partecipativa e democratica di tutti i Congressi, dei Circoli, delle Primarie …

Siamo davanti allo scenario così ben info-graficamente rappresentato dal lavoro di Juri Marini per Open Democrats: un “partito democratico” nato a vocazione maggioritaria, prigioniero di un gruppo dirigente auto-referenziale, senza più credibilità, disposto a perdere consensi, a renderlo forza minoritaria, pur di salvaguardare nella stagnazione di politiche consociative il consolidato interesse di potere ed il proprio continuismo personale.

E’ nelle leggi della natura che un “sistema in crisi” cerchi soluzioni – anche fino all’ultimo respiro – per sopravvivere, per auto-conservarsi come anche – se intelligente – per adattarsi ed evolversi.

Ma l’attuale capacità da parte dei dirigenti del Pd – locali e nazionali – di elaborare e praticare scelte “illuministe” nell’interesse del partito e della politica per il Paese è purtroppo nei fatti che osserviamo ogni giorno. Ragionevolmente non vi sono molte speranze. Ci vorrebbero dignità, lealtà e Coraggio !

Mentre la trasformazione della materia necessità di grandi eventi, di grandi fenomeni, dirompenti, rivoluzionanti.

Occorre, quindi, che questo “sistema Pd” finisca di implodere nelle sue contraddizioni, per consentire alle nuove energie di liberarsi ?

Forse si.

Ma il dovere (e il piacere) di ciascun “democratico libero” – iscritto o non iscritto – non può che essere quello di continuare a denunciare le cause, le responsabilità ed a prefigurare le soluzioni, per poter arrivare a costruire – il prima possibile – il vero “Partito Democratico”, un modello di partito moderno che sappia conquistare nuovo consenso partendo dalla credibilità del Metodo, delle Idee, delle Persone, una forza democratica organizzata necessaria per cambiare l’Italia, in meglio !

Carlo d’Aloisio Mayo

MANIFESTO dell’Associazione Politico Culturale ADESSO ! ROMA 3

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il III Municipio di Roma – “Ponte Vecchio Nomentano”

Adesso! è il momento di partecipare al cambiamento dell’Italia, per costruire il futuro che in molti hanno promesso, ma che ancora non si è realizzato, un futuro di cui i Cittadini hanno bisogno, un futuro che permetta ad ognuno di costruire un progetto di vita all’altezza dei propri sogni e delle proprie speranze. 

La Politica deve tornare ad essere una cosa “bella” !: libertà, entusiasmo, passione, operosità, servizio civile, uguaglianza, solidarietà. Crediamo che questi principi siano propri della nostra democrazia, radicati nella nostra costituzione, ma che il tempo ed un ambiguo e strumentale conservatorismo ne abbiano indebolito il valore. Una politica appassionata, che saldi i diritti ai doveri, rispetti la sostenibilità e la sussidiarietà e punti allo sviluppo economico – in condizioni garantite di libera concorrenza leale e di equità sociale – per dare a TUTTI le stesse opportunità. Una politica ed una democrazia che sappiano usare anche il digitale traendo il meglio dai nuovi strumenti di socialità e di cittadinanza.

Crediamo che questi ideali siano l’orizzonte per l’Italia che vogliamo costruire e che per questo vadano promossi cambiando il presente, riaffermandone il valore politico, avendo il coraggio di usare tutte le forme di espressione e di partecipazione democratica a nostra disposizione.

Vogliamo un’Italia che valorizzi il merito e non le rendite. Un’Italia che non si affidi più a logore ed inique logiche corporative. Crediamo che il lavoro non sia la semplice contrapposizione tra salario e impresa. “Destra” e “Sinistra” non sono più parole sufficienti in sé, troppo spesso ridotte a mere identità di bandiera, invece che qualità e contenuto delle proprie proposte.

Ci impegniamo per costruire un “partito inclusivo e competitivo”, che serva all’Italia. Che metta la cultura e la scuola, l’ambiente e il territorio al primo posto. E che non tema la libertà dei propri cittadini. Un partito che punti sulla fiducia più che sui divieti, sulle regole condivise e sulla responsabilità, sul Metodo Partecipativo Democratico aperto e trasparente. Un’Italia che guardi all’Europa non come ad un ostacolo da superare, ma come il Futuro. Nostro e dei nostri figli.

Sogniamo una democrazia costruita intorno al Cittadino, dove le idee concorrano e competano liberamente; garantite e rappresentate da istituzioni trasparenti, autorevoli e giuste; dove partiti a vocazione maggioritaria si rigenerino continuamente dalla società, rappresentandola realmente, e per Noi il “Partito Democratico”, anche per il nome importante ed evocativo che porta. Un partito che, invece, ancora oggi è oligarchico, correntizio, indebolito dalla propria eredità partitocratica, sconnesso dai sentimenti e dai bisogni dei Cittadini, ma che ha in sé la promessa del cambiamento che milioni di cittadini hanno liberamente testimoniato partecipando alle primarie sin dalla sua fondazione. Un Partito Democratico che per essere tale sappia coniugare leggerezza, innovazione e competenza, autenticamente democratico e per questo rigoroso nella tutela dei più deboli e dei loro diritti.

Lavoriamo per un partito che non sia più una “ditta”, un ufficio di collocamento per posti di “potere”, una statica piramide verticistica, auto-referenziale ed auto-conservativa, troppo strutturato e chiuso in sé stesso. Vogliamo contribuire a costruire un partito vivo ed aperto a tutti, che attragga e non respinga. Un partito dove le opinioni circolino liberamente e le scelte avvengano democraticamente, condividendole. Ed al valore dell’esperienza possa coniugarsi la freschezza e l’innovazione delle idee. Un “luogo” – fisico e digitale – del “fare politica democratica” di militanza spontanea ed auto-finanziata, che fondi la sua credibilità sul Metodo, sulle Idee e sulle Persone.

Questi cambiamenti così grandi devono – per realizzarsi a partire anche da qui, dal nostro territorio – derivare dall’impegno e dalle capacità che ognuno saprà offrire, dalla responsabilità e dalla solidarietà di chi è vicino, dalla possibilità di ognuno di poter concorrere tramite le proprie possibilità al cambiamento che desideriamo.

Per il nostro territorio: Adesso! Roma 3

Vogliamo concorrere in modo nuovo alla politica del nostro Municipio, della nostra Città, del nostro Paese, ascoltando e sostenendo le voci di tutti i Cittadini e delle forme libere, spontanee e di base in cui si organizzano.

Un nuovo inizio perché si possano costruire e ricostruire i luoghi di partecipazione civile, dalle piazze ai circoli, che talvolta dimentichiamo essere il primo luogo di legame con il territorio.

Per questo, come Associazione, ci proponiamo di:

–  confrontarci costruttivamente con le istituzioni rappresentative e di governo, dialogando apertamente sulle scelte da compiere, offrendo studi, analisi e proposte su tutti quei provvedimenti che possono incidere sulla qualità della vita dei Cittadini e del Territorio

–  promuovere un osservatorio-laboratorio permanente di ascolto, di monitoraggio, di ricerca e di intervento, per conoscere e valutare i bisogni dei Cittadini e delle famiglie nel nostro territorio (welfare, istruzione, lavoro)