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Se ora c’è (finalmente) un Commissario nel PD romano (e anche) del III Municipio … ci sarà un perché !

scimmie politica pd

Avevamo inteso parlare di “Cambiare Verso” alla politica ?

La ricerca di Fabrizio Barca sui Circoli romani del Pd rappresenta la prima indagine conoscitiva di una realtà composita, potenzialmente preziosa, ma – salvo straordinarie eccezioni – diffusamente conservativa di piccoli status quo di potere e quindi allergica, per non dire – in alcuni casi – parassitaria rispetto ad un’idea di sana viralità della polis.

Barca ha il merito di aver aperto finalmente il tema, che però non può esaurire nelle sue “conclusioni formali” le ragioni di un’azione urgente di riforma organizzativa del partito, riforma che non può certamente permettersi di essere di mediocre sanatoria & maquillage, ma che per produrre effetti seri e credibili dovrà essere radicale, visibile e misurabile.

L’indagine – frutto di una sociologia un po’ troppo arcaica e ortodossa – ha però soprattutto il limite – ad oggi – di non essere andata oltre la valutazione dei fortini, indagando sui soldati e sui sotto-ufficiali, assegnando diffusamente medaglie al valore ed attestati riabilitativi, risibilmente riconducendo a poche situazioni estreme ed insostenibili i giudizi di criticità, ma con l’occasione paradossalmente tirandoci dentro anche qualche altra situazione invece “scomoda”. Di fatto quindi – volendo o nolendo – generando confusione e melina sul senso e sul valore dei verdetti più severi, con buon effetto di imbrodarne il peso critico ed offrendo possibilità di rivendicare potenziale pari dignità riabilitativa.

Le critiche vanno però sempre concepite in senso costruttivo. Quindi ben vengano presto ulteriori e più brillanti indagini sui Generali e sui Colonnelli di questo partito ancora poco “democratico”; ma anche sugli Ufficiali, vasto schieramento di professionisti del fare politica, detentori di scarse idee, ma convintamente investiti della loro insostituibile predestinazione di missione, esasperatamente tatticistici, orgogliosi cacciatori e piazzisti di tessere e voti, agguerriti paladini solo dei loro interessi di armata e sempre pronti a reinterpretarsi e ricollocarsi – chi più, chi meno tempestivamente – per tentare di restare in piedi e continuare a cavalcare le onde di un potere più o meno spicciolo.

Lionello Cosentino e Luciano Nobili
Lionello Cosentino e Luciano Nobili, segretario e vice

Se il Pd romano è stato commissariato ci sarà dunque un perché ? Evidentemente si. E cerchiamo di non fare finta di non saperlo e quindi di non capirlo. Altrimenti non ce ne sarebbe stato l’estremo bisogno (per noi, solitariamente, ineluttabile da tempi non sospetti).

Quello che oggi viene definito mediaticamente il fenomeno di “Mafia Capitale” non è “una” casualmente contingente ed imprevedibile degenerazione del sistema o di una sua parte deviata e malsana; è solo l’apice penalmente rilevato di quell’iceberg di pluridecennale ombrosa para-burocrazia del sistema, alibi foriero di clientelismo e lobbysmo verticale. Fenomeno – ben percepito e subito dagli “onesti”, quanto omertosamente negato e praticato dai “conniventi” – che quotidianamente genera e consente, in carenza di adeguati anticorpi, la sua sistemica prolificazione, finanche a divenire costume sociale e quindi riflesso culturale nella vita cittadina, così anche radicalmente esasperando conflittualità tra avvantaggiatidiseredati.

E se vi è Mafia vi è anche mafiosità, ovvero quel contorno ambientale diffuso di atteggiamenti sociali e comportamenti politici che non arrivano ad assumere rilevanza criminale e quindi di cronaca (anche se invece lo meriterebbero), ma che collusivamente sottendono al clima di necessario sostegno a che si possano compiere gli atti più eclatanti. Mafioso quindi non è solo il big che finisce in manette, ma anche tutto quell’entourage che lo sostiene interessato nella costruzione e nella ramificazione del proprio potere.

primarie pd
in un partito le scelte alternative si fanno in Congresso!

In un partito democratico gli indirizzi politici e quindi le scelte organizzative si determinano in sede di Congresso, analizzando e discutendo i problemi, prefigurando obiettivi e soluzioni, candidando coerenti idee e persone.

Matteo Renzi lo ha fatto al congresso nazionale e in un certo senso – grazie alla rilevanza mediatica dell’evento – “usando” le primarie come cavallo di troia per scalare rapidamente e radicalmente un corpo partito fossile ed auto-conservativo, incancrenita eredità delle sue condizionanti origini fondative.

Partito tanto ottuso e chiuso in sé stesso da concorrere masochisticamente a prefigurare il suo ineluttabile destino, prima concependo, anzi abortendo, gli ignobili respingimenti democraticialle primarie 2012 e poi – dopo il flop elettorale e lo sbando conseguente – tentando di auto-tutelarsi, di fronte all’ineluttabile avvento del cambiamento renziano, anticipando la gran parte dei congressi locali rispetto alle primarie che avrebbero eletto il nuovo segretario.

In questo scenario, quei congressi hanno espresso quanto di peggio potevano esprimere in termini di corsa senza scrupoli a recintare il proprio orticello e consolidare il proprio fortino territoriale e di rappresentanza, per far contare il loro peso nelle sedi decisionali.

In quei mesi di quasi solitarie battaglie per una elementare legalità e dignità politica democratica, la nostra critica fu severa anche verso quei soggetti che posizionati sul versante renziano – certamente minoritario in quella fase – avrebbero fatto meglio ad investire su credibilità e coerenza di metodi, ideeobiettivi e persone volte a prefigurare il CambiaVerso della Politica e la necessaria rigenerazione di un nuovo vero OpenPd romano (sempre che fossero nei loro pensieri), piuttosto che perseguire il compromesso con navigati personaggi di potere e di apparato (ininfluenti per il risultato finale di Renzi) per ricavarne spiccioli di percentuali e conquistarsi cariche consociative, destinate – come poi è stato – ad essere commissariate.

Pericle - discorso agli Ateniesi

professionismo del “Far Politica” o impegno per il Bene Comune ?

In democrazia la forma è sostanza. Essere minoranza e quindi parte con responsabilità di verifica, controllo e critica (possibilmente costruttiva) è fondamentale ed ha pari dignità ed importanza di chi – investito dalla maggioranza dei consensi in quel momento – è chiamato ad assumersi responsabilità di guida e quindi di scelta.

E questa mancanza di visione, di rispetto e di pratica abituale delle ragioni fondanti la democrazia – a partire dalla gestione del Partito e proiettate verso l’amministrazione della cosa pubblica – è evidente indicatore di quel modus pensandi consociativo che porta da decenni il proliferare delle condizioni di malgoverno del Bene Comune e – in mancanza di una vera e sana dinamica di trasparenza e quindi di controllo in tempo reale – del perpetrarsi ineluttabile delle conseguenti degenerazioni anche in malaffare criminale.

Pd III Municipio

Se anche il Pd del III Municipio è stato commissariato ci sarà dunque un perché? 

Si, in questo quadrante di Roma, il Pd NON esprime da anni alcuna reale e significativa dinamica attrattiva e partecipativa democratica sul territorio e tra i cittadini.

Le cause sono certamente da ricercare nella governance, ossia nel rapporto tra quegli uomini e quelle donne che in questi anni hanno avuto l’occasione e la responsabilità di gestirlo, ma che evidentemente (probabilmente anche per attitudini, motivazioni e capacità) sono stati – tranne le poche eccezioni ben verificabili – più impegnati a consolidare il proprio fortino (spesso legato a discendenze familiari) per le ragioni di cui sopra, che a preoccuparsi del destino politico di un vero Partito Democratico nei nostri quartieri.

Ed in questo spirito sono state malgestite anche le numerose occasioni pubbliche rappresentate da primarie ed elezioni che in questi ultimi anni (2012/2014) avrebbero potuto rappresentare ben altro in termini di apertura e di crescita politica ed organizzativa.

Non servirebbe a cambiare nulla non analizzare e non mettere in discussione tutto ciò; come anche non servirebbero scorciatoie quali quelle di invitare gli stessi personaggi a farsi sostituire da “facce nuove”, riciclate o acquisite per cooptazione, ovvero di mantenere le condizioni pseudo-operative di un pachidermico corpo intermedio con anacronistici propositi di mediazione sociale, nel quale l’appartenenza o meno – oltre che nei casi di puro tesserismo – sia vissuta più in termini di Totem o di Tabù, anziché di confronto, dialettica e crescita culturale.

parole chiave Assemblea riPrendiamci il PD
… è il Metodo a fare la differenza !

Il tema è reale e quotidiano ed è quello di ritrovare sul campo la dignità ed il valore della politica, quella che serve a perseguire le ragioni del tanto sbandierato, ma altrettanto troppo spesso maltrattato e dimenticato “Bene Comune”.

Serve quindi innanzitutto cambiare Metodo, introdurre meccanismi e modalità che privilegino la più ampia, libera e pluralistica formazione di Idee, la loro messa in gioco attraverso il confronto e la costruzione del consenso sulla loro effettiva percorribilità e la conseguente possibilità che queste Idee, emergendo, esprimano le Persone che per competenza e passione possano rappresentarle e perseguirle, andando così di fatto a selezionare e costituire una nuova classe dirigente.

Un partito democratico e moderno deve puntare ad essere un catalizzatore dinamico e naturale di istanze associative tematiche, interessate e capaci nel sostenerne le finalità; un soggetto aperto, attrattivo ed aggregante, proiettato dalla società verso le istituzioni.

E questo percorso deve essere attraversato da strumenti concreti di sistematica ed effettiva trasparenza e comunicazione circolare.

Per riorganizzare e rilanciare un vero Partito Democratico, in Italia, come a Roma e nel nostro territorio, ci vogliono coraggio, passione e determinazione

Matteo Orfini, commissario Pd romano
Matteo Orfini, commissario del Pd romano
Paolo Coppola
Paolo Coppola, commissario del Pd del III Municipio

Anche per questo, buon lavoro -davvero – a Matteo Orfini ed a Paolo Coppola !

… e ad majora Partito Democratico !

Carlo d’Aloisio Mayo

… un po’ di cronistoria politica 2012-2015 sul territorio:

Renzi al 40%, il Pd romano a “zero”

Cristiana Alicata all’Assemblea Nazionale del Pd sulla questione romana

Renzi commissaria il Pd Romano ? Ora azzerare il partito e riconvocare i Congressi !

Marino e il Pd romano

a Roma CambiamoVerso ? con chi ? Avanti un altro !

Elezioni Europee: Forza Pd ! Forza Simona !

Renziani “ad ore” ? No grazie !

“Costruiamo la bella politica. Adesso! A Roma e nel Lazio”

DEMOCRATICI e LIBERI !

Congresso Regionale del PD Lazio – Open Primarie in III Municipio ?!

I renziani contro Renzi. Il caso della direzione romana del Pd.

Adesso! Roma 3: Festa e discussione sul futuro dei comitati

PD, trionfa Matteo Renzi ed in III municipio emerge il gruppo dirigente renziano

Il Pd è “cosa vostra”. Lo psicodramma “PAZZI”.

No Silvia, No Party !

Golpe Democratico ! La prima sfida di Renzi segretario: le Liste per l’Assemblea

L’otto dicembre, Matteo vince … (anche) se non ci sono “loro”!

Dieci “comandamenti laici” per la squadra a sostegno di Matteo Renzi

Con Matteo Renzi contro i circoli fantasma ed i signori delle tessere: intervista a Silvia Di Stefano (di Democratici Digitali)

La “Questione Romana” (2) – Perché Matteo straperde a Roma ?

Cambiamo verso alla Politica. Partiamo da Noi, Adesso ! (di Carlo d’Aloisio Mayo su “Ateniesi”)

il Circolo Pd di Castel Giubileo chiude per protesta !

Convenzione al Circolo “Nuovo Salario”: Renzi vs. Cuperlo 2 – 1

Pd Roma. Tutti (anche i “renziani”) acclamano Cosentino. Perchè ?… Noi No !

Circolo e Congresso “Gosth” in III Municipo

“Big Bang” Adesso! Roma 3

La Tessera del partito non è quella del “Tifoso” !

Lettera Aperta ai Cittadini ed al Presidente del III Municipio

Lettera Aperta al Pd del III Municipio

Coraggio ! Circoli, Congressi, Primarie … ALL OPEN PD !

MANIFESTO dell’Associazione Politico Culturale ADESSO ! ROMA 3

Manifesto Appello “Adesso Liberiamo il Pd !”

Daje Marino ! Nun fa’ parla’ Bersani, la Bindi, la Finocchiaro, Fassina & Co. … e vinciamo a Roma !

L’INCIUCIO dei MANIFESTI ABUSIVI ! … questa è l’anti-politica !

Assemblea Nazionale del PD – Roma 11 maggio 2013

“Il PECCATO ORIGINALE” – Dossier “la Verità sulle Primarie 2012: Partecipazione & Democrazia & Trasparenza & Privacy ?”

Mozione “Ricominciamo da Due, anzi da Zero !”

LETTERA (lunga, per chiarezza) Aperta (molto) a PierLuigi Bersani, al “Partito Democratico” e al centro-sinistra (tutto)

PERCHE’ I “RESPINGIMENTI DEMOCRATICI” ?

Primarie Bene Comune !

MappailPd – I risultati della ricerca di Barca sui circoli romani

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Di seguito i materiali prodotti dal team di MappailPd al termine del lavoro di mappatura dei circoli del Partito democratico di Roma, incarico affidato a Fabrizio Barca e al team dei Luoghi Idea(li) dal Commissario del Pd romano Matteo Orfini a dicembre 2014.

Renzi al 40%, il Pd romano a “zero”

603927_649895851692468_403361523_nCommento in risposta ad un post di Patrizia Prestipino del 12 aprile 2015

Patrizia ho stima di te e del tuo impegno …

Rivendico da sempre e con orgoglio il mio piacere di fare politica liberamente, rispondendo alla mia coscienza, senza dovermi condizionare a logiche precostituite di appartenenza …

Mi sono iscritto al Pd sei mesi PRIMA che Matteo Renzi si candidasse alle primarie 2012 … lo feci con slancio e passione dopo tanti anni di riflessione e tante aspettative sull’idea di un vero Partito Democratico … e lo feci anche per reazione di orgoglio democratico per aver subito una mediocre vergogna consociativa del Pd di un Paese dei castelli romani, il quale si era svenduto per un piatto di potere un mio esposto che inchiodava le responsabilità manipolative dell’amministrazione di destra su una gara di appalto alla quale avevo partecipato per il mio lavoro …

Ho partecipato con passione alle primarie sostenendo Matteo in quanto incarnava lo spirito di rottura con gli schemi vecchi, logori e perdenti del fare politica … in quei mesi per me straordinari ho conosciuto persone bellissime, ma anche toccato dal vivo tutti i difetti morali e comportamentali di buona parte dell’organizzazione del partito, dei suoi rappresentanti, nei quali leggevo motivazioni che non coglievo essere “ideali” ma di convenienza conservativa del proprio status quo acquisto … quelle primarie, al di là del risultato, sono state la “Caporetto” politica del partito … dopo aver riflettuto, personalmente mi tolsi la soddisfazione di scrivere una lettera aperta a Pierluigi Bersani poche settimane dopo le primarie – in pieno “smacchiamo il giaguaro” – invitandolo a fare un passo indietro perché a mio avviso la lettura politica di quelle primarie era non chiara, chiarissima ! … e le elezioni lo dimostrarono e tutte le vicende successive lo confermarono …

Ma poi la dinamica del congresso anziché rinnovare il partito lo ha cristallizzato … il compromesso di fare prima i congressi locali e poi le primarie “aperte” sono state il prezzo che ha consentito di liberare Matteo verso palazzo Chigi .. ma che ha incartato il partito su sé stesso … non rinnovandolo nella sua classe dirigente diffusa … e continuando a portarsi dentro scorie che purtroppo non sono solo “casi isolati di malandrini” ma un modus faciendi della politica che è quello – per dirlo con una parola – che andava “ROTTAMATO” … per consentire realmente al Pd di aprirsi ai Cittadini e ai Movimenti, rendendosi credibile e divenire veramente il PARTITO DEMOCRATICO delle Idee e delle istanze …

In quei congressi locali – dai quali Matteo si tenne distante – occorreva avere comunque il coraggio – soprattutto in chi si muoveva in nome di Renzi – di rappresentare la diversità rispetto alle cose sbagliate del passato … ben sapendo che si sarebbe comunque rappresentata una minoranza in quel momento, ma che almeno avrebbe avuto la credibilità della coerenza … che se poco pagava in quella fase sarebbe tornata preziosa ora ! (ma, scusa, Matteo non ha fatto così con le primarie 2013 ?)

Ed invece per quella che è stata la mia esperienza ed anche – te lo dico – la mia delusione, pur agendo personalmente e con pochi altri con determinazione in quella direzione … ho assistito un bel po’ inebetito ad un omertoso conformismo dilagante, politicamente mediocre e sterile … come lo stallo di oggi purtroppo attesta. (ndr – “Pd Roma. Tutti (anche i “renziani”) acclamano Cosentino. Perchè ?… Noi No !” )

Sono tante le persone belle nel Pd, come tante belle ce ne sono anche fuori del Pd … e questo forse è uno dei problemi … perché forse non sono molte – quelle belle – tra quelle che hanno una responsabilità, altrimenti non si sarebbe finiti in questa situazione kafkiana con Renzi al 40% alle Europee e l’immagine del partito praticamente a “zero” … e quello che tu dici “non andava fatto passare il messaggio …” era una volontà che andava espressa nei congressi, perché è in quella sede che si forma la classe dirigente di un partito e se quella classe sbaglia c’è una minoranza che ha la credibilità per divenire maggioranza ! … perché la dinamica democratica è questa … oppure il partito è altro! … un abbraccio.

Carlo Emoticon smile

questo il post di Patrizia Prestipino pubblicato il 12 aprile 2015:

“La verità è che è stato un errore lasciar passare il messaggio che il Partito Democratico romano sia un partito “pericoloso”. Messaggio
Sbagliato e dannoso. Io sono stata quella che un “certo” sistema di potere del partito l’ha criticato e combattuto nel passato con tutte le sue forze. Ma un conto è lottare apertamente perché le così cambino. Un altro è fare i conti con una realtà che agli occhi degli altri è stata pericolosamente dipinta come “pericolosa” .
Conosco tanti iscritti e giro per tanti circoli: ascolto tante parole e vedo tante facce, ma non vedo e non ascolto gente pericolosa . Forse ne vedo preoccupata e smarrita, ma non certo pericolosa .
Questa roba getta discredito sul partito tutto, togliendo forza e fiato a chi, invece, in un partito sano pulito e utile ci crede e combatte da anni per averlo tale.
Chi ha sbagliato paghi e vada a casa o in galera. Ma non manchi il rispetto per tutti quelli che PER e CON questo partito lavorano quotidianamente con impegno e passione . Altrimenti saranno i romani e gli italiani a non avere più rispetto per noi.”
‪#‎honestypd‬

Angelo Rughetti Luca Lotti Lorenzo Guerini Luciano Nobili Lorenza BonaccorsiSergio D’ippoliti Sergio Gaudio Massimo Minnetti Patrizio Chiarappa Giuseppe Vatinno Gabriele Veneziale Carlo Cotticelli Roberto Morassut Roberto GiachettiValentina Grippo Di Michela Di Biase Debora Serracchiani Gianluca Santilli Claudio Poverini Roberto Cocco Italo Santilli Fabio Melilli Lucia Palone. Raffaele Pizzati Pina Tosto Riccardo Agostini Adriano Amato Andrea Alemanni Angelo PuglieseEmiliano Liberati Raffaella Rojatti

Che fine ha fatto Simona ?

Simona Bazzoni

Simona Bazzoni, la rappresentante del III Municipio di Roma all’Assemblea Nazionale del Pd

Simona, dopo aver condiviso insieme bella politica in nome del “CambiaVerso” di Matteo Renzi, sei stata con passione e trasparenza candidata, sostenuta ed eletta all’Assemblea Nazionale del Pd per rappresentare questo territorio ed in particolare il movimento democratico che si è spontaneamente aggregato nel III Municipio di Roma tra le Primarie del 2012 e quelle del 2013 intorno al nome di Matteo ed alla voglia di rinnovamento nel “fare politica” !

E’ passato oltre un anno e non abbiamo avuto più tue notizie, né il piacere di incontrarti per confrontarci sui temi di cui l’Assemblea nazionale si è occupata, né quello di leggere tuoi resoconti e proposte di lavoro …

Puoi darci un segno ?

Grazie !

Renzi commissaria il Pd Romano ? Ora azzerare il partito e riconvocare i Congressi !

Matteo Renzi e Matteo Orfini

Renzi decide: Pd Roma commissariato

Il premier: «Non metto la polvere sotto il tappeto.

Orfini si occuperà del partito capitolino».

“Il colpo di mannaia arriva in serata, al termine di una tormentata direzione di partito. La decisione è irrevocabile: il Pd Roma viene commissariato.

Ad annunciarlo, non a caso, è lo stesso premier Matteo Renzi, ospite da Mentana su La7: «Sono sconvolto nel vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia. C’è la presunzione di innocenza, ma il governo è impegnato per la trasparenza, quando vediamo certe vicende viene la rabbia e l’amarezza. I politici romani devono fare una riflessione profonda. Il centro della vicenda riguarda l’amministrazione Alemanno, ma parte del Pd romano non si può tirare indietro, ho proposto il commissariamento del Pd di Roma nella persona del presidente del partito, Orfini. Io non metto la polvere sotto il tappeto».

Sarebbe stato il segretario romano Lionello Cosentino, paradossalmente indicato solo la settimana scorsa come il più papabile nuovo vicesindaco al fianco di Marino in un rimpasto della squadra di governo della Capitale, a fare un passo indietro. E non si tratta solo di una situazione politica deflagrata in poche ore, ma anche il suo nome nelle intercettazioni della maxi inchiesta per mafia. Nessun provvedimento giudiziario per Cosentino ma in politica questo è un «dettaglio» secondario. Una situazione eccezionale, uno choc senza precendenti per il Pd romano, alla quale occorreva una risposta altrettanto eccezionale. E non è finita qui. Il 12 è indetta la direzione del Pd provinciale. E con un partito regionale ancora traballante, è sempre più certa la strada dell’azzeramento totale di tutti gli incarichi del Pd locale. A tutti i livelli. Un’occasione insomma per uscire da un’impasse di gestione che da oltre un anno sta di fatto ha bloccato il ponte vitale che collega la strategia politica alla concretezza dell’amministrazione. Un commissariamento utile e necessario insomma anche per «parare» le conseguenze politiche dello tsunami.

Scatenati i Cinque Stelle che ieri hanno indetto una conferenza stampa con tanto di arance in bella mostra e dopo aver sottolineato che «tutti i partiti sono coinvolti, tranne loro» hanno chiesto e ottenuto un incontro con il prefetto Pecoraro per chiedere «il commissariamento di Roma Capitale». Un’ipotesi remota quanto devastante per l’intero Paese. Intanto nello choc generale il consigliere regionale del pd, Eugenio Patanè si è dimesso dalla presidenza della commissione Cultura alla Regione Lazio. Tutto tace invece sul fronte Forza Italia nella quale Luca Gramazio resta capogruppo alla Regione e Giovanni Quarzo capogruppo e presidente della commissione Trasparenza in Campidoglio. In molti si chiedono come mai non abbia lasciato quest’ultimo incarico che, presunzione di innocenza garantita, stona non poco con le accuse imputatigli. Opportunità politica insomma. E di questo si parla dentro e fuori il Campidoglio. A chiarire la sua posizione anche il leader della Civica Alfio Marchini, sul quale è emerso un vago collegamento nelle intercettazione con Luca Odevaine: «Avrò parlato quattro cinque volte in vita mia con Luca Odevaine, solo di problemi legati alla mobilità cittadina. Tra l’altro, aveva un’ottima reputazione anche in ambienti istituzionali e mi disse che il suo impegno in politica era concluso. Devo dire inoltre che non mi offrì mai la sua collaborazione».

La sensazione generale è tuttavia quella di uno spartiacque che si è aperto, all’improvviso, sulla politica romana. Appena due anni fa colpì l’intero centrodestra con lo scandalo della Regione Polverini. Una classe dirigente eliminata ed elezioni anticipate. Il Pd allora se la cavò con il candidare i consiglieri uscenti a Camera e Senato.

In due anni però è cambiato molto. Anzi tutto.”

Susanna Novelli (da “Il Tempo“)

Silvia Di Stefano denuncia il carro
la denuncia di Silvia Di Stefano del 13-11-2013
Comitato Roma per Matteo Renzi 14-11-2013
il Comitato Romano per Renzi 2013

Che aggiungere ? la strada era – purtroppo – ben segnata. (ndr – “Pd Roma. Tutti (anche i “renziani”) acclamano Cosentino. Perchè ?… Noi No !” )

Occorre ora avere il coraggio di radicalmente azzerare il partito, chiuderlo nelle sue attuali dinamiche perverse e riaprirlo ai Cittadini ed alle istanze realmente partecipative e democratiche; ed il passaggio necessario sarà anche quello di riconvocare i Congressi con tutt’altra metodica.

Ad majora Partito Democratico !

a Roma CambiamoVerso ? con chi ? Avanti un altro !

Marco Di Stefano
Marco Di Stefano coordinatore di uno dei tavoli della Leopolda 2014 a Firenze

Valigette piene di soldi e affitti gonfiati, la rete del deputato pd

Accuse a Marco Di Stefano, coordinava un tavolo alla Leopolda. Al telefono: «Ho fatto le primarie con gli imbrogli, ma ora li tiro dentro tutti»

Silvia Di Stefano denuncia il carro
la denuncia di Silvia Di Stefano del 13-11-2013
Comitato Roma per Matteo Renzi 14-11-2013
il Comitato Romano per Renzi 2013

… dedicato a TUTTI quelli (pochi, ma c’erano …) che non applaudirono alla denuncia sul metodo e sugli impresentabili “fatti” salire sul carro romano di Matteo Renzi … quanto avevamo ragione … la politica è coraggio di saper scegliere … non rincorrere la conservazione dei propri orticelli … o è altro (anche se fatta in nome di Renzi) … sempre Grande Silvia !

Noi siamo qui per cambiare l’Italia

Noi siamo qui per cambiare l'Italia

“Carissime democratiche, carissimi democratici, noi siamo qui per cambiare l’Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna”

La lettera di Matteo Renzi a tutte le iscritte e gli iscritti al PD

Carissime democratiche, carissimi democratici,

mentre volgono al termine le tante Feste dell’Unità svoltesi in tutta Italia, invio questa email innanzitutto per ringraziarvi dell’impegno sul territorio, della passione, della dedizione con cui state aiutando il PD in queste ore così delicate.
 
Già, perché il risultato del 25 maggio – con quello squillante 40,8% – impone a tutti noi di essere all’altezza di una grande responsabilità: ridare fiducia all’Italia e agli italiani. Tocca a noi, nessuno si senta escluso.
 
L’Italia sta cambiando molto. Dalle riforme istituzionali e costituzionali fino alla giustizia, passando per il terzo settore e la politica estera, dove il successo della nomina di Federica Mogherini costituisce un motivo di orgoglio e speranza per ciascuno di noi. In questi mesi stiamo lavorando moltissimo. E ormai siamo al momento finale di discussioni che pure erano state bloccate per anni come quella su una legge elettorale in grado di assicurare un vincitore certo o la riforma costituzionale che sono già alla seconda lettura e che dovranno essere affrontate senza indugio dal parlamento in queste settimane. Perché se la politica cambia se stessa e dà il buon esempio, poi, tutto è più semplice.
 
Tra le prossime sfide segnalo in modo particolare:
 
La scuola. Perché solo dando valore e dignità all’impegno degli insegnanti e alle aspettative delle famiglie riusciremo a risollevare l’Italia. Qui trovate il link del progetto del Governo. Vi prego di leggerlo, di discuterlo nei circoli, a scuola, in ufficio. La riforma della scuola non può essere la solita legge calata dall’alto. Abbiamo due mesi per discuterne ovunque, non perdiamo questa occasione. Coinvolgendo mamme e figli, prof e custodi, nonni e assessori.
 
Il lavoro. Il 29 settembre presenterò in direzione nazionale il JobsAct. Dobbiamo attirare nuovi investimenti, perché senza nuovi investimenti non ci saranno posti di lavoro e aumenteranno i disoccupati. Ma dobbiamo anche cambiare un sistema ingiusto che divide i cittadini in persone di serie A e di serie B e umilia i precari. Chi oggi difende il sistema vigente difende un modello di diseguaglianze dove i diritti dipendono dalla provenienza o dall’età. Noi vogliamo difendere i diritti di chi non ha diritti. Quelli di cui nessuno si è occupato fino ad oggi.
 
Il fisco. Abbiamo iniziato a ridurre la pressione fiscale restituendo 80 euro a undici milioni di italiani e diminuendo l’odiosa Irap del 10% per le aziende perché ancora oggi in Italia il costo del lavoro è troppo alto. Per colpa mia, peraltro, non siamo riusciti a comunicare bene il taglio del 10% dell’Irap che è già avvenuto, ma di cui non parla nessuno. Il fisco deve essere meno caro, certo. Ma anche più semplice. Per questo nell’ambito del programma dei mille giorni, partendo già dal prossimo anno, introdurremo innanzitutto la dichiarazione dei redditi precompilata.
 
Bloccare l’emorragia dei posti di lavoro e tornare a crescere, semplificare il fisco pagando meno (ma pagando tutti, finalmente!) e, prima di tutto, investire sull’educazione e sulla scuola: questa è la nostra sfida. Ci hanno detto che siamo di destra per questo. Ci hanno paragonato ai leader della destra liberista anglosassone degli anni Ottanta.
A me hanno insegnato che essere di sinistra significa combattere un’ingiustizia, non conservarla. Davanti a un problema c’è chi trova soluzioni provando a cambiare e chi organizza convegni lasciando le cose come sono. Anche nel nostro partito c’è chi vuole cogliere la palla al balzo per tornare agli scontri ideologici e magari riportare il PD del 25%. Noi no.
 
Noi siamo qui per cambiare l’Italia e non accetteremo mai di fare le foglie di fico alla vecchia guardia che a volte ritorna. O almeno ci prova.
Sul sito trovate l’indicazione della nuova segreteria. Chi può ci dia una mano, partendo dalle iniziative per le imminenti regionali e per le forme di autofinanziamento. Abbiamo la grande occasione di cambiare il paese più bello del mondo: Aiutiamoci a farlo sul serio.

Congresso Regionale del PD Lazio – Open Primarie in III Municipio ?!

pd lazio

Congresso Regionale del PD Lazio
– Domenica 16 Febbraio –

Primarie Aperte a Tutti i Cittadini

Invitiamo i Rappresentanti Eletti ed i Circoli Pd del III Municipio a coordinarsi per promuovere pubblicamente sul territorio:
1) la conoscenza dei Candidati ed il confronto sulle proposte di programma
2) la partecipazione libera e democratica alle Primarie aperte

Invitiamo i 3 candidati alla segreteria Marco Guglielmo – Lorenza Bonaccorsi – Fabio Melilli a rendere pubblica nel nostro territorio la presentazione della loro candidatura e del loro programma di lavoro … ed a dare la loro disponibilità per partecipare ad un evento-confronto pubblico da organizzare nel III Municipio (Area eventi del mercatino Conca d’Oro ?)

Consentiamo agli “elettori democratici” di poter realmente partecipare alle Primarie valutando e scegliendo le candidature sulla base della più ampia possibile conoscenza dei contenuti e delle persone … anziché limitare la partecipazione alla “solita cerchia” e sulla base delle vecchie e logore logiche di appartenenza e/o di convenienza …

Cominciamo a cambiare verso alla politica anche nel III Municipio !
Open Pd III Municipio. Adesso !

PS – Risposta di disponibilità pervenuta solo da parte di Fabio Melilli e proposta caduta nel vuoto del Pd territoriale …

I renziani contro Renzi. Il caso della direzione romana del Pd.

Comitato Renzi IV

Un vecchio lupo di mare della Prima Repubblica un giorno mi disse: “In politica gli uomini e le donne si misurano allorquando gli si propone una candidatura”. Poi seguì un lungo silenzio ed una boccata al suo toscano. Questa massima è sempre valida, dalle ceneri della Prima Repubblica sino agli albori della Terza, sempre che ci si ponga supini a tali trovate giornalistiche. A ben guardare ad oggi le reazioni di uomini e donne dinnanzi ad una candidatura, sembra di ritrovarsi in piena Prima Repubblica.

Ed ora veniamo a noi. I renziani romani. Chi sono? Quante sono le correnti sub renziane? Dove è, a poco meno di un mese dalle primarie dell’8 dicembre, lo spirito che ha animato tanti renziani della prima ora? La situazione a me, che sono un simpatizzante piddino senza tessera, sin dal primo istante in cui ho messo piede sulla soglia di via dei Pianellari, la sede del comitato centrale renziano in occasione delle ultime Primarie Pd, mi è parsa subito piuttosto chiara. Una squadra quella renziana romana composta da diverse anime. Una componente di giovani di belle speranze candidi e puri. Una sotto componente di giovani renziani, fuoriuscita dai giovani democratici di stampo ex-Ds in rampa di lancio, disposti a tutto pur di farsi candidare. Ed una buona componente di riciclati i quali, in virtù della propria storia pregressa e dei voti presi alle ultime tornate elettorali, erano sicuri di uno strapuntino nel rinnovamento a macchie di leopardo di Matteo Renzi. Ultima componente, non meno importante in verità, quella composta da una manciata di amici personali del leader fiorentino, sparuta compagine romana del bel salotto di Palazzo della Signoria. I professanti della religione della prima Leopolda (ben attenti a guardare dall’alto in basso quelli della seconda Leopolda). Forti degli sberleffi che, sino a due anni fa, avevano sopportato nella Roma bersaniana e dalemiana, vantavano un diritto inalienabile di primogenitura e quindi destinati per direttissima nelle alte sfere del nuovo Pd.

In quelle settimane prima dell’8 dicembre i giochi mi parvero già fatti. Così negli ultimi due mesi mi sono limitato unicamente ad osservare la nascita del nuovo Pd renziano, ben disposto ad aggiungere nuove classificazioni nel mio personale bestiario dell’umanità politica italiota di sinistra.

Ma il Pd romano detta sempre la linea delle nuove tendenze ed il fascino della Capitale è anche in questo. Tutto sta nel ragionare con ordine per mettere insieme i pezzi del puzzle romano. Nei due mesi precedenti le Primarie del Pd si sono strutturati e radicati, soprattutto in rete, i Comitati “Adesso!” Renzi. Almeno uno per ogni municipio romano. Da questi è stata creata una mailing list nella quale tutti gli ammessi potevano dare il proprio contributo in fatto di spunti di riflessione (per la verità pochi) e coordinate organizzative (per lo più durante l’ultima settimana). Ho fatto anche io parte di una di queste mailing list dei renziani romani. Vi sono potuto entrare soltanto dopo che uno degli eletti in pectore della prima Leopolda è stato rassicurato sulle mie intenzioni. Sapendo che ero un giornalista locale “de quartiere”, qualcuno ha dovuto garantire che non fossi lì in veste di cronista, ma di simpatizzante. Difatti durante quelle due settimane, non ho scritto parola dinnanzi a quella massa immane di mail che si susseguivano l’una all’altra senza soluzione di continuità.

Tuttavia anche durante la mia permanenza nella mailing list dei Comitati renziani mi si è subito palesata la stessa sensazione che ebbi sull’uscio di via dei Pianellari: i giochi erano già fatti ben prima dell’8 dicembre.

Nel mentre che ricevevo una valanga di mail dalla mailing list dei Comitati renziani, ho dato il mio contributo, timido per la verità, presso il Comitato “Adesso!” del terzo municipio di Roma. Ho dato il mio contributo perché a fondare quel comitato c’era Silvia Di Stefano. A molti questo nome magari non dirà molto, ma ai renziani romani sì. Silvia è quella donna che vedete in fotografia. Tiene ben esposto un cartello “Io voto Renzi, tu che ne penzi?”. Quel cartello lo scrisse sui divanetti del foyer dell’Auditorium di via della Conciliazione. Mi chiese pure che mi sembrava di quel cartello. E io, con il mio solito fare snob, le risi in faccia. Lei accettò quel mio sorriso, perché veniva da un amico. Ed infine quella foto venne pubblicata pure sui giornali nazionali che ripresero quel primo evento romano del tour di Renzi per le primarie con Bersani.

Ma perché vi sto parlando di Silvia? Perché Silvia, dinnanzi ad una proposta di candidatura nella lista per l’assemblea nazionale a sostegno di Matteo Renzi ha detto di no. Qui torniamo alla massima del politico con il toscano. Silvia ha declinato l’invito a candidarsi perché non sopportava l’idea di condividere quella battaglia con quei riciclati piddini che erano saliti sul carro del vincitore. A me la coerenza fa sempre commuovere, ragione per cui ancor oggi ripenso di quel mio sorriso snob da veltroniano con la puzza sotto il naso che le ho riservato. Ma Silvia ha fatto molto di più. Laddove ci si era resi conto che durante i congressi dei vari circoli Pd di Roma, venivano avallate votazioni di circoli fantasma e con tesseramenti gonfiati, ha chiesto a più riprese l’intervento delle commissioni di garanzia del partito ed anche della stessa componente renziana. Dinnanzi al menefreghismo del Partito e persino della componente renziana, alla fine Silvia e il direttivo storico del suo circolo hanno deciso di chiudere la sede del Pd di Castel Giubileo. Un circolo vero, in carne ed ossa. L’unico che aveva sostenuto Matteo Renzi a Roma quando tutti erano bersaniani e che l’aveva persino fatto vincere quando tutto il partito remava contro il rottamatore.

È stato così che, avendo il suo esempio in mente, ho rifiutato anche io una proposta di candidatura all’assemblea nazionale. Il Circolo Renziano del Terzo municipio doveva esprimere un nome. Dopo il passo indietro di Silvia, è stato fatto il mio nome per il quinto posto in lista (quindi ineleggibile per ragioni di sistema elettorale). Fatto sta che il mio nome è stato comunque cassato in piena notte da coloro che non mi faccio problemi a definire la peggior feccia della politica romana piddina. Il giorno dopo scrissi una nota su Facebook denunciando l’ostracismo sul mio nome. La risposta non si fece attendere. Fui chiamato da quelli di via dei Pianellari che mi proposero il reinserimento in lista. Rifiutai. Avendo capito oramai il giochino, mi tirai subito fuori. E di questo devo ringraziare l’esempio di Silvia.

Ad oggi mi trovo costretto a ritirare fuori tutto ciò perché mi trovo davanti ad una lettera aperta che gira su facebook. La scrive Cristiana Alicata. Una lettera in polemica con il neo eletto segretario del Pd romano. Tale Cosentino. Si chiede chiarezza nella nomina della direzione romana del Pd. Si chiedono criteri certi, che non si rifacciano al codice cancelli sulle quote percentuali derivanti dalla tornata delle Primarie. E io mi chiedo: perché pretendere per la direzione romana ciò che non si è preteso per quella nazionale? Anzi ciò che nemmeno si è avuto il coraggio di chiedere?

Cristiana perché? Perché chiedere oggi ciò che non è stato chiesto all’indomani delle liste per l’assemblea nazionale zeppe di riciclati? Perché non aver promosso una raccolta di firme per chiedere all’indomani della nomina della direzione nazionale, conto di alcune scelte, una fra tutte quella ad esempio di Fioroni? Laddove Matteo Renzi ha dato una grande rappresentazione plastica di realismo politico con la nomina in direzione di D’Alema, Fioroni, Veltroni e molti altri che sarebbero dovuti essere rottomati, tante anime candide del Renzismo sono salite su qualche scialuppa ed hanno abbandonato la nave. E chi può dargli torto?

La lettera aperta, corredata da circa 100 firme sembra un capriccio da fanciullo dinnanzi ai deludenti regali di Babbo Natale. È stato chiaro sin dall’inizio cosa sarebbe successo. Renzi ha imbarcato pezzi di apparato pur di stravincere le Primarie. Scelta discutibile, ma che ha dato i frutti sperati. Oggi lui è segretario di tutto il Pd. Ragione per cui, sempre su questo blog, ho scritto che oggi i Comitati Adesso Renzi devono sciogliersi, semplicemente perché hanno raggiunto con successo il proprio scopo: far eleggere Renzi. Ho auspicato anche che i renziani che vogliano sostenere il Pd con Renzi segretario debbano iscriversi ai Circoli Pd e portare idee e contributi dentro le sedi del partito, come è normale in un movimento organizzato che prevede nel suo statuto che i circoli siano centrali per l’attività del partito.

Invece, ci ritroviamo ancora una volta con una lettera aperta in polemica con il Pd romano. Come se i renziani dovessero, al pari di due anni fa, imporre una figura nuova al comando con nuove linee di gestione del Partito. Come se i renziani dei comitati non vogliano accettare la realtà: Renzi è venuto a patti con l’apparato che lui stesso deve adesso gestire al meglio. Non voler accettare questa evidenza equivale a disconoscere la scelta fatta dallo stesso Renzi.

E ci troviamo al punto di partenza: Cristiana Alicata perché hai accettato la candidatura alla Assemblea nazionale del Pd in quota Renzi, se ancor oggi non sei in sintonia con la linea dettata dal tuo leader? Battere i piedi non serve a nulla. Oppure sbaglio?

Enrico Pazzi

articolo tratto dal Blog di Enrico Pazzi, giornalista, sostenitore di Adesso! Roma 3

Matteo Renzi: “Restiamo ribelli e cambiamo l’Italia”

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Relazione del nuovo segretario del Pd all’Assemblea Nazionale del 17-12-2013

“il fine di un partito non è il governo, ma il miglioramento della vita delle persone”

“Per quanto mi riguarda la correttezza delle relazioni è fondamentale, quello che penso io lo dico in faccia e l’unico modo per uccidere i retroscenisti è utilizzare lo stesso linguaggio fuori e dentro. Al centro non c’è il destino personale di uno o dell’altro, abbiamo sulle spalle la responsabilità dell’Italia”. Così Matteo Renzi, aprendo il suo intervento, sul suo modo di rapportarsi anche con il premier Enrico Letta.

”Se noi siamo un partito politico è perchè abbiamo a cuore l’idea di un’Italia capace di innamorarsi e di fare innamorare”. Renzi ha aggiunto ”non siamo quindi semplicemente a ragionare di noi ma cosa fare perchè l’Italia cambi con l’orgoglio del suo passato ma guardando verso il futuro”. La sfida alle primarie è ”stata leale” e l’offerta della presidenza del Pd a Gianni Cuperlo ”è tutto tranne il tentativo di ‘do ut des’, ma è il tentativo di un partito che non solo ha indicato la strada” ma in cui ”insieme si è più forti”.

Restiamo ribelli e cambiamo l’Italia.

”Ciascuno di noi ha il suo pantheon di ribelli”, ha detto Matteo Renzi. ”Ma l’essere ribelli è soprattutto una sfida con se stessi”, ha aggiunto. ”Si è ribelli se ciascuno di noi prova a cambiare la quotidianità: dobbiamo essere capaci di cambiare nel nostro piccolo l’Italia”.

”Il voto degli elettori delle primarie è l’ultimo appello che ci hanno dato per dire: cambia il Pd per cambiare l’Italia. Non hanno votato solo il candidato ma il Pd, visto come unico interlocutore per un cambiamento senza se e senza ma”.

”Non si tratta di fare la pacificazione fra noi e Berlusconi ma si tratta di fare la pace con gli italiani, di fare la pace fra i politici e gli italiani”. ”La rottamazione si è imposta come il bisogno di chi crede nella politica di un netto stacco rispetto al passato. O si volta pagina o il passato è confinato in un museo. Ha senso difendere la nostra storia solo se capaci di scrivere una pagina nuova. Casa nostra è sulla frontiera non al museo delle cere”.

”Se alle prossime europee si va con risultati di governo balbettanti la responsabilità non ce l’avranno né Grillo né Berlusconi, la responsabilità cadrà tutta in toto in testa al Pd”. Ha detto il segreatrio del Pd annunciando ”una agenda per il prossimo anno” di governo e ”una visione per i prossimi 15 anni in Italia”.

”L’Europa non è il nostro salvatore ma senza l’Italia l’Ue non va da nessuna parte e in questo tutti noi dobbiamo aiutare Enrico nel semestre europeo. La Merkel è diventata in passato un’alibi per tutti ma mettere a posto i conti non si fa per la signora Merkel ma per una normale dignità verso i tuoi figli”. “Bisogna partire da un accordo alla tedesca, voce per voce, punto per punto e con i tempi stabiliti per i prossimi 12-15 mesi”.

E’ la proposta avanzata da Renzi. ”Entro un mese” un progetto di legge per semplificare le regole del lavoro: è l’impegno preso da Renzi all’assemblea, in cui ha detto che il primo punto dell’agenda di governo dovrà essere ”un gigantesco piano” per il lavoro, con punto di partenza ”la fine dell’era ideologica sul lavoro”. “Piangere e fare grandi proclami dopo le stragi e poi dimenticarli è inaccettabile. Nel patto di coalizione serve l’impegno a modificare la Bossi-Fini e inserire lo jus soli“.

”Io sono fra quelli più prudenti” ma ”il tema delle unioni civili lo metteremo nel patto di coalizione, che piaccia a Giovanardi o no: noi siamo il Pd”. “Noi siamo pronti a fare la nostra parte con le forze di maggioranza da domani mattina ma con Enrico abbiamo deciso di aspettare la legge di stabilità per evitare fibrillazioni”.

E’ il timing che Matteo Renzi fissa per l’avvio della discussione sulla legge elettorale e sulle riforme. ”Alla prossima legislatura noi non eleggiamo più 315 senatori”, perché ”il Senato non deve più avere una funzione elettiva”.

”Diamo per buono il Natale ma o entro fine gennaio si approva alla Camera la riforma o la politica perde la faccia“. Così  Renzi sulla riforma elettorale, spiegando che serve una legge per cui “chi vince vince e le larghe intese sono l’eccezione non la regola”, chiarendo che ci sono vari modelli per la stabilità.

E continua sul tema delle riforme rivolgendosi al leader del M5s:  ”In modo provocatorio Grillo dice rinuncia ai 40 milioni di rimborsi. Lo dico io ‘Beppe firma qua’: caro Grillo hai 160 parlamentari decisivi per fare le riforme. Io sono disponibile a rinunciare ai 40 milioni del prossimo anno se tu ti impegni per superare il Senato, abolire le Province e su legge elettorale”.

”Ci stai a giocare in modo pulito e trasparente senza accordi senza patti? Se sei disponibile, il Pd è davanti a te e non dietro”.  ”Se ci stai, si fa – aggiunge -. Se noi ci stai, sei per l’ennesima volta un chiacchierone e l’espressione buffone vale per te”.

“Mi sono evidenti i miei limiti personali, in alcuni casi caratteriali ma sono consapevole di svolgere un ruolo insieme. Il Pd deve guidare la carretta e non inseguirla: se lo facciamo l’Italia giocherà non in difesa ma andando all’attacco. Sarà difficile ma anche straordinariamente bello impegnarsi per cambiare l’Italia”.

”C’è un sacco di lavoro da fare. Se riusciremo a fare tutto quello che abbiamo messo in campo,avremo un anno divertente, leggermente scoppiettante e pieno di passione per la politica”.  Ha detto il segretario del Pd riprendendo la parola all’assemblea nazionale a Milano.