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Ius soli, la lettera a Mattarella di #Italiani Senza Cittadinanza: “Presidente, non lasciateci soli ancora una volta”

A scriverla dopo che al Senato è mancato il numero legale, sono le donne del movimento, le dirette interessate e tra loro, le più giovani: “Il quadro che consegnerebbe al Paese la rinuncia a discutere in aula la riforma della cittadinanza è ben diverso da quello che si presentava all’inizio della legislatura”


Lettera aperta del Movimento #ItalianiSenzaCittadinanza in merito al DDL 2092 di riforma della legge della cittadinanza italiana, Legge n. 91 del 1992

Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella,

Egregio Presidente della Repubblica,

Oggi, 27 dicembre, ricorrono i settant’anni della promulgazione della Costituzione del nostro Paese. In una giornata così bella e fondamentale per le nostre vite e per la nostra democrazia, è nostro dovere ricordarLe come molte e molti di noi abbiano imparato a conoscerla tra i banchi di scuola, imparandone i valori fondamentali di libertà, uguaglianza, pace, rispetto, imparando a diventare di fatto cittadini e non più sudditi, secondo gli auspici di Piero Calamandrei e le opportune circolari ministeriali che spingono i docenti a seminare semi di cittadinanza attiva nei loro allievi e nelle loro allieve.

Tutti e tutte noi l’abbiamo letta, riletta e riscoperta in questo anno di mobilitazione a favore della riforma della cittadinanza, ci siamo riconosciuti profondamente nei suoi valori, e in particolare nell’articolo 3, il cui secondo, magnifico comma, concepito dal padre costituente Lelio Basso, che recitando ” […] E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” , prospetta un orizzonte di riduzione delle diversità e di accesso ai diritti fra le varie componenti della Nazione e di progressivo ampliamento dei diritti e della platea degli aventi diritto come inscritto nell’intelaiatura profonda della Repubblica.

Caro Presidente, concorderà con noi che il 23 dicembre la Repubblica ha fallito nella rimozione di questi “ostacoli”, mantenendo di fatto una distinzione netta tra cittadini e non, basata su una concezione prettamente elitaria ed economica della cittadinanza.

La cittadinanza è qualcosa di più di un diritto. La grande filosofa Hannah Arendt l’ha definita «il diritto ad avere diritti» in quanto solo il riconoscimento della cittadinanza trasforma un individuo in un soggetto giuridico detentore di diritti.

Non lasci che questa battaglia, iniziata con le prime mobilitazioni della Rete Nazionale Antirazzista nel 1997, quando molti e molte di noi non erano ancora nati, cada in un nulla di fatto. Anche perché così non è. Il quadro che consegnerebbe al Paese la rinuncia a discutere in aula la riforma della cittadinanza è ben diverso da quello che si presentava all’inizio della legislatura. In questi mesi, forze oscure che puntano a indebolire le ragioni della convivenza e dello stato di diritto sono cresciute, proprio cavalcando le ragioni del fronte del no alla riforma, riattivando la memoria di parole d’ordine che credevamo
dimenticate, legate al fascismo e del colonialismo.

Qui, non si parla di una battaglia che punta semplicemente alla conquista di un accesso alla cittadinanza più semplificato, con la nostra battaglia puntiamo ad ottenere, finalmente, il nostro riconoscimento come categoria sociale finora ignorata e dimenticata; con la nostra battaglia puntiamo ad una politica di ampio respiro, al passo con i tempi e che soprattutto sappia riconoscere i cambiamenti sociali e culturali del proprio Paese. Con la nostra battaglia, inoltre, puntiamo ad ottenere un’applicazione ancora più incisiva della nostra Costituzione Italiana.

Talvolta le autorità di un Paese democratico sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a potenziare gli anticorpi e a creare argini contro la deriva di forze antidemocratiche e destabilizzanti.
Non lasciateci soli ancora una volta.

RingraziandoLa della Sua attenzione, cogliamo l’occasione per augurarLe buone feste.

Con Rispetto,

Il Movimento #ItalianiSenzaCittadinanza

la Lettera in originale

Referendum Costituzionale

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Domenica si Vota. Sei Indeciso ?

Prova a ragionare come se il Referendum fosse a parti invertite
e chiedesse di:
Aumentare il Numero dei Parlamentari da 730 a 945
Abolire il Senato di Rappresentanza delle Autonomie Locali
Aggiungere un Senato che duplica il lavoro della Camera dei Deputati
Introdurre il Doppio Voto di Fiducia al Governo
Abolire la Calendarizzazione Certa degli iter Legislativi
Abolire il Principio di Trasparenza nella Pubblica Amministrazione
Abolire il Principio della Parità di Genere
Istituire il CNEL
Aumentare i Costi della Politica
Introdurre Materie Concorrenti con le Regioni
Abolire il Vincolo di Bilancio per le Regioni
Abolire il Quorum ridotto per il Referendum Abrogativo
Ridurre il numero delle Firme per le Leggi di Iniziativa Popolare, abolendo però l’Obbligatorietà della Calendarizzazione Parlamentare
Abolire i Referendum Propositivi
Abolire altri strumenti di Democrazia Diretta e Partecipata

Buon Voto !

passaparola

Porte aperte o Porte chiuse ?

porte aperte o chiuse cristiani musulmani o laici

8 dicembre 2015 – Il Papa apre la porta santa per inaugurare il Giubileo della Misericordia. La misericordia è un sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui (morale o spirituale).

Il Papa è il capo dell’ultimo stato strutturalmente medievale; l’unico vero Stato-Chiesa costituito e riconosciuto al mondo; non solo teoricamente, un modello.

Solo nel Giubileo del 2000, la Chiesa ha ritenuto – finalmente – di chiedere “scusa” per tanti suoi “errori” del passato. Errori che hanno seriamente e drammaticamente “condizionato” umanità, libertà, scienza, politica, diritto, cultura, civiltà. Errori fagocitati nei secoli dalla sovrapposizione ossimora tra le ragioni del Potere temporale (politica e potere) e quelle del ruolo spirituale (religione ed ecumenismo). Condizione egemonica esauritasi con la fine dello Stato Pontificio nel 1870, ma poi rigeneratasi – per ragioni di interesse politico – con i Patti Lateranensi nel 1927.

Oggi, Papa Francesco è per tanti – credenti e non – la speranza di una radicale coraggiosa riforma della Chiesa nella direzione di elevarne la missione spirituale a fronte di una coerente maggiore povertà materiale. Per questo, da alcuni è considerato eretico anche all’interno della stessa Santa Sede. Ma ancora oggi, due giornalisti italiani sono processati in Vaticano per aver svolto il loro lavoro.

Contestualmente, nell’immenso, complesso e contraddittorio mondo arabo, qualcuno più aggressivo degli altri, in nome di un’altra religione, quella islamica, lancia crociate (improbabili, ma inquietanti) contro gli infedeli occidentali, più o meno ricalcando, con qualche secolo di ritardo, film drammaticamente già acquisiti alla storia.

Ecco quindi che qui, in occidente, un diffuso clericalismo di potere si preoccupa di rispondere lanciando anatemi politico-religiosi, rivendicando ragioni di una “nostra” prevalente e quindi (impropriamente) anche dominante tradizione cristiano-cattolica e volendone, nemmeno troppo sommessamente, forse anche affermare una certa superiorità morale e culturale.

In Italia, però, si promuove facile scandalo se in qualche scuola pubblica – e quindi laica – viene posto il problema della presenza del crocifisso come simbolo fuori luogo o di qualche recita natalizia magari più interculturale e meno univoca e integralista …

Gli stessi evocano la morale religiosa in molti temi della politica, soprattutto quelli sui diritti civili, … ma poi esortano (per varie ragioni: il lavoro, la cultura, il terrorismo, …) a respingere le ondate migratorie della disperazione, … sorvolando sul fatto che siano anche frutto di tanti errori storici dell’occidente, “cristiano e cattolico”.

Ecco quindi che in questo contesto, auto-rappresentativo della “cultura dominante”, questi “personaggi” da una parte la domenica celebrano il rito dell’apertura e durante la settimana affermano e praticano chiusure materiali e culturali; tendono a radicalizzare strumentalmente ogni segnale, non solo terroristico, come una minacciosa “guerra santa” in corso, per promuovere massimalistiche affermazioni evocative di fatto di antagonistica visione da “crociata”. E il Papa, spero incautamente, evoca una Terza Guerra Mondiale in atto.

Però …

… come smentire che, nell’era della globalizzazione, l’occidente “intelligente ed evoluto” – “cristiano e cattolico” – riconosce più interesse, dignità e diritti di libera e competitiva circolazione alle Merci – anche consapevolmente sorvolando sul fatto che spesso siano prodotte sfruttando esseri umani e ambiente – che alle Persone, uomini e donne, anziani e bambini ?

… se uno non è religioso o è credente, ma non intende – per coerenza – sovrapporre ed imporre le ragioni personali a quelle sociali, da che parte deve stare ?

… se la politica facesse la politica e le religioni facessero le religioni (e non l’uno l’altro e viceversa) e le istituzioni promuovessero la laicità, aprendo le porte – con intelligenza e testimonianza, ma anche con il rigore dei diritti e dei doveri uguali per tutti – alla cultura universale dei valori della persona, della tolleranza e del rispetto delle diversità, … per consentire ad ognuno di essere libero di credere in quel che vuole ed a tutti di concorrere nel Fare Bene Comune ?

Essere laici è anche porsi domande, non dare sempre risposte.

Carlo d’Aloisio Mayo

OPEN LIVEPOST: RIFORME SUBITO !

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Caro Matteo,

il Paese sta vivendo un momento molto difficile, per alcuni drammatico. Non è solo colpa della crisi, ma soprattutto delle gravi responsabilità di una classe dirigente e politica che ha vissuto su un diffuso sistema di corruttela, di clientele, di raccomandazioni, di privilegi. Un sistema che vogliamo rottamare fino in fondo. E’ tempo di cambiare verso e questa è la volta buona.

Per questo, noi elettori democratici, abbiamo deciso di “teletrasportarci” dalla rete alla piazza, per testimoniare dal vivo tutto il nostro sostegno a te e al percorso di profonde riforme che hai iniziato con il tuo Governo, e per manifestare tutto il nostro sdegno contro le resistenze irresponsabili delle opposizioni conservatrici: chi ha paura di perdere la poltrona sta facendo di tutto perché nulla cambi, per tenere il Paese impaludato. E’ semplicemente vergognoso, ed è inaccettabile.

Quindi avanti tutta con le riforme Matteo! Adesso è il momento di accelerare, portando a meta la riforma del Fisco, della PA, della Giustizia, lo Sblocca Italia per far ripartire gli investimenti. Fare tutti quei decreti attuativi sui quali in precedenza si sono accumulati troppi ritardi. Altro che gufi e sciacalli, altro che perditempo e gattopardi. C’è ancora tantissimo lavoro da fare. Solo per citare alcuni argomenti emersi in rete: ridurre seriamente la spesa pubblica, applicare la spending review, ridurre drasticamente e subito le partecipate, adottare soluzioni come costi standard, acquisti centralizzati, ma anche il software libero per tutte le amministrazioni; e poi trasparenza totale della PA e introduzione del principio di “accountability”, con sanzioni certe per gli Enti che non si adeguano; puntare sul merito; obiettivi trasparenti e possibilità di licenziamento degli alti dirigenti pubblici; accelerare sul lavoro, per arrivare il prima possibile alla “flexsecurity”, e quindi al contratto unico a tutele crescenti; occhio, occhio, occhio agli appalti pubblici, alle grandi opere esposte alla corruzione e a possibili infiltrazioni mafiose; e poi rafforzare la lotta all’evasione fiscale; introdurre il principio del conflitto di interessi fiscale; basta sussidi di Stato a vantaggio di pochi, per abbassare le tasse a tutti; non arrendersi alle preferenze(!), vogliamo collegi uninominali molto piccoli e primarie per legge; studiare un nuovo assetto dello Stato, con l’abolizione definitiva delle Province, nuove Regioni, superando anche gli statuti speciali; cominciare a parlare seriamente di Stati Uniti d’Europa, perché l’Italia può diventare la capofila di una grande rivoluzione democratica; e non dimenticarsi dei diritti: è ora di portare a casa la civil partnership; aggredire infine i soliti vecchi privilegi, fare finalmente una legge sulla costituzione di partiti, movimenti e sindacati, abolire gli albi professionali, abolire i vitalizi.

Sappiamo bene che ci saranno ancora tante resistenze e difficoltà. Ma non dimenticare che siamo tutti prontissimi a tornare al voto. Anche domani se serve. E saremo di nuovo tantissimi, perché non possiamo e non vogliamo lasciare il nostro futuro a chi scommette sul nostro fallimento. Quindi non mollare di un centimetro Matteo. Continua a correre, corri come un forsennato! Perché questa è davvero la volta buona. Coraggio!

BEPPE, VUOI VENDERE L’ITALIA AI CINESI ?

Vendere ai Cinesi

Caro Beppe Grillo … si sa che la pubblicità è l’anima del commercio … ma nel modello partecipativo del tuo blog – nella home però non risulta evidente il soggetto fiscale beneficiario – si dimostra che potrebbe anche divenire l’anima della “politica” … una sua forma di finanziamento … purché auspicabilmente trasparente ed eticamente coerente … tra contenuti dell’azione politica e “prodotti/servizi” pubblicizzati … garantendo indipendenza da ogni possibile lobbystico conflitto d’interesse …. insomma ad es. se uno è contro il commercio delle armi non dovrebbe pubblicizzare pistole … oppure se ne è a favore dovrebbe dimostrare credibilmente che la pubblicità delle pistole non sia la “causa motivante” della sua posizione pro armi…

… ora, alla vigilia delle elezioni Europee, sul tuo blog campeggiano e prevalgono due spot – identici e quindi ridondanti – che invitano a fruire di un servizio di annunci per “VENDERE AI CINESI” che reindirizza al sito www.cinesichecomprano.com …

… vendere cosa ? … tutto … teoricamente anche manufatti, ma soprattutto beni mobili ed immobili, attività commerciali, case, terreni, locali, ville, …

… girando tra i commenti sul web (ma non ci vuole molto ad intuirlo) se ne comprendono le motivazioni di uso: soprattutto la “disperazione“.

… il mercato italiano (e non solo) in questi anni è stato progressivamente e drammaticamente indebolito proprio dalle scellerate e speculative politiche di globalizzazione senza regole “democratiche” di riequilibrio … per cui oggi si è generata una massa di circa 200 milioni di cinesi più che benestanti … arricchitasi grazie a questa condizione di squilibrio tutta a loro favore … ed ora interessati a fare “shopping” nel mondo ed anche da noi … naturalmente pagando subito in contanti (magari anche in nero) … ma ovviamente al prezzo che a loro “conviene” proporre !

Tutto ciò può portare qualche momentanea boccata di ossigeno a qualcuno … ma di fatto allunga l’agonia del nostro Sistema Paese …

Beppe, “VENDERE AI CINESI” è la tua proposta di politica internazionale per l’Italia e per l’Europa ?

Con questo spot pensi di fare un buon servizio agli Italiani ?
… o non è solo un’ulteriore speculazione sulla disperazione diffusa, che si aggiunge alle speculazioni da cui dovremmo difenderci e riscattarci ?

Elezioni Europee: Forza Pd ! Forza Simona !

Forza Simona

Domenica si vota !

… c’è da sperare che ciascuno di noi in queste settimane abbia avuto modo di farsi un’opinione la più chiara possibile sulla situazione e sulle prospettive serie del Paese, e dell’Italia in Europa.

Dobbiamo effettivamente lavorare affinché l’energia positiva e propositiva di Matteo sia sempre più contaminante tra le Persone, tra i Cittadini … ma prima di tutto tra gli Amministratori effettivamente democratici.

Questa linfa serve a dimostrare nei fatti che le cose, se si vuole, si possono fare, adesso! (non più “poi vediamo …”)

Purtroppo il “non ascoltare“, il “non saper rispondere“, il “non fare“, peggio ancora il “tramare interessi” … è la storia malsana della politica di questo Paese … ed oggi è benzina di voti verso chi si propone con fanatismi e demagogie …

Matteo va avanti come un treno.
Occorre che altri, altrettanto capaci e di buona volontà, sappiano fare bene per le loro competenze, nei loro territori.

Dobbiamo anche essere consapevoli che Matteo:
– guida un Partito (dall’8 dicembre 2013) ancora molto “vecchio” nel suo dna e nelle sue dinamiche
(grazie al giochino dei congressi locali fatti prima, si sono conservate molte delle stesse logiche e feudalità)
– guida un Governo (dal 25 febbraio 2014) che è di coalizione, non espressione di un mandato popolare (diretto o indiretto) sulla sua persona, sul suo progetto di Paese.

Anche in questa campagna elettorale all’interno del Pd si è assistito a scene e comportamenti ben poco edificanti e soprattutto squallidi per i retroscena che lasciano immaginare.

Qui la denuncia del “simpatico” fenomeno del big Renzianoad ore“.

Troppi eventi pubblici, volantini, sms, … per invitare a votare singoli candidati, soprattutto alcuni di quelli “storici“, come ad intendere che la capolista Simona Bonafè – ossia l’espressione di Matteo – fosse da snobbare, in alcuni casi addirittura da vedere come una competitor da superare !

In sintesi: Matteo porti i voti al Pd, che loro li portano ai propri candidati per farli vincere su Matteo.

Altri – per di più fattisi eleggere in cariche romane nel nome di Renzi – ilari di tali segnalazioni, si sono invece prodigati in penose e meschine ritorsioni verso l’unico Circolo del nostro territorio dove Matteo ha vinto il congresso, in pratica a danno della stessa Simona (e quindi del Pd) …

Questa è quella parte del partito ancora tutta da rottamare per liberarlo democraticamente verso i Territori e verso i Cittadini, per costruire concretamente un’Italia ed un’Europa nuova e diversa !

Proviamoci anche noi !
Buon Voto !

Rottamiamo anche i vetero europeisti falliti !

tastobufalaPETIZIONE A SOSTEGNO DEL SEGRETARIO DEL PD MATTEO RENZI
PER NON CANDIDARE ALLE EUROPEE E QUINDI RICICLARE I GIA’ ROTTAMATI, COME D’ALEMA, BINDI, FIORONI, BETTINI & Co.

Il nuovo Partito Democratico di Matteo Renzi, nato grazie alla partecipazione e di tre milioni di persone, ha bisogno del sostegno di tutte quelle persone che vogliono stare accanto a Matteo nella sua azione di rinnovamento delle idee, delle donne e degli uomini che avranno il compito di promuovere il merito ed una politica più aperta alla società civile e ai problemi del nostro Paese.
Per questa ragione promuoviamo questa mozione affinché con il nostro sostegno attivo si possa dare, per tempo, ancora più forza alle parole di Matteo per quanto riguarda le candidature alle prossime elezioni europee.
Quello che vogliamo è che la nostra futura delegazione in Europa sia scelta promuovendo la selezione di persone di grande capacità e competenza, rifuggendo i vecchi schemi che in passato hanno portato all’elezione di vecchi esponenti della nomenclatura, spesso gratificati per scelte referenziali o di consolazione, ben poco produttive ma molto remunerative.
Per questa ragione vogliamo dire NO, come ha già fatto Matteo e quindi sostenendolo pienamente, alle possibili candidature di Massimo D’Alema, eletto parlamentare nel 1987 e già europarlamentare nel 2004, di Rosy Bindi, eletta alle europee nel 1989 e già presidente del Partito Democratico, di Goffredo Bettini, eletto consigliere comunale nel 1989 e già parlamentare italiano nel 1992, già coordinatore del Partito Democratico insieme al responsabile dell’organizzazione del partito Giuseppe Fioroni, anche lui eletto per la prima volta sindaco di Viterbo nel 1989 quando ancora era in piedi il muro di Berlino e poi deputato dal 1996.

Adesso! Roma 3