Porte aperte o Porte chiuse ?

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8 dicembre 2015 – Il Papa apre la porta santa per inaugurare il Giubileo della Misericordia. La misericordia è un sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui (morale o spirituale).

Il Papa è il capo dell’ultimo stato strutturalmente medievale; l’unico vero Stato-Chiesa costituito e riconosciuto al mondo; non solo teoricamente, un modello.

Solo nel Giubileo del 2000, la Chiesa ha ritenuto – finalmente – di chiedere “scusa” per tanti suoi “errori” del passato. Errori che hanno seriamente e drammaticamente “condizionato” umanità, libertà, scienza, politica, diritto, cultura, civiltà. Errori fagocitati nei secoli dalla sovrapposizione ossimora tra le ragioni del Potere temporale (politica e potere) e quelle del ruolo spirituale (religione ed ecumenismo). Condizione egemonica esauritasi con la fine dello Stato Pontificio nel 1870, ma poi rigeneratasi – per ragioni di interesse politico – con i Patti Lateranensi nel 1927.

Oggi, Papa Francesco è per tanti – credenti e non – la speranza di una radicale coraggiosa riforma della Chiesa nella direzione di elevarne la missione spirituale a fronte di una coerente maggiore povertà materiale. Per questo, da alcuni è considerato eretico anche all’interno della stessa Santa Sede. Ma ancora oggi, due giornalisti italiani sono processati in Vaticano per aver svolto il loro lavoro.

Contestualmente, nell’immenso, complesso e contraddittorio mondo arabo, qualcuno più aggressivo degli altri, in nome di un’altra religione, quella islamica, lancia crociate (improbabili, ma inquietanti) contro gli infedeli occidentali, più o meno ricalcando, con qualche secolo di ritardo, film drammaticamente già acquisiti alla storia.

Ecco quindi che qui, in occidente, un diffuso clericalismo di potere si preoccupa di rispondere lanciando anatemi politico-religiosi, rivendicando ragioni di una “nostra” prevalente e quindi (impropriamente) anche dominante tradizione cristiano-cattolica e volendone, nemmeno troppo sommessamente, forse anche affermare una certa superiorità morale e culturale.

In Italia, però, si promuove facile scandalo se in qualche scuola pubblica – e quindi laica – viene posto il problema della presenza del crocifisso come simbolo fuori luogo o di qualche recita natalizia magari più interculturale e meno univoca e integralista …

Gli stessi evocano la morale religiosa in molti temi della politica, soprattutto quelli sui diritti civili, … ma poi esortano (per varie ragioni: il lavoro, la cultura, il terrorismo, …) a respingere le ondate migratorie della disperazione, … sorvolando sul fatto che siano anche frutto di tanti errori storici dell’occidente, “cristiano e cattolico”.

Ecco quindi che in questo contesto, auto-rappresentativo della “cultura dominante”, questi “personaggi” da una parte la domenica celebrano il rito dell’apertura e durante la settimana affermano e praticano chiusure materiali e culturali; tendono a radicalizzare strumentalmente ogni segnale, non solo terroristico, come una minacciosa “guerra santa” in corso, per promuovere massimalistiche affermazioni evocative di fatto di antagonistica visione da “crociata”. E il Papa, spero incautamente, evoca una Terza Guerra Mondiale in atto.

Però …

… come smentire che, nell’era della globalizzazione, l’occidente “intelligente ed evoluto” – “cristiano e cattolico” – riconosce più interesse, dignità e diritti di libera e competitiva circolazione alle Merci – anche consapevolmente sorvolando sul fatto che spesso siano prodotte sfruttando esseri umani e ambiente – che alle Persone, uomini e donne, anziani e bambini ?

… se uno non è religioso o è credente, ma non intende – per coerenza – sovrapporre ed imporre le ragioni personali a quelle sociali, da che parte deve stare ?

… se la politica facesse la politica e le religioni facessero le religioni (e non l’uno l’altro e viceversa) e le istituzioni promuovessero la laicità, aprendo le porte – con intelligenza e testimonianza, ma anche con il rigore dei diritti e dei doveri uguali per tutti – alla cultura universale dei valori della persona, della tolleranza e del rispetto delle diversità, … per consentire ad ognuno di essere libero di credere in quel che vuole ed a tutti di concorrere nel Fare Bene Comune ?

Essere laici è anche porsi domande, non dare sempre risposte.

Carlo d’Aloisio Mayo

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