La Democrazia la si pratica. Sempre.

La Democrazia la si pratica. Sempre.

Domenica 30 è un occasione per Tutti !

La Democrazia è uno dei Beni Comuni più preziosi che la storia abbia conquistato per l’umanità, per il presente di ciascuno di Noi e per il Futuro di Tutti.

La Democrazia è garanzia di pluralismo delle idee, del confronto, delle scelte, del rispetto delle diversità e dei ruoli di chi vince e di chi perde.

Se correttamente praticata è l’unico vero metodo paritario attraverso il quale si possono contendere e bilanciare i pesi di ogni Potere; stimolarlo a far bene, controllarlo, giudicarlo, cambiarlo, …

In Italia, in questi decenni, invece, è stata mal praticata e spesso manipolata da Chi aveva le maggiori responsabilità nel doverne garantire il rispetto e l’applicazione: Eletti e Rappresentanti di Partiti e Sindacati e Chi li ha governati ai diversi livelli, hanno diffusamente e corresponsabilmente voluto intendere la Democrazia soprattutto come un Mezzo (proprio) e non anche come un Fine (comune). La Democrazia è stata quindi strumentalizzata per altri obiettivi, quelli della continuità del Potere consolidato (piccolo o grande che fosse).

Ma molti Cittadini si sono troppo spesso adeguati a questa condizione per trarne il proprio vantaggio “particolare”; in troppi, magari al tempo stesso criticandone – genericamente quanto sterilmente – gli effetti negativi sulla società, hanno sistematicamente concorso a confermarne il potere insediato o – producendo lo stesso effetto – astenendosi dall’assumersi responsabilità per scelte realmente alternative.

I danni prodotti, oltre che materiali, sono soprattutto culturali. Si è dispersa e disorientata la fiducia verso le istituzioni e verso gli strumenti partecipativi, appunto democratici, predisposti per garantirne la migliore efficienza.

La stessa Costituzione del 1948 è a tutt’oggi rimasta incompiuta nell’adeguata applicazione normativa di quanto prefigurato agli articoli 18, 39 e 49: la corretta regolamentazione democratica delle forme associative, dei Sindacati, dei Partiti.

Partiti e Sindacati sono previsti dalla Costituzione. Non vanno aboliti (come qualcuno auspica). Vanno Riformati per garantire processi democratici interni, trasparenza gestionale ed innovarne dinamicamente la capacità di relazione e rappresentanza sociale.

Oggi ne paghiamo in pieno il prezzo.

Una miriade di partiti e partitini, la gran parte autogovernati da piccole elite che succedono a loro stesse: idem per i Sindacati (ed Associazioni di Categoria), sempre più arroccati sui propri privilegi acquisiti, quanto autoreferenziali nella rappresentanza corporativa piuttosto che sociale.

E dall’altra, l’affermarsi di movimenti cosi detti populisti, tecnicamente se non anche ideologicamente ben poco democratici, che speculano sul “problema civico” per raccogliere facile consenso, spesso evocando soluzioni autarchiche e autoritarie, ma testimoniando sostanziale inadeguatezza nel proporre e praticare modelli realmente alternativi, credibili e condivisibili.

Nel 2007 la fondazione del “Partito Democratico” – facendo proprio il più bel brand mondiale per un “partito” – rappresentò però una genesi “storta”; si ispirava all’idea di voler far incontrare due Culture popolari, ma di fatto incarnava l’esigenza di far convergere le logiche di due storie di Potere consociativo.

Lo Statuto (in buona parte ancora oggi non attuato) ispirandosi ai modello americano – conteneva però  il “Tallone d’Achille” per quel Gruppo Dirigente che pensava di poterne perpetrare linearmente la gestione secondo le vecchie logiche dei “caminetti”: il valore praticabile del “consenso libero e contendibile” proprio dello strumento delle Primarie “Aperte”, di fatto antidoto di quel “consenso controllato e consolidato” sul quale pensavano di reiterare il loro infinito protagonismo politico.

Su questa opzione, buona parte di quella classe dirigente del Pd “storto” non aveva fatto bene i propri conti, tant’è che una volta “perso il controllo”, anziché rispettare il valore plurale della Comunità in molti hanno “incoerentemente” con i principi affermati preferito trarre le conseguenze di uscirne.

Oggi le Primarie del Partito Democratico rappresentano di fatto l’unico strumento attivo sullo scenario politico nazionale, aperto alla partecipazione di tutti, anche e soprattutto dei non iscritti, quindi della gene comune. E questo è un Valore prezioso da sviluppare per far tornare a crescere la Voglia di bella Politica tra i Cittadini Liberi da interessi precostituiti e pregiudiziali ideologiche …

… e come cantava Giorgio Gaber:

LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
LIBERTA’ E’ PARTECIPAZIONE

Le Primarie del Partito Democratico sono oggi un esempio unico e concreto di “Democrazia” aperta, un modello da sviluppare ed evolvere… anche per costruire il “Vero Partito Democratico” !

Se sei un Democratico, qualsiasi sia la Tua Idea, Domenica 30 Aprile ti invito a partecipare !


per Aspera … ad Astra !

Carlo d’Aloisio Mayo

#primariePd

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